Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro
Morti sui luoghi di lavoro
dal 2008 al 30 settembre d’ogni anno
Al 30 settembre del 2008 i morti sui luoghi di lavoro furono
462
Al 30 settembre del 2009 i morti sui luoghi di lavoro furono
419
Al 30 settembre del 2010 i morti sui luoghi di lavoro furono
430
Al 30 settembre del 2011 i morti sui luoghi di lavoro furono
495
Al 30 settembre del 2012 i morti sui luoghi di lavoro furono
465
Al 30 settembre del 2012 i morti sui luoghi di lavoro furono
446
Come potete vedere con un andamento di poco altalenante la
situazione delle morti sui luoghi di lavoro praticamente è sempre la stessa,
anzi, se si pensa che da quell’anno si sono persi milioni di posti di lavoro si
può affermare con certezza che la situazione è nettamente peggiorata. E quello
che scrivo è incontestabile perchè le morti sono tutte documentate. Occorre
ricordarsi anche che a queste vittime dell’indifferenza, occorre aggiungerne
almeno altrettante per le morti in itinere e sulle strade, quindi potete
tranquillamente raddoppiare il numero di morti e saremmo sempre in difetto. Per
poi non parlare dei lavoratori in nero che muoiono sulle strade e che passano
“genericamente” per vittime “d’incidenti stradali” e che nessuno può
quantificare, e anche noi purtroppo non possiamo inserire tra queste vittime
del lavoro non conoscendo l’entità del fenomeno. Tutti gli anni si parla di
“favolosi cali” delle morti sul lavoro. Una vera mistificazione, che fa presa
anche sulla politica che mai s’interessa di queste tragedie. Ma di che cali parliamo? Se andate a
vedere le statistiche ufficiali sulle morti sui luoghi di lavoro potete vedere
con i vostri occhi che sono tutti gli anni mediamente il 20/30% in meno da
quelle registrate da noi. Ma quelle persone che noi abbiamo registrato come
morti sul lavoro cosa sono dei manichini e non vite spezzate da infortuni sul
lavoro che spesso sono dovute alla mancanza di scurezza? Ci sono morti sul
lavoro di serie A e di serie B? Sono uomini e donne a cui non danno neppure la
dignità di essere classificati come morti sul lavoro. INCREDIBILE. Soprattutto è incredibile l’indifferenza della
politica che nulla ha fatto in questi anni per cercare di far diminuire queste
morti, anzi, hanno vergognosamente “alleggerito” la normativa sulla Sicurezza
con leggi che anche l’Europa ci contesta, dopo che un operaio testardo e
determinato come Marco Bazzoni (eroe oscuro del nostro tempo, come ce ne sono tanti
sparsi per l’Italia) ha fatto addirittura mettere in mora il nostro paese
perchè tali stravolgimenti sulla Sicurezza non sono adeguati e indegni per
l’Europa di cui facciamo parte. E questo con il Governo Berlusconi che aveva
come ministro uno come Sacconi, sempre schierato a favore degli industriali e
contro la più grande organizzazione dei lavorati come la CGIL…Poi è arrivato il
Governo Monti, appoggiato anche dal PD, un partito che aveva per tradizione,
prima che si trasformasse in un “ammasso” di non si sa che cosa, la maggioranza
dei lavoratori tra i suoi elettori. Quel governo pieno d’industriali, medici,
professionisti della politica, avvocati (oltre 100) soubrette riciclate,
tecnocrati che prendevano gli ordini dalle banche ha indistintamente allungato
l’età della pensione di diversi anni per tutti, indipendentemente dal lavoro
che svolgevano. Come si fa a mettere sullo stesso piano un agricoltore che
guida un trattore, un edile che lavora su un tetto, un operaio che lavora su macchinari
pericolosi, un autista di un Tir con uno che lavora con un computer? Io ho 64
anni, da alcuni anni ho artrosi in diverse parti del corpo, i miei riflessi non
sono più così pronti come quando ne avevo 50 0 60. Ma a questa gente poco
interessa, mica ci sono loro a svolgere questi lavori pericolosi, e neppure i
loro familiari. Non s’interessano neppure dei tantissimi capannoni industriali
che non rispettano le norme antisismiche del 2005 e questo dopo un terremoto
come quello in Emilia dell’anno scorso che ha messo in luce la fragilità di
queste strutture. Nessuno si è degnato di rispondere, di smentire o di
riassicurare che qualcosa si sta facendo. Io dico VERGOGNA. Le tante persone che con lavoro volontario e con la
passione che ci mettono per migliorare il nostro paese, non si meritano una
classe dirigente come questa. Ringrazio le centinaia di persone che mi hanno scritto di non mollare, ma è
molto difficile continuare così.
Spero che l’indignazione degli italiani arrivi ad un punto
tale da farli sobbalzare dalla vergogna. Ma ne dubito. Carlo Soricelli curatore
dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
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