INDICE
VERSO UN CONVEGNO A TARANTO DELLA RETE SULLA QUESTIONE ILVA
Alteralias alias.alter@gmail.com
ROMA, SALE TOSSICO SULLE STRADE CON LA NEVE, LA PROCURA INDAGA SUI RISCHI PER LA SALUTE
Piattaforma Comunista piattaformacomunista@gmail.com
SOSTENERE I REFERENDUM SU ARTICOLO 18 E ARTICOLO 8
Basta morte sul lavoro bastamortesullavoro@gmail.com
ANCORA MORTE ALL’ILVA DI TARANTO
Sede Perugia Unione Sindacale di Base perugia@usb.it
ILVA, USB: SCIOPERO PROTRATTO FINO AL 3 NOVEMBRE
Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
COMUNICATO STAMPA OPERAI THYSSEN KRUPP TORINO PER LA MORTE DI CLAUDIO MARSELLA ALL'ILVA DI TARANTO
PROSSIMA UDIENZA PER LA REINTEGRAZIONE IN FERROVIA
Sede Perugia Unione Sindacale di Base perugia@usb.it
ILVA: LO SCIOPERO PROSEGUE SINO ALLE 7 DI MARTEDI 6 NOVEMBRE
ANCORA A PROPOSITO DELLA SODEXO
Senzapatria news anarres56@tiscali.it
ILVA: ANCORA UNA VITTIMA SUL LAVORO: SCIOPERARE È GIUSTO!
INIZIATIVA 10 NOVEMBRE A FIRENZE: MORTI E INFORTUNI SUL LAVORO, RITMI E SUPERSFRUTTAMENTO
Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
ILVA: IL LAVORO UCCIDE
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To:
Sent: Monday, October 29, 2012 7:11 PM
Subject: VERSO UN CONVEGNO A TARANTO DELLA RETE SULLA QUESTIONE ILVA
VERSO UN CONVEGNO A TARANTO SULLA QUESTIONE ILVA ORGANIZZATO DALLA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
Ai compagni, organismi sindacali e di lotta sul territorio, realtà della rete.
Si va verso un convegno nazionale sull'ILVA a Taranto la data (di cui si sta discutendo) potrebbe essere venerdì 7 dicembre ore 14-20 oppure sabato 8 dicembre ore 10-16.
Il convegno è di approfondimento analisi.
Verranno proposta due relazioni introduttive di non più di 20 minuti e a seguire interventi programmati e liberi.
Quindi gli interventi, nazionali e locali, di massimo 5-10 minuti da parte di Torino Thyssen-Eternit, Milano Eureco, Marghera polo di Marghera, Palermo polo di Gela, Eni Ravenna, Taranto, Molfetta, ILVA Genova, Dalmine Bergamo.
Saranno invitati il Comitato Salute di Sesto S.Giovanni, Assemblea Viareggio, Marco Spezia, Osservatorio Bologna, ferrovieri, e tutte le realtà che si occupano di salute e sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio.
Per Taranto partecipanti e invitati Lega Ambiente Taranto, Medicina Democratica, Controamianto, le realtà sindacali di Taranto FIOM-USB-SLAICOBAS, Comitato ex operai ILVA, Associazione 12 giugno, Comitato di quartiere Comitato lavoratori cittadini liberi e pensanti.
Nelle ultime due ore il convegno sarà assembleare e in essa sarà fatta da chi vuole ai presenti la proposta di una manifestazione nazionale, che se accolta, sarà decisa, altrimenti no locandina e invito saranno pronti e inviati non appena sarà decisa in via definitiva la data tutti coloro che vogliano contribuire già da ora alla sua realizzazione possono scrivere a:
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
bastamortesullavoro@gmail.com
26 ottobre 2012
26 ottobre 2012
TESTO FINALE DEL COMUNICATO DELLA RIUNIONE RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
Si è riunita il 6 ottobre, a Roma, nella sede dell'Unicobas gentilmente concessa, la Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro; presenti il Comitato 5 aprile di Roma e operai e lavoratori responsabili dei nodi della Rete di Milano, Bergamo, Ravenna, Taranto, Marghera-Venezia, Genova, da Palermo è giunto un intervento; ha dato il suo sostegno alla riunione “Legami d'acciaio” di Torino Thyssen Krupp; è intervenuto l'Avvocato Sergio Bonetto che ha curato i processi di Torino Thyssen Krupp - Eternit. Presenti come aderenti alla Rete e alla sua attività Slai cobas per il sindacato di classe, USI, Snater e come intervenuti i rappresentanti dell'Unicobas. La riunione è stata aperta dai compagni di Taranto che hanno fatto una relazione sulla questione ILVA che era al centro dell'ordine del giorno. La relazione - che sarà contenuta in un più ampio resoconto - è partita dal rivendicare alla Rete nazionale con la riuscita manifestazione nazionale tenutasi a Taranto il 18 aprile 2009 la lotta per salute e sicurezza all'ILVA e sul territorio contro le morti da lavoro e da inquinamento, che aprì la battaglia che oggi si conduce e rese la questione ILVA questione nazionale per arrivare alla proposta che questa battaglia vada ripresa come la Rete l'ha portata avanti, contro padron Riva, governo, istituzioni, unendo operai dell'ILVA che giustamente difendono il lavoro e la sicurezza in fabbrica e popolazione, in particolare del quartiere Tamburi, che dicono con chiarezza “basta morti e basta inquinamento per i profitti del padrone”.
Sulla questione sono intervenuti tutti i diversi compagni della Rete, approfondendola, sulla linea che lavoro e salute sono battaglie congiunte di operai e masse popolari, in fabbrica e sul territorio.
La Rete ha deciso di organizzare un convegno nazionale a Taranto che definisca anche tramite dibattito, analisi, confronto,tra tutti i partecipanti la piattaforma e data di una possibile manifestazione nazionale a Taranto nel fuoco della lotta in corso a Taranto e in stretto rapporto con gli operai ILVA-indotto e le realtà territoriali in lotta. Il convegno promosso dalla Rete sarà aperto a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche che vogliano contribuirvi, a Taranto come a livello nazionale. Il Convegno si terrà ai primi di dicembre e entro il 27 ottobre sarà tenuta una riunione organizzativa per definire la data precisa con appello e manifesto di convocazione.
L'Avvocato Bonetto ha portato l'esperienza di come si è costruita la partecipazione operaia ai processi di Torino, per proporre la realizzazione di un modello simile ai processi ILVA per operai e popolazioni.
Il secondo punto all'ordine del giorno ha recepito il documento preparato dai compagni del comitato 5 aprile e ha espresso adesione alla campagna in corso contro le nuove modifiche peggiorative (Bozza Decreto sulla semplificazione) del D.Lgs.81/08 sulle disposizioni di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, che ne vogliono ulteriormente snaturare la funzione e finalità. Altri compagne e compagni sono intervenuti sulle condizioni di insicurezza in altre realtà lavorative, in particolare nella scuola dove studenti e insegnanti rischiano anche la vita per lo stato di pericolosità delle scuole, frutto diretto delle politiche e dei tagli dei governi.
La Rete con questa riunione si assume le sue responsabilità di ridare a tutti uno strumento nazionale di elaborazione e lotta, a partire - come è già stato per Testo Unico, Thyssen Krupp, ILVA, strage di Molfetta, rapporto precarietà/morti sul lavoro, ecc. - dalla questione più calda oggi: l'ILVA di Taranto, dimostrando sul campo, con il convegno nazionale e la possibile manifestazione nazionale, l'indispensabile necessità di questo strumento.
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
Roma 6 ottobre 2012
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From: Alteralias alias.alter@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, October 30, 2012 11:50 AM
Subject: ROMA, SALE TOSSICO SULLE STRADE CON LA NEVE, LA PROCURA INDAGA SUI RISCHI PER LA SALUTE
Siamo decisamente in un'epoca tossica a tutti i livelli - dai titoli tossici dell'iperuranio finanziario a venire in giù.
IL CASO
Roma, sale tossico sulle strade con la neve la procura indaga sui rischi per la salute.
Operai Ama avevano denunciato irritazioni alla pelle e guanti corrosi. Un esposto ai pm era stato presentato dall'Unione sindacale di base a febbraio scorso.
di Angela Maria Erba
Mentre il sindaco Alemanno distribuiva pale nei punti nevralgici della città dopo le abbondanti nevicate dello scorso febbraio, in quegli stessi giorni, sulle scrivanie degli uffici del Comune, ai piani del X Dipartimento Tutela Ambiente e Protezione Civile veniva emanata una disposizione antineve che oggi è finita al centro di un'inchiesta della magistratura. Quel provvedimento avrebbe costituito una minaccia per la salute dei dipendenti Ama. Così ipotizzano i magistrati di piazzale Clodio che hanno aperto un fascicolo per omessa precauzione e informazione sui rischi dei lavoratori.
Dentro ai sacchi dati agli operai della municipalizzata con il “sale” da spargere su strade, marciapiedi, scuole e metropolitane, ci sarebbe stato infatti “cloruro di calcio diidrato Solvay”, una sostanza fortemente irritante, di cui è previsto l'uso esclusivo in luoghi non frequentati e attraverso l'utilizzo di dispositivi di protezione specifici. Il tutto sarebbe avvenuto all'insaputa degli stessi lavoratori e della cittadinanza. Non solo: la direzione provinciale dell'ispettorato del ministero del Lavoro ha verificato che diversi dipendenti hanno riscontrato irritazioni alla pelle e, in alcuni casi, si sarebbero anche ritrovati con i guanti corrosi.
L'inchiesta nasce come stralcio di quella più generale avviata mesi fa sul caos e i disservizi che hanno messo sotto scacco Roma in quei giorni di grande freddo e per la quale il pubblico ministero Emauele Di Salvo ha già chiesto l'archiviazione.
Trenta centimetri di neve, in alcune zone di Roma Nord anche 50, avevano paralizzato la città, trasformandola in un maxiingorgo e scatenando la rivolta di associazioni e consumatori che hanno subito invocato l'intervento della magistratura. In questo caso a presentare un esposto in procura lo scorso febbraio era stata l'Unione sindacale di base, che aveva denunciato la “condotta assolutamente irresponsabile” della nuova disposizione - che rientrava nel piano antineve messo in campo dall'Ama con il coordinamento della Protezione civile - “riguardo alla sicurezza sul lavoro e alla salute pubblica”.
Ecco perché le attenzioni degli inquirenti si sono concentrate sui dirigenti della municipalizzata e sui responsabili del X dipartimento del Comune che si occupa di Tutela ambiente e protezione civile. Da loro è arrivato il via libera alla distribuzione del presunto sale “tossico” e i loro nomi potrebbero presto finire sul registro degli indagati con l'accusa di violazione dell'articolo 26 della legge sulla sicurezza sul lavoro.
Per il resto, l'ondata siberiana di maltempo con fiocchi e gelo si abbatté sulla Capitale esattamente una settimana dopo, il 10 e l'11 febbraio. In quel caso il sindaco Alemanno, viste le polemiche sulla gestione della prima emergenza, ordinò la chiusura di scuole e uffici pubblici per due giorni e l'obbligo di catene montate, non solo a bordo. Dopo aver “spalato” le strade della città nei giorni precedenti, nella notte andò anche a trovare gli uomini impegnati a spargere il sale.
28 ottobre 2012
"Se in tutta questa guerra disonesta dobbiamo perdere anche il gusto del bello, allora il barbaro ha già vinto" (Trevanian - “Shibumi. Il ritorno delle gru. L'etica dell'assassino perfetto.”)
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From: Piattaforma Comunista piattaformacomunista@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, October 30, 2012 1:35 PM
Subject: SOSTENERE I REFERENDUM SU ARTICOLO 18 E ARTICOLO 8
SOSTENERE I REFERENDUM SU ARTICOLO 18 E ARTICOLO 8
Sono stati presentati in Cassazione due referendum. Il primo serve a cancellare le modifiche della riforma Fornero all'art.18 dello Statuto dei lavoratori, che è stata votata dal dalle destre e dal PD.
Il secondo quesito è stato proposto per ripristinare i diritti minimi e universali previsti dal contratto nazionale di lavoro, cancellati dal governo Berlusconi con l'art.8 del decreto legge n.138 del 2011.
Il 13 ottobre è iniziata la raccolta delle firme. Entro dicembre bisogna raccoglierne almeno mezzo milione. Se ci si riuscirà i referendum si terranno tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014.
Piattaforma Comunista appoggia questi referendum che vanno a difendere interessi e diritti economici e politici elementari dei lavoratori.
Essi hanno un’importanza per tutti gli sfruttati che resistono all’offensiva capitalista.
Non possiamo permettere che passi la logica del ricatto, né che si antepongano interessi di bottega all’obiettivo di riconquistare i diritti della classe operaia, e tanto meno che sia permesso ai padroni di continuare nella classica politica del divide et impera.
Dobbiamo con tutti i mezzi disponibili rompere l’assedio e dare voce a chi oggi non può scioperare per timore di perdere il posto di lavoro, ai giovani che hanno perso anche la speranza di trovare un lavoro, ai pensionati che vedono sfuggire le conquiste di tante lotte, alle donne che in molti luoghi di lavoro sono vittime di discriminazione di genere e salariale.
Invitiamo perciò gli operai, i disoccupati, gli studenti, le donne ad organizzarsi nei posti di lavoro, sul territorio, dovunque, in Comitati unitari per raccogliere il maggior numero di firme.
Questi organismi chiaramente non devono limitare il loro ruolo in questa attività, ma devono servire a dare impulso alle lotte, agli scioperi contro le manovre antioperaie e antipopolari che ci colpiscono sempre più duramente.
La mobilitazione per i referendum deve diventare un momento della costruzione di un ampio fronte anticapitalista di lotta, per realizzare un’alternativa politica rivoluzionaria ai governi borghesi.
A:
Data: 30/10/2012 11.59
Ogg: ANCORA MORTE ALL’ILVA DI TARANTO
Schiacciato da locomotore muore giovane operaio all'ILVA.
Tutte le organizzazioni sindacali hanno indetto lo sciopero da questa mattina fino alle 7 di domattina.
Lo SLAI COBAS per il sindacato di classe che da giorni propone lo sciopero generale per difendere la sicurezza sul posto di lavoro e la salute in fabbrica e in città contro padron Riva e lo stato dei padroni aderisce allo sciopero.
TARANTO
Un giovane operaio dell'ILVA, Claudio Marsella di 29 anni, locomotorista, è morto mentre era al lavoro nello stabilimento di Taranto.
Il corpo è stato trovato ai piedi di un locomotore nei pressi di uno dei moli interni al recinto dello stabilimento. Sono in corso accertamenti sulle cause della morte, ma probabilmente l'uomo è rimasgto schiacciato dal locomotore. Uno sciopero immediato è stato proclamato dai sindacati all'ILVA di Taranto dopo che si è diffusa la notizia della morte di un giovane operaio locomotorista. Rappresentanti sindacali incontreranno a breve la dirigenza aziendale. L'azienda ha bloccato le attività in segno di lutto
L'operaio dell'ILVA morto questa mattina nel reparto Mof (Movimento ferroviario) è rimasto schiacciato durante le operazioni di aggancio della motrice ai vagoni, riportando lesioni al torace e la frattura del femore. A soccorrere il 29enne Claudio Marsella sono stati alcuni colleghi. Le sue condizioni erano già molto gravi all'arrivo dell'ambulanza del 118, che ha trasportato l'operaio in ospedale. Marsella è deceduto poco dopo il ricovero.
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From: Sede Perugia Unione Sindacale di Base perugia@usb.it
To:
Sent: Wednesday, October 31, 2012 1:29 PM
Subject: ILVA, USB: SCIOPERO PROTRATTO FINO AL 3 NOVEMBRE
LAVORO. ILVA, USB: SCIOPERO PROTRATTO FINO AL 3 NOVEMBRE
Il Coordinamento regionale dell'Usb Lavoro Privato Puglia, unitamente all'Usb dell'ILVA di Taranto, che ieri avevano indetto lo sciopero immediato di tutti i dipendenti dello stabilimento, proclamano la continuazione dello sciopero fino alle ore 7.00 di sabato 3 novembre.
Dopo l’ennesima morte di un giovane operaio, vittima dello sfruttamento e del profitto ad ogni costo l'Usb ritiene che tutti i responsabili di quanto è accaduto e sta accadendo, dentro e fuori la fabbrica, debbano pagare: Riva deve andare via, dopo aver rimborsato tutti i danni procurati ai lavoratori ed alla città; i sindacati complici, che hanno firmato accordi vergognosi come quello del 10 novembre 2010, con cui hanno svenduto la sicurezza e la tutela dei lavoratori; le attuali Rsu, che non hanno svolto nessun ruolo di difesa vera e rappresentanza reale dei lavoratori.
L'Usb chiede l'azzeramento degli accordi aziendali firmati da Fim-Fiom-Uilm; le dimissioni delle Rsu in carica e l'elezione di nuovi Rappresentanti dei lavoratori; la nazionalizzazione dell'ILVA, visto che, nonostante i pronunciamenti della magistratura, la proprietà ha continuato a produrre e seminare morte quanto e più di prima; la piena garanzia del reddito per tutti i lavoratori sino alla bonifica dello stabilimento e del territorio.
La Confederazione Usb condivide e sostiene completamente la decisione dello sciopero, ritiene doverosa una forte risposta dei lavoratori e considera assolutamente inaccettabili le intimidazioni provenienti da parti aziendali, sottolineando che lo sciopero è assolutamente legittimo e qualsiasi atto tendente a colpire questo diritto sarà considerato un comportamento antisindacale.
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From: Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
To:
Sent: Wednesday, October 31, 2012 5:24 PM
Subject: COMUNICATO STAMPA OPERAI THYSSEN KRUPP TORINO PER LA MORTE DI CLAUDIO MARSELLA ALL'ILVA DI TARANTO
ILVA DI TARANTO: CONTINUA LA STRAGE DI LAVORATORI!
L’Associazione Legami d’Acciaio (ex lavoratori Thyssen Krupp e Famigliari delle vittime del 6 dicembre 2007) esprime il suo più sentito cordoglio e la solidarietà alla Famiglia Marsella, per la tragedia che l’ha colpita, privandola e lasciandola senza l’affetto di Claudio, l'ennesima morte sul lavoro nello stabilimento di Taranto in nome del profitto.
La nostra fraterna solidarietà e il nostro cordoglio oltre alla Famiglia, ai cari e agli amici di Claudio, va innanzitutto agli operai dell’ILVA, in particolare a tutti quelli che si battono per la salute e la sicurezza sul proprio posto di lavoro, nelle linee e nei reparti in cui ogni giorno entrano a testa alta per lavorare con la propria dignità e purtroppo devono fare i conti con uno scenario da guerra a causa delle pessime condizioni del luogo di lavoro e degli impianti: volutamente lasciati nell’incuria da parte dell'Azienda, che con pressioni e vessazioni sugli operai chiede di lavorare in condizioni fuori dalla legalità, sia per quanto riguarda le normative sulla sicurezza e la salute, sia per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro e dei turni fino alla negazioni più palesi, in spregio totale della legalità e della Costituzione Italiana, in nome dell’unico valore che conta per lorsignori: il profitto.
In nome del profitto e per conto di padron Riva si continua a morire all’ILVA di Taranto così come in tutte le fabbriche, le aziende e i cantieri del Bel Paese, in ogni settore produttivo, dall’industria all’edilizia, in agricoltura, senza che si ponga un freno a questa continua strage di lavoratrici e lavoratori, che fa più di 1.000 morti l’anno (i dati Inail sono in parte inesatti, non tenendo conto dei morti in itinere e delle categorie che lavorano nei trasporti e sulle strade, senza dimenticare il lavoro nero...) di quella che oramai si può definire senza retorica e senza timori di essere smentiti, una vera e propria guerra sferrata dal padronato contro i lavoratori.
L‘ILVA di Taranto è un vero e proprio campo di battaglia, più che una normale fabbrica: detiene il triste record italiano ed europeo di morti sul lavoro e di inquinamento ambientale, con oltre 50 morti dal 1993 ad oggi (i dati che circolano in questi giorni sono in parte falsi: com’è noto alcuni incidenti e morti relativi soprattutto a ditte appaltatrici vengono opportunamente occultati) con i vari governi nazionali e locali che poco o nulla hanno fatto per fermare la continua strage di lavoratori ed eliminare le emissioni e l’inquinamento provocato dagli impianti.
Non è necessario essere Lavoratori dell’ILVA di Taranto, o essere dei tecnici, per conoscere e discutere di ciò.
Noi ex operai della Thyssen Krupp, sappiamo bene cosa vuol dire lavorare in condizioni precarie e di insicurezza: quella maledetta notte del 6 dicembre del 2007 ci ha portato via a noi nostri sette compagni Antonio, Angelo, Bruno, Roberto, Rocco, Rosario e Giuseppe. Lo abbiamo inciso sulla nostra pelle e nelle nostre coscienze!
La nostra solidarietà e vicinanza nella lotta per la salute e la sicurezza nell’ILVA e nella Città di Taranto va anche a quei i lavoratori e a quei cittadini che si battono senza se e senza ma per la difesa della salute dentro e fuori la fabbrica, per un futuro lavorativo e di progresso per Taranto che salvaguardi insieme salute e posti di lavoro, anche se si dovesse riconvertire l'attività produttiva. Condizioni e soluzioni precise, molto chiare e semplici, che sino ad oggi non sono state mai né proposte né tanto meno messe in campo dalle Istituzioni, anche quando governi regionali e nazionali di segno progressista potevano e dovevano fare per intervenire nel merito delle questioni gravi poste dal sito di Taranto.
Non dovrebbe essere il Primo Cittadino il garante primo ed ultimo della salute dei Cittadini? Come mai in tutti questi anni (dal 1993, inizio della gestione Riva) i vari Sindaci che si sono succeduti non hanno mai posto il problema, emettendo un’ordinanza che bloccasse le produzioni, affinché si mettessero in sicurezza gli impianti e si iniziasse a produrre in modo meno inquinante?
Il problema di base è che sono tanti i responsabili di questa situazione, ma uno in modo particolare: padron Riva, che da quando ha acquisito l’ILVA dallo Stato ha accumulato ingenti profitti senza reinvestire neanche una parte dei profitti in innovazione tecnologica e miglioramento della sicurezza interna e per la bonifica del territorio. Riva è responsabile di questa situazione, che si è drammaticamente posta negli ultimi mesi alla ribalta nazionale (ovviamente oltre che a Taranto, noi ed altri in Italia, inascoltati denunciavamo già da tempo questa terribile situazione...) quindi Riva deve mettere mano al portafoglio e fare i necessari interventi urgenti per frenare la situazione e programmare con un piano di interventi per il futuro, il risanamento e la bonifica del sito contestualmente alle produzioni, pur alternando limitazioni temporanee a queste ultime. Tutto ciò non può e non deve essere a costo zero per Riva ma con precisi impegni, senza agevolazioni (come è avvenuto nella svendita di vent’anni fa), come si vorrebbe far pagare anche oggi allo Stato (utili ai padroni e oneri alla collettività) gli errori ed i crimini commessi dalla famiglia Riva.
Noi diffidiamo dalla propaganda distorta e fuorviante fatta da pseudo rappresentanti del mondo ambientalista che non hanno niente di meglio da proporre che chiudere subito lo stabilimento (così da creare una nuova cattedrale nel deserto come successo a Bagnoli e in tanti altri luoghi), dai vari rappresentanti politici di partiti o lobby di potere, dai rappresentanti di Istituzioni ed Enti preposti alla salute e ai diritti di lavoratori e cittadini e dai sindacati gialli (FIM-Cisl e UIL-Uilm in particolare, che si è scoperto essere a libro paga dei Riva): personaggi di varia natura che non hanno a cuore il destino dei lavoratori e dei cittadini di Taranto, che hanno fatto e faranno solo gli interessi di padron Riva e dei suoi accoliti. Non bisogna chiudere ma trovare soluzioni (possibili) per riconvertire lo stabilimento a produzioni che siano utili, sostenibili per l'ambiente e compatibili con la dignità dei lavoratori. Ciò è possibile ma soprattutto è necessario! Perché le soluzioni sbrigative e liquidatorie o alla meno peggio aprono la strada al peggio...
Solo attraverso la salvaguardia dei posti di lavoro (utili e dignitosi), come unica soluzione per uscire dalla crisi, si può intraprendere una strada (difficile ma percorribile) di risanamento dell'ILVA e del territorio di Taranto.
Torino, 31 Ottobre 2012
Associazione Legami d’Acciaio Onlus
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To:
Sent: Friday, November 02, 2012 7:10 AM
Subject: PROSSIMA UDIENZA PER LA REINTEGRAZIONE IN FERROVIA
La prossima udienza per la mia reintegrazione è stata fissata da giudice del lavoro, Nannipieri, martedì 22 gennaio 2013 alle ore 11.00 al Tribunale di Lucca, via Galli Tassi 61.
Ringrazio di nuovo quanti/e hanno partecipato al presidio di fronte al Tribunale alle precedenti udienze (5 luglio e 2 ottobre 2012).
Riccardo Antonini
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From: Sede Perugia Unione Sindacale di Base perugia@usb.it
To:
Sent: Friday, November 02, 2012 5:42 PM
Subject: ILVA: LO SCIOPERO PROSEGUE SINO ALLE 7 DI MARTEDI 6 NOVEMBRE
Da Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato Puglia
COMUNICATO STAMPA
ILVA: LO SCIOPERO PROSEGUE SINO ALLE 7 DI MARTEDI 6 NOVEMBRE
Le minacce aziendali salgono di tono ma si scontrano con la fermezza e l'unità dei lavoratori.
Se non ci saranno novità positive e non si aprirà un serio confronto con l'ILVA lo sciopero indetto da USB proseguirà almeno sino alle 7 di martedì 6 novembre. Così hanno deciso i lavoratori che nel reparto MOF (Movimento Ferroviario), quello dove è morto il giovane loro compagno; tra i lavoratori l'adesione allo sciopero è del 100% e abbandonano Fiom, Fim e Uilm in massa per aderire a USB.
L'USB ha quindi inviato formalmente la nuova dichiarazione di sciopero.
I lavoratori invitano tutti gli operai dell'ILVA ad aggiungersi agli scioperanti.
Ai cittadini di Taranto richiedono invece non soltanto solidarietà, ma una condivisione concreta della loro lotta che è anche per difendere tutta la città.
USB ha inoltre inviato una richiesta di incontro all'ILVA che continua ad ignorare la nostra reale rappresentatività. Inviata anche una richiesta al Prefetto per una convocazione urgente delle parti per avviare un confronto con l'azienda sulla piattaforma decisa dai lavoratori e per affrontare i gravi problemi di sicurezza presenti nell'impianto.
La dirigenza aziendale è sempre più nervosa e scomposta e fa filtrare anche notizie assurde e fuori dalla realtà di centinaia di licenziamenti, ma i lavoratori rispondono in modo compatto.
Ferma la dichiarazione di Fabrizio Tomaselli dell'Esecutivo nazionale confederale USB: “Forse qualcuno pensa di mettere paura ai lavoratori e di avere a che fare con una protesta stracciona. Ma di stracciona qui c'è soltanto una realtà fatta di anni di impunità per un'azienda che pensa di poter continuare a fare ciò che vuole a dispetto della legge, delle sentenze e della costituzione. Quest'estrema agitazione aziendale dimostra che lo sciopero funziona e rende ancor più evidente che nel recente passato gli scioperi pilotati con capi e dirigenti in testa non erano veri scioperi. E' ora che il governo e le istituzioni intervengano per far rispettare la legge e magari non sarebbe male che si facesse sentire anche il Presidente della Regione. USB è comunque pienamente coinvolta nella vertenza e sostiene in tutti i modi i lavoratori in lotta”.
2 Novembre 2012
Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato Puglia
70126 BARI - Via C. Pisacane, 91 - Tel/Fax 080 5424993
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To:
Sent: Saturday, November 03, 2012 10:36 PM
Subject: ANCORA A PROPOSITO DELLA SODEXO
SODEXO: LE TRATTATIVE SIANO IN MANO ALLE LAVORATRICI
Con la scusa di razionalizzare le risorse in ambito sanitario e di conseguire una riduzione della spesa per acquisto di beni e servizi sono previsti tagli agli appalti in essere a cui si aggiungeranno ulteriori tagli (10%) a partire dal 1 Gennaio 2013.
Ciò significa che i tagli oggi all’appalto per le pulizie e le mense ospedaliere sono solo l’inizio di una serie di azioni con ripercussioni solo negative sui servizi, sui posti di lavoro.
Se a Pisa, per ora, ci si limita alla minaccia di una novantina di licenziamenti (le prospettive sono però di gran lunga peggiori) già si registrano 500 esuberi negli appalti della sanità veneto, centinaia e centinaia negli ospedali romani.
La Consip (società PRIVATA del Ministero delle Finanze alla quale è affidato il compito di razionalizzare le spese delle Pubbliche amministrazioni) sarà il solo soggetto a cui rivolgersi per l’acquisto di beni e servizi; con effetto immediato, devono aver luogo le disdette di contratti stipulati mediante gara, a meno che questi non siano più economicamente vantaggiosi del Consip.
La convenzione Consip se l’è aggiudicata Manutencoop con un prezzo orario – parliamo dei servizi di portineria - inferiore di oltre 3 euro/ora rispetto alle tabelle ministeriali del costo del lavoro.
Con queste premesse il futuro si prospetta assai preoccupante.
La lotta delle lavoratrici della Sodexo è un esempio da seguire e da rafforzare ma a tal scopo bisogna darsi alcuni obiettivi
- riconoscimento del presidio permanente come forza di contrattazione al pari del sindacato;
- non rinviare di qualche mese tagli ed esuberi, intervenire subito per bloccare licenziamenti e riduzioni orarie anche in altre realtà lavorative;
- preservare l’ unione delle lavoratrici delle pulizie;
- intervenire direttamente con i/le rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza (RLS) dell’azienda ospedaliera per denunciare ogni concreto rischio a cui sono sottoposti lavoratori e gli stessi utenti dei servizi.
DALLE ISTITUZIONI PRETENDIAMO FATTI CONCRETI E NON SOLO PAROLE
Confederazione Cobas Pisa
349 84 94 727
* * * * *
A margine della lettera di Cobas Pisa relativa alla drastica riduzione del servizio di pulizia ospedaliero, riporto le mie considerazioni (come trasmesse a Cobas Pisa stesso) sulle ricadute negative di tale riduzione per la salute di pazienti per la minore igienizzazione degli ambienti e per la salute dei lavoratori che dovranno garantire il servizio con minore risorse e quindi con aumento del carico di lavoro e delle ore di straordinario.
Marco Spezia
NUOVE VITTIME DELLA SPENDING REVIEW
Si taglia perfino su igiene e pulizie negli ospedali nonostante l'emergenza sanitaria per il diffondersi di infezioni.
La ASL 5 di Pisa ha diminuito del 5% l’investimento stanziato per l’appalto del servizio di pulizia ospedaliero gestito da “Sodexo italia spa” (azione obbligata dalla spending review che autorizza gli enti a ridurre l'importo degli appalti), la quale ha già aperto la procedura di licenziamento per il 25% dei dipendenti.
I licenziamenti colpiscono una buona parte del'attuale forza lavoro e le conseguenze si ripercuoteranno sui servizi, sui pazienti e sul personale ospedaliero, sui lavoratori che non verranno licenziati, oltre a gettare sul lastrico decine di famiglie.
Al di là dell’aspetto occupazionale (e umano ed economico) per i lavoratori che verranno licenziati, riporto a seguire considerazioni sulle ricadute fortemente negative dei tagli al personale delle pulizie, sia relativamente al livello igienico sanitario, relativamente a quello della salute dei lavoratori che manterranno l’occupazione, ma per i quali aumenterà il carico di lavoro.
RICADUTE NEGATIVE A LIVELLO IGIENICO SANITARIO
E’ risaputo che le infezioni ospedaliere sono una delle cause dei disturbi iatrogeni (patologie, effetti collaterali o complicanze dovute a trattamenti medici) e sono generalmente causate da microrganismi opportunistici, presenti nell’ambiente, che possono dare luogo a infezioni, sia ai pazienti, in particolare a quelli immunodepressi, durante il ricovero e anche dopo la dimissione, sia agli operatori sanitari.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità le definisce “Infezioni Correlate all'Assistenza” (ICA), riunendo nel concetto due aspetti fondamentali:
- queste infezioni avvengono in ambienti ospedalieri e non ospedalieri come (RSA, ambulatori vari, ecc.);
- l'infezione avviene quasi sempre tramite il contatto tra fonte-veicolo-ospite: il veicolo più frequente sono le mani degli operatori, coinvolte in tutte le pratiche terapeutiche ed assistenziali.
In particolare il meccanismo di trasmissione avviene mediante la trasmissione di batteri patogeni che dalle mani degli operatori sanitari si trasferiscono sulle superfici di oggetti che vengono toccati frequentemente, come maniglie, rubinetti, ringhiere, corrimani, ecc. e da queste superfici ad altri pazienti/operatori.
Secondo alcune stime (P.Tierno “The Secret Life of Germs”, New York 2001) l’80% delle infezioni nosocomiali si trasmette proprio in questa maniera.
A livello di danno economico, da studi dell’Istituto Superiore di Sanità, risulta che per le 533 mila infezioni ospedaliere che ogni anno si contraggono negli ospedali italiani, si registrano tre milioni e 730 mila giornate di degenza in più, con un costo aggiuntivo per il Sistema Sanitario Nazionale di 865 milioni di euro.
Il metodo più efficiente per combattere le infezioni ospedaliere è quello di interrompere la trasmissione fonte-veicolo-ospite, riducendo o eliminando il numero dei microorganismi depositate sulle superfici citate (maniglie, rubinetti, ringhiere, corrimani, ecc.), mediante accurata igienizzazione delle superfici stesse con procedure e prodotti specifici.
E’ evidente che la riduzione dei servizi di pulizia prevista per l’Ospedale di Pisa non può che comportare la riduzione dell’efficacia del servizio di igienizzazione attualmente erogato e quindi l’aumento della possibilità di infezioni ospedaliere.
La riduzione del servizio comporterà quindi un maggior numero di trasmissione di infezioni, con aumento delle patologie ad esse correlate e, oltre che un evidente danno per i pazienti e per gli operatori, anche (come sopra visto) un costo indiretto aggiuntivo per il Sistema Sanitario.
RICADUTE NEGATIVE SULLA SALUTE E SULLA SICUREZZA DEI LAVORATORI
Una riduzione del 25% della forza lavoro di un’azienda di pulizia ospedaliera, oltre a riduzione dell’efficacia del servizio di igienizzazione, comporta un aumento del carico di lavoro per i lavoratori rimasti, chiamati comunque a cercare di mantenere il più possibile il livello di servizio precedentemente erogato.
E’ facile immaginare che le ditte appaltate, per cercare di mantenere i requisiti richiesti dai protocolli di igienizzazione (ammesso che ci riescano), ricorreranno in maniera decisa a un aumento del carico di lavoro e al ricorso continuo al lavoro straordinario.
E un aumento del carico di lavoro e delle ore lavorate, in un settore a rischio per la salute e la sicurezza, come quello della pulizia ospedaliera non può che comportate ricadute negative sul livello di rischio a cui sono sottoposti i lavoratori, oltre che a una ricaduta negativa sulla qualità del servizio, con le conseguenze sopra citate.
Secondo il documento “Profili di Rischio di Comparto - Imprese di pulizia”, realizzato da EBLA in convenzione con l’ISPESL nel gennaio 2004, i fattori specifici di rischio delle imprese di pulizie sono:
- rischi da scivolate e cadute;
- rischi nel contatto con prodotti chimici;
- rischi nel contatto con agenti biologici;
- movimentazione dei carichi;
- movimentazione ripetitiva degli arti superiori.
A questi profili di rischio va poi aggiunto il fattore:
- rischio da stress lavoro-correlato
(si veda ad esempio, per analogia del comparto lavorativo, il documento “Profilo di rischio nel comparto residenze sanitarie assistite” realizzato da ISPESL e ASL Bergamo nel dicembre 2003.
Tutti i rischi sopra citati sono destinati ad aumentare in conseguenza della riduzione del personale, a causa dell’aumento del carico di lavoro e delle ore lavorate dal singolo addetto.
E’ evidente infatti che lavorare con ritmi più incalzanti non potrà che aumentare il rischio infortunistico legato alle scivolate e cadute.
Come è evidente, che il ricorso al lavoro straordinario, con aumento delle ore lavorate inciderà negativamente sul rischio da movimentazione manuale dei carichi e sul rischio da movimentazione ripetitiva degli arti superiori, che sono entrambi legati (oltre che a peso dei carichi e a fattori posturali) in maniera importante al numero di ore giornaliere lavorate e all’assenza di periodi di riposo.
Parimenti, a parità di prodotti chimici utilizzati, il rischio dovuto al loro utilizzo aumenterà con il tempo di esposizione e quindi con l’orario di lavoro.
Lo stesso vale per il rischio biologico, con l’aggravante che, come sopra detto, a causa della riduzione del servizio e quindi una minore igienizzazione, aumenterà anche la presenza e la persistenza di agenti biologici potenzialmente pericolosi per la salute.
Infine lo stress lavoro-correlato non potrà che aumentare in maniera esponenziale, sia per l’aumento del carico di lavoro e delle ore lavorate, sia per il dover lavorare in una situazione di continua incertezza del proprio futuro lavorativo e nella quale, a causa dei ritmi più incalzanti sono destinati a crescere fenomeni di conflitti interpersonali tra lavoratori delle ditte di pulizia, operatori della ASL e pazienti.
CONCLUSIONI
Ridurre del 25% il personale delle aziende di pulizia attualmente operanti presso l’ospedale di Pisa, comporterà una riduzione del livello di igienizzazione, con conseguente ricadute negative sul fronte delle infezioni ospedaliere per pazienti e per operatori sanitari.
La riduzione del personale comporterà poi un aumento generalizzato dei fattori di rischio per la salute dei lavoratori che manterranno l’impiego, a causa dell’aumento del carico di lavoro e delle ore lavorate.
Ancora una volta la politica criminale del Governo e delle Istituzioni Locali vogliono fare pagare la crisi sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori!
Marco Spezia
Tecnico della salute e della sicurezza
SICUREZZA SUL LAVORO – KNOW YOUR RIGHTS!
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To:
Sent: Sunday, November 04, 2012 5:20 AM
Subject: ILVA: ANCORA UNA VITTIMA SUL LAVORO: SCIOPERARE È GIUSTO!
1 novembre 2012
Ancora una volta – nell’impianto siderurgico più grande, vetusto ed inquinante d’Europa – una giovane vita è stata stroncata in nome del profitto perseguito ad ogni costo.
In questo drammatico frangente le dinamiche appaiono tanto chiare quanto colpose: un accordo sciagurato che consentirebbe ai vertici aziendali di occupare due mansioni diverse e complementari in un unico soggetto al solo scopo di risparmiare denaro e contributi previdenziali ed elargendo un misero obolo “una tantum” a chi – in forza di un accordo pattizio avente valore di norma cogente – è costretto ad accollarsi lavoro aggiuntivo, responsabilità e rischi sulla propria pelle.
In questa cornice, già grave e desolante, si aggiunge la consapevolezza – denunciata dagli organi di stampa e dal comitato di Cittadini e lavoratori liberi e pensanti – dei soccorsi prestati da personale non idoneo e con estremo e colpevole ritardo.
Alla mancata prevenzione del rischio, dunque, è subentrata l’assenza di immediata assistenza medico/sanitaria da parte di personale specializzato.
Come interpretare altrimenti la denuncia del dirigente sanitario del 118 – dott. Mario Balzanelli – documentata dall’articolo di Maria Rosaria Gigante (Gazzetta del mezzogiorno 31 ottobre 2012)?
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To:
Sent: Sunday, November 04, 2012 8:13 AM
Subject: INIZIATIVA 10 NOVEMBRE A FIRENZE: MORTI E INFORTUNI SUL LAVORO, RITMI E SUPERSFRUTTAMENTO
Con preghiera di diffusione!
Morti e infortuni sul lavoro
Ritmi e supersfruttamento
Sabato 10 Novembre 2012
ore 17,30
proiezione del documentario “Bellu Lavoru” di M. Casella e M. Tagliabue
documentario-inchiesta sui cantieri Alptransit (trasmissione “Falò”, rsi tv pubblica svizzera) e la lotta di Pietro Mirabelli
ore 18,30
presentazione del libro “Il Mugello sottosopra” di Simona Baldanzi
a seguire dibattito e cena di autofinanziamento.
Organizzano:
Fondo Comunista e Partito dei Carc (sezione Firenze)
Via di Rocca Tedalda 277
Bus 14 (centro commerciale c/o Stazione FS Rovezzano)
Per informazioni e prenotazioni:
366 39 25 033
338 57 09 034
SE MOARE DE MUNCÃ
MË PUNËN QË JU VDESIN
DE TRABAJO SE MUERE
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From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent: Sunday, November 04, 2012 2:54 PM
Subject: ILVA: IL LAVORO UCCIDE
Il lavoratore impegnato in lavorazioni pericolose non deve mai essere lasciato solo. Si tratta di una disposizione di tipo organizzativo che dovrebbe essere inserita da ogni azienda nel DVR (Documento di Valutazione dei Rischi ); le aziende, a cominciare da FF.SS. si guardano bene dal prendere tale tipo di misura, ovviamente per ridurre il numero dei lavoratori al lavoro.
E' importante che il sindacato SLAICOBAS abbia effettuato la diffida, ma sarebbe opportuno che il servizio di prevenzione della ASL che sarà chiamato a fare l'indagine sull'infortunio PRESCRIVA A ILVA la misura correttiva suddetta (obbligo di ALMENO DUE LAVORATORI in operazioni pericolose).
Tra l'altro tutti i lavoratori della squadra che svolge lavori pericolosi dovrebbero aver effettuato la formazione per il primo soccorso.
Saluti
Gino Carpentiero
Gino Carpentiero
Sezione Pietro Mirabelli di Medicina
Democratica Firenze
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NUOVA GIORNATA DI SCIOPERO OPERAI ILVA - LA PIATTAFORMA DEGLI OPERAI DEL MOF - LO SLAI COBAS SC ILVA SI UNISCE ALLO SCIOPERO - NUOVA DENUNCIA DI AZIENDA E SINDACATI
OMICIDIO “NERO” DEL MOF: DIFFIDA ALL'ILVA E A FIM, FIOM, UILM
Questo testo è stato trasmesso anche alla Procura e allo Spresal richiedendo il loro intervento
Slai Cobas per il sindacato di classe
Sede legale v. Rintone, 22 Taranto
Telefono e fax 099 47 92 086
Cellulare 347 53 01 704
cobasta@libero.it
Taranto 01/11/12
Taranto 01/11/12
Alla Direzione ILVA S.p.A.
Al responsabile MOF, Colucci
Al responsabile Ufficio Personale
Al responsabile Aziendale della Sicurezza
e p.c.
alle segreterie di FIM-FIOM-UILM
a tutti i delegati RLS
alle RSU
OGGETTO: infortunio mortale al reparto MOF dell'operaio Claudio Marsella - richiesta e diffida.
La scrivente Organizzazione Sindacale atteso che
- la morte dell'operaio Marsella è avvenuta in una situazione in cui, per disposizioni aziendali e sulla base di un accordo del 10 novembre 2010, lo stesso operaio operava da solo;
- questa condizione di lavoro ha certamente influito nella rapidità dei tempi di soccorso;
- lo stato di inefficienza degli impianti, dei locomotori del MOF mette a rischio la sicurezza dei lavoratori;
CHIEDE
- che codesta Azienda non faccia più operare da soli i lavoratori nelle operazioni di manovra nel MOF, ripristinando, come avveniva prima del citato accordo, la presenza di più operatori;
- che venga, quindi, annullato e rivisto l'accordo del 10/11/10;
- che si proceda ad una manutenzione degli impianti e dei mezzi.
DIFFIDA
ad attuare quanto sopra da subito, dando assicurazione alla scrivente O.S.
ad attuare quanto sopra da subito, dando assicurazione alla scrivente O.S.
Lo Slai cobas fa inoltre presente che, ai sensi del TU 81 sulla sicurezza (ex art. 14 L.626) gli operai sono autorizzati in caso di pericolo di astenersi dall'operazione lavorativa o a prendere misure per evitare le conseguenze di tale pericolo, senza subire pregiudizio per tale azione, e che conseguentemente a quanto sopra, la scrivente O.S. ha comunicato agli operai del MOF la loro legittimità ad astenersi, se soli, dall'operazione di manovra dei locomotori, previa comunicazione al responsabile del Mof, in attesa che codesta azienda provveda a inviare altro operatore.
La scrivente O.S. diffida Fim, Fiom, Uilm, i delegati e Rls del MOF a procedere per quanto di loro competenza per:
- revocare la firma del verbale del 10 novembre 2010;
- verificare che l'azienda metta fine alla pratica di un solo operatore;
- verificare lo stato dei locomotori;
- tutelare i lavoratori che, ai sensi della TU 81 sulla sicurezza, chiedano di non operare da soli e in situazioni di pericoli.
per Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
coordinatore provinciale
Ernesto Palatrasio
ANCHE LO SLAI COBAS ILVA INDICE LO SCIOPERO
Taranto 02/11/12
Spett.le Direzione ILVA S.p.A.
Al responsabile MOF, Colucci
Al responsabile Ufficio Personale
Al Sig. PREFETTO di Taranto
OGGETTO: indizione sciopero - legge 300/70.
La scrivente Organizzazione Sindacale comunica che dalle ore 7 di questa mattina, 2 novembre 2012 e fino alle ore 7 di sabato 3 novembre 2012, è indetto lo sciopero dei lavoratori dello stabilimento ILVA Spa di Taranto, con astensione dal lavoro di 8 ore in tutti i turni lavorativi.
Scopo e obiettivi dello sciopero, proclamato a seguito dell'infortunio mortale avvenuto nel MOF, sono i seguenti:
- che codesta Azienda non faccia più operare da soli i lavoratori nelle operazioni di manovra nel MOF, ripristinando, come avveniva prima dell'accordo del 10 novembre 2010, la presenza di più operatori;
- che venga, quindi, annullato e rivisto l'accordo del 10/11/10;
che si proceda ad una manutenzione degli impianti e dei locomotori.
Questo sciopero si unisce all'astensione già in corso e già regolarmente comunicata da parte dell'Unione Sindacale di Base (USB).
Per quanto riguarda le "comandate", lo Slai cobas chiede a codesta Direzione aziendale di essere messa a conoscenza della necessità delle stesse ed è immediatamente a disposizione per verificare quanti e quali lavoratori devono entrare in fabbrica per essere di "comandata" - si comunica il numero di telefono a cui la responsabile dello Slai cobas può essere subito
rintracciata: 3475301704.
rintracciata: 3475301704.
Si fa presente che ai sensi dell'art. 28 dello Statuto dei lavoratori nessun operaio che aderisca allo sciopero deve subire limitazioni o essere oggetto di interventi disciplinari per aver esercitato questo diritto tutelato da leggi e Costituzione.
La scrivente O.S. chiede un incontro nel più breve tempo possibile per affrontare i punti sopra indicati; tanto nell'interesse di tutti affinchè non prosegua lo stato di agitazione.
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
coordinatrice provinciale
Margherita Calderazzi
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