martedì 4 settembre 2012
Muratore cade da quattro metri. E' clandestino: scaricato in strada
CAPORALATO
Assoldato nella Bergamasca, l'infortunio avvenuto in cantiere edile in Valtellina.
...Non ha caso il bacino del lavoro nero ha uno dei suoi epicentri nella provincia dei "padroncini", bacino di voti della Lega, del razzismo anti-operaio, della provincia che, come dice una indagine del sole 24 del 27 agosto sta scalando la classifica dell'evasione fiscale in Italia: "Fisco Bergamo evade di più. Allarme per il "nero" in Lombardia".
Dello sfruttamento legalizzato degli operai immigrati nelle logistiche con il consenso dei sindacati confederali (fanno schifo le dichiarazioni dei sindacati confederali sulla vicenda che dicono che non si può "tollerare la concorrenza sleale" come se esistesse una leale.... forse sono così ipocriti che per "concorrenza leale" pensano a quella che si fa nelle grandi fabbriche come alla Tenaris Dalmine, dove aumentano i casi di lavoratori che non denunciano infortunio o rinunciano alla prognosi sotto pressione aziendale, la stessa azienda che non informa neanche gli rls degli infortuni e gli rls che non fanno neanche un comunicato su quanto succede......
NELLA CRISI I PADRONI VOGLIONO FARCI DIVENTARE TUTTI SCHIAVI...
MA CHI SONO I VERI CLANDESTINI???
I LAVORATORI IMMIGRATI CHE PER SOPRAVVIVERE DIVENTANO CARNE DA MACELLO???
OPPURE CHI DA QUESTA SITUAZIONE VUOLE MANTENERE A TUTTI I COSTI I SUOI PROFITTI O LE SUE BRICIOLE (CONTINUANDO A VIAGGIARE IN SUV .....) OPPURE CHI DA QUESTA SITUAZIONE CERCA DI COPRIRE LA REALTA' FATTA DI RICATTI E DI SFRUTTAMENTO CON ACCORDI CHE RESTANO SULLA CARTA
slai cobas dalmine per il s.c.
aderente alla Rete nazionale Sicurezza sui posti di lavoro
SONDRIO
Operaio abbandonato in strada
Tra gli indagati un bergamasco
Il marocchino, vittima di un infortunio sul lavoro, fu abbandonato ferito da tre persone secondo la Procura valtellinese
Tre persone denunciate alla Procura di Sondrio, ossia un imprenditore edile e un artigiano residenti nella zona di Morbegno e un operaio che abita in provincia di Bergamo, e un cantiere posto sotto sequestro. I carabinieri di Morbegno hanno risolto così il giallo dell'immigrato abbandonato ferito lungo una strada il 21 agosto, vicino al viadotto del Tartano, in territorio di Talamona (Sondrio). L'uomo, una volta trovato da un automobilista in transito e soccorso, aveva raccontato ai carabinieri di essere un marocchino clandestino, vittima di una caduta da un ponteggio in un cantiere della Bassa Valle, presso il quale era stato ingaggiato per lavorare in nero dopo essere giunto in Valtellina dalla Bergamasca.
Il marocchino, 38 anni, colpito da decreto d'espulsione emesso dalla questura di Crotone nel 2006, fu giudicato guaribile in 30 giorni per la caduta da un'altezza di 4 metri per l'improvviso crollo di una soletta durante la costruzione di un capannone agricolo. L'immigrato, inoltre, disse di non conoscere il nome del datore di lavoro, ma fornì elementi utili a identificare il caporale che lo aveva reclutato in provincia di Bergamo, dove viveva. Il datore di lavoro non chiamò il 118 perchè al cantiere erano impiegati altri lavoratori irregolari, oltre al marocchino. Ora la svolta, al termine delle indagini. Tre persone, tutte di 37 anni, sono indagate a vario titolo per lesioni personali colpose, omissione di soccorso, violazione alle norme in materia edilizia e di sicurezza sul lavoro, impiego di lavoratori clandestini.
Redazione Online
30 agosto 2012 | 15:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CGIL,CISL E UIL
«Non consideriamo imprenditore
chi fa ricorso al caporalato »
«Si deve applicare la patente a punti per le imprese e non si deve più tollerare la «concorrenza sleale» tra imprese per la mancata applicazione delle norme legislative e i CCNL»
FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL di Bergamo intervengono unitariamente sulla vicenda del lavoratore straniero abbandonato dopo un infortunio accaduto il 21 agosto a Civo, in provincia di Sondrio. Ecco la nota
congiunta:
«Avevo bisogno di manodopera, ho chiesto a una persona che a sua volta si è rivolta al bergamasco» è la frase pronunciata, secondo la stampa locale, dallo pseudo-imprenditore interrogato dai carabinieri di Morbegno in merito all’infortunio grave del 21 agosto: un lavoratore edile extracomunitario, precipitato da 4 metri, abbandonato per strada. Come sindacati provinciali dei lavoratori edili FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL confidiamo nel fatto che le indagini abbiano il loro normale corso affinché i responsabili del reato di caporalato siano assicurati alla giustizia. Intanto, però, ribadiamo ai titolari d’impresa e ai loro rappresentanti di categoria del modo edile che in caso di «bisogno di lavoro» devono rivolgersi ai soggetti preposti per legge e per Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Cioè, ai centri per l’impiego o alle aziende di somministrazione di lavoro.
Se si continua a tollerare che in edilizia sia «consuetudine» rivolgersi «al bergamasco» (in questo caso il caporale di turno), sarà allora consueto lavorare a sottosalario, senza le misure di sicurezza previste, in nero e fuori da ogni previsione contrattuale. Per questo motivo si deve fare lo sforzo, per l’ennesima volta, di tradurre nei cantieri e nei luoghi di lavoro i contenuti che le parti sociali sottoscrivono negli accordi collettivi (non ultimo quello dell’Integrativo provinciale edile sottoscritto il 24 luglio). Infatti, nel recente Integrativo provinciale, si conviene, tra le altre cose «(…) sul pieno utilizzo di tutti gli strumenti che la contrattazione collettiva mette a disposizione delle parti sociali territoriali procedendo nella piena attuazione delle scelte contrattuali, compiute dal settore e contenute negli avvisi comuni e negli accordi nazionali, a sostegno della regolarità contributiva, della sicurezza e della formazione». Non si deve più tollerare la «concorrenza sleale» tra imprese per la mancata applicazione delle norme legislative e i CCNL, si deve smettere di considerare imprenditori quelli che non lo sono (non solo il caporale ma anche le imprese che si avvalgono del loro operato) ma si deve applicare il principio della «patenti a punti» per le imprese.
Siamo consapevoli che non sia un percorso semplice, ma l’ennesimo caso verificatosi impone che esso sia attuato subito. Le grida di dolore del lavoratore devono permeare le nostre coscienze per far sì che tutti i soggetti che operano nel mondo del lavoro svolgano la loro opera e il loro compito nel più breve tempo possibile. In una società colpita dalla crisi dell’economia finanziaria prima e dalla crisi dell’economia reale poi (di cui il comparto dell’edilizia registra i ben noti effetti), ma anche dal virus dell’assuefazione agli eventi anche i più terribili, come FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL di Bergamo riteniamo necessario uno sforzo collettivo di contrasto a questo modo di fare impresa per superare l’atavico e triviale fenomeno del caporalato.
Redazione Online
31 agosto 2012 | 19:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Caporalato
Assoldato nella Bergamasca, l'infortunio avvenuto in cantiere edile in Valtellina.
...Non ha caso il bacino del lavoro nero ha uno dei suoi epicentri nella
provincia dei "padroncini", bacino di voti della Lega, del razzismo
anti-operaio, della provincia che, come dice una indagine del sole 24 del 27
agosto sta scalando la classifica dell'evasione fiscale in Italia: "Fisco
Bergamo evade di più. Allarme per il "nero" in Lombardia".
Dello sfruttamento legalizzato degli operai immigrati nelle logistiche con
il consenso dei sindacati confederali (fanno schifo le dichiarazioni dei
sindacati confederali sulla vicenda che dicono che non si può "tollerare la
concorrenza sleale" come se esistesse una leale.... forse sono così ipocriti
che per "concorrenza leale" pensano a quella che si fa nelle grandi
fabbriche come alla Tenaris Dalmine, dove aumentano i casi di lavoratori che
non denunciano infortunio o rinunciano alla prognosi sotto pressione
aziendale, la stessa azienda che non informa neanche gli rls degli infortuni
e gli rls che non fanno neanche un comunicato su quanto succede......
NELLA CRISI I PADRONI VOGLIONO FARCI DIVENTARE TUTTI SCHIAVI...
MA CHI SONO I VERI CLANDESTINI???
I LAVORATORI IMMIGRATI CHE PER SOPRAVVIVERE DIVENTANO CARNE DA MACELLO???
OPPURE CHI DA QUESTA SITUAZIONE VUOLE MANTENERE A TUTTI I COSTI I SUOI
PROFITTI O LE SUE BRICIOLE (CONTINUANDO A VIAGGIARE IN SUV .....)
OPPURE CHI DA QUESTA SITUAZIONE CERCA DI COPRIRE LA REALTA' FATTA DI RICATTI
E DI SFRUTTAMENTO CON ACCORDI CHE RESTANO SULLA CARTA
slai cobas dalmine per il s.c.
aderente alla Rete nazionale Sicurezza sui posti di lavoro
SONDRIO
Operaio abbandonato in strada
Tra gli indagati un bergamasco
Il marocchino, vittima di un infortunio sul lavoro, fu abbandonato ferito da
tre persone secondo la Procura valtellineseTre persone denunciate alla
Procura di Sondrio, ossia un imprenditore edile e un artigiano residenti
nella zona di Morbegno e un operaio che abita in provincia di Bergamo, e un
cantiere posto sotto sequestro. I carabinieri di Morbegno hanno risolto così
il giallo dell'immigrato abbandonato ferito lungo una strada il 21 agosto,
vicino al viadotto del Tartano, in territorio di Talamona (Sondrio). L'uomo,
una volta trovato da un automobilista in transito e soccorso, aveva
raccontato ai carabinieri di essere un marocchino clandestino, vittima di
una caduta da un ponteggio in un cantiere della Bassa Valle, presso il quale
era stato ingaggiato per lavorare in nero dopo essere giunto in Valtellina
dalla Bergamasca.
Il marocchino, 38 anni, colpito da decreto d'espulsione emesso dalla
questura di Crotone nel 2006, fu giudicato guaribile in 30 giorni per la
caduta da un'altezza di 4 metri per l'improvviso crollo di una soletta
durante la costruzione di un capannone agricolo. L'immigrato, inoltre, disse
di non conoscere il nome del datore di lavoro, ma fornì elementi utili a
identificare il caporale che lo aveva reclutato in provincia di Bergamo,
dove viveva. Il datore di lavoro non chiamò il 118 perchè al cantiere erano
impiegati altri lavoratori irregolari, oltre al marocchino. Ora la svolta,
al termine delle indagini. Tre persone, tutte di 37 anni, sono indagate a
vario titolo per lesioni personali colpose, omissione di soccorso,
violazione alle norme in materia edilizia e di sicurezza sul lavoro, impiego
di lavoratori clandestini.
Redazione Online
30 agosto 2012 | 15:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CGIL,CISL E UIL
«Non consideriamo imprenditore
chi fa ricorso al caporalato »
«Si deve applicare la patente a punti per le imprese e non si deve più
tollerare la «concorrenza sleale» tra imprese per la mancata applicazione
delle norme legislative e i CCNL»FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL di
Bergamo intervengono unitariamente sulla vicenda del lavoratore straniero
abbandonato dopo un infortunio accaduto il 21 agosto a Civo, in provincia di
Sondrio. Ecco la nota congiunta:
«Avevo bisogno di manodopera, ho chiesto a una persona che a sua volta si è
rivolta al bergamasco» è la frase pronunciata, secondo la stampa locale,
dallo pseudo-imprenditore interrogato dai carabinieri di Morbegno in merito
all’infortunio grave del 21 agosto: un lavoratore edile extracomunitario,
precipitato da 4 metri, abbandonato per strada. Come sindacati provinciali
dei lavoratori edili FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL confidiamo nel
fatto che le indagini abbiano il loro normale corso affinché i responsabili
del reato di caporalato siano assicurati alla giustizia. Intanto, però,
ribadiamo ai titolari d’impresa e ai loro rappresentanti di categoria del
modo edile che in caso di «bisogno di lavoro» devono rivolgersi ai soggetti
preposti per legge e per Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Cioè, ai
centri per l’impiego o alle aziende di somministrazione di lavoro.
Se si continua a tollerare che in edilizia sia «consuetudine» rivolgersi «al
bergamasco» (in questo caso il caporale di turno), sarà allora consueto
lavorare a sottosalario, senza le misure di sicurezza previste, in nero e
fuori da ogni previsione contrattuale. Per questo motivo si deve fare lo
sforzo, per l’ennesima volta, di tradurre nei cantieri e nei luoghi di
lavoro i contenuti che le parti sociali sottoscrivono negli accordi
collettivi (non ultimo quello dell’Integrativo provinciale edile
sottoscritto il 24 luglio). Infatti, nel recente Integrativo provinciale, si
conviene, tra le altre cose «(…) sul pieno utilizzo di tutti gli strumenti
che la contrattazione collettiva mette a disposizione delle parti sociali
territoriali procedendo nella piena attuazione delle scelte contrattuali,
compiute dal settore e contenute negli avvisi comuni e negli accordi
nazionali, a sostegno della regolarità contributiva, della sicurezza e della
formazione». Non si deve più tollerare la «concorrenza sleale» tra imprese
per la mancata applicazione delle norme legislative e i CCNL, si deve
smettere di considerare imprenditori quelli che non lo sono (non solo il
caporale ma anche le imprese che si avvalgono del loro operato) ma si deve
applicare il principio della «patenti a punti» per le imprese.
Siamo consapevoli che non sia un percorso semplice, ma l’ennesimo caso
verificatosi impone che esso sia attuato subito. Le grida di dolore del
lavoratore devono permeare le nostre coscienze per far sì che tutti i
soggetti che operano nel mondo del lavoro svolgano la loro opera e il loro
compito nel più breve tempo possibile. In una società colpita dalla crisi
dell’economia finanziaria prima e dalla crisi dell’economia reale poi (di
cui il comparto dell’edilizia registra i ben noti effetti), ma anche dal
virus dell’assuefazione agli eventi anche i più terribili, come FENEAL-UIL,
FILCA-CISL e FILLEA-CGIL di Bergamo riteniamo necessario uno sforzo
collettivo di contrasto a questo modo di fare impresa per superare l’atavico
e triviale fenomeno del caporalato.
Redazione Online
31 agosto 2012
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