Da:
Articolo 21
Anche il 2013 si
avvia alla fine e per quanto riguarda le morti sul lavoro nulla è cambiato. I
dati dell’Osservatorio indipendente di Bologna (http://cadutisullavoro.blogspot.it),
diretto dall’amico Carlo Soricelli, ex operaio metalmeccanico in pensione, al 24
Dicembre 2013, ci dicono che nel 2013 sono morti sul lavoro oltre 1.180
lavoratori (stima minima) e molto probabilmente a fine anno saranno oltre
1.200.
Il mio pensiero va
ai lavoratori che purtroppo non ci sono più e ai loro familiari, che passeranno
un Natale molto triste senza di loro.
Io ci ho provato a
far si che cambiassero le cose, che aumentasse la sicurezza sul lavoro: Dio solo
sa se ci ho provato!
Ho fatto anche
aprire una procedura d’infrazione a livello europeo, perché la legge per la
sicurezza sul lavoro italiana (D.Lgs.81/08 come modificato dal D.Lgs.106/09
dell’ex Governo Berlusconi), violava alcuni punti della direttiva europea quadro
89/391/CEE.
Per questa
procedura d’infrazione (la 2010/4227), per cui è stato emesso un parere motivato
il 21 Novembre 2012 (vedi http://www.aitep.eu/it/public/downloads/UE-Messa-in-mora-Italia-2010-4227_Dldg_81_testo_unico.pdf),
probabilmente l’Italia verrà deferita alla Corte di Giustizia Europea se non il
Governo prenderà provvedimenti a breve.
Ma purtroppo chi
veramente avrebbe il potere di cambiare le cose o non ci sente o fa finta di non
sentirci! Con il Decreto Legge 69/13 (detto “Decreto del fare”), il Governo
Letta ha addirittura “semplificato le norme per la sicurezza sul lavoro”, ma
purtroppo queste modifiche ridurranno la sicurezza sul lavoro, non la
aumenteranno.
Anzi è probabile
che la Commissione Europea aprirà anche un ulteriore procedura d’infrazione per
la sicurezza sul lavoro, perché diverse di queste modifiche violano alcune
Direttive europee, come l’esonero dagli obblighi di cui al titolo IV del
D.Lgs.81/08 sui Cantieri temporanei o mobili, che viola la Direttiva 92/57/CEE o
come le proroghe di adeguamento antincendio, che violano la direttiva europea
89/391/CEE.
Come se, per
aumentare la sicurezza sul lavoro, si potesse ridurre le relative norme, visto
che diversi datori di lavoro considerano la sicurezza sul lavoro, come un costo
insostenibile per le loro imprese.
Però non sanno, o
fanno finta di non sapere, che la mancata sicurezza sul lavoro ha un costo
sociale spaventoso per lo Stato: oltre 45 miliardi di euro
l’anno.
L’ex Ministro
dell’Economia Giulio Tremonti, 3 anni fa (fine agosto 2010) disse (poi in parte
rettificato) “la 626 è un lusso che non possiamo
permetterci”.
Mentre 1.200 morti
sul lavoro ogni anno, quelli possiamo ancora
permetterceli?
Purtroppo è così
che viene vista la sicurezza sul lavoro in Italia: che
tristezza!
Inoltre, sono anni
che vado dicendo che va modificato il Testo Unico 1124/65 che regola i
risarcimenti per gli infortuni e le morti sul lavoro, perché è una vergogna che,
in certi casi, la morte di un lavoratore venga risarcita dall’Inail solo con un
assegno una tantum di rimborso spese funerarie di 2.046 euro e 81
centesimi.
Purtroppo questa
legge assurda, che ha quasi 50 anni, prevede infatti che abbiano diritto alla
rendita a superstite, in caso di infortuni mortali, coniugi e figli e, se
assenti, gli ascendenti viventi e a carico del defunto, che contribuiva quindi
al loro mantenimento. Perciò non hanno diritto alla rendita, ad esempio quei
genitori delle vittime del lavoro che non risulti ricevessero contributi al
mantenimento, dal loro caro ammazzato dall’insicurezza nei luoghi di
lavoro.
Ho fatto anche una
petizione che ha raccolto molte adesioni per far modificare il Testo Unico
1124/65, ma nessuno mi ha preso in considerazione.
Quello che mi
domando è questo: ma in Parlamento c’è Marco Bazzoni o altre
persone?
Perché se come
sembra ci sono altri (io lavoro in fabbrica dal settembre 1994, cioè da quasi 20
anni), perché non fanno qualcosa di concreto affinché aumenti la sicurezza e
salute nei luoghi di lavoro?
Quanti infortuni e
morti sul lavoro ci devono essere ancora?
Ogni anno mi faccio
la stessa domanda, ma niente cambia in meglio per la sicurezza sul lavoro,
facciamo come i gamberi, un passo in avanti e due
indietro!
Un Paese che si
definisce civile come l’Italia non può permettersi tutti questi infortuni e
morti sul lavoro: è così difficile da capire?
25 dicembre
2013
Marco
Bazzoni
Operaio
metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza
Firenze
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