giovedì 2 gennaio 2014

MORTI SUL LAVORO, IL 2013 FINISCE E NULLA E’ CAMBIATO



Da: Articolo 21

Anche il 2013 si avvia alla fine e per quanto riguarda le morti sul lavoro nulla è cambiato. I dati dell’Osservatorio indipendente di Bologna (http://cadutisullavoro.blogspot.it), diretto dall’amico Carlo Soricelli, ex operaio metalmeccanico in pensione, al 24 Dicembre 2013, ci dicono che nel 2013 sono morti sul lavoro oltre 1.180 lavoratori (stima minima) e molto probabilmente a fine anno saranno oltre 1.200.
Il mio pensiero va ai lavoratori che purtroppo non ci sono più e ai loro familiari, che passeranno un Natale molto triste senza di loro.

Io ci ho provato a far si che cambiassero le cose, che aumentasse la sicurezza sul lavoro: Dio solo sa se ci ho provato!
Ho fatto anche aprire una procedura d’infrazione a livello europeo, perché la legge per la sicurezza sul lavoro italiana (D.Lgs.81/08 come modificato dal D.Lgs.106/09 dell’ex Governo Berlusconi), violava alcuni punti della direttiva europea quadro 89/391/CEE.
Per questa procedura d’infrazione (la 2010/4227), per cui è stato emesso un parere motivato il 21 Novembre 2012 (vedi http://www.aitep.eu/it/public/downloads/UE-Messa-in-mora-Italia-2010-4227_Dldg_81_testo_unico.pdf), probabilmente l’Italia verrà deferita alla Corte di Giustizia Europea se non il Governo prenderà provvedimenti a breve.

Ma purtroppo chi veramente avrebbe il potere di cambiare le cose o non ci sente o fa finta di non sentirci! Con il Decreto Legge 69/13 (detto “Decreto del fare”), il Governo Letta ha addirittura “semplificato le norme per la sicurezza sul lavoro”, ma purtroppo queste modifiche ridurranno la sicurezza sul lavoro, non la aumenteranno.
Anzi è probabile che la Commissione Europea aprirà anche un ulteriore procedura d’infrazione per la sicurezza sul lavoro, perché diverse di queste modifiche violano alcune Direttive europee, come l’esonero dagli obblighi di cui al titolo IV del D.Lgs.81/08 sui Cantieri temporanei o mobili, che viola la Direttiva 92/57/CEE o come le proroghe di adeguamento antincendio, che violano la direttiva europea 89/391/CEE.

Come se, per aumentare la sicurezza sul lavoro, si potesse ridurre le relative norme, visto che diversi datori di lavoro considerano la sicurezza sul lavoro, come un costo insostenibile per le loro imprese.
Però non sanno, o fanno finta di non sapere, che la mancata sicurezza sul lavoro ha un costo sociale spaventoso per lo Stato: oltre 45 miliardi di euro l’anno.

L’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, 3 anni fa (fine agosto 2010) disse (poi in parte rettificato) “la 626 è un lusso che non possiamo permetterci”.
Mentre 1.200 morti sul lavoro ogni anno, quelli possiamo ancora permetterceli?
Purtroppo è così che viene vista la sicurezza sul lavoro in Italia: che tristezza!

Inoltre, sono anni che vado dicendo che va modificato il Testo Unico 1124/65 che regola i risarcimenti per gli infortuni e le morti sul lavoro, perché è una vergogna che, in certi casi, la morte di un lavoratore venga risarcita dall’Inail solo con un assegno una tantum di rimborso spese funerarie di 2.046 euro e 81 centesimi.
Purtroppo questa legge assurda, che ha quasi 50 anni, prevede infatti che abbiano diritto alla rendita a superstite, in caso di infortuni mortali, coniugi e figli e, se assenti, gli ascendenti viventi e a carico del defunto, che contribuiva quindi al loro mantenimento. Perciò non hanno diritto alla rendita, ad esempio quei genitori delle vittime del lavoro che non risulti ricevessero contributi al mantenimento, dal loro caro ammazzato dall’insicurezza nei luoghi di lavoro.
Ho fatto anche una petizione che ha raccolto molte adesioni per far modificare il Testo Unico 1124/65, ma nessuno mi ha preso in considerazione.

Quello che mi domando è questo: ma in Parlamento c’è Marco Bazzoni o altre persone?
Perché se come sembra ci sono altri (io lavoro in fabbrica dal settembre 1994, cioè da quasi 20 anni), perché non fanno qualcosa di concreto affinché aumenti la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro?
Quanti infortuni e morti sul lavoro ci devono essere ancora?
Ogni anno mi faccio la stessa domanda, ma niente cambia in meglio per la sicurezza sul lavoro, facciamo come i gamberi, un passo in avanti e due indietro!
Un Paese che si definisce civile come l’Italia non può permettersi tutti questi infortuni e morti sul lavoro: è così difficile da capire?

25 dicembre 2013
Marco Bazzoni
Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Firenze

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