In fuga dalle aule
pericolanti
Ma i tagli aumentano il
rischio
Da Nord a Sud, ogni giorno si
segnalano casi di crolli o di problemi strutturali. L'infelice risposta del
sindaco di Trieste Cosolino agli studenti: "E' morto qualcuno? Allora non
esageriamo". Il racconto della preside della Giustiniana a Roma: "Una trave dava
segni di cedimento e abbiamo dovuto evacuare. Ma a poca distanza abbiamo la
scuola nuova, pronta da anni e mai resa agibile" I rapporti di Legambiente e
CittadinanzattivaFinire al pronto soccorso per un pezzo di scuola piovuto dal
cielo. E' successo due settimane fa ad un diciassettenne di Trieste, ferito
lievemente da un frammento di intonaco caduto dalla facciata dell'istituto
nautico Tomaso di Savoia. L'episodio ha subito innescato la protesta degli
studenti che, arrivati sotto il palazzo di città, hanno reclamato un incontro
col sindaco Roberto Cosolini per discutere di edilizia scolastica. "Ragazzi, ci
sono dei morti? Allora non esageriamo" è stata la replica stizzita del primo
cittadino, prontamente registrata da una fotocam era. "E' una battuta vergognosa che si commenta da
sola - attacca Giuseppina Tucci, responsabile nazionale dell'Unione degli
studenti - Non si sminuisce così un problema enorme come la sicurezza nelle
scuole".
Perché in Italia l'emergenza
edilizia scolastica esiste, ed è stata recentemente riassunta dalle cifre di
Legambiente e di Cittadinanzattiva. Secondo lo studio Ecosistema Scuola 2012
(Legambiente, tredicesima edizione, appena reso pubblico) la messa a norma delle
scuole resta il tallone d'Achille numero uno: quasi la metà degli edifici
scolastici non possiede le certificazioni di agibilità, più del 65% non ha il
certificato di prevenzione incendi e il 36% degli edifici ha bisogno
d'interventi di manutenzione urgenti. Senza contare che il 32,42% delle
strutture si trova in aree a rischio sismico e un 10,67% in aree ad alto rischio
idrogeologico. Stessa musica e dati confermati dall'altro rapporto sul tema,
quello di Cittadinanzattiva presentato a settembre: una scuola su 5 è a rischio,
solo il 24% degli istituti è in linea con le certificazioni di sicurezza e un
edificio su dieci presenta lesioni strutturali.
Non solo, ma parallelamente ai tagli
che ridimensionano gli investimenti pubblici, cresce la cifra sborsata
direttamente dalle famiglie: i dati del Miur certificano che un terzo delle
spese per la gestione quotidiana degli istituti è a carico dei genitori, i quali
ogni anno versano nelle casse alle scuole pubbliche (fra gite, costo della
mensa, piccoli interventi di manutenzione) quasi 750 milioni di euro. "La
situazione è grave, ne sono consapevole - ragiona a mente fredda il sindaco di
Trieste Roberto Cosolini -. Gli studenti fanno bene a protestare e quella
battuta infelice non la rifarei. Tuttavia , mi
veniva chiesto di chiudere la scuola come gesto simbolico, e un sindaco non può
attuare una misura del genere se il rischio non è oggettivo". "Tutti parlano di
sicurezza come necessità - replica Giuseppina Tucci -. Ma senza la tragedia
nessuno agisce. Se le istituzioni ritenessero davvero l'edilizia scolastica una
priorità, avrebbero un altro atteggiamento". Giudizio condiviso, nella sostanza,
anche dal sostituto procuratore di Torino Raffaele Guariniello che, in una
lettera inviata di recente al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, ha
richiamato la politica alle proprie responsabilità: "La sicurezza nelle scuole è
ormai un'emergenza nazionale - scrive il magistrato -. E' indispensabile che il
governo si renda conto della situazione".
Da nord a sud, dunque, i casi di
edifici che si sbriciolano sotto gli occhi degli studenti si moltiplicano. Nella
sua lettera, Guariniello denunciava i crolli in alcune scuole di Torino, su cui
la Procura ha anche aperto diversi fascicoli di indagine. E proprio in un liceo
piemontese, il Darwin di Rivoli, nel 2008 è morto uno studente di diciassette
anni, schiacciato dal crollo del controsoffitto della sua classe. A Roma, pochi
giorni fa, una scuola media è stata evacuata dopo che una trave del soffitto
mostrava segni di cedimento. "I vigili del fuoco mi hanno ordinato di portare
fuori i ragazzi - racconta Anna Maria De Luca, preside trentaquattrenne della
scuola media Giustiniana, la più giovane dirigente scolastica del Lazio e
blogger dell'Huffington Post -. Così, insieme agli insegnanti ho guidato i
bambini verso il cortile, sotto la pioggia. Per fortuna, neanche un
mese prima, avevamo fatto le esercitazioni per una fuga sicura". Una situazione
paradossale, quella della scuola Giustiniana, dal momento che a nemmeno un
chilometro dalla struttura a rischio, sorge inutilizzato un edificio nuovo che
dovrebbe ospitare proprio gli studenti fatti evacuare nei giorni scorsi. "Ieri
ci hanno promesso, per l'ennesima volta, che entro un mese avremo a disposizione
la nuova scuola, chiusa per ragioni burocratiche - continua la preside De Luca -.
Spostarsi, significherà anche allontanare i ragazzini dall'amianto, che oggi è
presente in alcuni container nel cortile
dell'istituto".
Così, oltre alla carenza di risorse
economiche, spesso sono burocrazia e ritardi amministrativi ad alimentare
l'emergenza. Sempre a Roma, nell'area nord-ovest, in due chilometri si contano
tre casi di spreco e paradossi burocratici. "In questa zona - racconta Andrea
Montanari, papà e residente del quartiere -, troviamo un asilo nido, chiuso nel
2008 per piccoli interventi di manutenzione e mai più riaperto. Poi, lo
scheletro di una materna i cui i lavori sono iniziati negli anni '90 e mai
ultimati. Infine, il cantiere, fermo da anni, di una scuola elementare di cui
tutti i genitori residenti avrebbero un grande bisogno". Su base nazionale,
tuttavia, non esiste un elenco degli edifici scolastici, quasi ultimati o
addirittura pronti, che restano inutilizzati. "Il censimento di queste strutture
spetta agli enti locali - fanno sapere dal Ministero dell'Istruzione - noi non
abbiamo dati di questa natura".
Intanto, la geografia del degrado
nelle scuole italiane si estende fino a coprire più o meno omogeneamente tutto
il paese. Ieri, a Napoli, per il rischio di crolli la magistratura ha
sequestrato la scuola media Salvo D'Acquisto, dove le lezioni erano già state
sospese in seguito al cedimento di calcinacci e lastre di marmo. Qualche giorno
fa, invece, dei topi sono stati sorpresi a perlustrare i corridoi di un asilo
nido comunale di Roma, ora chiuso in attesa della derattizzazione. Infine (ma
l'elenco potrebbe non continuare) in un liceo di Rho in provincia di Milano,
alcune aule sono così piccole che professori e studenti fanno lezione nei
corridoi, dove c'è più spazio.
"E' evidente che, nei pensieri della
politica, l'istruzione è all'ultimo posto - conclude, amara, la preside della
Giustiniana Anna Maria De Luca -. Tuttavia, con i suoi problemi e il suo
degrado, la scuola resta la prima immagine di Stato con cui i giovani si
confrontano. Tenerci di più, dunque, significherebbe preservare ancora la
dignità del nostro paese di fronte allo sguardo di milioni di giovani
cittadini".
10 novembre
2012
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