Invio il comunicato
stampa predisposto dal “Comitato per la salute nei luoghi di lavoro e sul
territorio” di Sesto San Giovanni, formato prevalentemente da ex lavoratori
Breda e Pirelli, difeso dall’avvocato Laura Mara come AIEA e
MD
Saluti
Fulvio
Aurora
Inviamo per
conoscenza, un comunicato stampa del nostro Comitato sull’udienza che si è
tenuta oggi del processo contro i dirigenti della Pirelli di Milano.
Cordiali saluti.
Per il Comitato per
la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio.
Michele Michelino
michele.mi@inwind.it
MORTI PER AMIANTO
ALLA PIRELLI: SENTITI OGGI COME TESTIMONI ALTRI 8 LAVORATORI. IL PROCESSO CONTRO
I DIRIGENTI PIRELLI CONTINUA E GLI OPERAI CONTINUANO A
MORIRE.
Oggi 24 gennaio
2014 si è svolta un’altra udienza del 1° processo (giudice dottor Martorelli)
che vede sul banco degli accusati 11 dirigenti della Pirelli di viale Sarca e
via Ripamonti a Milano, accusati della morte di 24 operai.
Alle ore 9,30 è
cominciato nell’aula 6 del 3° piano del Palazzo di Giustizia di Milano
l’interrogatorio dei 10 lavoratori chiamati a testimoniare: solo 8 erano
presenti perchè nel frattempo due sono deceduti.
Il primo degli 8 ex
lavoratori (classe 1943) chiamati dal PM dottor Maurizio Ascione a descrivere le
condizioni di lavoro nella fabbrica quando lavorava (dal 1972 al 1984) e le
sostanze usate nel processo di produzione, ha descritto le condizioni di lavoro
del reparto cinturati pesanti (gomme) e, a precise domande sull’amianto ha
affermato: “Eravamo circondati dall’amianto, l’amianto era presente su tutte le
lavorazioni a caldo sui macchinari, sui tubi e l’azienda non ci ha mai informato
sui rischi che correvamo. Lavoravamo in locali polverosi (nerofumo, ecc.) e ho
visto che i manutentori senza mezzi di protezione individuali coibentavano i
tubi con le mani”. Alla domanda del PM se avesse contratto malattie, ha
risposto: “Sì, ho un tumore alla prostata, uno alla vescica e mi hanno tolto un
polmone”.
Il secondo teste,
un operaio manutentore elettricista classe 1946 in servizio dal 1968 al 1998, a
domande del PM e degli avvocati ha risposto: “l’azienda era piena di amianto,
nessuno ci ha informato sui rischi e c’erano reparti infernali come la sala
mescole”. Alla domanda del PM se avesse problemi di salute, ha risposto: “Ho un
tumore al rene”.
Il terzo teste,
classe 1930 in Pirelli dal 1968 al 1985, lavoratore addetto alla mensa e al
reparto cinturato ha ribadito che sull’amianto non era stata data “nessuna
informazione sui rischi e che gli ambienti di lavoro erano sempre
insalubri”.
Il quarto teste,
operaio manutentore delle caldaie dal 1952 al 1984, ha dichiarato che l’amianto
era “ovunque nelle gallerie dove lavorava”
Il quinto teste,
operaio del reparto cavi, classe 1938, addetto alle trafile PVC e
vulcanizzazione, ha detto che “l’amianto era nei cavi intrecciati e
nell’ambiente”. Alla domanda del PM su eventuali malattie ha risposto: “Ho un
tumore al rene e uno alla vescica”.
Il sesto teste,
operaio del reparto vulcanizzazione gomme classe 1937 ha dichiarato “si lavorava
con la carcassa della gomma riempita d’amianto e c’era nebbia in reparto per la
polvere. I capi non davano mascherine, le ventole non aspiravano” e alla rituale
domanda del PM ha risposto: “Sono stato operato alla
vescica”.
Il settimo teste,
operaio del reparto mescole dal 1973 al 1981, classe 1924, ha detto “non ci
davano nessuna informazione sui rischi e non c’erano
mascherine”.
L’ottavo teste,
assistente di produzione alla copertura delle gomme, dipendente Pirelli dal 1969
al 1989, ha dichiarato che dopo aver visto tutti i suoi amici andati in pensione
morire poco dopo, anche lui subito dopo la pensione ha avuto “tumori alla
vescica e al rene”.
Crediamo che la
pura sintesi delle testimonianze esprima chiaramente cosa significa la ricerca
del massimo profitto da parte d’industriali e dirigenti senza scrupoli, coperti
da istituzioni complici e da politici e sindacalisti sul libro paga dei padroni,
che ha portato alla morte decine di migliaia di persone.
Lo sfruttamento
degli esseri umani è un crimine contro l’umanità. Chi non rispetta la salute dei
lavoratori e dei cittadini, condannandoli a morte per risparmiare sulle misure
di sicurezza, è un criminale e come tale va perseguito.
Sesto San Giovanni,
24 gennaio 2014
COMITATO PER LA
DIFESA DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO E NEL TERRITORIO
via Magenta, 88
20099 Sesto San Giovanni (MI)
c/o Centro
Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli”
telefono e fax 02
26 22 40 99
cellulare 335 78 50
799
e-mail cip.mi@inwind.it
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