giovedì 18 luglio 2013

Bundy e sicurezza

Dai lavoratori è emerso un quadro desolante di come sono costretti a lavorare:
“Piove nei capannoni, non vengono forniti gli aspiratori per evitare di farci respirare gas nocivi, i macchinari risalgono agli anni '70. Eppure produciamo molto e in maniera qualificata”. “Io – ha detto un operaio – ho 47 anni e se la Bundy chiude un altro lavoro non lo trovo più. 
Abbiamo diritto di conoscere la verità sul futuro dello stabilimento, non  siamo dei numeri ma delle persone”.

 Non è credibile che un'azienda da 180 dipendenti non sappia cosa vuol fare nei prossimi due anni. I lavoratori si stanno già sacrificando con i contratti di solidarietà mentre la proprietà non investe un euro da anni nel sito.

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