Per Nicola Cavicchi, deceduto sotto
le macerie delle Ceramiche Sant'Agostino, sono state pagate solo le spese del
funerale. "Dicono che non ci spetta nulla perchè mio figlio non contribuiva al
sostegno della famiglia, ma non è assolutamente vero", ha spiegato il papà del
ragazzo, ieri al Senato per lanciare un appello
di Annalisa Dall'Oca | Sant'Agostino
(Fe) | 19 settembre 2012
Nicola Cavicchi è morto il 20
maggio, la notte del terremoto, travolto dal crollo della fabbrica in cui
lavorava. Le Ceramiche Sant’Agostino. La sua vita, secondo la legge italiana,
vale 1900 euro La cifra, cioè, che la famiglia di Nicola, operaio di 35 anni, ha
ricevuto dall’Inail per coprire le spese relative al funerale. Un assegno che il
padre Bruno e la madre, Romana, pensano di restituire come gesto simbolico,
perché “è una vergogna”.
Bruno Cavicchi ieri è andato a
Bondeno, in municipio, per incontrare la Commissione d’inchiesta sugli infortuni
sul lavoro del Senato e raccontare ai parlamentari Oreste Tofani, Paolo Nerozzi
e Angela Maraventano che “la vita di un figlio non ha prezzo”, eppure quella del
suo, di figlio, è stata valutata così poco da non consentire nemmeno l’acquisto
dei ‘santini’ per il funerale. E ora, ha detto al presidente della Commissione
d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato, Oreste Tofani, impegnato ieri
nei luoghi del sisma, “mi rimangono solo le lacrime per piangere mio figlio che
non c’è più”.
“Tutte le famiglie hanno storie e
situazioni diverse: nostro figlio aveva un ruolo nell’economia della casa. Siamo
pensionati e ora ci troviamo ad affrontare tante spese – ha spiegato Bruno alla
stampa locale – il mutuo per la ristrutturazione, la rata dell’auto e mille
altre incombenze. Pensi che un gestore ci ha inviato la lettera di un legale per
ottenere il pagamento sino a novembre di una chiavetta internet di Nicola che
già abbiamo disdetto”.
E’ la legge, gli ha risposta il
senatore, mostrandogli un documento che riportava il testo di un articolo del
codice, “mi hanno detto che ai familiari delle persone morte sul lavoro –
racconta Cavicchi – non spetta nessuna somma di denaro se il parente deceduto,
in questo caso mio figlio, non contribuisce al sostegno della
famiglia”.
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