lunedì 12 novembre 2012

Sicurezza nelle scuole: una su quattro non è in regola


In fuga dalle aule pericolanti
Ma i tagli aumentano il rischio

Da Nord a Sud, ogni giorno si segnalano casi di crolli o di problemi strutturali. L'infelice risposta del sindaco di Trieste Cosolino agli studenti: "E' morto qualcuno? Allora non esageriamo". Il racconto della preside della Giustiniana a Roma: "Una trave dava segni di cedimento e abbiamo dovuto evacuare. Ma a poca distanza abbiamo la scuola nuova, pronta da anni e mai resa agibile" I rapporti di Legambiente e CittadinanzattivaFinire al pronto soccorso per un pezzo di scuola piovuto dal cielo. E' successo due settimane fa ad un diciassettenne di Trieste, ferito lievemente da un frammento di intonaco caduto dalla facciata dell'istituto nautico Tomaso di Savoia. L'episodio ha subito innescato la protesta degli studenti che, arrivati sotto il palazzo di città, hanno reclamato un incontro col sindaco Roberto Cosolini per discutere di edilizia scolastica. "Ragazzi, ci sono dei morti? Allora non esageriamo" è stata la replica stizzita del primo cittadino, prontamente registrata da una fotocamera. "E' una battuta vergognosa che si commenta da sola - attacca Giuseppina Tucci, responsabile nazionale dell'Unione degli studenti - Non si sminuisce così un problema enorme come la sicurezza nelle scuole".
Perché in Italia l'emergenza edilizia scolastica esiste, ed è stata recentemente riassunta dalle cifre di Legambiente e di Cittadinanzattiva. Secondo lo studio Ecosistema Scuola 2012 (Legambiente, tredicesima edizione, appena reso pubblico) la messa a norma delle scuole resta il tallone d'Achille numero uno: quasi la metà degli edifici scolastici non possiede le certificazioni di agibilità, più del 65% non ha il certificato di prevenzione incendi e il 36% degli edifici ha bisogno d'interventi di manutenzione urgenti. Senza contare che il 32,42% delle strutture si trova in aree a rischio sismico e un 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico. Stessa musica e dati confermati dall'altro rapporto sul tema, quello di Cittadinanzattiva presentato a settembre: una scuola su 5 è a rischio, solo il 24% degli istituti è in linea con le certificazioni di sicurezza e un edificio su dieci presenta lesioni strutturali.
Non solo, ma parallelamente ai tagli che ridimensionano gli investimenti pubblici, cresce la cifra sborsata direttamente dalle famiglie: i dati del Miur certificano che un terzo delle spese per la gestione quotidiana degli istituti è a carico dei genitori, i quali ogni anno versano nelle casse alle scuole pubbliche (fra gite, costo della mensa, piccoli interventi di manutenzione) quasi 750 milioni di euro. "La situazione è grave, ne sono consapevole - ragiona a mente fredda il sindaco di Trieste Roberto Cosolini -. Gli studenti fanno bene a protestare e quella battuta infelice non la rifarei. Tuttavia, mi veniva chiesto di chiudere la scuola come gesto simbolico, e un sindaco non può attuare una misura del genere se il rischio non è oggettivo". "Tutti parlano di sicurezza come necessità - replica Giuseppina Tucci -. Ma senza la tragedia nessuno agisce. Se le istituzioni ritenessero davvero l'edilizia scolastica una priorità, avrebbero un altro atteggiamento". Giudizio condiviso, nella sostanza, anche dal sostituto procuratore di Torino Raffaele Guariniello che, in una lettera inviata di recente al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, ha richiamato la politica alle proprie responsabilità: "La sicurezza nelle scuole è ormai un'emergenza nazionale - scrive il magistrato -. E' indispensabile che il governo si renda conto della situazione".
Da nord a sud, dunque, i casi di edifici che si sbriciolano sotto gli occhi degli studenti si moltiplicano. Nella sua lettera, Guariniello denunciava i crolli in alcune scuole di Torino, su cui la Procura ha anche aperto diversi fascicoli di indagine. E proprio in un liceo piemontese, il Darwin di Rivoli, nel 2008 è morto uno studente di diciassette anni, schiacciato dal crollo del controsoffitto della sua classe. A Roma, pochi giorni fa, una scuola media è stata evacuata dopo che una trave del soffitto mostrava segni di cedimento. "I vigili del fuoco mi hanno ordinato di portare fuori i ragazzi - racconta Anna Maria De Luca, preside trentaquattrenne della scuola media Giustiniana, la più giovane dirigente scolastica del Lazio e blogger dell'Huffington Post -. Così, insieme agli insegnanti ho guidato i bambini verso il cortile, sotto la pioggia. Per fortuna, neanche un mese prima, avevamo fatto le esercitazioni per una fuga sicura". Una situazione paradossale, quella della scuola Giustiniana, dal momento che a nemmeno un chilometro dalla struttura a rischio, sorge inutilizzato un edificio nuovo che dovrebbe ospitare proprio gli studenti fatti evacuare nei giorni scorsi. "Ieri ci hanno promesso, per l'ennesima volta, che entro un mese avremo a disposizione la nuova scuola, chiusa per ragioni burocratiche - continua la preside De Luca -. Spostarsi, significherà anche allontanare i ragazzini dall'amianto, che oggi è presente in alcuni container nel cortile dell'istituto".

Così, oltre alla carenza di risorse economiche, spesso sono burocrazia e ritardi amministrativi ad alimentare l'emergenza. Sempre a Roma, nell'area nord-ovest, in due chilometri si contano tre casi di spreco e paradossi burocratici. "In questa zona - racconta Andrea Montanari, papà e residente del quartiere -, troviamo un asilo nido, chiuso nel 2008 per piccoli interventi di manutenzione e mai più riaperto. Poi, lo scheletro di una materna i cui i lavori sono iniziati negli anni '90 e mai ultimati. Infine, il cantiere, fermo da anni, di una scuola elementare di cui tutti i genitori residenti avrebbero un grande bisogno". Su base nazionale, tuttavia, non esiste un elenco degli edifici scolastici, quasi ultimati o addirittura pronti, che restano inutilizzati. "Il censimento di queste strutture spetta agli enti locali - fanno sapere dal Ministero dell'Istruzione - noi non abbiamo dati di questa natura".

Intanto, la geografia del degrado nelle scuole italiane si estende fino a coprire più o meno omogeneamente tutto il paese. Ieri, a Napoli, per il rischio di crolli la magistratura ha sequestrato la scuola media Salvo D'Acquisto, dove le lezioni erano già state sospese in seguito al cedimento di calcinacci e lastre di marmo. Qualche giorno fa, invece, dei topi sono stati sorpresi a perlustrare i corridoi di un asilo nido comunale di Roma, ora chiuso in attesa della derattizzazione. Infine (ma l'elenco potrebbe non continuare) in un liceo di Rho in provincia di Milano, alcune aule sono così piccole che professori e studenti fanno lezione nei corridoi, dove c'è più spazio.

"E' evidente che, nei pensieri della politica, l'istruzione è all'ultimo posto - conclude, amara, la preside della Giustiniana Anna Maria De Luca -. Tuttavia, con i suoi problemi e il suo degrado, la scuola resta la prima immagine di Stato con cui i giovani si confrontano. Tenerci di più, dunque, significherebbe preservare ancora la dignità del nostro paese di fronte allo sguardo di milioni di giovani cittadini".

10 novembre 2012


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