martedì 14 febbraio 2012

La sentenza del processo Eternit: corrispondenza dal Palazzo di giustizia



E' il gran giorno; finalmente, dopo tre anni di udienze scandite settimanalmente, si conclude il primo grado del processo - per i reati di disastro doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche - contro i due padroni genocidi della multinazionale svizzero-belga dell'amianto, l'Eternit: lo svizzero Stephan Schmidheiny ed il barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne.
All'esterno del Tribunale di corso Vittorio Emanuele II 130 si forma, a partire dalle ore 9:00, un presidio della Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro; insieme alle realtà che da sempre ne fanno parte - specificamente lo Slai Cobas per il sindacato di classe, presente anche con compagni provenienti dalla vicina Lombardia, il Collettivo Comunista Piemontese, e l'associazione Legami d'acciaio - si scorgono altri gruppi costantemente assenti durante il normale svolgimento delle udienze.
Sul fronte politico fanno capolino bandiere di gruppi quali: Sinistra critica e Federazione della sinistra; inoltre fanno la loro comparsa anche esponenti di Comunisti sinistra popolare, da poco strutturati in città.
Per quanto concerne le organizzazioni sindacali le uniche bandiere presenti sono quelle della Cub, mentre si riconoscono gli striscioni dei familiari delle vittime italiane e francesi, nonché il Comitato per la difesa della salute sul lavoro e sul territorio di Sesto San Giovanni (MI).
Qaulche minuto dopo, all'interno della maxi aula uno di palazzo di Giustizia comincia l'ultima udienza dedicata alle repliche: dovrebbe prendere la parola l'avvocato Zaccone per concludere il suo sproloquio, ma rinuncia: di conseguenza la Corte si ritira, annunciando che alle 13:30 verrà letto il dispositivo della sentenza.
Mi occorre specificare che, a causa del fatto di non essere in possesso del tagliando con il quale si può accedere all'interno del Tribunale, questa parte della giornata non è da me seguita direttamente; successivamente, grazie all'aiuto di un amico, riesco ad entrare di soppiatto all'interno dell'aula di udienza dove sono sistemate le autorità: dopo pochi minuti vengo allontanato ed invitato a sistemarmi nella sovrastante aula Magna, da dove si può seguire il pronunciamento della Corte attraverso un maxi schermo.
Alle ore 13:30, il giudice Giuseppe Casalbore rientra in aula, ed inizia la lettura del dispositivo della sentenza: "In nome del popolo italiano, visti gli articoli... del cpp, il Tribunale dichiara gli imputati colpevoli dei reati a loro ascritti, e li condanna...".
Subito si alza, dai presenti nella sala gremita in ogni ordne di posti, un lungo applauso che copre parzialmente le parole con le quali continua il magistrato: "alla pena detentiva di anni sedici di reclusione ciascuno; inoltre li condanna alle pene accessorie di: interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale per la durata della pena, interdizione di anni tre dalla contrattazione con la pubblica amministrazione".
Questo è quanto per quel che concerne il procedimento penale; ma ad esso è legata la parte civile dei risarcimenti alle parti offese; l'elenco è lunghissimo, sono oltre seimila, e non è possibile prendere nota di ogni singola voce: pertanto mi limito a segnalare quelli che concernono i soggetti pubblici e le associazioni.
Casalbore scandisce: "Inoltre condanna gli imputati, in solido con i responsabili civili, al pagamento dei danni patrimoniali e non patrimoniali nella misura in cui segue: Comune di Cavagnolo, 4 milioni; Inail, 15 milioni...", e continua con le cifre che in parte si trovano qui sotto.
Comune di Casale Monferrato: 25 milioni.
Regione Piemonte: 20 milioni.
Asl di Alessandria: 5 milioni.
Associazione familiari e vittime dell'amianto: 100 mila Euro.
Allca-Cub nazionale: 100 mila euro.
Cgil nazionale, Piemonte,Torino ed Alessandria: 100 mila Euro ciascuno.
Cisl Piemonte e Feneal-Cisl Alessandria: 100 mila Euro ciascuno.
Uil Piemonte e Uil Alessandria: 100 mila Euro ciascuno.
Medicina Democratica: 70 mila Euro.
Wwf nazionale: 70 mila Euro.
Inoltre condanna gli imputati alla corresponsione di provvisionali immediatamente esecutive (p.i.e.), - l'intero ammontare del danno verrà liquidato in separata sede civile - tra i trentamila ed i settantamila Euro a favore di una fetta delle parti civili persone fisiche costituite
Ad un'altra parte di queste - unitamente ad alcuni Comuni minori del casalese, alla Provincia di Torino, alla Provincia di Alessandria, alla regione Emilia Romagna, al Comune di Rubiera, alla Uil Campania, ed alla Cgil Campania - non viene riconosciuta la p.i.e. ed il danno verrà liquidato in separata sede civile.
Infine, gli imputati, in solido con i responsabili civili, vengono condannati al pagamento delle spese processuali agli avvocati delle parti civili.
Insomma: una sentenza che non esito a definire storica; finalmente la magistratura borghese italiana punisce severamente i padroni che fanno profitti sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie.

Torino, 13 febbraio 2012


Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino e autore delle cronache di tutte le udienze del processo raccolte nell'opuscolo della Rete - edito il 13 febbraio a Torino e richiedibile alla Rete

bastamortesullavoro@gmail.com


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