giovedì 24 gennaio 2013

Processo a Monza contro la Breda

Operaio con il morbo di Parkinson

Monza - L'accusa è pesantissima: hanno fatto lavorare un operaio affetto dal 
morbo di Parkinson in un ambiente ideale all'avanzamento della malattia. Lo 
scorso 27 dicembre è entrato nel vivo il processo aperto alla Procura della 
Repubblica del tribunale penale di Monza davanti al giudice Emanuela 
Giovanna Corbetta, contro tre responsabili della Breda Energia di Sesto San 
Giovanni, acquistata dopo la privatizzazione dalla famiglia Pasini nel 1996.
Dopo continui ritardi determinati dalla competenza territoriale fra Milano e 
Monza, a più di un anno dal rinvio a giudizio «per negligenza, imperizia, 
imprudenza, oltre che per violazione delle norme specifiche», è cominciato 
il processo a tre dirigenti della Breda Energia: alla sbarra ci sono il 
datore di lavoro, il 65enne milanese Marco Schiatti, il delegato per la 
sicurezza dell'azienda Marco Bergna (55 anni, che risiede a Monza), e il 
medico aziendale Pierluigi Piantoni, storico medico di Sesto San Giovanni.

I tre dirigenti sono accusati di aver «cagionato al lavoratore Giuseppe 
Rinaldi, operaio specializzato con mansioni di saldatore, l'aggravamento 
della condizione patologica di parkinsonismo (diagnosticato al lavoratore 
sin dal 2000) esponendolo con continuità a fumi di manganese scaturenti 
dalle attività di saldature fino al collocamento a riposo (30 settembre 
2007)». Inoltre gli imputati, come specificato dal decreto di citazione in 
giudizio, «omettevano di adottare, pur a conoscenza della patologia 
lamentata dal lavoratore, le misure organizzative idonee ad allontanare il 
lavoratore da ambienti interessati da inquinamento di fumi di manganese».

Nel processo che, come detto, è entrato nel vivo alla fine dello scorso 
anno, sono stati sentiti i primi 5 testimoni dell'accusa, tutti e cinque 
testi del pubblico ministero Corrado Carnevali a favore della parte lesa, e 
poi i famigliari (i due figli e la moglie costituitisi parte civile). 
Particolarmente interessanti sono state le testimonianze dei compagni di 
lavoro dell'operaio ammalato che hanno confermato che - anche se a 
conoscenza della malattia - i dirigenti e il medico di fabbrica non lo hanno 
mai spostato, esponendolo a continuità ai fumi finché questi è andato in 
pensione.

A sfilare davanti al giudice per deporre sono stati chiamati il commissario 
di polizia giudiziaria di Milano Maurizio Ghezzi, il presidente del Comitato 
per la salute sul posto di lavoro Michele Michelino e tre operai: Marco 
Palmerini, residente a Cinisello Balsamo anche lui con il morbo di 
Parkinson, Roberto Di Prinzio, residente a Paderno Dugnano, e il 
responsabile della sicurezza dei lavoratori, Giuseppe Mongella, di Cusano 
Milanino. Dopo le testimonianze, il giudice ha calendarizzato le prossime 
udienze a fino ai primi di maggio del 2013, data in cui ci sarà 
presumibilmente la sentenza.
Davide Perego



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