INDICE
Associazione
Italiana Esposti Amianto aiea.mi@tiscali.it
AIEA:
COMUNICATO STAMPA
Samanta
Di Persio samantadipersio@virgilio.it
LA REPUBBLICA
FONDATA SULLE SEMPLIFICAZIONI
Marco
Bazzoni bazzoni_m@tin.it
UIL:
IL PACCHETTO SEMPLIFICAZIONI METTE A RISCHIO TESTO UNICO
SICUREZZA
Marco
Bazzoni bazzoni_m@tin.it
D.L.
SEMPLIFICAZIONI BIS: CGIL IN ALLARME "IN PERICOLO LA SICUREZZA SUL
LAVORO"
Gino
Carpentiero ginocarpe@teletu.it
INVITO
PER IL 12 OTTOBRE 2012: FILM SU PIETRO MIRABELLI
Gino
Carpentiero ginocarpe@teletu.it
MAL
DI LAVORO: SEMINARIO
IL 17 NOVEMBRE A FIRENZE CON RENATO CURCIO
MORTI
SUL LAVORO DAL 1 GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2012: BASTA
MISTIFICAZIONI!
Angelo
Baracca baracca@fi.infn.it
ILVA:
COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO "LIBERI-PENSANTI"
Antonella
De Pasquale a.depasquale@usl2.toscana.it
CONVEGNO
23 OTTOBRE A LUCCA: TERREMOTI
E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
COBAS
Ravenna cobasravenna@libero.it
ROMA
6 OTTOBRE: SI RIUNISCE LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
----------------------
From:
Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi@tiscali.it
Sent: Tuesday, September 18, 2012 9:33 AM
To: Undisclosed-Recipient:;
Subject:
AIEA: COMUNICATO STAMPA
A
seguire allegato Comunicato stampa con oggetto incontro Pre Conferenza Amianto
svoltasi a Casale Monferrato
COORDINAMENTO
DELLE ASSOCIAZIONI, DEI MOVIMENTI, DEI SINDACATI DELLE VITTIME
DELL’AMIANTO
Casale
Monferrato è diventata la città simbolo, a livello mondiale, delle vittime
dell’amianto.
La
sentenza del 13 febbraio al tribunale di Torino lo ha evidenziato. Le condanna
dell’ETERNIT va oltre i 3.000 morti e malati considerati, l’epidemia a Casale
prosegue con 40/50 vittime/anno.
Si
è svolta ieri, 17 settembre, a Casale Monferrato, la presentazione da parte dei
Ministri della Salute, dell’Ambiente e del Lavoro, della Conferenza Nazionale
sull’amianto che si terrà nei giorni 22/23/24 novembre a Venezia. Il Ministro
della Salute, Renato Balduzzi, che ha particolarmente accolto la proposta della
sua celebrazione da parte delle associazioni, dei movimenti e dei sindacati,
unitamente ai direttori generali del Ministero Fabrizio Oleari e Giuseppe
Ruocco, nonché al prof. Benedetto Terracini, ha presieduto la riunione
pomeridiana delle associazioni dove sì sono enucleati gli argomenti oggetto
della Conferenza e la metodologia del suo svolgimento.
Il
giudizio è stato unanimemente positivo, nella misura in cui seguiranno azione
concrete, definite dalla conferenza, e messe in atto prima della chiusura
dell’attuale legislatura (primavera 2013), perchè l’immane tragedia provocata
dal massiccio impiego dell’amianto, a scopo di profitto, abbia una soluzione
definitiva:
perché
le vittime dell’amianto, a partire dagli esposti non professionali, possano
essere adeguatamente risarcite;
perché
la ricerca biomedica verso la diagnosi precoce e le cure delle più gravi
malattie da amianto, in primis il mesotelioma, possa avere un grande impulso,
sotto la sorveglianza del Ministero della Salute e in un quadro nazionale ed
europeo;
perché
sia svolta la sorveglianza sanitaria degli ex esposti con le medesime modalità
in tutte le Regioni;
perché
le bonifiche dei siti contaminati, vengano effettuate a partire dai siti di
interesse nazionale, con relativo stanziamento dei denari necessari, quindi con
le indicazioni dovute per le loro modalità, perché si proceda alla chiusura di
tutte le cave di pietre verdi (ofioliti);
perché
gli Enti Previdenziali – INPS e INAIL – riconoscano le malattie professionali e
i benefici di legge a tutti gli aventi diritto (compresi i militari ex esposti),
senza differenziazioni territoriali e senza dovere ricorrere ai Tribunali, come
grandemente avviene;
perché,
infine, venga istituita la Procura Generale Nazionale sulla Salute e Sicurezza
sul Lavoro, a garanzia dell’uguaglianza dei cittadini e dei
lavoratori.
LE
ASSOCIAZIONI, I MOVIMENTI, I SINDACATI SI SENTONO FORTEMENTE IMPEGNATI NELLA
REALIZZAZIONE DELLA CONFERENZA NAZIONALE; VOGLIONO ESSERE OLTRE CHE I
PROPONENTI, ANCHE I PROTAGONISTI, INSIEME AGLI ESPERTI E ALLE
ISTITUZIONI.
Hanno
partecipato alla presentazione della Conferenza e all’incontro delle
associazioni:
l’Associazione
Famigliari Vittime dell’Amianto di Casale Monferrato unitamente a tutte le
associazioni del territorio; l’Associazione Italiana Esposti Amianto; Medicina
Democratica-Movimnto di lotta per la salute; CGIL-CISL-UIL, l’Associazione
Famigliari e Vittime dell’amianto di La Spezia; l’Associazione Contramianto di
Taranto, l’AFEVA di Bari; il Comitato per la Difesa della Dalute nei Luoghi di
Lavoro e nel Territorio di Sesto San Giovanni, Il Comitato Amianto Sicilia, La
Lega Ambiente, l’Associazione Nocaveallamianto di Parma, l’Istituto Scientifico
Ramazzini di Bologna, l’Associazione Vittime dell’Amianto di Broni; la FIOM, il
CIV-INAIL; molti esperti nel campo dell’amianto: epidemiologi, clinici,
ingegneri, giuristi e in particolare il senatore Felice Casson, l’ex senatore
Antonio Pizzinato, Il Procuratore della Repubblica Raffaele
Guariniello.
Milano,
18 settembre 2012
Per
info: fulvio.aurora@virgilio.it, -
Cellulare
339 25 16 050
----------------------
Da: Samanta
Di Persio samantadipersio@virgilio.it
Data: 25/09/2012
9.37
A:
Ogg: LA REPUBBLICA
FONDATA SULLE SEMPLIFICAZIONI
La parola
semplificazione mi fa pensare ad un’espressione algebrica da risolvere con i
numeri primi. Il
Governo vuole risolvere la crisi economica con il minor numero possibile di
imprese e lavoratori. Ormai per le prime la scrematura si è
compiuta senza: defiscalizzare, pagamenti certi e accesso al credito.
Oggi, i tecnici
sono convinti che per risollevare le aziende basti eliminare i costi sulla
sicurezza.
In questo periodo
di recessione i piccoli imprenditori non possono permettersi di pagare esperti
per garantire la sicurezza e la salute nelle loro imprese. Le grandi aziende
invece hanno sempre avuto la possibilità di ometterle perché possono permettersi
bravi avvocati (ad esempio per la morte sul lavoro di Antonio D’Amico morto
nello stabilimento Fiat di Pomigliano il reato si è prescritto).
Il Governo dei
professori e banchieri ha inserito una serie di modifiche
in materia di sicurezza sul lavoro nel pacchetto semplificazione
da approvare nei prossimi giorni:
riduzione della
formazione e della sorveglianza sanitaria per i lavori
“brevi”;
eliminazione
dell’obbligo di elaborare i dati aggregati sanitari di rischio dei lavoratori
sottoposti a sorveglianza sanitaria;
eliminazione del
DUVRI e del coordinamento per lavori brevi;
eliminazione del
Documento di Valutazione dei rischi (DVR) per le piccole aziende e per quelle a
basso rischio;
snaturamento del
piano operativo di sicurezza e coordinamento per cantieri;
eliminazione degli
obblighi relativi ai cantieri per “piccoli” scavi;
eliminazione
dell’obbligo di comunicazione degli infortuni alle autorità di pubblica
sicurezza;
eliminazione delle
competenze delle autorità di pubblica sicurezza e della Procura della Repubblica
in caso di infortuni;
eliminazione da
parte dell’Organo di Vigilanza di richiedere prescrizioni per nuovi luoghi di
lavoro o di ristrutturazione di quelli esistenti;
deresponsabilizzazione
dell’obbligo di notifica.
La
sicurezza sul lavoro è sempre un costo, mai un
investimento: in periodi di crescita economica non si può parlare di infortuni
perché è un argomento triste, con la crisi, men che mai, è un costo da tagliare
per risparmiare.
Le statistiche ci
dicono che nei cantieri edili avvengono il maggior numero di infortuni mortali,
spesso i corpi vengono letteralmente buttati dove capita, altre volte
l’infortunio sul lavoro si trasforma in incidente stradale.
Il Governo si è
impegnato a partorire la spending review perché nel tempo la politica ha gestito
male i soldi pubblici. È chiaro a tutti che non si è trattata di una semplice
mala gestione, ma intenzionalmente i soldi sono stati presi dalle tasche degli
italiani per fronteggiare agli sfarzi della classe dirigente. Nel nostro Paese
si parla ancora di rimborsi elettorali, dopo che il popolo italiano si è
espresso, con un referendum, favorevole all’abolizione.
Le piccole imprese
sono sfinite dalla pressione fiscale, oltre il 70%, e solitamente devono
rivolgersi a terzi per il Documento Valutazione dei Rischi. Un
Governo interessato alla vita delle piccole imprese e dei lavoratori avrebbe
creato un fondo per rimborsare le spese per le consulenze sulla sicurezza,
premiare le imprese che, dopo controlli, risultino sicure.
Si preferisce
semplificare tutto, mentre l’Inail, con i nostri soldi, continua a rimborsare
alle famiglie delle vittime scarsi 2.000
euro di spese funerarie.
Perché nessuno
propone di investire 2.000 euro sulla sicurezza delle imprese?
Dal 1° gennaio ad
oggi i morti sul lavoro sono 910 se si considerano i lavoratori deceduti in
itinere o sulle strade (dato preso dall’Osservatorio indipendente di Bologna),
ma siccome dobbiamo fare i conti con i numeri primi i morti ufficiali sono meno
della metà.
La
Repubblica fondata sulle semplificazioni.
----------------------
Da:
Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
Data:
25/09/2012 23.58
A:
Ogg:
UIL: IL PACCHETTO SEMPLIFICAZIONI METTE A RISCHIO TESTO UNICO
SICUREZZA
Aver
inviato ieri sera un'email critica ad uno ad uno, a tutti i segretari
confederali (compreso il segretario generale UIL Angeletti) serve, oggi hanno
fatto un comunicato stampa in merito al pacchetto semplificazioni che mette a
rischio il TU sicurezza sul lavoro.
Saluti.
Marco
Bazzoni
P.S
E molto probabilmente, nelle prossime ore, uscirà un comunicato stampa anche
della Cisl. Dai partiti politici cosiddetti di "sinistra, silenzio
assoluto!!!
da
Adnkronos
Roma,
25 sett. - "Si tenta, con la scusa delle semplificazioni, di attaccare parti
rilevanti della normativa su salute e sicurezza.
E'
nelle piccole imprese, negli appalti e tra i lavoratori saltuari che avviene il
maggior numero di incidenti e si verificano trend di mortalità più elevati.
Proprio su questi punti vengono avanzate nella bozza del pacchetto
semplificazioni del Governo sciagurate proposte di modifica del Testo Unico per
la sicurezza". La denuncia arriva da segretario confederale Uil, Paolo Carcassi
secondo sarebbero tre le ipotesi di modifica allo studio: la prima,
consentirebbe alle piccole aziende sotto i 10 lavoratori di non redigere il
documento di valutazione del rischio sostituendolo con un'autocertificazione; la
seconda determinerebbe l'eliminazione, in molti casi, della redazione del
documento di valutazione dei rischi da interferenza o la sua sostituzione con
una figura di coordinatore a cui addossare ogni responsabilità in caso di
incidente; la terza punterebbe a ridurre la formazione per i lavoratori sotto le
50 giornate all'anno.
"Si
attaccano, così, elementi determinanti del sistema prevenzionale, alcuni dei
quali ancora da applicare: mancano, infatti, le norme attuative e ciò evidenzia
il pretesto della semplificazione e la reale volontà di eliminare tutele e
garanzie. Il Governo rischia di passare dall'inconcludenza al danno nei
confronti dei lavoratori", dice chiedendo un " indispensabile stop
all'emanazione di norme improvvisate e pericolose ed un'immediata convocazione
delle
Parti
Sociali su materie tanto delicate per la salute e la vita dei
lavoratori".
----------------------
Da:
Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
Data:
26/09/2012 19.20
A:
Ogg:
D.L. SEMPLIFICAZIONI BIS: CGIL IN ALLARME "IN PERICOLO LA SICUREZZA SUL
LAVORO"
Bene
questa ennesima presa di posizione della Cgil Nazionale.
Invece
a livello di partiti politici "cosiddetti di sinistra" ancora
silenzio.
Oggi
c'è stato anche un comunicato stampa della Fim-Cisl Nazionale in merito alle
modifiche che il governo vuole apportare sulla sicurezza sul
lavoro.
Su
questa vicenda però, ci vorrebbero anche prese di posizioni di Asl, medici
competenti, Regioni, Associazioni, ecc.
O
si aspetta che il decreto sia approvato dal CdM e firmato da Napolitano per
intervenire???
Saluti.
Marco Bazzoni
Saluti.
Marco Bazzoni
Operaio
metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Firenze
Da
Repubblica
D.L.
semplificazioni bis, Cgil in allarme "In pericolo la sicurezza sul
lavoro".
Sindacato
preoccupato per i contenuti delle bozze del provvedimento che il governo
potrebbe discutere nei prossimi giorni. "Si rischia di vanificare conquiste
fondamentali, Monti ci convochi".
ROMA
- Nei già difficili rapporti tra Cgil e governo potrebbe aprirsi nei prossimi
giorni un nuovo fronte di conflitto. Il sindacato annuncia infatti battaglia nel
caso vengano confermati i contenuti delle bozze del decreto semplificazioni bis
che l'esecutivo potrebbe discutere già nel corso del prossimo Consiglio dei
ministri. La questione è quella delle norme sulla sicurezza del lavoro, che il
dl punterebbe a ridimensionare.
Le
novità contenute nel testo proposte dal governo, secondo la Cgil "se approvate
vanificherebbero di fatto le più importanti acquisizioni del Testo unico sulla
sicurezza sul lavoro". "Penso soprattutto all'obbligatorietà della formazione e
della valutazione dei rischi nelle piccole e piccolissime imprese, alla
redazione del 'Documento Unico per la Valutazione Rischi da Interferenze' e ad
alcune importanti previsioni per il settore edile", spiega il segretario
confederale Fabrizio Solari.
Per
questi motivi il sindacato chiede al governo "che convochi anche le
organizzazioni sindacali, che sono impegnate ogni giorno nella tutela dei
lavoratori e nel dialogo con le imprese, prima di varare provvedimenti che
potrebbero essere pericolosi o controproducenti". La speranza della Cgil è
quella di riuscire a creare la stessa mobilitazione 1che
nei mesi scorsi riuscì a far cambiare idea al governo sull'articolo 14 del primo
decreto semplificazioni che intendeva allentare e ostacolare i controlli
ambientali, sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro.
I
punti più controversi della bozza di decreto bis in circolazione riguardano la
cancellazione di fatto del 'Documento Unico per la Valutazione Rischi', ritenuta
una delle poche possibilità di controllo del sub appalto; l'eliminazione del
diritto all'informazione, delle competenze e della possibilità di intervento
delle autorità di pubblica sicurezza e delle Procure della Repubblica in caso di
infortuni; l'impossibilità per gli organi di vigilanza di imporre prescrizioni
per i nuovi luoghi di lavoro o di ristrutturazione per quelli già esistenti;
l'esenzione dell'obbligo del Dvr per le piccole aziende (fino a 50 addetti ) e
per quelle considerate a basso rischio; la sostituzione dell'obbligo di notifica
da parte del datore di lavoro agli organi di vigilanza per l'utilizzo di
sostanze altamente pericolose per i lavoratori, con una semplice dichiarazione
da parte delle associazioni datoriali o da parte degli enti bilaterali; il venir
meno dell'obbligo per i datori di lavoro dell'attivazione della formazione e
della sorveglianza sanitaria per tutti i lavoratori quando riguarderebbe
lavoratori che permarranno in azienda per non più di 50 giorni lavorativi
all'anno (i lavoratori precari).
26
settembre 2012
----------------------
From:
Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent:
Sunday, September 30, 2012 10:31 PM
Subject:
INVITO PER IL 12 OTTOBRE 2012: FILM SU PIETRO MIRABELLI
Venerdì
12 ottobre a Scarperia nel Mugello il film-documentario dell’operatore della TV
svizzera Mario Casella su Pietro Mirabelli. Inoltre mostra fotografica
dell’Associazione Ruggero Toffolutti di Piombino sui morti sul lavoro. A seguire
la locandina.
Saluti
a tutti
Gino
Carpentiero
Sezione
Pietro Mirabelli di Medicina Democratica
venerdì
12 ottobre 2012
Amici
di Pietro (www.pietromirabelli.it) insieme all’
Associazione culturale Arzach organizzano:
in
ricordo di Pietro Mirabelli (morto nei cantieri TAV in Svizzera) e di Rosario
Caruso, Gaetano Cervicato, Giovanni Mesiti (morti nei cantieri della Variante di
Valico di Barberino di Mugello) -durante la serata vi aggiorneremo sui processi
per queste morti.
Dalle
ore 19.30: inaugurazione Mostra fotografica “Non numeri, ma persone” a cura di:
Associazione Ruggero Toffolutti contro le morti sul lavoro
Alle
ore 21.15 proiezione del filmato BELLU LAVORU di M.Casella e
M.Tagliabue
documentario-inchiesta
sui cantieri Alptransit (Trasmissione Falò, RSI TV pubblica
svizzera)
aperitivo-buffet
di
sostegno alla serata euro 5
presso
Cinema GARIBALDI, largo De André Scarperia
info
e prenotazioni: 328/0005164 - 055/4490614
----------------------
From:
Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent:
Sunday, September 30, 2012 11:25 PM
Subject:
MAL
DI LAVORO: SEMINARIO
IL 17 NOVEMBRE A FIRENZE CON RENATO CURCIO
Cari
amici
Il
gruppo dello Sportello Salute di Medicina Democratica di Firenze, che come
sapete, si occupa in maniera preponderante di disagio lavorativo, tramite la
nostra iscritta Stefania Scalas, organizza per il 17 novembre a Firenze (sede
probabile il DLF di Firenze ) un Seminario formativo di 6 ore sul mal di lavoro
tenuto da Renato Curcio.
Il
metodo è quello della socioanalisi narrativa utilizzato da Curcio e da Nicola
Valentino (ambedue hanno fondato una Casa Editrice “Sensibili alle Foglie” ),
nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni (ASL, Carceri, ecc.)
La
metodica è utilizzabile dopo la fase di formazione anche da gruppi omogenei di
lavoratori proprio a partire da quella che Curcio chiama “la deriva biocida del
lavoro” e la conseguente solitudine dei lavoratori. Ovviamente lo scopo è quello
di ricreare a partire dall’analisi una nuova resistenza e consapevolezza dei
lavoratori...in vista di una possibile rinascita di un
movimento.
Chi
volesse partecipare (ovviamente se è interessato al programma ) è pregato di
farmelo sapere.
Possono
partecipare tutti quelli che vogliono (non solo i cosiddetti esperti) a
cominciare proprio dai lavoratori (Piaggio? Grande
Distribuzione?).
Cari
saluti a tutti
Gino
Carpentiero
MAL
DI LAVORO: SEMINARIO
DI APPROFONDIMENTO CON LABORATORIO NARRATIVO
In
questo seminario il gruppo dei partecipanti affronterà insieme l'esplorazione di
quattro fondamentali momenti che caratterizzano l'organizzazione del lavoro ai
nostri giorni.
Nel
primo momento ci interesseremo della deriva biocida del lavoro. Come del resto
sappiamo fin dall'Ottocento, l'anima insopportabile del lavoro non sta nella sua
quantità ma nel dispositivo capitalistico del suo sfruttamento. E' questo
dispositivo che nel capitalismo finanziario diventa socialmente onnivoro e si
espande fino ad aggredire la vita stessa dei lavoratori, le loro relazioni
trasversali e il loro bios; fino a mettere in gioco la loro stessa
sopravvivenza. E' su questa nuova frontiera, intrinsecamente biocida, che il
lavoro diventa insopportabile.
Nel
secondo momento metteremo a fuoco l'attacco ai legami solidali di relazione e la
produzione di solitudine radicale. Produrre la solitudine del lavoratore (e del
consumatore) è infatti il primo obiettivo dell’attuale organizzazione del
lavoro. Una solitudine immensa, mai conosciuta fino ad ora. Solitudine
organizzata. Solitudine nella esecuzione del lavoro. Solitudine nella
competizione cannibalica tra i lavoratori. Solitudine sempre sofferente,
intimorita, spaventata. Perché tutta questa solitudine? Per la ragione più
semplice e antica: sul lavoratore ridotto in solitudine la pressione aziendale
può esercitarsi con il miglior profitto. Solitudine e debolezza impotente si
tengono per mano.
Nel
terzo momento ci interesseremo del ricatto come dispositivo dalle mille facce
che il capitalismo finanziario riattualizza e mette a suo fondamento per imporre
l'intensificazione biocida del lavoro. Il ricatto – singolare e di gruppo –
appare infatti come il grimaldello relazionale per indurre al lavoro forzato
tutti coloro che, ridotti in solitudine e sospinti in condizioni di precarietà
permanente e sistematica incertezza, hanno una disperata necessità di accedere
al semplice consumo di sopravvivenza.
Nel
quarto momento affronteremo infine le modalità di sottomissione, adattamento,
resistenza e costruzione di un nuovo immaginario per il cambiamento. La
sottomissione del ricattato è ineluttabile e fatale (a meno che, naturalmente,
egli non si sottragga totalmente). Benché inevitabile, tuttavia, essa può
assumere forme diverse e contrapposte. Quella, ad esempio, della “sottomissione
collaborativa” in cui il ricattato oscura il ricatto, lo dissocia e lo nasconde
perfino a sé stesso; oppure quella della “sottomissione resistente” in cui, per
le più diverse ragioni, il ricattato ha presente il ricatto ma fa buon viso a
cattivo gioco e lo affronta “dall'interno”, con pratiche di resistenza personali
o di gruppo. In ogni caso, ed è ciò che qui interessa, qualunque forma la
sottomissione assuma, essa resta fonte di una straordinaria sofferenza.
Obiettivi
della ricognizione seminariale su questi quattro momenti sono, in
particolare:
la
messa a fuoco del “mal di lavoro”, vale a dire delle fonti di sofferenza
connaturate a ciascuno di essi ed i mascheramenti che le
accompagnano;
la
sollecitazione di un immaginario istituente orientato alla loro neutralizzazione
ed al cambiamento.
Va
detto ancora, infine, che la sofferenza a cui ci riferiamo, e che
intenzionalmente abbiamo chiamato “mal di lavoro”, non va confusa con questa o
quella “patologia dei lavoratori”. Il mal di lavoro, infatti, è una patologia
intrinseca dell’organizzazione capitalistica del lavoro che, al punto in cui
siamo, si abbatte con effetti devastanti e biocidi sui lavoratori. I quali,
proprio e soltanto perché sani, sono costretti a soffrirne gli
effetti.
Per
ciascuno dei quattro momenti verranno discusse alcune storie emblematiche ed
illustrati i principali dispositivi di potere, di adattamento e di resistenza
che sono emersi nei cantieri di ricerca socioanalitica sul lavoro allestiti
negli ultimi dieci anni. Nel laboratorio, inoltre, queste stesse acquisizioni
verranno sottoposte ad un confronto narrativo con l'esperienza personale dei
partecipanti al gruppo.
Condizioni
e costi
La
durata del seminario, tenuto da Renato Curcio, è di sei ore ripartite in due
momenti. Nel momento didattico (2+2 ore) il relatore illustrerà i temi del
seminario; in quello di laboratorio (1+1 ora) si svilupperà il confronto
narrativo.
Per
la sua realizzazione si richiede un minimo di 20 iscritti.
Il
costo per ciascun iscritto è di 30 euro
----------------------
To:
Sent:
Monday, October 01, 2012 9:33 AM
Subject:
MORTI SUL LAVORO DAL 1 GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2012: BASTA
MISTIFICAZIONI!
Da
5 anni l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro fa il
monitoraggio dei lavoratori che muoiono sul lavoro, e ogni anno si assiste a
toni trionfalistici sull'andamento di queste morti che calano in continuazione.
In
realtà i morti SUI LUOGHI DI
LAVORO, quelli che si possono sicuramente annoverare tra le morti sul
lavoro salgono tutti gli anni. In questi 5 anni solo tra il 2009 e il 2010 c'è
stato un leggero calo delle vittime SUI
LUOGHI DI LAVORO.
Come
spiegare allora queste differenze? Le statistiche ufficiali, per ragioni
contributive, mettono insieme i morti sui luoghi di lavoro e quelli che muoiono
sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul
lavoro, e in per davvero in itinere registriamo un calo che abbassa il numero
totale di morti, mentre se si prende in esame solo i morti sui LUOGHI DI LAVORO
le vittime aumentano.
Questo
cosa vuol dire? Che in realtà sui luoghi di lavoro, non c'è maggiore attenzione
per la prevenzione, ANZI.....
La
crisi ha prodotto anche minore attenzione per questo fenomeno. Tra l'altro
intere categorie di lavoratori non vengono "conteggiate" tra le morti sul
lavoro, ma questo non vuol dire che queste vittime, solo perché non dispongono
di una certa assicurazione non si devono considerare morti sul lavoro. Anche
tantissimi lavoratori che muoiono in nero risultano "invisibili" e non vengono
aggiunti tra le morti sul lavoro.
La
crisi pesantissima ha prodotto un abbassamento delle tutele sulla Sicurezza, soprattutto in piccole e
piccolissime aziende, ed è per questo che nonostante il numero dei disoccupati
sia aumentato esageratamente non si assiste anche quest'anno ad un calo
consistente di lavoratori che muoiono lavorando.
Carlo
Soricelli
MORTI
SUL LAVORO DAL 1 GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2012
Dal
primo gennaio ad oggi 1 ottobre sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 468 lavoratori
(tutti documentati). Sono oltre 910 dall'inizio dell'anno se si aggiungono i
lavoratori deceduti in itinere o sulle strade. L'Osservatorio considera "morti
sul lavoro" tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono un'attività
lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa e dalla loro
età. Molte vittime non hanno nessuna assicurazione e muoiono lavorando in
"nero".
I
MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO PER CATEGORIA.
Il
33,9% delle vittime sono in agricoltura, di queste la metà schiacciate dal
trattore (85 dall'inizio dell'anno). Edilizia 28,% sul totale, in questa
categoria quasi il 30% delle morti è causata da cadute dall’alto. Industria
16,1%, quest'anno quasi la metà di queste morti sono state provocate dal
terremoto in Emilia. Servizi 5,8%. Autotrasporto 5,1%, Il 3% Esercito Italiano
(Afghanistan). Il 2,7% nella Polizia di Stato (tutte le morte causate in
servizio sulle strade). Il 13,3% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri.
Eta' delle vittime: il 4,9% hanno meno di 29 anni, dai 30 ai 39 anni il 14,1%,
dai 40 ai 49 anni il 24,48%, dai 50 ai 59 anni il 15,7%, dai 60 ai 69 anni il
9,5%, il 12,8% ha oltre 70 anni. Del 16,5% non siamo a conoscenza
del’età.
MORTI
SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE.
La Lombardia ha
57 morti e la provincia di Brescia con 17 morti risulta prima in questa triste
classifica assieme alla provincia di Torino, se si esclude la provincia di
Modena che ha tantissimi lavoratori morti per il terremoto, come negli ultimi
anni Brescia è sempre ai vertici delle province con più morti sui luoghi di
lavoro,, Bergamo 7, como, Lecco e Lodi 2, Mantova 5, Milano 5, Pavia, Sondrio 4,
Varese 6, Monza 3. Emilia Romagna 53 morti compresi i lavoratori deceduti sotto
le macerie del terremoto del 20 e 29 maggio, province di Modena 17 morti,
Ferrara 8, Bologna 8 morti, Reggio Emilia 5 morti, Forlì Cesena e Piacenza 4
morti, Parma 3 morti, Rimini e Ravenna 2. Piemonte 33 morti, la provincia di
Torino risulta in questo momento con 17 vittime la prima in Italia per numero di
morti sui luoghi di lavoro, Cuneo 7 morti, 3 morti, Alessandria e Novara, 2
morti Asti, 1 morto Verbania e Vercelli. Sicilia 33 morti, con la provincia di
Catania con 6 morti, Palermo e Trapani 5 morti, Agrigento e Messina 4 morti,
Caltanisetta 3 morti, Enna Ragusa e Agrigento 2 morti. Campania 32 morti,
provincia di Salerno 12 morti, Avellino 9 morti, Benevento 6 morti, Napoli 4
morti, Caserta 1 morto. Toscana 30 morti (37 con i morti in mare sulla Costa
Concordia affondata sulle coste dell' isola del Giglio), dei due fratelli del
peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub), la provincia Firenze 5
morti, Livorno e Pisa 5 morti Grosseto e Massa Carrara 4 morti, 4 morti Arezzo,
2 morti Lucca, Siena e Prato 1 morto. Veneto 28 morti con le province di Verona
e Treviso 6 morti, Padova 5 morti, Vicenza, 4 morti, Belluno 3 morti, Rovigo 2
morti, Venezia 1 morto. Abruzzo 22 morti con la province di Chieti con 10 morti,
Pescara 8 morti, Teramo 3 morti, L’Aquila 2 morti. Lazio 21 morti provincia Di
Roma 9 morti, Frosinone 6 morti, Viterbo 5 morti, Latina 1 morto. Puglia 20
morti, provincia di Bari 10 morti, Brindisi e Foggia 4 morti, Lecce 2 morti, Bat
1 morto. Calabria 18 morti, provincia di Reggio Calabria 5 morti, Catanzaro 4
morti, Cosenza eVibo Valentia 3 morti, Crotone 2 morti. Trentino Alto Adige16
morti, provincia di Bolzano 10 morti, Trento 6 morti. Liguria 15 morti,
provincia di Genova 7 morti, Savona 4 morti,Imperia e La Spezia 2 morti. Friuli
Venezia Giulia 12 morti, Pordenone 4 morti, Udine e Gorizia 3 morti, Trieste 2
morti.Marche 10 morti, provincia di Ancona 5 morti, Macerata 3 morti, Pesaro
Urbino e Ascoli Piceno 1 morto. Umbria 9 morti, provincia di Perugia 8 morti,
Teramo 1 morto. Sardegna 10 morti, 4 morti nella provincia di Nuoro, 2 morti in
provincia di Oristano, 1 morto Carbonia Iglesias, Medio Campisano, Ogliastra e
Sassari. Basilicata 6 morti, 4 morti nella provincia di Matera, Potenza 2
morti. Molise 4 morti, Campobasso 3 morti, 1 morto Isernia. Val D'Aosta, Aosta 1
morto.
Non
sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro che
utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada: agenti
di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso
casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata una parentesi che
accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri
della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni
pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono
percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è
impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord,
centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade
percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa.
Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono
tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle
strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per
incidenti stradali"
Nel
2011 ci sono stati più di 1.170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6%
sul 2010.
Per
approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare
nella pagina dell'1-1 e 3-1 del 2011 dell'Osservatorio. Ci sono cartine
geografiche con il numero di morti sui luoghi di lavoro per ciascuna provincia
italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori
vittime d'infortuni mortali.
Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro
----------------------
Da:
Angelo Baracca baracca@fi.infn.it
Inviato:
lunedì 1 ottobre 2012 11:47
A:
Oggetto: ILVA: COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO "LIBERI-PENSANTI"
Oggetto: ILVA: COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO "LIBERI-PENSANTI"
A
TUTTI GLI ORGANI DI INFORMAZIONE
Il
“Comitato Cittadini e Lavoratori liberi e pensanti” di Taranto in merito agli
scioperi di questi giorni di FIM e UILM relativi alla vicenda Ilva intende
denunciare alla pubblica opinione quanto è avvenuto e sta avvenendo di
vergognoso in fabbrica e fuori.
Come
lavoratori Ilva appartenenti al Comitato, nonché durante le nostre iniziative di
nostri presidi ed anche con SMS stiamo ricevendo una serie di denunce di minacce
verso chi non avesse partecipato allo sciopero.
In
fabbrica si sta vivendo una situazione da lager con i kapò rappresentati dai
cosiddetti “fiduciari”, ovvero quadri, capi, capetti e funzionari sindacali che
per “convincere” i lavoratori a partecipare allo sciopero li hanno
esplicitamente minacciati di metterli in sorta di lista nera di prossimi
licenziati qualora non avessero scioperato.
Come
se questa vergogna non bastasse si vuole denunciare che durante i presidi
l’azienda ha fatto montare un copertura per riparare dal sole chi (poverini!)
bloccava le SS 100 e 106 (ma chi l’ha permesso?) penalizzando per l’ennesima
volta questa città che già troppo ha dato e sta dando in nome degli interessi di
Riva. Ma l’azienda ha fatto ancora di più, rifornendo di cibo e bibite a gogò
questi signori con mezzi aziendali ed a proprie spese: ci sono video e foto a
comprovarlo
Il
Comitato, oltre ad esprimere il proprio sdegno per questi vergognosi accadimenti
intende dare sugli stessi alcune valutazioni:
E’
palese che quanto qui si denuncia è il più chiaro sintomo dei colpi di coda di
un “sistema Ilva” fatto di corruttela, di connivenze, di complici silenzi
politico-sindacali (e non solo!) che per anni ha consentito di devastare un
territorio e la salute dei cittadini, di negare gli elementari diritti dei
lavoratori in fabbrica, tutto in nome dei profitti di Riva
E’
altrettanto palese che l’aria fra i lavoratori Ilva sta cambiando nel senso che
pur essendo ancora fortissimo il ricatto occupazionale, tra i lavoratori si sta
sempre più diffondendo un consapevolezza che non è più possibile barattare il
diritto al lavoro con il diritto alla salute ed a un ambiente pulito. Anzi
proprio perché questi sono diritti inalienabili e costituzionalmente
riconosciuti, sempre più lavoratori Ilva condividendo quanto da subito il
Comitato ha proposto, non si vogliono più far manovrare da chicchesia e
pretendono il lavoro e/o il reddito coniugato con ambiente pulito, produzione ad
inquinamento zero e bonifiche, con le relative spese a totale carico di Riva (da
quando è Ilva) e dello Stato (quando era Italsider) unici responsabili della
situazione attuale.
E che
l’aria in Ilva sta cambiando lo dimostra sia il fatto che i sindacati cosidetti
maggiormente rappresentativi hanno perso totalmente la loro credibilità, sia,
conseguentemente che lo sciopero del 27 e 28 è stato un sostanziale fallimento.
Basta vedere che ai blocchi sulle statali c’erano (a voler essere buoni) un paio
di centinaia di partecipanti di cui la stragrandissima maggioranza quadri, capi,
capetti (ma quando mai hanno scioperato per i diritti dei lavoratori?) e
funzionari e burocrati sindacali, mentre gli operai erano pochissimi. Anzi
paradossalmente giovedì 27 se i numeri sono stati più consistenti è solo perché
il Comitato aveva invitato i lavoratori, che comunque volevano uscire, a
partecipare all’assemblea, al corteo e al blocco entrata/uscita merci
autorganizzati dallo stesso Comitato. Infatti le immagini e le foto dei
mass-media dimostrano la preponderanza dei numeri di chi era dietro l’Apecar e
chi invece era con FIM e UILM.
Concludendo
il Comitato, a seguito di quanto qui denunciando, sta già facendo la propria
parte di movimento, altri la facciano a livello politico-istituzionale e, perché
no, giudiziario
SI
AI DIRITTI! NO AI RICATTI!
Comitato
Cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti
Taranto
29.9.12
----------------------
From:
Antonella De Pasquale a.depasquale@usl2.toscana.it
To:
Sent:
Tuesday, October 02, 2012 10:39 AM
Subject:
CONVEGNO
23 OTTOBRE A LUCCA: TERREMOTI
E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
A
seguire il programma del convegno che la USL 2 di Lucca terrà il 23 ottobre su
"Terremoti: sicurezza nei luoghi di lavoro".
ciao
Antonella De Pasquale
CONVEGNO
TERREMOTI:
SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
martedì
23 ottobre 2012 ore 8.30
Auditorium
del Centro Sanitario di Capannori
Piazza
Aldo Moro, Capannori (LU)
ORGANIZZAZIONE
Dipartimento
di Prevenzione Unità Funzionale Prevenzione
e Sicurezza nei luoghi di lavoro
Responsabile
Franco Becarelli
Segreteria
scientifica e organizzativa Alessandro
Bartalena, Vito Antonio Tafaro
Telefono:
0583 449232
Fax:
0583 449088
Per
iscrizioni inviare e-mail entro
il 20 ottobre 2012 ad
uno dei seguenti indirizzi e-mail:
IL
SEMINARIO
Il
terremoto che ha colpito nella primavera 2012 le zone dell’Emilia Romagna ha
fatto emergere, oltre alle già note fragilità del patrimonio edilizio italiano,
preoccupanti criticità sulla resistenza sismica degli edifici
industriali.
E’
nostro obiettivo mettere insieme diverse professionalità per un confronto che ha
come
scopo
quello di comunicare ai datori di lavoro, ai professionisti e ai lavoratori
utili informazioni per affrontare il rischio sismico negli ambienti di
lavoro.
PROGRAMMA
I
Sessione
8.30
Iscrizione
partecipanti
9.00
Saluti
autorità
9.15
Presentazione
convegno Ing.
Franco Becarelli
9.30
Valutazione
del Rischio — Formazione e informazione (Azienda USL 2) Dott.
Alessandro Bartalena
9.45
Sicurezza
sismica e sicurezza impianti verifiche su edifici danneggiati – gestione
emergenza (Vigili del Fuoco Lucca)
10.05
Responsabilità
e adempimenti del datore di lavoro in zona sismica (ANCE) Ing.
Francesca Ferrocci
10.25
Tecnologie
antisismiche nelle costruzioni industriali in acciaio e
adeguamenti
sismici
possibili (Fondazione Promozione Acciaio) Prof.
Walter Salvatore (Università
di Pisa)
11.10
Pausa
caffè
II
Sessione
11.30
Costruzioni
in cemento armato antisismiche - Adeguamento patrimonio edilizio industriale
esistente ( Assobeton) Ing.
Antonella Colombo
12.40
Discussione
13.15
Chiusura
dei lavori
----------------------
Da:
COBAS Ravenna cobasravenna@libero.it
Data:
03/10/2012 11.01
A:
Ogg:
ROMA 6 OTTOBRE: SI RIUNISCE LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI
LAVORO
COMUNICATO
RADIO STAMPA DA DIFFONDERE E DIVULGARE.
INVITO
A PARTECIPARE.
E'
confermata per il 6 ottobre 2012 a Roma, la riunione della Rete nazionale salute
e sicurezza sul lavoro, dalle 10 alle 15, a via Tuscolana, 9 c/o sede
UNICOBAS.
La
riunione è aperta a tutti-e, con particolare riguardo ai delegati e delegate di
posto di lavoro (RSA, RSU) e agli RLS, ma possono partecipare singoli lavoratori
e lavoratrici, pensionati, studenti, collettivi strudenteschi, comitati di
cittadini e cittadine.
A
causa della inagibilità della sede di via Giolitti 231 la riunione è spostata,
stessa data e stesso orario, presso la sede dell'UNICOBAS in Via Tuscolana 9 a
50 metri dalla fermata Metro A - Re Di Roma (la quinta da Termini direzione
Anagnina)
ORDINE
DEL GIORNO
relazione
Taranto su questione Ilva di Taranto con proposta iniziativa nazionale
(manifestazione o convegno) a Taranto (si propone 3 o 4 novembre);
la
lotta attuale contro le morti sul lavoro e le nuove iniziative della RETE su
scala nazionale;
informazioni
su modifiche in peggio testo unico sulla sicurezza previste nel decreto
semplificazioni bis di Monti;
questione
aggiornamento nome, struttura, bollettino, rapporti con tutte le realtà operanti
su scala nazionale su salute e sicurezza in fabbrica e sul
territorio;
le
strutture e le situazioni collettive e individuali della rete
nazionale.
Nessun commento:
Posta un commento