venerdì 9 novembre 2012

PROCESSO MARLANE, QUALE FUTURO?


Il 9 novembre, alle 8 di mattina – anche questa una novità nel panorama giudiziario nazionale – , avrà inizio presso il tribunale di Paola l’ennesima delle tante udienze del processo Marlane Marzotto fortemente voluto, non ci stanchiamo mai dal ribadirlo, esclusivamente dal sindacato SLAI Cobas provinciale e nazionale. Abbiamo già scritto del coinvolgimento non gradito di organizzazioni ed enti istituzionali, del periodico avvicendamento dei PM – attualmente ce sono due in contemporanea ed entrambe di fresca nomina - , delle copie dei fascicoli a costo esorbitante ad essere buoni. Per fronteggiare le parti civili la difesa ha fatto ricorso senza risparmio al Gotha dell’avvocatura nazionale, da Ghedini a Pisapia, a Di Noia e simili, ciò a significare che la posta in gioco è veramente di tutto rispetto ed è un vero peccato che non se ne siano accorti quelli dell’accusa; fu profetica la frase pronunciata da uno degli avvocati dello SLAI Cobas: “Qua credono di trovarsi al cospetto d’un incidente stradale…” . Ora veniamo all’informazione. In questi giorni la stampa nazionale ha trattato le vicissitudini fiscali dei Marzotto quasi in forma reverenziale e non c’è stato accenno a quelle giudiziarie che pur li vedono coinvolti a tutto campo oppure, come sostiene qualcuno, si riduce tutto ad una questione di soldi? Tuttavia registriamo una presa di posizione da parte di un paio di parlamentari del PD proprio su ciò che sta avvenendo a margine del processo, i deputati Laratta e Boccuzzi interrogano il ministro della giustizia Paola Severino: “Sollecitiamo a porre in essere ogni iniziativa utile ad evitare che un processo importante come quello sulla Marlane di Praia a Mare possa terminare in un nulla di fatto” e ancora “ i cittadini che hanno contratto patologie gravissime a causa delle scorie tossiche, aspettano giustizia; per questo è necessario fare di tutto perché reati di questa gravità non rimangano impuniti”. Dopo un excursus sui tempi lunghi delle fasi preliminari conclusesi il 19 aprile 2011 e l’inizio della fase dibattimentale iniziata soltanto il 28 settembre di quest’anno, gl’interroganti aggiungono: “Nel corso del processo dovranno essere ascoltati 1.309 testimoni e tecnici consulenti. Considerando che nella migliore delle ipotesi è possibile ascoltare 5 testi ad udienza per due udienze al mese, il processo potrà durare per più di 10 anni con inevitabile estinzione per prescrizione. Chiediamo dunque al ministro Severino di scongiurare che il processo non arrivi a sentenza”. Lo SLAI Cobas lo aveva previsto e lo testimonia anche l’indifferenza della cittadinanza praiese, nonostante la falcidie che l’ha colpita e chissà ancora per quanto tempo la colpirà.

Comunicato SLAI Cobas Cosenza, 08.09.2012
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