sabato 29 settembre 2012
Ilva Taranto - il manifesto deforma le cose
Tra i compiti che ci tocca assolvere c'è quello di denunciare anche l'attività di cattiva informazione che viene svolta sulla questione Ilva da Il Manifesto, che sposando in pieno il punto di vista ambientalista, unisce a buone informazioni sull'inchiesta una disinformazione su quello che accade realmente all'Ilva e tra gli operai in questi giorni.
Sono grottesche la prima pagina e gli articoli fatti per la giornata di ieri.
3000 operai e divenuti 5000 nel pomeriggio che attuano blocchi da un giorno e mezzo per tutta la giornata, diventano nell'ignobile titolo de Il Manifesto "decine di operai che aderiscono allo sciopero aziendale di cisl e uil e bloccano la città contro la chiusura dell'altoforno".
A parte il fatto, come farebbero decine di operai a bloccare la città?, neanche nei peggiori momenti della stampa padronale nei confronti delle lotte operaie si sono lette simili "stronzate".
Tutto per esaltare invece l'iniziativa, con aspetti giusti e sbagliati, come abbiamo già commentato di un cinquecento manifestanti tra cui un centinaio di operai Ilva racco,lti intorno al Comitato liberi e pensanti.
Nel titolo si spara un'assemblea per oggi in fabbrica della Fiom che non c'è stata né ci poteva essere, sia perchè oggi più di ieri gli operai erano in sciopero e ai blocchi, sia perchè la Fiom era impegnata in un convegno nazionale sulla siderurgia nel chiuso del Salone della Provincia.
Questo è ingannare chi legge Il Manifesto! Costruire un immagine della situazione dell'Ilva e a Taranto del tutto deformata che cancella gli operai veri, tuttora, certo, pieni di divisioni, confusioni, per offrire un'immagine che contrappone operai e città e che sostiene a spada tratta la chiusura della fabbrica come unica soluzione. Una visione che deforma i rapporti di forza e impedisce alle avanguardie operaie di affrontare i problemi, trattare contraddizioni per vincere la partita contro padron Riva, governo e Stato.
Un'azione profondamente dannosa perchè impedisce ai compagni e al movimento in tutto il paese di avere una giusta informazione e una chiara visione dei problemi e che possa permettere anche a distanza di valutare questa partita decisiva per la sorte della più grande fabbrica del paese e della più grande concentrazione operaia che si vuole smantellare e distruggere, con il risultato, non certo del risanamento dell'ambiente e della fine dei morti da inquinamento, ma esattamente il contrario: trasformare Ilva e Taranto in una nuova Bagnoli.
Ma perchè Il Manifesto scrive tutto questo, dato che anche noi pensiamo che a parte gli eccessi filo Fiom di questo giornale, in generale sulle questioni della fabbriche dà una informazione più attinente alla realtà?
Perchè ormai il giornale nella parte Ilva è fatto da un giornalista tarantino, Gianmario Leone, che scrive quotidianamente su un giornale minore di Taranto, "Taranto Oggi" che è impegnato, come è noto a tutti a Taranto, in una sorta di crociata per la chiusura dell'Ilva e che agisce ogni giorno come portavoce della Procura e dei notabili ambientalisti operanti in città, dal Verde Bonelli ad altri.
Questo giornalista e questo giornale locale, peraltro, tende ad usare il 'Comitato di cittadini e lavoratori liberi e pensanti' come una sorta di "organismo di massa" della Procura e dei notabili Verdi sostenitori dell'ambientalismo antifabbrica; naturalmente il Comitato non è questo, ma le cronache de Il Manifesto lo utilizzano in questa maniera.
Gianfranco Leone non è mai appartenuto alla sinistra cittadina in tutte le sue varianti, e il giornale locale su cui scrive è collocato in un area certo non di sinistra.
slai cobas per il sindacato di classe taranto
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