giovedì 4 ottobre 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 03/10/12




INDICE

Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi@tiscali.it
AIEA: COMUNICATO STAMPA

Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
LA REPUBBLICA FONDATA SULLE SEMPLIFICAZIONI

Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
UIL: IL PACCHETTO SEMPLIFICAZIONI METTE A RISCHIO TESTO UNICO SICUREZZA

Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
D.L. SEMPLIFICAZIONI BIS: CGIL IN ALLARME "IN PERICOLO LA SICUREZZA SUL LAVORO"

Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
INVITO PER IL 12 OTTOBRE 2012: FILM SU PIETRO MIRABELLI

Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
MAL DI LAVORO: SEMINARIO IL 17 NOVEMBRE A FIRENZE CON RENATO CURCIO

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
MORTI SUL LAVORO DAL 1 GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2012: BASTA MISTIFICAZIONI!
                   
Angelo Baracca baracca@fi.infn.it
ILVA: COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO "LIBERI-PENSANTI"

Antonella De Pasquale a.depasquale@usl2.toscana.it
CONVEGNO 23 OTTOBRE A LUCCA: TERREMOTI E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

COBAS Ravenna cobasravenna@libero.it
ROMA 6 OTTOBRE: SI RIUNISCE LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO

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From: Associazione Italiana Esposti Amianto aiea.mi@tiscali.it
Sent: Tuesday, September 18, 2012 9:33 AM
To: Undisclosed-Recipient:;
Subject: AIEA: COMUNICATO STAMPA

A seguire allegato Comunicato stampa con oggetto incontro Pre Conferenza Amianto svoltasi a Casale Monferrato
COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI, DEI MOVIMENTI, DEI SINDACATI DELLE VITTIME DELL’AMIANTO

Casale Monferrato è diventata la città simbolo, a livello mondiale, delle vittime dell’amianto.
La sentenza del 13 febbraio al tribunale di Torino lo ha evidenziato. Le condanna dell’ETERNIT va oltre i 3.000 morti e malati considerati, l’epidemia a Casale prosegue con 40/50 vittime/anno.
Si è svolta ieri, 17 settembre, a Casale Monferrato, la presentazione da parte dei Ministri della Salute, dell’Ambiente e del Lavoro, della Conferenza Nazionale sull’amianto che si terrà nei giorni 22/23/24 novembre a Venezia. Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ha particolarmente accolto la proposta della sua celebrazione da parte delle associazioni, dei movimenti e dei sindacati, unitamente ai direttori generali del Ministero Fabrizio Oleari e Giuseppe Ruocco, nonché al prof. Benedetto Terracini, ha presieduto la riunione pomeridiana delle associazioni dove sì sono enucleati gli argomenti oggetto della Conferenza e la metodologia del suo svolgimento.
Il giudizio è stato unanimemente positivo, nella misura in cui seguiranno azione concrete, definite dalla conferenza, e messe in atto prima della chiusura dell’attuale legislatura (primavera 2013), perchè l’immane tragedia provocata dal massiccio impiego dell’amianto, a scopo di profitto, abbia una soluzione definitiva:
perché le vittime dell’amianto, a partire dagli esposti non professionali, possano essere adeguatamente risarcite;
perché la ricerca biomedica verso la diagnosi precoce e le cure delle più gravi malattie da amianto, in primis il mesotelioma, possa avere un grande impulso, sotto la sorveglianza del Ministero della Salute e in un quadro nazionale ed europeo;
perché sia svolta la sorveglianza sanitaria degli ex esposti con le medesime modalità in tutte le Regioni;
perché le bonifiche dei siti contaminati, vengano effettuate a partire dai siti di interesse nazionale, con relativo stanziamento dei denari necessari, quindi con le indicazioni dovute per le loro modalità, perché si proceda alla chiusura di tutte le cave di pietre verdi (ofioliti);
perché gli Enti Previdenziali – INPS e INAIL – riconoscano le malattie professionali e i benefici di legge a tutti gli aventi diritto (compresi i militari ex esposti), senza differenziazioni territoriali e senza dovere ricorrere ai Tribunali, come grandemente avviene;
perché, infine, venga istituita la Procura Generale Nazionale sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, a garanzia dell’uguaglianza dei cittadini e dei lavoratori.
LE ASSOCIAZIONI, I MOVIMENTI, I SINDACATI SI SENTONO FORTEMENTE IMPEGNATI NELLA REALIZZAZIONE DELLA CONFERENZA NAZIONALE; VOGLIONO ESSERE OLTRE CHE I PROPONENTI, ANCHE I PROTAGONISTI, INSIEME AGLI ESPERTI E ALLE ISTITUZIONI.
Hanno partecipato alla presentazione della Conferenza e all’incontro delle associazioni:
l’Associazione Famigliari Vittime dell’Amianto di Casale Monferrato unitamente a tutte le associazioni del territorio; l’Associazione Italiana Esposti Amianto; Medicina Democratica-Movimnto di lotta per la salute; CGIL-CISL-UIL, l’Associazione Famigliari e Vittime dell’amianto di La Spezia; l’Associazione Contramianto di Taranto, l’AFEVA di Bari; il Comitato per la Difesa della Dalute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Sesto San Giovanni, Il Comitato Amianto Sicilia, La Lega Ambiente, l’Associazione Nocaveallamianto di Parma, l’Istituto Scientifico Ramazzini di Bologna, l’Associazione Vittime dell’Amianto di Broni; la FIOM, il CIV-INAIL; molti esperti nel campo dell’amianto: epidemiologi, clinici, ingegneri, giuristi e in particolare il senatore Felice Casson, l’ex senatore Antonio Pizzinato, Il Procuratore della Repubblica Raffaele Guariniello.

Milano, 18 settembre 2012
Cellulare 339 25 16 050

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Da: Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
Data: 25/09/2012 9.37
A:
Ogg: LA REPUBBLICA FONDATA SULLE SEMPLIFICAZIONI

La parola semplificazione mi fa pensare ad un’espressione algebrica da risolvere con i numeri primi. Il Governo vuole risolvere la crisi economica con il minor numero possibile di imprese e lavoratori. Ormai per le prime la scrematura si è compiuta senza: defiscalizzare, pagamenti certi e accesso al credito.
Oggi, i tecnici sono convinti che per risollevare le aziende basti eliminare i costi sulla sicurezza.
In questo periodo di recessione i piccoli imprenditori non possono permettersi di pagare esperti per garantire la sicurezza e la salute nelle loro imprese. Le grandi aziende invece hanno sempre avuto la possibilità di ometterle perché possono permettersi bravi avvocati (ad esempio per la morte sul lavoro di Antonio D’Amico morto nello stabilimento Fiat di Pomigliano il reato si è prescritto).
Il Governo dei professori e banchieri ha inserito una serie di modifiche in materia di sicurezza sul lavoro nel pacchetto semplificazione da approvare nei prossimi giorni:
riduzione della formazione e della sorveglianza sanitaria per i lavori “brevi”;
eliminazione dell’obbligo di elaborare i dati aggregati sanitari di rischio dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria;
eliminazione del DUVRI e del coordinamento per lavori brevi;
eliminazione del Documento di Valutazione dei rischi (DVR) per le piccole aziende e per quelle a basso rischio;
snaturamento del piano operativo di sicurezza e coordinamento per cantieri;
eliminazione degli obblighi relativi ai cantieri per “piccoli” scavi;
eliminazione dell’obbligo di comunicazione degli infortuni alle autorità di pubblica sicurezza;
eliminazione delle competenze delle autorità di pubblica sicurezza e della Procura della Repubblica in caso di infortuni;
eliminazione da parte dell’Organo di Vigilanza di richiedere prescrizioni per nuovi luoghi di lavoro o di ristrutturazione di quelli esistenti;
deresponsabilizzazione dell’obbligo di notifica.
La sicurezza sul lavoro è sempre un costo, mai un investimento: in periodi di crescita economica non si può parlare di infortuni perché è un argomento triste, con la crisi, men che mai, è un costo da tagliare per risparmiare.
Le statistiche ci dicono che nei cantieri edili avvengono il maggior numero di infortuni mortali, spesso i corpi vengono letteralmente buttati dove capita, altre volte l’infortunio sul lavoro si trasforma in incidente stradale.
Il Governo si è impegnato a partorire la spending review perché nel tempo la politica ha gestito male i soldi pubblici. È chiaro a tutti che non si è trattata di una semplice mala gestione, ma intenzionalmente i soldi sono stati presi dalle tasche degli italiani per fronteggiare agli sfarzi della classe dirigente. Nel nostro Paese si parla ancora di rimborsi elettorali, dopo che il popolo italiano si è espresso, con un referendum, favorevole all’abolizione.
Le piccole imprese sono sfinite dalla pressione fiscale, oltre il 70%, e solitamente devono rivolgersi a terzi per il Documento Valutazione dei Rischi. Un Governo interessato alla vita delle piccole imprese e dei lavoratori avrebbe creato un fondo per rimborsare le spese per le consulenze sulla sicurezza, premiare le imprese che, dopo controlli, risultino sicure.
Si preferisce semplificare tutto, mentre l’Inail, con i nostri soldi, continua a rimborsare alle famiglie delle vittime scarsi 2.000 euro di spese funerarie.
Perché nessuno propone di investire 2.000 euro sulla sicurezza delle imprese?
Dal 1° gennaio ad oggi i morti sul lavoro sono 910 se si considerano i lavoratori deceduti in itinere o sulle strade (dato preso dall’Osservatorio indipendente di Bologna), ma siccome dobbiamo fare i conti con i numeri primi i morti ufficiali sono meno della metà.
La Repubblica fondata sulle semplificazioni.

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Da: Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
Data: 25/09/2012 23.58
A:
Ogg: UIL: IL PACCHETTO SEMPLIFICAZIONI METTE A RISCHIO TESTO UNICO SICUREZZA

Aver inviato ieri sera un'email critica ad uno ad uno, a tutti i segretari confederali (compreso il segretario generale UIL Angeletti) serve, oggi hanno fatto un comunicato stampa in merito al pacchetto semplificazioni che mette a rischio il TU sicurezza sul lavoro.
Saluti.
Marco Bazzoni

P.S E molto probabilmente, nelle prossime ore, uscirà un comunicato stampa anche della Cisl. Dai partiti politici cosiddetti di "sinistra, silenzio assoluto!!!

da Adnkronos

Roma, 25 sett. - "Si tenta, con la scusa delle semplificazioni, di attaccare parti rilevanti della normativa su salute e sicurezza.
E' nelle piccole imprese, negli appalti e tra i lavoratori saltuari che avviene il maggior numero di incidenti e si verificano trend di mortalità più elevati. Proprio su questi punti vengono avanzate nella bozza del pacchetto semplificazioni del Governo sciagurate proposte di modifica del Testo Unico per la sicurezza". La denuncia arriva da segretario confederale Uil, Paolo Carcassi secondo sarebbero tre le ipotesi di modifica allo studio: la prima, consentirebbe alle piccole aziende sotto i 10 lavoratori di non redigere il documento di valutazione del rischio sostituendolo con un'autocertificazione; la seconda determinerebbe l'eliminazione, in molti casi, della redazione del documento di valutazione dei rischi da interferenza o la sua sostituzione con una figura di coordinatore a cui addossare ogni responsabilità in caso di incidente; la terza punterebbe a ridurre la formazione per i lavoratori sotto le 50 giornate all'anno.
"Si attaccano, così, elementi determinanti del sistema prevenzionale, alcuni dei quali ancora da applicare: mancano, infatti, le norme attuative e ciò evidenzia il pretesto della semplificazione e la reale volontà di eliminare tutele e garanzie. Il Governo rischia di passare dall'inconcludenza al danno nei confronti dei lavoratori", dice chiedendo un " indispensabile stop all'emanazione di norme improvvisate e pericolose ed un'immediata convocazione delle
Parti Sociali su materie tanto delicate per la salute e la vita dei lavoratori".

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Da: Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
Data: 26/09/2012 19.20
A:
Ogg: D.L. SEMPLIFICAZIONI BIS: CGIL IN ALLARME "IN PERICOLO LA SICUREZZA SUL LAVORO"

Bene questa ennesima presa di posizione della Cgil Nazionale.
Invece a livello di partiti politici "cosiddetti di sinistra" ancora silenzio.
Oggi c'è stato anche un comunicato stampa della Fim-Cisl Nazionale in merito alle modifiche che il governo vuole apportare sulla sicurezza sul lavoro.
Su questa vicenda però, ci vorrebbero anche prese di posizioni di Asl, medici competenti, Regioni, Associazioni, ecc.
O si aspetta che il decreto sia approvato dal CdM e firmato da Napolitano per intervenire???
Saluti.
Marco Bazzoni
Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Firenze

Da Repubblica


D.L. semplificazioni bis, Cgil in allarme "In pericolo la sicurezza sul lavoro".

Sindacato preoccupato per i contenuti delle bozze del provvedimento che il governo potrebbe discutere nei prossimi giorni. "Si rischia di vanificare conquiste fondamentali, Monti ci convochi".


ROMA - Nei già difficili rapporti tra Cgil e governo potrebbe aprirsi nei prossimi giorni un nuovo fronte di conflitto. Il sindacato annuncia infatti battaglia nel caso vengano confermati i contenuti delle bozze del decreto semplificazioni bis che l'esecutivo potrebbe discutere già nel corso del prossimo Consiglio dei ministri. La questione è quella delle norme sulla sicurezza del lavoro, che il dl punterebbe a ridimensionare.
Le novità contenute nel testo proposte dal governo, secondo la Cgil "se approvate vanificherebbero di fatto le più importanti acquisizioni del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro". "Penso soprattutto all'obbligatorietà della formazione e della valutazione dei rischi nelle piccole e piccolissime imprese, alla redazione del 'Documento Unico per la Valutazione Rischi da Interferenze' e ad alcune importanti previsioni per il settore edile", spiega il segretario confederale Fabrizio Solari.
Per questi motivi il sindacato chiede al governo "che convochi anche le organizzazioni sindacali, che sono impegnate ogni giorno nella tutela dei lavoratori e nel dialogo con le imprese, prima di varare provvedimenti che potrebbero essere pericolosi o controproducenti". La speranza della Cgil è quella di riuscire a creare la stessa mobilitazione 1che nei mesi scorsi riuscì a far cambiare idea al governo sull'articolo 14 del primo decreto semplificazioni che intendeva allentare e ostacolare i controlli ambientali, sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro.
I punti più controversi della bozza di decreto bis in circolazione riguardano la cancellazione di fatto del 'Documento Unico per la Valutazione Rischi', ritenuta una delle poche possibilità di controllo del sub appalto; l'eliminazione del diritto all'informazione, delle competenze e della possibilità di intervento delle autorità di pubblica sicurezza e delle Procure della Repubblica in caso di infortuni; l'impossibilità per gli organi di vigilanza di imporre prescrizioni per i nuovi luoghi di lavoro o di ristrutturazione per quelli già esistenti; l'esenzione dell'obbligo del Dvr per le piccole aziende (fino a 50 addetti ) e per quelle considerate a basso rischio; la sostituzione dell'obbligo di notifica da parte del datore di lavoro agli organi di vigilanza per l'utilizzo di sostanze altamente pericolose per i lavoratori, con una semplice dichiarazione da parte delle associazioni datoriali o da parte degli enti bilaterali; il venir meno dell'obbligo per i datori di lavoro dell'attivazione della formazione e della sorveglianza sanitaria per tutti i lavoratori quando riguarderebbe lavoratori che permarranno in azienda per non più di 50 giorni lavorativi all'anno (i lavoratori precari).
26 settembre 2012

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From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent: Sunday, September 30, 2012 10:31 PM
Subject: INVITO PER IL 12 OTTOBRE 2012: FILM SU PIETRO MIRABELLI

Venerdì 12 ottobre a Scarperia nel Mugello il film-documentario dell’operatore della TV svizzera Mario Casella su Pietro Mirabelli. Inoltre mostra fotografica dell’Associazione Ruggero Toffolutti di Piombino sui morti sul lavoro. A seguire la locandina.
Saluti a tutti
Gino Carpentiero
Sezione Pietro Mirabelli di Medicina Democratica

venerdì 12 ottobre 2012
Amici di Pietro (www.pietromirabelli.it) insieme all’ Associazione culturale Arzach organizzano:
in ricordo di Pietro Mirabelli (morto nei cantieri TAV in Svizzera) e di Rosario Caruso, Gaetano Cervicato, Giovanni Mesiti (morti nei cantieri della Variante di Valico di Barberino di Mugello) -durante la serata vi aggiorneremo sui processi per queste morti.
Dalle ore 19.30: inaugurazione Mostra fotografica “Non numeri, ma persone” a cura di: Associazione Ruggero Toffolutti contro le morti sul lavoro
Alle ore 21.15 proiezione del filmato BELLU LAVORU di M.Casella e M.Tagliabue
documentario-inchiesta sui cantieri Alptransit (Trasmissione Falò, RSI TV pubblica svizzera)
aperitivo-buffet di sostegno alla serata euro 5
presso Cinema GARIBALDI, largo De André Scarperia
info e prenotazioni: 328/0005164 - 055/4490614

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From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent: Sunday, September 30, 2012 11:25 PM
Subject: MAL DI LAVORO: SEMINARIO IL 17 NOVEMBRE A FIRENZE CON RENATO CURCIO

Cari amici
Il gruppo dello Sportello Salute di Medicina Democratica di Firenze, che come sapete, si occupa in maniera preponderante di disagio lavorativo, tramite la nostra iscritta Stefania Scalas, organizza per il 17 novembre a Firenze (sede probabile il DLF di Firenze ) un Seminario formativo di 6 ore sul mal di lavoro tenuto da Renato Curcio.
Il metodo è quello della socioanalisi narrativa utilizzato da Curcio e da Nicola Valentino (ambedue hanno fondato una Casa Editrice “Sensibili alle Foglie” ), nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni (ASL, Carceri, ecc.)
La metodica è utilizzabile dopo la fase di formazione anche da gruppi omogenei di lavoratori proprio a partire da quella che Curcio chiama “la deriva biocida del lavoro” e la conseguente solitudine dei lavoratori. Ovviamente lo scopo è quello di ricreare a partire dall’analisi una nuova resistenza e consapevolezza dei lavoratori...in vista di una possibile rinascita di un movimento.
Chi volesse partecipare (ovviamente se è interessato al programma ) è pregato di farmelo sapere.
Possono partecipare tutti quelli che vogliono (non solo i cosiddetti esperti) a cominciare proprio dai lavoratori (Piaggio? Grande Distribuzione?).
Cari saluti a tutti
Gino Carpentiero

MAL DI LAVORO: SEMINARIO DI APPROFONDIMENTO CON LABORATORIO NARRATIVO
In questo seminario il gruppo dei partecipanti affronterà insieme l'esplorazione di quattro fondamentali momenti che caratterizzano l'organizzazione del lavoro ai nostri giorni.
Nel primo momento ci interesseremo della deriva biocida del lavoro. Come del resto sappiamo fin dall'Ottocento, l'anima insopportabile del lavoro non sta nella sua quantità ma nel dispositivo capitalistico del suo sfruttamento. E' questo dispositivo che nel capitalismo finanziario diventa socialmente onnivoro e si espande fino ad aggredire la vita stessa dei lavoratori, le loro relazioni trasversali e il loro bios; fino a mettere in gioco la loro stessa sopravvivenza. E' su questa nuova frontiera, intrinsecamente biocida, che il lavoro diventa insopportabile.
Nel secondo momento metteremo a fuoco l'attacco ai legami solidali di relazione e la produzione di solitudine radicale. Produrre la solitudine del lavoratore (e del consumatore) è infatti il primo obiettivo dell’attuale organizzazione del lavoro. Una solitudine immensa, mai conosciuta fino ad ora. Solitudine organizzata. Solitudine nella esecuzione del lavoro. Solitudine nella competizione cannibalica tra i lavoratori. Solitudine sempre sofferente, intimorita, spaventata. Perché tutta questa solitudine? Per la ragione più semplice e antica: sul lavoratore ridotto in solitudine la pressione aziendale può esercitarsi con il miglior profitto. Solitudine e debolezza impotente si tengono per mano.
Nel terzo momento ci interesseremo del ricatto come dispositivo dalle mille facce che il capitalismo finanziario riattualizza e mette a suo fondamento per imporre l'intensificazione biocida del lavoro. Il ricatto – singolare e di gruppo – appare infatti come il grimaldello relazionale per indurre al lavoro forzato tutti coloro che, ridotti in solitudine e sospinti in condizioni di precarietà permanente e sistematica incertezza, hanno una disperata necessità di accedere al semplice consumo di sopravvivenza.
Nel quarto momento affronteremo infine le modalità di sottomissione, adattamento, resistenza e costruzione di un nuovo immaginario per il cambiamento. La sottomissione del ricattato è ineluttabile e fatale (a meno che, naturalmente, egli non si sottragga totalmente). Benché inevitabile, tuttavia, essa può assumere forme diverse e contrapposte. Quella, ad esempio, della “sottomissione collaborativa” in cui il ricattato oscura il ricatto, lo dissocia e lo nasconde perfino a sé stesso; oppure quella della “sottomissione resistente” in cui, per le più diverse ragioni, il ricattato ha presente il ricatto ma fa buon viso a cattivo gioco e lo affronta “dall'interno”, con pratiche di resistenza personali o di gruppo. In ogni caso, ed è ciò che qui interessa, qualunque forma la sottomissione assuma, essa resta fonte di una straordinaria sofferenza.
Obiettivi della ricognizione seminariale su questi quattro momenti sono, in particolare:
la messa a fuoco del “mal di lavoro”, vale a dire delle fonti di sofferenza connaturate a ciascuno di essi ed i mascheramenti che le accompagnano;
la sollecitazione di un immaginario istituente orientato alla loro neutralizzazione ed al cambiamento.
Va detto ancora, infine, che la sofferenza a cui ci riferiamo, e che intenzionalmente abbiamo chiamato “mal di lavoro”, non va confusa con questa o quella “patologia dei lavoratori”. Il mal di lavoro, infatti, è una patologia intrinseca dell’organizzazione capitalistica del lavoro che, al punto in cui siamo, si abbatte con effetti devastanti e biocidi sui lavoratori. I quali, proprio e soltanto perché sani, sono costretti a soffrirne gli effetti.
Per ciascuno dei quattro momenti verranno discusse alcune storie emblematiche ed illustrati i principali dispositivi di potere, di adattamento e di resistenza che sono emersi nei cantieri di ricerca socioanalitica sul lavoro allestiti negli ultimi dieci anni. Nel laboratorio, inoltre, queste stesse acquisizioni verranno sottoposte ad un confronto narrativo con l'esperienza personale dei partecipanti al gruppo.

Condizioni e costi
La durata del seminario, tenuto da Renato Curcio, è di sei ore ripartite in due momenti. Nel momento didattico (2+2 ore) il relatore illustrerà i temi del seminario; in quello di laboratorio (1+1 ora) si svilupperà il confronto narrativo.
Per la sua realizzazione si richiede un minimo di 20 iscritti.
Il costo per ciascun iscritto è di 30 euro

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Monday, October 01, 2012 9:33 AM
Subject: MORTI SUL LAVORO DAL 1 GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2012: BASTA MISTIFICAZIONI!
                   
Da 5 anni l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro fa il monitoraggio dei lavoratori che muoiono sul lavoro, e ogni anno si assiste a toni trionfalistici sull'andamento di queste morti che calano in continuazione.
In realtà i morti SUI LUOGHI DI LAVORO, quelli che si possono sicuramente annoverare tra le morti sul lavoro salgono tutti gli anni. In questi 5 anni solo tra il 2009 e il 2010 c'è stato un leggero calo delle vittime SUI LUOGHI DI LAVORO.
Come spiegare allora queste differenze? Le statistiche ufficiali, per ragioni contributive, mettono insieme i morti sui luoghi di lavoro e quelli che muoiono sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro, e in per davvero in itinere registriamo un calo che abbassa il numero totale di morti, mentre se si prende in esame solo i morti sui LUOGHI DI LAVORO le vittime aumentano.
Questo cosa vuol dire? Che in realtà sui luoghi di lavoro, non c'è maggiore attenzione per la prevenzione, ANZI.....
La crisi ha prodotto anche minore attenzione per questo fenomeno. Tra l'altro intere categorie di lavoratori non vengono "conteggiate" tra le morti sul lavoro, ma questo non vuol dire che queste vittime, solo perché non dispongono di una certa assicurazione non si devono considerare morti sul lavoro. Anche tantissimi lavoratori che muoiono in nero risultano "invisibili" e non vengono aggiunti tra le morti sul lavoro.
La crisi pesantissima ha prodotto un abbassamento delle tutele sulla Sicurezza, soprattutto in piccole e piccolissime aziende, ed è per questo che nonostante il numero dei disoccupati sia aumentato esageratamente non si assiste anche quest'anno ad un calo consistente di lavoratori che muoiono lavorando.
Carlo Soricelli

MORTI SUL LAVORO DAL 1 GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2012
Dal primo gennaio ad oggi 1 ottobre sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 468 lavoratori (tutti documentati). Sono oltre 910 dall'inizio dell'anno se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere o sulle strade. L'Osservatorio considera "morti sul lavoro" tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono un'attività lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa e dalla loro età. Molte vittime non hanno nessuna assicurazione e muoiono lavorando in "nero".
I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO PER CATEGORIA.
Il 33,9% delle vittime sono in agricoltura, di queste la metà schiacciate dal trattore (85 dall'inizio dell'anno). Edilizia 28,% sul totale, in questa categoria quasi il 30% delle morti è causata da cadute dall’alto. Industria 16,1%, quest'anno quasi la metà di queste morti sono state provocate dal terremoto in Emilia. Servizi 5,8%. Autotrasporto 5,1%, Il 3% Esercito Italiano (Afghanistan). Il 2,7% nella Polizia di Stato (tutte le morte causate in servizio sulle strade). Il 13,3% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Eta' delle vittime: il 4,9% hanno meno di 29 anni, dai 30 ai 39 anni il 14,1%, dai 40 ai 49 anni il 24,48%, dai 50 ai 59 anni il 15,7%, dai 60 ai 69 anni il 9,5%, il 12,8% ha oltre 70 anni. Del 16,5% non siamo a conoscenza del’età.
MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE.
La Lombardia ha 57 morti e la provincia di Brescia con 17 morti risulta prima in questa triste classifica assieme alla provincia di Torino, se si esclude la provincia di Modena che ha tantissimi lavoratori morti per il terremoto, come negli ultimi anni Brescia è sempre ai vertici delle province con più morti sui luoghi di lavoro,, Bergamo 7, como, Lecco e Lodi 2, Mantova 5, Milano 5, Pavia, Sondrio 4, Varese 6, Monza 3. Emilia Romagna 53 morti compresi i lavoratori deceduti sotto le macerie del terremoto del 20 e 29 maggio, province di Modena 17 morti, Ferrara 8, Bologna 8 morti, Reggio Emilia 5 morti, Forlì Cesena e Piacenza 4 morti, Parma 3 morti, Rimini e Ravenna 2. Piemonte 33 morti, la provincia di Torino risulta in questo momento con 17 vittime la prima in Italia per numero di morti sui luoghi di lavoro, Cuneo 7 morti, 3 morti, Alessandria e Novara, 2 morti Asti, 1 morto Verbania e Vercelli. Sicilia 33 morti, con la provincia di Catania con 6 morti, Palermo e Trapani 5 morti, Agrigento e Messina 4 morti, Caltanisetta 3 morti, Enna Ragusa e Agrigento 2 morti. Campania 32 morti, provincia di Salerno 12 morti, Avellino 9 morti, Benevento 6 morti, Napoli 4 morti, Caserta 1 morto. Toscana 30 morti (37 con i morti in mare sulla Costa Concordia affondata sulle coste dell' isola del Giglio), dei due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub), la provincia Firenze 5 morti, Livorno e Pisa 5 morti Grosseto e Massa Carrara 4 morti, 4 morti Arezzo, 2 morti Lucca, Siena e Prato 1 morto. Veneto 28 morti con le province di Verona e Treviso 6 morti, Padova 5 morti, Vicenza, 4 morti, Belluno 3 morti, Rovigo 2 morti, Venezia 1 morto. Abruzzo 22 morti con la province di Chieti con 10 morti, Pescara 8 morti, Teramo 3 morti, L’Aquila 2 morti. Lazio 21 morti provincia Di Roma 9 morti, Frosinone 6 morti, Viterbo 5 morti, Latina 1 morto. Puglia 20 morti, provincia di Bari 10 morti, Brindisi e Foggia 4 morti, Lecce 2 morti, Bat 1 morto. Calabria 18 morti, provincia di Reggio Calabria 5 morti, Catanzaro 4 morti, Cosenza eVibo Valentia 3 morti, Crotone 2 morti. Trentino Alto Adige16 morti, provincia di Bolzano 10 morti, Trento 6 morti. Liguria 15 morti, provincia di Genova 7 morti, Savona 4 morti,Imperia e La Spezia 2 morti. Friuli Venezia Giulia 12 morti, Pordenone 4 morti, Udine e Gorizia 3 morti, Trieste 2 morti.Marche 10 morti, provincia di Ancona 5 morti, Macerata 3 morti, Pesaro Urbino e Ascoli Piceno 1 morto. Umbria 9 morti, provincia di Perugia 8 morti, Teramo 1 morto. Sardegna 10 morti, 4 morti nella provincia di Nuoro, 2 morti in provincia di Oristano, 1 morto Carbonia Iglesias, Medio Campisano, Ogliastra e Sassari. Basilicata 6 morti, 4 morti nella provincia di Matera, Potenza 2 morti. Molise 4 morti, Campobasso 3 morti, 1 morto Isernia. Val D'Aosta, Aosta 1 morto.
Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per incidenti stradali"
Nel 2011 ci sono stati più di 1.170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010.
Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1-1 e 3-1 del 2011 dell'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti sui luoghi di lavoro per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali.

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro 

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Da: Angelo Baracca baracca@fi.infn.it
Inviato: lunedì 1 ottobre 2012 11:47
A:
Oggetto: ILVA: COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO "LIBERI-PENSANTI"

A TUTTI GLI ORGANI DI INFORMAZIONE
Il “Comitato Cittadini e Lavoratori liberi e pensanti” di Taranto in merito agli scioperi di questi giorni di FIM e UILM relativi alla vicenda Ilva intende denunciare alla pubblica opinione quanto è avvenuto e sta avvenendo di vergognoso in fabbrica e fuori.
Come lavoratori Ilva appartenenti al Comitato, nonché durante le nostre iniziative di nostri presidi ed anche con SMS stiamo ricevendo una serie di denunce di minacce verso chi non avesse partecipato allo sciopero.
 In fabbrica si sta vivendo una situazione da lager con i kapò rappresentati dai cosiddetti “fiduciari”, ovvero quadri, capi, capetti e funzionari sindacali che per “convincere” i lavoratori a partecipare allo sciopero li hanno esplicitamente minacciati di metterli in sorta di lista nera di prossimi licenziati qualora non avessero scioperato.
Come se questa vergogna non bastasse si vuole denunciare che durante i presidi l’azienda ha fatto montare un copertura per riparare dal sole chi (poverini!) bloccava le SS 100 e 106 (ma chi l’ha permesso?) penalizzando per l’ennesima volta questa città che già troppo ha dato e sta dando in nome degli interessi di Riva. Ma l’azienda ha fatto ancora di più, rifornendo di cibo e bibite a gogò questi signori con mezzi aziendali ed a proprie spese: ci sono video e foto a comprovarlo
Il Comitato, oltre ad esprimere il proprio sdegno per questi vergognosi accadimenti intende dare sugli stessi alcune valutazioni:
E’ palese che quanto qui si denuncia è il più chiaro sintomo dei colpi di coda di un “sistema Ilva” fatto di corruttela, di connivenze, di complici silenzi politico-sindacali (e non solo!) che per anni ha consentito di devastare un territorio e la salute dei cittadini, di negare gli elementari diritti dei lavoratori in fabbrica, tutto in nome dei profitti di Riva
E’ altrettanto palese che l’aria fra i lavoratori Ilva sta cambiando nel senso che pur essendo ancora fortissimo il ricatto occupazionale, tra i lavoratori si sta sempre più diffondendo un consapevolezza che non è più possibile barattare il diritto al lavoro con il diritto alla salute ed a un ambiente pulito. Anzi proprio perché questi sono diritti inalienabili e costituzionalmente riconosciuti, sempre più lavoratori Ilva condividendo quanto da subito il Comitato ha proposto, non si vogliono più far manovrare da chicchesia e pretendono il lavoro e/o il reddito coniugato con ambiente pulito, produzione ad inquinamento zero e bonifiche, con le relative spese a totale carico di Riva (da quando è Ilva) e dello Stato (quando era Italsider) unici responsabili della situazione attuale.
E che l’aria in Ilva sta cambiando lo dimostra sia il fatto che i sindacati cosidetti maggiormente rappresentativi hanno perso totalmente la loro credibilità, sia, conseguentemente che lo sciopero del 27 e 28 è stato un sostanziale fallimento. Basta vedere che ai blocchi sulle statali c’erano (a voler essere buoni) un paio di centinaia di partecipanti di cui la stragrandissima maggioranza quadri, capi, capetti (ma quando mai hanno scioperato per i diritti dei lavoratori?) e funzionari e burocrati sindacali, mentre gli operai erano pochissimi. Anzi paradossalmente giovedì 27 se i numeri sono stati più consistenti è solo perché il Comitato aveva invitato i lavoratori, che comunque volevano uscire, a partecipare all’assemblea, al corteo e al blocco entrata/uscita merci autorganizzati dallo stesso Comitato. Infatti le immagini e le foto dei mass-media dimostrano la preponderanza dei numeri di chi era dietro l’Apecar e chi invece era con FIM e UILM.
Concludendo il Comitato, a seguito di quanto qui denunciando, sta già facendo la propria parte di movimento, altri la facciano a livello politico-istituzionale e, perché no, giudiziario
SI AI DIRITTI! NO AI RICATTI!

Comitato Cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti
Taranto 29.9.12

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From: Antonella De Pasquale a.depasquale@usl2.toscana.it
To:
Sent: Tuesday, October 02, 2012 10:39 AM
Subject: CONVEGNO 23 OTTOBRE A LUCCA: TERREMOTI E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

A seguire il programma del convegno che la USL 2 di Lucca terrà il 23 ottobre su "Terremoti: sicurezza nei luoghi di lavoro".
ciao Antonella De Pasquale

CONVEGNO
TERREMOTI: SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
martedì 23 ottobre 2012 ore 8.30
Auditorium del Centro Sanitario di Capannori
Piazza Aldo Moro, Capannori (LU)
ORGANIZZAZIONE
Dipartimento di Prevenzione Unità Funzionale Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro
Responsabile Franco Becarelli
Segreteria scientifica e organizzativa Alessandro Bartalena, Vito Antonio Tafaro
Telefono: 0583 449232
Fax: 0583 449088
Per iscrizioni inviare e-mail entro il 20 ottobre 2012 ad uno dei seguenti indirizzi e-mail:
IL SEMINARIO
Il terremoto che ha colpito nella primavera 2012 le zone dell’Emilia Romagna ha fatto emergere, oltre alle già note fragilità del patrimonio edilizio italiano, preoccupanti criticità sulla resistenza sismica degli edifici industriali.
E’ nostro obiettivo mettere insieme diverse professionalità per un confronto che ha come
scopo quello di comunicare ai datori di lavoro, ai professionisti e ai lavoratori utili informazioni per affrontare il rischio sismico negli ambienti di lavoro.
PROGRAMMA
I Sessione
8.30 Iscrizione partecipanti
9.00 Saluti autorità
9.15 Presentazione convegno Ing. Franco Becarelli
9.30 Valutazione del Rischio — Formazione e informazione (Azienda USL 2) Dott. Alessandro Bartalena
9.45 Sicurezza sismica e sicurezza impianti verifiche su edifici danneggiati – gestione emergenza (Vigili del Fuoco Lucca)
10.05 Responsabilità e adempimenti del datore di lavoro in zona sismica (ANCE) Ing. Francesca Ferrocci
10.25 Tecnologie antisismiche nelle costruzioni industriali in acciaio e adeguamenti
sismici possibili (Fondazione Promozione Acciaio) Prof. Walter Salvatore (Università di Pisa)
11.10 Pausa caffè
II Sessione
11.30 Costruzioni in cemento armato antisismiche - Adeguamento patrimonio edilizio industriale esistente ( Assobeton) Ing. Antonella Colombo
12.40 Discussione
13.15 Chiusura dei lavori

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Da: COBAS Ravenna cobasravenna@libero.it
Data: 03/10/2012 11.01
A:
Ogg: ROMA 6 OTTOBRE: SI RIUNISCE LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO

COMUNICATO RADIO STAMPA DA DIFFONDERE E DIVULGARE.
INVITO A PARTECIPARE.
E' confermata per il 6 ottobre 2012 a Roma, la riunione della Rete nazionale salute e sicurezza sul lavoro, dalle 10 alle 15, a via Tuscolana, 9 c/o sede UNICOBAS.
La riunione è aperta a tutti-e, con particolare riguardo ai delegati e delegate di posto di lavoro (RSA, RSU) e agli RLS, ma possono partecipare singoli lavoratori e lavoratrici, pensionati, studenti, collettivi strudenteschi, comitati di cittadini e cittadine.
A causa della inagibilità della sede di via Giolitti 231 la riunione è spostata, stessa data e stesso orario, presso la sede dell'UNICOBAS in Via Tuscolana 9 a 50 metri dalla fermata Metro A - Re Di Roma (la quinta da Termini direzione Anagnina)
ORDINE DEL GIORNO
relazione Taranto su questione Ilva di Taranto con proposta iniziativa nazionale (manifestazione o convegno) a Taranto (si propone 3 o 4 novembre);
la lotta attuale contro le morti sul lavoro e le nuove iniziative della RETE su scala nazionale;
informazioni su modifiche in peggio testo unico sulla sicurezza previste nel decreto semplificazioni bis di Monti;
questione aggiornamento nome, struttura, bollettino, rapporti con tutte le realtà operanti su scala nazionale su salute e sicurezza in fabbrica e sul territorio;
le strutture e le situazioni collettive e individuali della rete nazionale.
 

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