martedì 28 gennaio 2014

Esposto USI e Rsu Usi di Zètema per salute e sicurezza al Museo della Civiltà Romana...

COMUNICATO RADIO STAMPA - PER PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE, grazie

Roma, 27 gennaio 2014
"Tutelare la salute e la sicurezza di chi lavora, della cittadinanza produce fastidio per chi governa, finchè la salute e la sicurezza non sono un bene da tutelare ma sono ancora considerati un costo da sopportare"
In merito all'Esposto segnalazione di Unione Sindacale Italiana per il Museo della Civiltà Romana:
Si precisa che su esposto segnalazione denuncia dell'Unione Sindacale Italiana e della
RSU interna della società Zètema, in materia di salute e sicurezza a tutela di lavoratrici e lavoratori e della cittadinanza che visita i siti museali, l'Ispettorato del lavoro di Roma ha fatto sopralluoghi al Museo della Civiltà Romana e al Planetario, riscontrando la veridicità e attendibilità di quanto segnalato ed esposto dal sindacato autoganizzato USI, che aveva in più occasioni fatto anche molte segnalazioni interne in materia ai vertici aziendali e comunali.
Gli Ispettori del lavoro hanno dato al Comune e alle società che gestiscono le attività museali dei termini di prescrizione per lavori di adeguamento e messa a norma, che solo in parte sono stati iniziati, ma che non hanno risolto nè eliminato i fattori di rischio e pericolo segnalati dall'USI, che è in prima fila sulle iniziative su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sui territori, facendo parte sia del "Comitato 5 aprile" di Roma che è nodo locale della RETE NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E SUI TERRITORI.
Al termine della fase preliminare e per garantire una prima fase di messa a norma, la Sovrintendenza capitolina di Roma Capitale e la stessa Zètema hanno predisposto la chiusura parziale di alcune sale del Museo della Civiltà Romana e altre misure la cui incisività ed effettività sarà costantemente monitorata non solo dagli organismi di vigilanza preposti, ma dalla stessa Unione Sindacale Italiana, che ritiene la prevenzione, l'attenzione e l'intervento per l'eliminazione dei fattori di rischio e pericolo o almeno la sua sostanziale riduzione un elemento importante per evitare che si sottovaluti il problema e si debba poi commentare incidenti sul lavoro con feriti, morti sul lavoro o danni agli utenti e alle strutture pubbliche.
La preoccupazione dell'Usi e delle rappresentanze interne nei posti di lavoro è che tale provvedimento per il Museo della Civiltà Romana, sia solo una misura parziale e insufficiente, che non elimina la questione e dia solo un segnale di facciata che sposta la questione nel tempo, mentre per Usi le questioni relative alla salute di chi lavora, alla sicurezza per utenti, visitatori e cittadinanza e sicurezza degli edifici come di siti lavorativi e produttivi, necessiti di un intervento pianificato, programmato nel tempo e con attenzione più alla fase di prevenzione, informazione e formazione per i vari rishci e pericoli, con valutazione dei costi e dei benefici complessivi, piuttosto  che di intervento successivo quando i danni si sono provocati.
Per l'Unione Sindacale Italiana come per la stessa rete nazionale per la salute e la sicurezza, la salute non è una merce e la sicurezza non può essere considerata un costo da sopportare, ma sono interessi e beni collettivi da tutelare in modo pieno ed efficace.
L'USI esprime la sua solidarietà alla collega, in servizio presso il Museo della Civiltà Romana e dipendente di Zètema, associata al sindacato autorganizzato, che venerdì scorso è stata fatta oggetto di intimidazioni e aggressione da parte di funzionarie comunali, che in modo sbagliato e inesatto l'avevano ritenuta "colpevole" di aver chiesto all'Usi di intervenire segnalando le molte inadempienze in materia di sicurezza e salute sul lavoro, riscontrate poi dai Serizi Ipsettivi del Lavoro dopo intervento ufficiale del sidnacato autorganizzato.
La lavoratrice ha avuto una prognosi di 5 giorni dal pronto soccorso ospedaliero al quale si è recata, fatto questo che getta una ulteriore ombra sul fatto che i diritti di chi lavora anche di poter svolgere un lavoro in sicurezza e in condizioni di serenità e salute, sono messi a rischio se si rompe il muro di omertà e si effettua un adempimento che è dovere di ogni dipendente segnalare quando se ne viene a conoscenza, come è espressamente previsto dalle norme italiane ed europee su sicurezza e salute eni
luoghi di lavoro. La pressione e le attività sindacali anche per la piena tutela su questa materia svolte dall'Unione Sindacale Italiana, proseguiranno come del resto quelle della stessa rete nazionale,
che ha seguito i principali processi e situazioni a livello nazionale (Thyssenkrupp, Umbria Olii, ILVA di Taranto, Eternit, Molfetta, Trani, Ravenna, Cantieri Navali di Palermo, Genova e tanti altri), fino a che
non sarà garantita la piena ed efficace tutela e applicazione delle norme per chi lavora e chi fruisce dei servizi e attività, su sicurezza e salute.

Unione Sindacale Italiana segreteria intercategoriale e mail usiait1@virgilio.it, blog www.unionesindacaleitaliana.blogspot.com                  


Riportiamo qui sotto, un articolo pubblicato su "Il Messaggero", che riprende solo alcune parziali e meno attendibili notizie, con dichiarazioni di funzionari cgil, sindacato che non ha fatto alcun atto ufficiale concreto...

Chiude il museo della Civiltà Romana: sale interdette per violazioni alle norme sulla sicurezza
di Laura Larcan


Pensare che sul famoso portale Tripadvisor, tanti viaggiatori hanno
commentato che il suo patrimonio è «assolutamente da non perdere»
Invece, ancora tre giorni e poi il Museo della Civiltà Romana chiuderà. Dal
28 gennaio la Sovrintendenza capitolina ha disposto «una interdizione» delle
sale fino a data da definirsi. Mercoledì mattina gli ispettori del Ministero
del Lavoro si sono presentati all’ingresso su largo Agnelli per verificare
lo stato degli adeguamenti richiesti, secondo le prescrizioni normative, nel
corso dell’ultimo sopralluogo compiuto a fine ottobre.

Sul posto sono arrivati subito il direttore del museo, nonché
sovrintendente ad interim Claudio Parisi Presicce, e l’Assessore alla
Cultura Flavia Barca (entrata da una porta di servizio). La ricognizione ha
confermato le «inadempienze». Gli ispettori hanno così verbalizzato che le
violazioni riscontrate nei mesi scorsi non sono state sanate, ad eccezione
dei correttivi al Planetario (tra uscite d’emergenza e segnaletica).
Risultato, chiusura del Museo (tranne la sala del plastico) e apertura del
Planetario. E c’è già chi scommette che si sia intervenuti per favorire solo
il Planetario (visto che fa i numeri) a scapito del museo.

«Sarà una interdizione parziale, che va intesa come un segnale di attenzione
verso questa struttura che si porta dietro da anni grandi problemi - dice la
Barca - Inizieremo i lavori di adeguamento e nel frattempo le sale aperte
saranno visitabili gratis». Certo, la chiusura in extremis del museo aiuta
anche a risolvere lo spettro della denuncia penale che pende sulla direzione
in mancanza di adeguamento alle norme: le «porte chiuse», infatti, bloccano
l’iter del procedimento.

LA DENUNCIA
La preoccupazione rimane alta: «Le nostre sollecitazioni sono rimaste
inascoltate - dichiara Natale Di Cola segretario della Cgil Funzione
pubblica di Roma e Lazio - Il direttore Parisi Presicce e l'assessore Barca,
a cui abbiamo scritto più volte, non ci hanno incontrato. Oggi, al loro
posto, parlano gli ispettori che obbligano al rispetto della legge chi quel
posto fino ad ora lo ha gestito con troppa leggerezza. Non vorremmo che
questo modo di agire, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali,
insieme ai consistenti tagli già annunciati al settore cultura,
costituiscano le basi della politica di questa nuova amministrazione».
Intanto, da martedì, via al trasloco del personale. E bye bye ai colossali
calchi della Colonna Traiana.
Venerdì 24 Gennaio 2014 - 08:56

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