sabato 26 ottobre 2013

APPELLO: MAI PIÙ MORTI SOTTO I PALCHI!



Ciao,
sono Paola, madre di Matteo, rigger morto durante il montaggio del mega palco per il concerto di Laura Pausini.
Dopo un anno e mezzo dalla morte di mio figlio niente è cambiato. Abbiamo raccolto più di ottantamila firme, e vi ringrazio di cuore per aver firmato, ma poi è tornato il silenzio. 
Chiediamo di nuovo insieme che le norme sulla sicurezza del lavoro e le norme sulle costruzioni attualmente in vigore siano integrate con proposte a tutela degli operai dello spettacolo. E’ ora di dire basta ai morti sotto i palchi!
Vi chiedo di fare un ulteriore sforzo, ve ne sarò grata:
1) Condividete su Facebook
2) Inviate un tweet
Grazie,
Paola Armellini via Change.org

A seguire l’appello che potete firmare su Change.org, all’indirizzo:

APPELLO
A:
Enrico Giovannini, Ministero del Lavoro
Enrico Letta, Presidenza del consiglio
Laura Boldrini, Presidenza della Camera
Pietro Grasso, Presidenza del Senato
Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica
Ministero del Lavoro, Ufficio stampa
MAI PIÙ MORTI SOTTO I PALCHI!
SICUREZZA PER GLI OPERAI DEGLI SPETTACOLI LIVE
A seguito degli incidenti avvenuti negli ultimi 18 mesi nel settore degli spettacoli live il problema della sicurezza sul lavoro è diventato imprescindibile.
Paola Armellini, madre di Matteo, rigger morto il 5 marzo 2012 a Reggio Calabria, chiede alla Presidenza del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato e al Ministro del Lavoro, di intervenire affinché siano finalmente emanate leggi adeguate a tutela degli operai costretti a svolgere il loro lavoro in condizioni di scarsa sicurezza o, addirittura, in assenza completa di idonee misure preventive.
“Dopo un anno e mezzo dalla morte di mio figlio, durante il montaggio del mega palco per il concerto di Laura Pausini, niente è cambiato. Lo dimostra l’ennesima recente tragedia: solo un mese fa Khaled Farouk Abdel Hamid ha perso la vita durante lo smontaggio del concerto dei Kiss, così come era accaduto a Francesco Pinna durante i lavori d’allestimento del palco di Jovanotti, tre mesi prima della morte di Matteo.”
Rigger, scaffolder, facchini, sono tutti “lavoratori invisibili”!
Operai specializzati adibiti a costruire e gestire le strutture per i grandi eventi live, come i concerti con turni di lavoro illimitati, esasperati dalla necessità di rispettare le consegne programmate, e con personale insufficiente. Condizioni rese ancor più “ad alto rischio” dalla mancanza di revisione dei materiali assemblati e da un’ organizzazione dei cantieri basata più sulla consuetudine che sulle regole e sulle leggi; una prassi che non rispetta la gerarchia formale e sostanziale dei ruoli operativi .
Quello dei concerti è un business milionario, l’unico nel mercato della musica in grado di assicurare, ancora oggi, i massicci guadagni di una volta. Una “spettacolarità” ottenuta grazie a strutture che possono superare i 50 metri d’altezza e le 70 tonnellate di peso. È un “gigantismo” che, in mancanza delle necessarie attenzioni progettuali e di una adeguata organizzazione dei cantieri, garantisce certo agli organizzatori un grande risparmio, ma a spese della sicurezza dei lavoratori!
E’ ora di dire basta ai morti sotto i palchi!
Chiediamo che le norme sulla sicurezza del lavoro e le norme sulle costruzioni attualmente in vigore (D.Lgs.81/08 e D.M.14/01/08 “Infrastrutture”), siano integrate con le seguenti proposte:
-         normativa contrattuale specifica per i Lavoratori dello Spettacolo Live, che tenga conto delle diverse mansioni e riconosca il lavoro ad alto rischio;
-         istituzione di un ufficio tecnico nazionale che esamini preventivamente i progetti strutturali e i progetti della sicurezza dei cantieri per gli spettacoli live;
-         sospensione immediata e sequestro delle attrezzature per gli spettacoli organizzati in mancanza dell’autorizzazione dell’ufficio tecnico di cui al punto precedente;
-         copertura assicurativa a carico del committente o datore di lavoro;
-         verifica dell’idoneità delle location che accolgono le strutture da montare;
-         programmazione degli eventi stabilita in base a turni e giornata lavorativa adeguati;
-         obbligo di registrazione dei nominativi dei lavoratori presenti;
-         reperibilità h 24 degli organi competenti preposti (Asl, Ispettorato del lavoro);
-         regolamentazione del sistema di scatole cinesi (appalti e sub-appalti) che lega società di produzione, promoter, service e cooperative nella gestione di tour e spettacoli live.
Le morti sul lavoro sono una piaga sociale che non risparmia alcun settore e che ci riguarda tutti!
E’ probabile che queste proposte non siano sufficienti ad evitare in futuro tragedie come quella di Matteo, Khaled o Francesco. Ma una maggiore attenzione da parte delle istituzioni costituirebbe almeno un primo segnale positivo a tutela di giovani “dimenticati”, e un passo concreto affinché questi operai non rimangano “fantasmi del palcoscenico”.
Cordiali saluti.

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