domenica 19 gennaio 2014

Isochimica di Avellino: 80 operai contaminati dall’amianto

Isochimica, i medici: «Ottanta operai contaminati dall’amianto. Dentro di loro un killer pronto ad entrare in azione»
Lo studio del dottor Polverino conferma le accuse dei lavoratori.
Nasce il comitato unico degli ex lavoratori di Avellino e Salerno

Avellino – «Il cento per cento degli operai salernitani dell’Isochimica di Avellino, che si sono sottoposti ai nostri accertamenti medici, sono risultati contaminati dall’amianto». Lo ha detto, nella sede dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Salerno, il professor Mario Polverino, direttore del Polo pneumologico dell’ospedale “Scarlato” di Scafati, nel corso della presentazione dello studio da lui condotto in due anni. Parole che pesano come macigni sul futuro degli ex lavoratori. Parole che confermano quanto annunciato da altri esperti negli scorsi mesi dopo screening condotti anche sugli operai irpini. Quadri clinici seriamente compromessi, secondo gli esperti salernitani, che potrebbero ulteriormente complicarsi se i diretti interessati dovessero continuare ad essere impegnati in lavori “difficili”, come fabbriche o aziende in cui si è a contatto con ulteriori sostanze. Parole che pesano come macigni sul futuro degli ex lavoratori. Parole che confermano quanto annunciato da altri esperti negli scorsi mesi dopo screening condotti anche sugli operai irpini. Quadri clinici seriamente compromessi, secondo gli esperti salernitani, che potrebbero ulteriormente complicarsi se i diretti interessati dovessero continuare ad essere impegnati in lavori “difficili”, come fabbriche o aziende in cui si è a contatto con ulteriori sostanze. «L’amianto – ha spiegato – è pericoloso per la salute poiché le fibre che lo compongono, oltre mille volte più sottili di un capello umano, possono essere inalate e danneggiare le cellule mesoteliali, provocando, in alcuni casi, il cancro. Se si depositano nei polmoni, queste piccole fibre possono dare origine a varie malattie, come l’asbestosi o il tumore, come appunto il mesotelioma. É fondamentale che i lavoratori vengano controllati e monitorati per tutta la vita. All’interno del loro organismo hanno un killer pronto ad entrare in azione. É importante ricordare – ha ribadito Polverino – che vi può essere una latenza temporale particolarmente elevata, dai 15 ai 45 anni e che il rischio non diminuisce una volta eliminata completamente l’esposizione, ma rimane costante per tutta la vita». I dati non riguardano la totalità dei lavoratori, bensì solo di un’ottantina. Alcuni, frattanto, erano già morti, mentre altri non è stato possibile rintracciarli o si sono dimostrati irreperibili perché avevano paura di affrontare questa verità sulla propria salute. Ci sono, poi, tutta una serie di fattori di rischio che possono aumentare la percentuale di malattia. Infatti, un soggetto fumatore che in quel periodo è entrato in contatto con l’amianto, ha il 60 per cento di probabilità in più di ammalarsi rispetto ai suoi colleghi non fumatori. Durante l’incontro si è parlato anche della bonifica el sito di Borgo Ferrovia “dove – ha spiegato Carlo Sessa, operaio irpino presente all’incontro con una delegazione di ex colleghi – sorge anche un asilo nido e un campetto di calcio”, della possibilità di avviare uno stesso screening sul territorio avellinese e della modifica della Legge 257 del ’92. «Se altrove ci sono state omissioni da parte dei medici, non troveranno certo la solidarietà del nostro Ordine – ha rimarcato il presidente Bruno Ravera -». Intanto martedì tornerà a riunirsi il comitato degli ex lavoratori della fabbrica dei veleni di Salerno e Avellino. «Queste nuove dichiarazioni rese da uno dei massimi esperti fanno davvero tremare le gambe – spiega Carlo Sessa -. Sappiamo di essere con buona probabilità dei condannati a una morte precoce. Ci auguriamo che parta presto il processo, perchè chi ha sbagliato paghi, soprattutto quanti hanno saputo e mentito. Mentre i nostri politici, sindacati e referenti devono solo provare vergogna nel vedere che questa è l’ulteriore conferma che avrebbero dovuto fare molto di più».
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