Ciao,
sono Paola, madre
di Matteo, rigger morto durante il montaggio del mega palco per il concerto di
Laura Pausini.
Dopo un anno e
mezzo dalla morte di mio figlio niente è cambiato. Abbiamo raccolto più di
ottantamila firme, e vi ringrazio di cuore per aver firmato, ma poi è tornato il
silenzio.
Chiediamo di nuovo
insieme che le norme sulla sicurezza del lavoro e le norme sulle costruzioni
attualmente in vigore siano integrate con proposte a tutela degli operai dello
spettacolo. E’ ora di dire basta ai morti sotto i palchi!
Vi
chiedo di fare un ulteriore sforzo, ve ne sarò grata:
1)
Condividete su Facebook
2) Inviate un tweet
Grazie,
Paola Armellini via
Change.org
A seguire l’appello
che potete firmare su Change.org, all’indirizzo:
APPELLO
A:
Enrico Giovannini,
Ministero del Lavoro
Enrico Letta,
Presidenza del consiglio
Laura Boldrini,
Presidenza della Camera
Pietro Grasso,
Presidenza del Senato
Giorgio Napolitano,
Presidente della Repubblica
Ministero del
Lavoro, Ufficio stampa
MAI PIÙ MORTI SOTTO
I PALCHI!
SICUREZZA PER GLI
OPERAI DEGLI SPETTACOLI LIVE
A seguito degli
incidenti avvenuti negli ultimi 18 mesi nel settore degli spettacoli live il
problema della sicurezza sul lavoro è diventato imprescindibile.
Paola Armellini,
madre di Matteo, rigger morto il 5 marzo 2012 a Reggio Calabria, chiede alla
Presidenza del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato e al Ministro del
Lavoro, di intervenire affinché siano finalmente emanate leggi adeguate a tutela
degli operai costretti a svolgere il loro lavoro in condizioni di scarsa
sicurezza o, addirittura, in assenza completa di idonee misure preventive.
“Dopo un anno e
mezzo dalla morte di mio figlio, durante il montaggio del mega palco per il
concerto di Laura Pausini, niente è cambiato. Lo dimostra l’ennesima recente
tragedia: solo un mese fa Khaled Farouk Abdel Hamid ha perso la vita durante lo
smontaggio del concerto dei Kiss, così come era accaduto a Francesco Pinna
durante i lavori d’allestimento del palco di Jovanotti, tre mesi prima della
morte di Matteo.”
Rigger, scaffolder,
facchini, sono tutti “lavoratori invisibili”!
Operai
specializzati adibiti a costruire e gestire le strutture per i grandi eventi
live, come i concerti con turni di lavoro illimitati, esasperati dalla necessità
di rispettare le consegne programmate, e con personale insufficiente. Condizioni
rese ancor più “ad alto rischio” dalla mancanza di revisione dei materiali
assemblati e da un’ organizzazione dei cantieri basata più sulla consuetudine
che sulle regole e sulle leggi; una prassi che non rispetta la gerarchia formale
e sostanziale dei ruoli operativi .
Quello dei concerti
è un business milionario, l’unico nel mercato della musica in grado di
assicurare, ancora oggi, i massicci guadagni di una volta. Una “spettacolarità”
ottenuta grazie a strutture che possono superare i 50 metri d’altezza e le 70
tonnellate di peso. È un “gigantismo” che, in mancanza delle necessarie
attenzioni progettuali e di una adeguata organizzazione dei cantieri, garantisce
certo agli organizzatori un grande risparmio, ma a spese della sicurezza dei
lavoratori!
E’ ora di dire
basta ai morti sotto i palchi!
Chiediamo che le
norme sulla sicurezza del lavoro e le norme sulle costruzioni attualmente in
vigore (D.Lgs.81/08 e D.M.14/01/08 “Infrastrutture”), siano integrate con le
seguenti proposte:
-
normativa
contrattuale specifica per i Lavoratori dello Spettacolo Live, che tenga conto
delle diverse mansioni e riconosca il lavoro ad alto rischio;
-
istituzione di un
ufficio tecnico nazionale che esamini preventivamente i progetti strutturali e i
progetti della sicurezza dei cantieri per gli spettacoli live;
-
sospensione
immediata e sequestro delle attrezzature per gli spettacoli organizzati in
mancanza dell’autorizzazione dell’ufficio tecnico di cui al punto precedente;
-
copertura
assicurativa a carico del committente o datore di lavoro;
-
verifica
dell’idoneità delle location che accolgono le strutture da montare;
-
programmazione
degli eventi stabilita in base a turni e giornata lavorativa adeguati;
-
obbligo di
registrazione dei nominativi dei lavoratori presenti;
-
reperibilità h 24
degli organi competenti preposti (Asl, Ispettorato del lavoro);
-
regolamentazione
del sistema di scatole cinesi (appalti e sub-appalti) che lega società di
produzione, promoter, service e cooperative nella gestione di tour e spettacoli
live.
Le morti sul lavoro
sono una piaga sociale che non risparmia alcun settore e che ci riguarda tutti!
E’ probabile che
queste proposte non siano sufficienti ad evitare in futuro tragedie come quella
di Matteo, Khaled o Francesco. Ma una maggiore attenzione da parte delle
istituzioni costituirebbe almeno un primo segnale positivo a tutela di giovani
“dimenticati”, e un passo concreto affinché questi operai non rimangano
“fantasmi del palcoscenico”.
Cordiali saluti.
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