giovedì 9 gennaio 2014

Padrone fa sparire il risarcimento per un infortunio di un operaio con la complicità della banca




Datore di lavoro fece sparire il denaro destinato a risarcimento dell'infortunio di un operaio. A processo per concorso i bancari presunti complici

L'uomo è già stato condannato in primo grado dal tribunale di Cuneo

Per la procura di Cuneo avrebbero concorso nella mancata esecuzione di un provvedimento del giudice. Gli imputati sono il direttore e il cassiere della filiale di una banca del cuneese che si sarebbero resi complici di C.B., processato e condannato dal tribunale di Cuneo per aver fatto sparire i soldi versati dall'assicurazione, 25 mila euro, destinati al risarcimento di un operaio che lavorava presso la sua ditta, rimasto vittima di un grave infortunio nel 2006.

La somma era stato accreditata sul conto di C.B. nel 2008. Di questi furono ritirati 241 mila euro, dei quali una parte, circa la metà, finirono sul conto del figlio M.B., il quale poco tempo dopo li versò a provvista per un proprio prodotto assicurativo. Gli altri 121 mila furono invece prelevati con un'operazione bancaria più subdola, ovvero “extra conto”, in modo che non risultasse negli estratti conto bancari.

L'accusa ipotizza che con la complicità del direttore della filiale fu fatto figurare un prelievo di contanti, mentre in realtà fu eseguito un bonifico a favore di un fondo gestioni intestato ancora al figlio M.B.. Fra il 2010 ed il 2011 intervenne il provvedimento di sequestro dei 241 mila euro. Appena ne venne a conoscenza, M.B. avrebbe cercato di recuperare in extremis il denaro dal fondo gestioni a lui intestato.

“Nell'ottobre 2010 il pm aveva chiesto l'acquisizione della documentazione bancaria del conto corrente intestato a C.B. per sapere sei i 258 mila euro erano stai versati dalla compagnia assicuratrice come risarcimento”, ha spiegato il maresciallo della Guardia di Finanza che svolse le indagini. “Nell'ottobre 2008 C.B. aveva invece già svuotato il conto, facendo figurare un prelevamento in contanti. Operazione non possibile, visto che tale somma liquida non c'era nelle casse della banca. Una sorta di 'denaro virtuale' che avrebbe permesso l'emissione di assegni circolari intestati al figlio”.

La difesa obietta invece che il denaro era stato smobilitato prima che arrivasse l'avviso di sequestro conservativo da parte del giudice e che quindi i bancari non ne potevano sapere nulla.

Attualmente sono stati recuperati solo 150 mila euro che l'operaio, rimasto parzialmente invalido, a distanza di tanti anni dall'infortunio, potrà ricevere come parte del risarcimento proveniente dall'assicurazione del datore di lavoro.

Monica Bruna

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