mercoledì 8 febbraio 2012

Vertici Enel rinviati a giudizio

Mancata tutela sulla salute dei lavoratori
A giudizio nuovi e vecchi
vertice di Enel


Alla sbatta, tra gli altri, L’amministratore delegato
di Enel Fulvio Conti, il suo predecessore Paolo Scaroni, oggi
amministratore di Eni, e l’ex numero uno Francesco Luigi Tatò. Prima
udienza fissata per il 24 settembre
I vertici dei colossi energetici
italiani finiranno a processo. L’amministratore delegato di Enel Fulvio
Conti, il suo predecessore Paolo Scaroni, oggi amministratore di Eni, e
l’ex numero uno Francesco Luigi Tatò, sono stati rinviati a giudizio
dal Giudice per le udienze preliminari di Rovigo Alessandra Testoni. I
tre sono accusati, a vario titolo, di omissioni dolose di cautele
contro disastri e infortuni sul lavoro. Nel mirino degli inquirenti
sono finte in tutto dieci persone, tra ex funzionari e dirigenti, per l’
attività della centrale di Polesine Camerini a Porto Tolle, in
provincia di Rovigo, nel periodo in cui il maxi impianto al confine con
l’Emilia Romagna era alimentato ad olio combustibile.

Secondo l’
accusa, gli imputati, all’epoca dei fatti contestati (dal 1998 al 2002)
e “ciascuno limitatamente ai periodi di competenza (…) omettevano di
collocare e far collocare impianti e apparecchi destinati a prevenire
disastri e/o infortuni sul lavoro consistiti nel pericolo dell’
insorgenza o nell’aggravamento di malattie respiratorie, nonché di
bronco reattività aspecifica, asma e rinite allergica, e malattie
cardiovascolari, in dipendenza dell’ inalazione e ingestione di
sostanze inquinanti”.

Questo si legge nella richiesta di rinvio a
giudizio formulata dal sostituto procuratore Manuela Fasolato che oggi
è stata accolta in pieno dal Gup di Rovigo. In altre parole ci sarebbe
stato un mancato adeguamento che, secondo la Procura – che a sua volta
si basa su uno studio delle aziende sanitarie sui bambini tra gli zero
e i 14 anni – avrebbe avuto ripercussioni pesanti. Gli accertamenti,
poi finiti sotto la lente dei consulenti, vennero fatti su svariati
minori residenti nei Comuni veneti di Porto Tolle, Porto Viro, Ariano
nel Polesine, Taglio di Po, Rosolina e in quello di Mesola, nel
Ferrarese. Comuni individuati attraverso un approfondimento
epidemiologico delle Asl di Rovigo e Adria condotto tra il 1998 e il
2006. In particolare venne preso in esame il periodo tra il 1998 e il
2002 durante il quale, secondo l’accusa, “è stata calcolata nella
misura dell’11% di tutti i ricoveri, la percentuale legata alle
patologie respiratorie”. La prima udienza è fissata per il prossimo 24
settembre. Parti offese il Comitato Cittadini liberi di Porto Tolle
difeso dall’avvocato Matteo Ceruti del foro di Rovigo, i Comuni le
Province e le Regioni interessante – Veneto ed Emilia Romagna – l’Ente
Parco Delta del Po, l’Ente Parco Emilia Romagna, il Ministero dell’
Ambiente e il Ministero della Salute.

Alla luce dell’accaduto, dal
canto suo Enel fa sapere di attendere “con fiducia il giudizio di
merito”, nella “piena convinzione di aver sempre operato nel rispetto
delle leggi e nell’interesse della collettività”. Mentre l’avvocato
Luigi Migliorini, che assiste alcuni Comuni e l’Ente Parco Delta del
Po, plaude all’attività del sostituto procuratore Manuela Fasolato che
ha avuto “il grande merito di svolgere un colossale e doveroso lavoro d’
indagine che ha ottenuto, almeno per adesso, il giusto riconoscimento”.

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