mercoledì 4 aprile 2012

Problema amianto a Milano

Comune allarme dei dipendenti "Amianto killer in via Larga"
Il caso del palazzo dell’Anagrafe
La denuncia arriva dal consigliere comunale del movimento Cinque Stelle Mattia Calise ed è appoggiata dai dipendenti comunali rappresentati da Slai Cobas e Csa, dal Comitato nazionale amianto di Massimiliano Mingoia Milano, 3 aprile 2012 -«Emergenza amianto» e «morti anomale» in via Larga, nel palazzo dell’Anagrafe. La denuncia arriva dal consigliere comunale del movimento Cinque Stelle Mattia Calise ed è appoggiata dai dipendenti comunali rappresentati da Slai Cobas e Csa, dal Comitato nazionale amianto Eppur si muove e dal Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio. La battaglia di Calise è iniziata lo scorso agosto, quando il consigliere grillino, dopo una segnazione da parte dei lavoratori, ha svolto un sopralluogo nel palazzo dell’Anagrafe per verificare la presenza di amianto. Le foto raccolte dal movimento Cinque Stelle mostrano tubi di amianto in stato di totale degrado. «In quell’
occasione ho visionato corridoi e archivi sotterranei. I funzionari comunali che mi accompagnavano mi avevano spiegato che alcune campionature erano già state effettuate». Passano i mesi ma i risultati delle analisi effettuate dal Comune in via Larga su tubature, pannelli e rivestimenti non arrivano e così Calise torna alla carica e il 2 febbraio presenta un’interrogazione urgente in Consiglio comunale sul caso amianto. Poco più di un mese dopo, il 14 marzo, l’assessore comunale al Demanio Lucia Castellano risponde per iscritto all’
interrogazione del consigliere: «I materiali contenenti amianto presenti sulle tubazioni saranno rimossi secondo le procedure di legge a decorrere dal prossimo 15 aprile, data in cui sarà sospesa l’erogazione del riscaldamento». Non è finita. La settimana scorsa Calise decide di denunciare pubblicamente il rischio amianto in via Larga e convoca una conferenza stampa, che si è svolta ieri mattina. Ma venerdì gli uffici del Comune comunicano che martedì 3 aprile, cioè oggi, «verrà effettuata da parte dell’Amsa la bonifica del locale sottotetto del palazzo di via Larga 12, mediante rimozione dei manufatti contenenti amianto che vi sono depositati. I manufatti in questione sono considerati “materiale compatto” e pertanto con rischio “zero”
circa la presenza di fibre autodisperse». Insomma, quell’amianto non è pericoloso per la salute. Calise non è convinto: «Bastano poche fibre di amianto per potersi ammalare. Per quasi otto mesi non ci sono state date risposte, mettendo in grave pericolo l’incolumità di lavoratori e cittadini che entrano in via Larga». Il consigliere grillino parla anche di «una serie di decessi anomali tra i dipendenti comunali che operano nel palazzo dell’Anagrafe». Antonio Cusimano (Slai Cobas) lavora in via Larga e racconta: «Diversi miei colleghi di lavoro si sono ammalati di tumore. Collegamento tra malattie e presenza di amianto? Non possiamo affermarlo con certezza. Ma bisogna limitare i rischi per la salute». Michele Michelino (Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro) è sicuro che «il Comune sta cercando di minimizzare il pericolo amianto in via Larga». In serata arriva la replica della Castellano. L’assessore conferma «il via alla bonifica allo spegnimento dei riscaldamenti» e assicura che «l’amianto è presente in forma compatta e quindi non rischiosa. Una cosa è certa: nessuno sta respirando amianto in via Larga».
massimiliano.mingoia@ilgiorno.net


Mac Mahon parco off limits amianto nel cuore della città
La chiusura del terreno di 9.600 metri quadrati a ottobre, con la scoperta di materiali sospetti Dopo la analisi si decide di riaprire ad aprile, ma sul terreno compaiono altri quattro frammenti
di FRANCO VANNI

L’amianto nel terreno forse c’è — come recitano i cartelli esposti dalla società incaricata di fare le bonifiche — o forse no, come invece ha messo nero su bianco Arpa in una relazione tecnica. Nel dubbio, i padroni dei cani della zona di piazza Firenze entrano lo stesso nel parco, aprendosi varchi nelle reti con cui il Comune ha recintato l’area verde di 9.600 metri quadrati. «La storia dei giardini Firenze è un pasticcio infernale — dice Mauro, dopo avere varcato la recinzione con due cani al guinzaglio — regna la confusione, nessuno sa dirci una parola certa e intanto la città è privata di uno spazio verde prezioso».
L’odissea dei giardini Firenze — che molti residenti della zona chiamano 'parco Tolentino' dal nome di una delle vie che li delimitano — comincia a fine giugno scorso, quando una donna segnala al Comune di avere trovato nel parco «un frammento di materiale sospetto». A luglio partono i primi rilievi di Arpa e Asl e in ottobre il parco viene chiuso dal Comune per «ulteriori accertamenti ambientali». Passano tre mesi e a gennaio Arpa pubblica il resoconto delle indagini, da cui risulta che nei campioni di terreno analizzati «non si riscontrano tracce di amianto», semmai una discarica sotterranea di materiale edile non pericoloso. I residenti, riuniti in comitato, cantano vittoria e pubblicano il certificato di Arpa su Facebook, dove hanno creato un gruppo per chiedere la riapertura dei giardini. Per tornare a potere accompagnare i loro cani nel parco, hanno anche raccolto 1.200 firme. Ma la storia non è affatto finita.

Lunedì della scorsa settimana i residenti sono stati ricevuti dal Comune, dove i tecnici del settore Ambiente di Palazzo Marino li hanno rassicurati sul fatto che «dopo una bonifica superficiale dai laterizi e dai calcinacci, il parco sarà riaperto». Si fissa anche un orizzonte
temporale: entro fine aprile il parco sarà riaperto. Ma nel frattempo succede qualcosa: giovedì scorso, la società incaricata da Amsa di fare la bonifica superficiale del terreno trova quattro frammenti di «materiale sospetto», forse amianto.
Nel parco vengono allora affissi «per precauzione» cartelli che più espliciti non si può: «Attenzione, contiene amianto. Respirare polvere di amianto è pericoloso per la salute». In pratica, dopo otto mesi si è al punto di partenza: in attesa di ulteriori indagini. «Non ne possiamo più — dice la portavoce dei residenti, Isabella Maffettini — visto che Arpa ha chiarito che l’ amianto non c’è, si riapra il parco».
Nell’impazienza degli abitanti per la riapertura dei giardini si fanno strada teorie al limite della
leggenda: c’è chi avanza il sospetto che i quattro frammenti di materiale sospetto rinvenuti giovedì scorso siano stati buttati nel prato ad arte da qualcuno mosso da presunti interessi immobiliari sull’area. Di certo, al momento c’è tanta confusione. «Il Comune e l’ assessore all’Ambiente, Maran, stanno facendo tutto il possibile per venire a capo della situazione — dice Simone Zambelli, presidente del consiglio di Zona 8 — speriamo che si arrivi in tempi brevi a una soluzione che restituisca ai cittadini un parco che ha vitale importanza per il quartiere».
(04 aprile 2012) © Riproduzione
riservata




1 commento:

Anonimo ha detto...

Corsico Via Leonardo da Vinci 5000 mq di amianto e tutti se ne fegano, la grendine dei giorni scrosi ha scalfito le coperture,

nonostante segnalazioni continue