sabato 18 febbraio 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 17/02/12



SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 17/02/12





INDICE



Federico Giusti giustifederico@libero.it

LETTERA DI UN OPERAIO METALMECCANICO



Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL COMMISSARIO EUROPEO SULLA PROCEDURA D'
INFRAZIONE CONTRO L' ITALIA



Grillo Peppone grillo@macchinistiuniti.it

TRENI CONDOTTI DAL MACCHINISTA UNICO/SOLO: PRONTO SOCCORSO AZIENDALE IN AMBITO FERROVIARIO



Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi@tiscali.it

ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO - COMUNICATO STAMPA



Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

ETERNIT 16 ANNI A DUE CRIMINALI



Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

NO ALLA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI SI ALL' ALTERPIANO: RIDUZIONE, RIUSO,
RICICLO



Stefano Ghio procomto@libero.it

TORINO, LUNEDI' 13 FEBBRAIO: LA SENTENZA DEL PROCESSO ETERNIT



-----------------------

Da: Federico Giusti giustifederico@libero.it

A:
Data: Dom 12 Feb 2012 4:11 pm

Oggetto: LETTERA DI UN OPERAIO METALMECCANICO


Vi allego la lettera di un operaio vi chiediamo di pubblicarla/diffonderla a
firma di anonimo operaio metalmeccanico. Anonimo per non subire ritorsioni
.

Grazie

per il COBAS

Federico Giusti 3498494727


Ero tornato da poche ore, l' ho visto, per la prima volta, era alto, bello,
forte e odorava di olio e lamiera.

Per anni l' ho visto alzarsi alle quattro del mattino, salire sulla sua
bicicletta e scomparire nella nebbia di Torino, in direzione della Fabbrica.

L' ho visto addormentarsi sul divano, distrutto da ore di lavoro e alienato
dalla produzione di migliaia di pezzi, tutti uguali, imposti dal cottimo.

L' ho visto felice passare il proprio tempo libero con i figli e la moglie.

L' ho visto soffrire, quando mi ha detto che il suo stipendio non gli
permetteva di farmi frequentare l' università.

L' ho visto umiliato, quando gli hanno offerto un aumento di 100 lire per
ogni ora di lavoro.

L' ho visto distrutto, quando a 53 anni, un manager della Fabbrica gli ha
detto che era troppo vecchio per le loro esigenze.

Ho visto manager e industriali chiedere di alzare sempre più l' età
lavorativa, ho visto economisti incitare alla globalizzazione del denaro, ma
dimenticare la globalizzazione dei diritti, ho visto direttori di giornali
affermare che gli operai non esistevano più, ho visto politici chiedere agli
operai di fare sacrifici, per il bene del paese, ho visto sindacalisti dire
che la modernità richiede di tornare indietro.

Ma mi è mancata l' aria, quando lunedì 26 luglio 2010, su "La Stampa" di
Torino, ho letto l' editoriale del prof. Mario Deaglio. Nell' esposizione
del professore, i "diritti dei lavoratori" diventano "componenti non
monetarie della retribuzione", la "difesa del posto di lavoro" doveva essere
sostituita da una volatile "garanzia della continuità delle occasioni da
lavoro", ma soprattutto il lavoratore, i cui salari erano ormai ridotti al
minimo, non necessitava più del "tempo libero in cui spendere quei salari",
ma doveva solo pensare a soddisfare le maggiori richieste della controparte
(teoria ripetuta dal prof. Deaglio a Radio 24 tra le 17,30 e le 18,00 di
martedì 27 luglio 2010).

Pensare che un uomo di cultura, pur con tutte le argomentazioni di cui è
capace, arrivi a sostenere che il tempo libero di un operaio non abbia alcun
valore, perché non è correlato al denaro, mi ha tolto l' aria.


Sono salito sull' auto costruita dagli operai della Mirafiori di Torino.

Sono corso a casa dei miei genitori, l' ho visto per l' ennesima volta. Era
curvo, la labirintite, causata da milioni di colpi di pressa, lo faceva
barcollare, era debole a causa della cardiopatia, era mio padre, operaio al
reparto presse, per 35 anni, in cui aveva sacrificato tutto, tranne il tempo
libero con la sua famiglia, quello era gratis.

ODORAVA DI DIGNITA'.


-----------------------



From: Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it

To:

Sent: Sunday, February 12, 2012 10:01 PM

Subject: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL COMMISSARIO EUROPEO SULLA PROCEDURA
D' INFRAZIONE CONTRO L' ITALIA



COMUNICATO STAMPA



Interrogazione parlamentare al Commissario Europeo Laszlo Andor sulla
procedura d' infrazione contro l' Italia 2010/4227,per violazione di alcuni
punti della direttiva europea quadro 89/391/CEE sulla sicurezza sul lavoro.



Dato che la Commissione Europea se la sta prendendo comoda con l' esame
della procedura d' infrazione contro l' Italia n 2010/4227, per violazione
di alcuni punti della direttiva europea quadro 89/391/CEE sulla sicurezza
sul lavoro, fatta aprire grazie alla mia Petizione
1919-09, ho chiesto a Sonia Alfano di fare un' interrogazione al Parlamento
Europeo, rivolta al Commissario Europeo Occupazioni e Affari Sociali Laszlo
Andor.


A seguire il testo dell' interrogazione parlamentare.


Ringrazio Sonia per la sensibilità dimostrata su un tema molto importante
come la sicurezza sul lavoro, di cui purtroppo i mezzi d' informazione
parlano raramente, anche se ogni giorno 3
lavoratori non fanno più ritorno a casa perché sono morti sul lavoro.


Prima c' era Berlusconi Presidente del Consiglio e Sacconi Ministro del
Lavoro, ora c' è Monti Presidente del Consiglio e Elsa Fornero come Ministro
del Lavoro, ma è cambiato poco o nulla sulla sicurezza sul lavoro.


E meno male che la Fornero disse, proprio 2 mesi e mezzo fa, che la
sicurezza sul lavoro "sarà
centrale nel lavoro del Governo e nel suo impegno personale".


Proprio il 30 Dicembre 2011 Graziella Marota, madre di Andrea Gagliardoni
(morto tragicamente sul lavoro il 20 giugno del 2006, all' Assoplast di
Ortezzano, con la testa schiacciata in una pressa tampografica, che gli ha
spezzato l' osso del collo), ha inviato una raccomandata al Ministro del
Lavoro, scrivendole la lettera aperta, che potete leggere all' indirizz:


http://www.quotidianosicurezza.it/sicurezza-sul-lavoro/caduti-sul-lavoro/lettera-di-graziella-marota-al-ministro-fornero.htm

Ad oggi 12 febbraio 2012, il Ministro Fornero non si è neanche degnata di
risponderle.



E con questo credo di aver detto tutto, quindi chiederei al Ministro Fornero
di risparmiarci queste sue dichiarazioni sulla sicurezza sul lavoro, perché
la mia impressione è che questo importante tema non sia centrale per questo
Governo.


Marco Bazzoni

Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Firenze



PARLAMENTO EUROPEO

SCHEDA DI DEPOSITO DI UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

INTERROGAZIONI SCRITTE



Destinatario: Commissione

Interrogazione con richiesta di risposta scritta

Autore: Sonia Alfano

Oggetto: Presunte violazioni della Direttiva sulla sicurezza sul lavoro da
parte dell' Italia



TESTO

Viste le interrogazioni scritte P-1144/10 ed E-1152/10;

vista la petizione 1919-09 la quale ha fatto aprire la procedura d'
infrazione numero 2010/4227 contro l' Italia per violazioni di alcuni punti
della Direttiva 89/391/CEE del Consiglio, del 12 giugno 1989, riguardante l'
applicazione di provvedimenti volti a promuovere il miglioramento della
sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro;

considerando che il 30 settembre 2011 è stata inviata all' Italia una
lettera di costituzione di messa in mora, contenente i seguente punti:

1) deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega e
subdelega,

2) violazione dell' obbligo di disporre di una valutazione dei rischi per la
sicurezza e salute durante il lavoro per i datori di lavoro che occupano
fino a 10 lavoratori,

3) proroga dei termini impartiti per la redazione del documento di
valutazione dei rischi per le nuove imprese o per modifiche sostanziali
apportate ad imprese esistenti,

4) posticipazione dell' obbligo di valutazione del rischio di stress legato
al lavoro,

5) posticipazione dell' applicazione della legislazione in materia di
protezione della salute e sicurezza sul lavoro per le persone appartenenti a
delle cooperative sociali e a delle organizzazioni di volontariato della
protezione civile,

6) proroga del termine per completare l' adeguamento alle disposizioni di
prevenzione incendi per le strutture ricettive turistico-alberghiere con
oltre 25 posti letto esistenti in data del 9 aprile 1994;

considerando che l' Italia doveva presentare entro il 30 novembre 2011 le
sue osservazioni in merito;

considerando che la Commissione Europea doveva esaminare tali osservazioni,
e nel caso si fossero dimostrate insufficienti, emettere un parere motivato,
in cui si chiedeva all' Italia di adeguarsi alle disposizioni della messa in
mora;

considerando che in caso contrario potrebbe adire alla Corte di Giustizia
Europea, la cui sentenza è vincolante per l' Italia;

considerando che sono passati quasi tre mesi dal termine in cui l' Italia
doveva inviare le sue osservazioni, ad oggi;

può la Commissione comunicare la data in cui l´Italia ha presentato
ufficialmente le sue osservazioni e fornire informazioni precise sullo stato
della procedura d´infrazione?



Data: 10/02/2012



-----------------------



From: Grillo Peppone grillo@macchinistiuniti.it

To:

Sent: Monday, February 13, 2012 5:52 PM

Subject: TRENI CONDOTTI DAL MACCHINISTA UNICO/SOLO: PRONTO SOCCORSO
AZIENDALE IN AMBITO FERROVIARIO



Treni condotti dal Macchinista Unico/Solo.

Pronto soccorso aziendale in ambito ferroviario.

Decreto 19/2011.



E' innegabile che SOLO UN EQUIPAGGIO POLIFUNZIONALE, ADEGUATAMENTE FORMATO
ALLA CONDOTTA DEL TRENO E ALL' ASSISTENZA DEGLI UTENTI DI UN SERVIZIO
PUBBLICO QUALE DOVREBBE ESSERE QUELLO FERROVIARIO, POTRA' GARANTIRE UN
SOCCORSO QUALIFICATO SENZA "INSORMONTABILI DIFFICOLTA' ".



TALE OBBLIGO DATORIALE DEVE VALERE PER TUTTE LE IMPRESE FERROVIARIE, SIA
PUBBLICHE CHE PRIVATE!!!!



Se un "Macchinista Unico/Solo" durante la condotta del treno fosse colto da
malore improvviso in una galleria, su un viadotto, su linee ferroviarie
inaccessibili alle auto ecc., come verrebbe soccorso e in quanto tempo?

Se ci fosse la concomitanza del malore del "Macchinista Unico/Solo" e del
malore di qualche viaggiatore in tali circostanze come si organizza il
soccorso?

Se ci fosse la concomitanza del malore del "Macchinista Unico/Solo" e un'
avaria alla locomotiva in galleria, su un viadotto ecc, il capotreno che non
sa né condurre il treno né operare sul Mezzo di Trazione, come "gestirebbe"
il tutto e magari anche eventuali crisi di panico dei viaggiatori?



L' esigenza di avere un unico macchinista alla condotta del treno è dettata
dalla necessità di avere più concorrenza? Di dare alle Imprese Ferroviarie,
sia pubbliche che private, più competitività? Le regole della concorrenza e
della competitività possono "forzare" diritti inalienabili e indisponibili?


Qui non si tratta di essere i custodi del Tempio, di difendere privilegi
inesistenti. Si tratta dell' inalienabile diritto alla salute di ogni
"macchinista unico/solo" durante l' attività lavorativa che, nella
fattispecie, diventa inevitabilmente un diritto collettivo.



TALI DOMANDE NON POSSONO ESSERE PIU' INEVASE!



Preciso che le mie argomentazioni sono condivise dalla totalità dei
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza dei macchinisti d' Italia e
dall' Organizzazione Sindacale Or.S.A. (vedi documento a seguire).



La proposta dell' Equipaggio Polifunzionale è aderente all' articolo 50,
comma 1, lettera h) del D.Lgs.81/08 ["il rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza promuove l'elaborazione, l'individuazione e l'attuazione delle
misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l'integrità fisica dei
lavoratori"].



Buona Vita

Giuseppe Grillo

RLS in Trenitalia.



"Chi dice la Verità, prima o poi verrà scoperto".

Oscar Wilde



"Ero un combattente che non ha avuto fortuna nella lotta immediata, e i
combattenti non possono e non devono essere compianti, quando essi hanno
lottato non perché costretti, ma perché così hanno essi stessi voluto
consapevolmente".

Antonio Gramsci







AVVISO A TUTTI I MACCHINISTI ITALIANI

Or.S.A. Settore Macchina "Macchinisti Uniti"

Sindacato Nazionale Macchinisti e Capi Deposito Ferrovie e Metropolitane

". ALLA LUNGA LA RAGIONE SI FA STRADA ..."

L' ASL 2 di Savona con l' "ATTO DI PRESCRIZIONE CON IMPOSIZIONE DI
SPECIFICHE MISURE ATTE A FAR CESSARE IL PERICOLO PER LA SICUREZZA DEI
LAVORATORI DURANTE IL SERVIZIO" IMPONE l' affidamento ad equipaggio
polifunzionale (composto da almeno due agenti "conduttori" abilitati alla
conduzione del treno) su ogni convoglio percorrente.



Colleghi grazie al lavoro dei nostri RLS possiamo salutare un nuovo e
importante passo avanti nella ricerca di soluzioni condivise a tutela e
garanzia della sicurezza sul lavoro.

L' atto di prescrizione emesso dall' ASL 2 di Savona rappresenta un primo e
giusto riconoscimento alle nostre ragioni nel ritenere potenzialmente
pericoloso, per il macchinista colto da malore, l' equipaggio treno senza
agenti in grado di condurre il treno verso il punto di soccorso.



La complicata vertenza "EQUIPAGGIO", di cui è stata parte centrale la
vicenda "storica" del "VACMA", si sta ulteriormente sviluppando con quella
attuale relativa al "SOCCORSO".

Una fase lunga anni che ci ha visti protagonisti assoluti e solitari, non
per difendere posizioni di privilegio, come taluni vorrebbero far credere,
ma la sicurezza e le condizioni di lavoro.

Una vertenza dura, che ha visto il licenziamento, poi rientrato, di un
nostro RLS.

I macchinisti non hanno ceduto ed hanno vinto imponendo il superamento del
VACMA, il sistema di esclusione vigilante (EVIG) e l' attrezzaggio, con il
SCMT/SSC, di tutta rete ferroviaria italiana. Unica realtà in Europa.



Al contrario di tutte le altre Organizzazioni Sindacali, noi non abbiamo
sottoscritto gli accordi del 15 maggio 2009 e del 17 novembre 2010, non solo
per l' assenza di qualsivoglia miglioramento, ma soprattutto perché carenti
sul versante sicurezza e, in particolare, sul soccorso al macchinista.



Con lungimiranza, abbiamo proposto un modello di equipaggio polifunzionale
(più agenti sul treno in grado di guidare), che incomprensibilmente non è
stato accettato nonostante fosse sostenuto anche dall' autorevole studio
dell' Università di Urbino "Carlo BO" ("Riflessioni sulla gestione delle
procedure di pronto soccorso aziendale per gli operatori a bordo treno").



Possiamo dire che avevamo visto giusto, coniugando sicurezza e produttività.
Oggi, grazie alla prescrizione, dobbiamo essere ancora più convinti nel
perseguire questo altro fondamentale obiettivo di civiltà.



UNITI SI VINCE !!!

Roma, 12 febbraio 2012



-----------------------



From: Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi@tiscali.it

Sent: Monday, February 13, 2012 9:27 PM

To:

Subject: ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO - COMUNICATO STAMPA



ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO

COMUNICATO STAMPA



CONDANNA PER I RESPONSABILI DELLA ETERNIT: UNA SENTENZA GIUSTA



Il Tribunale di Torino ha condannato a 16 anni gli imputati Stephan
Schmidheiny e Jean Louis De Cartier de la Marchienne.

Il reato per cui sono stati ritenuti colpevoli è quello di disastro doloso,
omissione volontaria di cautele contro gli infortuni e omicidio colposo.

Riconoscere i responsabili, condannarli con le loro società al risarcimento
del danno è stata una giusta decisione.

Una sentenza storica, di indicazione per gli altri numerosi procedimenti in
atto per morti da amianto, perché venga presa a riferimento.



Nel giorno in cui si celebrano i funerali di Oscar Misin, fra i principali
fondatori dell' AIEA, deceduto per mesotelioma a causa dell' esposizione
all' amianto nel suo luogo di lavoro (Centrale Termica di Turbigo), si
riconosce che l' amianto è la causa della morte di migliaia di ex esposti.



Oscar non ritorna, ma un po' di giustizia è stata fatta, per questo lo
sentiamo ancora fra noi.



Torino, 13 febbraio 2012



Armando Vanotto

Fulvio Aurora

Maura Crudeli



-----------------------



From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

To:

Sent: Monday, February 13, 2012 10:33 PM

Subject: ETERNIT 16 ANNI A DUE CRIMINALI



16 anni di carcere a due criminali uno svizzero di 65 anni e l' altro belga
di 91, amministratori delegati della Eternit di Casale Monferrato in tempi
diversi, nel più grande processo mondiale di tutti i tempi sulla sicurezza
del lavoro; il PM Raffaele Guariniello ne aveva chiesti 20.

E' comunque una grande vittoria per tutti quelli che si sono battuti in
questi anni perché venisse fatta giustizia e perché come per il processo
Thyssen è passato il principio dell' "OMISSIONE VOLONTARIA DI MISURE DI
SICUREZZA", che ha fatto lievitare la pena ben oltre il semplice omicidio
colposo plurimo.



I lavoratori superstiti e i loro familiari, i comitati, i cittadini, le
associazioni tra cui L' AIEA (Associazione Italiana Esposti Amianto) e
Medicina Democratica, quest' ultima parte civile nel processo.



Saluti

Gino Carpentiero



Si è concluso con la condanna a 16 anni del magnate svizzero Stephan
Schmidheiny e del barone belga Louis Cartier il processo Eternit. I due,
entrambi ex vertici della multinazionale dell' amianto, erano accusati di
disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele
antinfortunistiche. Per loro il giudice Casalbore ha anche deciso l'
interdizione dai pubblici uffici.

Entrambi sono stati condannati per il disastro negli stabilimenti di Casale
Monferrato e Cavagnolo mentre i giudici hanno dichiarato di non doversi
procedere per quelli di Rubiera e Bagnoli perché i reati sono estinti.



Per i familiari delle vittime, la corte ha stabilito un risarcimento di
30.000 euro per ogni congiunto. 35.000 euro di risarcimento invece per
alcuni malati, 100.000 per ogni sigla sindacale, 4 milioni per il comune di
Cavagnolo, 20 milioni per la Regione Piemonte e una provvisonale di 15
milioni per l' INAIL. Venticinque milioni di euro di risarcimento è invece
previsto per il Comune di Casale Monferrato.



Nelle scorse settimane l' imputato svizzero aveva offerto all'
amministrazione comunale un risarcimento di 18 milioni di euro con l'
impegno del Comune a ritirare la costituzione di parte civile. Dopo un tira
e molla il Comune aveva però rinunciato all' offerta. L' appello a non
accettare quello che molti avevano definito un "patto con il diavolo", era
arrivato anche dal ministro alla Salute, Renato Balduzzi, che si era
impegnato a trovare, insieme all' amministrazione, i soldi necessari alle
bonifiche.



"Comunque vada è un processo storico", aveva detto il pubblico ministero
Raffaele Guariniello.

"E' il più grande processo nella storia e nel mondo" - ha spiegato
Guariniello - "in materia di sicurezza sul lavoro. E dimostra che un
processo si può fare. Bisogna lavorare per dare giustizia e su questo
abbiamo avuto aiuto da quasi tutte le istituzioni".

Secondo il magistrato "siamo di fronte a una grande ingiustizia
internazionale: ci sono Paesi in cui se si tocca l' amianto bisogna farlo
con lo scafandro altri in cui ancora si tocca con le mani".



Fuori dal palazzo di Giustizia sono stati in tanti ad aver raccolto l'
invito a partecipare al presidio promosso dall' associazione Voci della
Memoria di Casale Monferrato: ex operai della Thyssen Krupp, familiari delle
vittime della strage ferroviaria di Viareggio e di quella del Moby Prince,
delegazioni di lavoratori provenienti da tutta Italia e anche da oltralpe.

Sui cancelli del Tribunale sono state affisse numerose foto delle vittime e
decine di striscioni che in diverse lingue chiedono giustizia per i morti
dell' amianto mentre un tratti di strada davanti alla struttura è stato
chiuso al traffico.

Di fronte al palazzo anche un gazebo in cui l' associazione Terra del Fuoco
e gli Studenti Indipendenti offrono bevande calde (il termometro segnava una
temperatura di 3 gradi sotto zero nonostante la giornata soleggiata), mentre
al microfono si alternano molte voci in attesa della decisione della corte.

Al presidio partecipano anche diverse forze politiche, Sinistra Critica,
Rifondazione Comunista e Partito Comunista oltre a una delegazione dei
sindacati di base.



Sono alcune migliaia i morti e i malati di di tumore individuati tra
lavoratori e cittadini nell' inchiesta della procura torinese. Il processo è
diventato, come sottolinea lo stesso Guariniello "un punto di riferimento
mondiale".

Durante due anni e 66 udienze il pubblico ministero, Raffaele Guariniello,
affiancato dai PM Gianfranco Colace e Sara Panelli, ha tentato di
dimostrare, attraverso testimonianze, documenti e consulenze, che la
politica sulla sicurezza e sulla salute della Eternit apparteneva a un'
unica regia. "Gli imputati non si sono limitati ad accettare il rischio che
il disastro si verificasse e continuasse a verificarsi, ma lo hanno
accettato e lo accettano ancora oggi" aveva detto Guariniello nella sua
arringa finale chiedendo una condanna a 20 anni di reclusione per entrambe
gli imputati per quella che aveva definito "una tragedia immane" che "ha
colpito popolazioni di lavoratori e di cittadini che continua a fare morti e
si è consumata in Italia e in altre parti del mondo con una regia senza che
mai nessun tribunale abbia chiamato i veri responsabili a risponderne".

"Si addebita a Eternit" - aveva aggiunto - "di aver causato un disastro nei
suoi stabilimenti e per la popolazione, che ancora oggi continua a
verificarsi giorno dopo giorno per consapevole volonta' dei suoi
proprietari".



I legali dei due imputati avevano chiesto per entrambe l' assoluzione per
non aver commesso il fatto: secondo le difese De Cartier, dal 1971, aveva
ricoperto solo "un ruolo minoritario senza compiti operativi" mentre
Schmidheiny avrebbe provveduto a fare diversi investimenti per la sicurezza
dei lavoratori, in base alle conoscenze dell' epoca sull' amianto.

L' avvocato Astolfo Di Amato, uno dei legali di Schmidheiny, aveva messo in
dubbio la validità stessa di un processo celebrato a più di trent' anni di
distanza dai fatti contestati che lederebbe il principio di difesa perché il
tempo trascorso "rende quasi impossibile" - aveva detto - "a chi è accusato
difendersi al meglio: i documenti non si trovano, molti testimoni non ci
sono più e quelli che ci sono non sono attendibili perché i fatti sono
troppo lontani da ricordare".



-----------------------



From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

To:

Sent: Monday, February 13, 2012 10:48 PM

Subject: FW: NO ALLA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI SI ALL' ALTERPIANO: RIDUZIONE,
RIUSO, RICICLO



----- Original Message -----



From: Agipress - Agenzia di Stampa Quotidiana redazione@agipress.it

To:

Sent: Monday, February 13, 2012 3:15 PM

Subject: NO ALLA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI SI ALL' ALTERPIANO: RIDUZIONE,
RIUSO, RICICLO



Agipress - Notizia n.23748

del 13/02/2012 - 12:51:31 PM

NO ALLA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI SI ALL' ALTERPIANO: RIDUZIONE, RIUSO,
RICICLO


I medici ed i tecnici di Medicina Democratica sono intervenuti insieme alla
CUB Sanità all' audizione della terza commissione ambiente della Provincia
di Firenze, il giorno 10/02/12, per presentare l' ALTERPIANO per la gestione
dei rifiuti per l' ATO TOSCANA CENTRO.

E' stato altresì ribadita l' opposizione alla costruzione dell' Inceneritore
a Case Passerini, che, senza che sia stata effettuata alcuna VIA e contro
ogni principio di precauzione, che il grande scienziato Renzo Tomatis di
Medicina Democratica e per anni direttore della IARC, per primo definì un
PRINCIPIO ASSOLUTO quando non si conoscono gli effetti degli inquinanti
sulla salute umana.

Medicina Democratica stigmatizza anche l' atteggiamento arrogante e gravato
di pregiudizi che alcuni membri del partito di maggioranza relativa hanno
tenuto nei loro confronti durante l' audizione. Ancora una volta i decisori
politici del PD di questa provincia nell' ignorare ogni principio di
precauzione, fanno sfoggio di una dogmatica assunzione di certezza riguardo
alla non nocività dei moderni inceneritori che il metodo scientifico in uso
non consente di dare e persistono nella consumata logica "della
minimizzazione del danno" e della "rassicurazione ad oltranza", negandosi ad
ogni effettiva possibilità di dialogo, dimostrandosi in realtà ancora una
volta succubi dei potentati economici che spingono perché l' inceneritore
venga al più presto costruito.

Medicina Democratica nel sottolineare che nessun ulteriore aggravio per la
salute umana proveniente dall' incenerimento dei rifiuti può oggi essere
considerato accettabile,in particolare nell' area della Piana già gravemente
inquinata da strade, autostrade e Aeroporto, indica nell' ALTERPIANO dei
Comitati ATO Centro la soluzione immediata e concreta per una gestione dei
rifiuti, a inquinamento zero, che risparmia la materia, che crea
occupazione, che riduce i costi di smaltimento, nel pieno rispetto delle
normative europee e nazionali.


Medicina Democratica - Movimento di lotta per la salute

Associazione onlus sede di Firenze,sezione Pietro Mirabelli

p.za Baldinucci, 8R 50129 Firenze

coordinatore dott. Gian Luca Garetti tel 334 86 68 064


Agipress - Agenzia di Stampa Nazionale Quotidiana

www.agipress.it

redazione@agipress.it



-----------------------



From: Stefano Ghio procomto@libero.it

To:

Sent: Tuesday, February 14, 2012 11:23 AM

Subject: TORINO, LUNEDI' 13 FEBBRAIO: LA SENTENZA DEL PROCESSO ETERNIT



TORINO, LUNEDI' 13 FEBBRAIO: LA SENTENZA DEL PROCESSO ETERNIT



E' il gran giorno; finalmente, dopo tre anni di udienze scandite
settimanalmente, si conclude il primo grado del processo - per i reati di
disastro doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche - contro i
due padroni genocidi della multinazionale svizzero-belga dell' amianto, l'
Eternit: lo svizzero Stephan Schmidheiny ed il barone belga Jean Louis Marie
Ghislain de Cartier de Marchienne.


All' esterno del Tribunale di corso Vittorio Emanuele II, 130 si forma, a
partire dalle ore 9:00, un presidio della Rete nazionale per la sicurezza
sul lavoro; insieme alle realtà che da sempre ne fanno parte (specificamente
lo SLAI COBAS per il sindacato di classe, presente anche con compagni
provenienti dalla vicina Lombardia, il Collettivo Comunista Piemontese, e l'
associazione Legami d' acciaio) si scorgono altri gruppi costantemente
assenti durante il normale svolgimento delle udienze.



Sul fronte politico fanno capolino bandiere di gruppi quali: Sinistra
critica e Federazione della sinistra; inoltre fanno la loro comparsa anche
esponenti di Comunisti sinistra popolare, da poco strutturati in città.


Per quanto concerne le organizzazioni sindacali le uniche bandiere presenti
sono quelle della CUB, mentre si riconoscono gli striscioni dei familiari
delle vittime italiane e francesi, nonché il Comitato per la difesa della
salute sul lavoro e sul territorio di Sesto San Giovanni (MI).


Qualche minuto dopo, all' interno della maxi aula uno di palazzo di
Giustizia comincia l' ultima udienza dedicata alle repliche: dovrebbe
prendere la parola l' avvocato Zaccone per concludere il suo sproloquio, ma
rinuncia: di conseguenza la Corte si ritira, annunciando che alle 13:30
verrà letto il dispositivo della sentenza.


Mi occorre specificare che, a causa del fatto di non essere in possesso del
tagliando con il quale si può accedere all' interno del Tribunale, questa
parte della giornata non è stata da me seguita direttamente.
Successivamente, grazie all' aiuto di un amico, riesco ad entrare di
soppiatto all' interno dell' aula di udienza dove sono sistemate le
autorità: dopo pochi minuti vengo allontanato ed invitato a sistemarmi nella
sovrastante aula Magna, da dove si può seguire il pronunciamento della Corte
attraverso un maxi schermo.


Alle ore 13:30, il giudice Giuseppe Casalbore rientra in aula e inizia la
lettura del dispositivo della sentenza: "In nome del popolo italiano, visti
gli articoli... del CPP, il Tribunale dichiara gli imputati colpevoli dei
reati a loro ascritti, e li condanna...".


Subito si alza, dai presenti nella sala gremita in ogni ordine di posti, un
lungo applauso che copre parzialmente le parole con le quali continua il
magistrato: "alla pena detentiva di anni sedici di reclusione ciascuno;
inoltre li condanna alle pene accessorie di: interdizione perpetua dai
pubblici uffici, interdizione legale per la durata della pena, interdizione
di anni tre dalla contrattazione con la pubblica amministrazione".


Questo è quanto per quel che concerne il procedimento penale; ma ad esso è
legata la parte civile dei risarcimenti alle parti offese; l' elenco è
lunghissimo, sono oltre seimila, e non è possibile prendere nota di ogni
singola voce: pertanto mi limito a segnalare quelli che concernono i
soggetti pubblici e le associazioni.



Casalbore scandisce: "Inoltre condanna gli imputati, in solido con i
responsabili civili, al pagamento dei danni patrimoniali e non patrimoniali
nella misura in cui segue:

Comune di Cavagnolo, 4 milioni;

INAIL, 15 milioni...",

e continua con le cifre che in parte si trovano qui sotto:

Comune di Casale Monferrato: 25 milioni;

Regione Piemonte: 20 milioni;

ASL di Alessandria: 5 milioni;

Associazione Familiari E Vittime dell' Amianto: 100 mila;

ALLCA-CUB nazionale: 100 mila euro;

CGIL nazionale, Piemonte,Torino ed Alessandria: 100 mila ciascuno;

CISL Piemonte e FENEAL-CISL Alessandria: 100 mila ciascuno;

UIL Piemonte e UIL Alessandria: 100 mila ciascuno;

Medicina Democratica: 70 mila;

WWF nazionale: 70 mila.

Inoltre condanna gli imputati alla corresponsione di una P.I.E.
(provvisionale immediatamente esecutive: l' intero ammontare del danno verrà
liquidato in separata sede civile) tra i 30 mila e i 70 mila euro a favore
di una fetta delle parti civili persone fisiche costituite.

Ad un' altra parte di queste (unitamente ad alcuni Comuni minori del
casalese, alla Provincia di Torino, alla Provincia di Alessandria, alla
regione Emilia Romagna, al Comune di Rubiera, alla UIL Campania, ed alla
CGIL Campania) non viene riconosciuta la P.I.E. ed il danno verrà liquidato
in separata sede civile.



Infine, gli imputati, in solido con i responsabili civili, vengono
condannati al pagamento delle spese processuali agli avvocati delle parti
civili.



Insomma: una sentenza che non esito a definire storica; finalmente la
magistratura borghese italiana punisce severamente i padroni che fanno
profitti sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie.



Torino, 13 febbraio 2012



Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

c/o SLAI COBAS per il sindacato di classe TO/MI/BG/GE

http://pennatagliente.wordpress.com










Nessun commento: