Rifiuti e salute, contestato il ministro Balduzzi
I Comitati: "Noi moriamo e tu ci prendi in giro"
Momenti di tensione ad Aversa dopo la presentazione della relazione sulla
situazione epidemiologica in cui si attesta una incidenza maggiore che nel
resto d'Italia per i decessi per tumore ma, al tempo, si afferma che non è
stato provato un nesso con gli effetti dell'emergenza discariche
di RAFFAELE SARDO
Nei territori delle province di Napoli e Caserta si muore due anni prima che
nelle Marche, la regione che ha l'attesa di vita più elevata in Italia. Lo
rivela uno studio sulla "Situazione epidemiologica della Regione Campania e in
particolare delle province di Napoli e Caserta con riferimento all'incidenza
della mortalità per malattie oncologiche", presentato nella sala consiliare del
Comune di Aversa dal ministro della salute, Renato Balduzzi. Secondo lo studio
elaborato da un apposito gruppo di lavoro, la morte per tumori supera di gran
lunga il tasso di mortalità che si registra in tutta l'Italia.
Ma "ad oggi dagli studi non risulta un nesso causale accertato fra lo
smaltimento dei rifiuti e la ripercussione sulla salute, ma potenziali
implicazioni sulla salute non possono essere esclusi", precisa il ministro.
"La mortalità per tumori in Campania tra gli uomini - è scritto nel rapporto
- è superiore ai valori dell'intera Italia per il contributo delle province di
Caserta (solo per gli uomini) e di Napoli (per entrambi i generi), con tassi
particolarmente elevati per tumori di fegato, laringe, trachea-bronchi e
polmone, prostata, vescica (nelle donne solo del fegato, della laringe e della
vescica). Nelle due province di Caserta e Napoli - si afferma ancora nella
relazione - si osservano i tassi più alti per molte sedi tumorali. Nella parte
meridionale della Provincia di Napoli e nella parte settentrionale della
Provincia di Caserta, precedenti studi hanno mostrato eccessi di mortalità per
numerose cause, in particolare oncologiche, nonché eccessi di prevalenza alla
nascita di malformazioni congenite".
Un fenomeno, però, che tra il 1988 e il 2008 ha fatto rilevare un andamento
decrescente. Per l'incidenza dei tumori negli uomini, lo studio stima in
Campania "livelli più elevati rispetto alla macro-area del Sud, ma generalmente
in linea con il valore nazionale (tutti i tumori, stomaco) o inferiori (colon-
retto, prostata), ad eccezione del tumore del polmone, la cui incidenza si va
riducendo ma è significativamente più elevata della media nazionale".
"Questi eccessi - è scritto nello studio epidemiologico - sono in buona
parte riconducibili a fattori di rischio noti e maggiormente presenti nell'area
considerata (prevalenza di infezioni da virus per l'epatite C e B, prevalenza
dei fumatori).
Nelle donne, la Campania presenta livelli più elevati rispetto alla macro-area
Sud, ma generalmente inferiori ai valori nazionali (tutti i tumori, mammella,
colon-retto) o equivalenti (stomaco, polmone, cervice). Gli andamenti della
sopravvivenza per tumore a cinque anni dalla diagnosi hanno evidenziato in
Italia, negli ultimi vent'anni, un generale miglioramento per tutte le sedi più
frequenti, sia per gli uomini che per le donne, in tutte le aree. Tuttavia
permangono le differenze geografiche con sopravvivenze più elevate nelle aree
del Centro-Nord rispetto al Sud. La sopravvivenza nel Meridione è infatti
inferiore di circa 3 punti percentuali rispetto alla media dei registri (57% vs
60% nelle donne e 49% vs 52% negli uomini)". Ma nelle province di Napoli e
Caserta prese in considerazione della studio, c'è anche un dato in
controtendenza: i tassi di mortalità sono in diminuzione.
In Campania, però, si muore soprattutto per le malattie del sistema
cardiocircolatorio (40% circa); molto elevati anche i tassi di mortalità per
malattie dell'apparato respiratorio, dell'apparato digerente e per diabete
mellito (per quest'ultimo la mortalità tra le donne è doppia rispetto al dato
nazionale).
Sotto accusa anche gli stili di vita dei Campani che contribuiscono,
attraverso comportamenti oramai standardizzati, all'insorgere di malattie
croniche quali sedentarietà, eccesso di peso e fumo. "In particolare -
afferma lo studio - sono da segnalare per la province di Napoli e Caserta,
alte prevalenze di sedentari, fumatori e scarsa adesione ai programmi di
screening oncologici.
Secondo lo studio presentato dal ministro Balduzzi, "l'esposizione della
popolazione ai rifiuti è in generale di tipo indiretto" e perciò non è sempre
semplice accertare le cause della mortalità tumorale. Tanto che uno studio di
biomonitoraggio umano (il progetto SEBIOREC che mirava ad accertare la presenza
di concentrazioni nel sangue e nel latte umani di sostanze chimiche dannose -
ndr), ha dimostrato "che le sostanze riscontrate nei fluidi biologici
analizzati rientravano nei valori oggi ritenibili "normali".
"Pochi lavori - è scritto nel rapporto sulla situazione epidemiologica -
si sono occupati di pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti, urbani e/o
speciali, quali l'abbandono e la combustione incontrollata". Cosa che fa
concludere al rapporto di studio che: "Non c'è nesso causale accertato tra
l'esposizione a siti di smaltimento di rifiuti e specifiche patologie, ma
potenziali implicazioni sulla salute non possono essere escluse".
Le soluzioni indicate dal gruppo di lavoro per affrontare il problema alla
radice, sono più d'una: "Una raccolta sistematica di informazioni; la
promozione di corretti stili di vita; la prevenzione e il potenziamento delle
campagne di screening, ma con un occhio anche all'accesso alle cure e i
percorsi diagnostico-terapeutici e riabilitativi, soprattutto per le fasce
povere della popolazione".
Ma evidentemente questa mancanza di correlazione tra le morti per tumore e gli
effetti della crisi rifiuti, roghi innanzitutto, non ha soddisfatto alcuni.
Così si sono registrati momenti di tensione ad Aversa quando il ministro della
Salute Renato Balduzzi ha lasciato il Comune, dove si è tenuta la conferenza
stampa di presentazione della relazione. Il ministro ha lasciato il municipio
di Aversa da un'uscita secondaria e si è scatenata la protesta dei manifestanti
aderenti a varie associazioni, tra cui "Mamme Vulcaniche" di Terzigno,
Movimento cinque stelle e "Comitato Fuochi".
Una delle auto al seguito di Balduzzi - in cui viaggiava una componente del
gruppo di lavoro che ha condotto lo studio epidemiologico - è stata colpita da
schiaffi, pugni e sputi. Uno dei manifestanti con il megafono ha urlato
all'indirizzo del ministro: "Noi moriamo per colpa della camorra e dei rifiuti
e voi continuate a prenderci in giro". Anche l'auto del ministro è stata
oggetto della contestazione da parte dei Comitati.
(08 gennaio 2013)
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