lunedì 27 gennaio 2014

Prato una strage dimenticata

comunicato:
Prato non è stata una strage "cinese": i 7 operai sono stati uccisi dalla catena del profitto dei padroni della moda italiana protetti dalle istituzioni

Gli operai cinesi della fabbrica tessile "Teresa Moda" a Prato sono morti per gli enormi profitti dei marchi grandi e piccoli del "made in Italy", garantiti dalla catena del subappalto con salari da fame, lavoro nero, orari e ritmi elevatissimi e nessuna assistenza.
Questi operai vivevano l'intera giornata nel luogo in cui lavoravano. Segregati, stipati in loculi di cartongesso dove riposare, con le finestre sbarrate e oscurate. E quì sono morti per la totale assenza di sicurezza.
I politicanti, lo Stato italiano, con la complicità di quello cinese e del suo consolato di Firenze, coprono le responsabilità degli italianissimi marchi, i confederali e le istituzioni non fanno niente, mentre si
diffonde, al contrario, il razzismo dall'alto che vuole scaricare la responsabilità di questa condizione schiavistica sugli stessi operai orientali.
Sono quattro gli indagati per disastro colposo, omicidio colposo plurimo, omissione dolosa di tutela e sfruttamento di manodopera clandestina. Però i criminali, ad ora, sono solo i padroni e i loro aguzzini cinesi.
Nell'inchiesta vogliamo che emergono le responsabilità dei padroni assassini italiani, dal proprietario del capannone ai padroni dei marchi italiani, per i cui profitti sono morti bruciati i 7 operai immigrati!
Come per gli operai della Thyssen, dell’Ilva, dei lavoratori e della popolazioni uccisi dall’Eternit, la Rete nazionale per la salute e sicurezza sul lavoro e sui territori fa appello alla mobilitazione per organizzare una nuova iniziativa nazionale a Prato


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