venerdì 13 luglio 2012

Le poche verità del rapporto Inail


di Marco Bazzoni

"Buongiorno a tutti, sono Marco Bazzoni, ho 38 anni, sono un operaio metalmeccanico. Sono anche rappresentante della sicurezza dal 2003 e mi occupo di questa tematica, del tema della sicurezza sul lavoro da tanto tempo.
Oggi è stato presentato il rapporto annuale Inail sugli infortuni e le morti sul lavoro. l’Inail ha detto che nel 2011 ci sono stati 920 infortuni mortali in calo rispetto al 2010, quando ce ne erano stati 970. Questi secondo me sono dati fortemente sottostimati, prima cosa perché l’Inail tiene conto solo degli infortuni accaduti ai suoi assicurati e tra i suoi assicurati non ci sono né le forze di Polizia, né Carabinieri, né gli sportivi, tante categorie che non sono assicurate con l’Inail.

Poi, in tutti questi dati incide la crisi economica che c’è stata. Perché l’Inail non lo dice, ma ci sono tante aziende che hanno chiuso, tanti lavoratori in cassa integrazione, tanti lavoratori in mobilità, quindi non sono questi dati “oro colato” come voglio far credere. Ai dati dell’Inail sulle morti sul lavoro e ai dati dell’Inail sugli infortuni sul lavoro mancano all’appello gli infortuni che accadono nel sommerso che si stima siano almeno 200 mila ogni anno. Addirittura ho visto che l’Inail ha fatto una stima provvisoria che dice che sono circa 164 mila per l’anno 2011, quindi anche questa stima è al ribasso.Va detto anche che l’Inail ha un avanzo di bilancio annuale di circa 2 miliardi di Euro ogni anno e questi soldi non è che vengano utilizzati per aumentare le rendite agli invalidi sul lavoro o per aumentare le rendite ai familiari delle vittime sul lavoro, ma vengono utilizzati dallo Stato per ripianare i debiti. Sono depositati presso un conto infruttifero del Ministero del Tesoro e lo Stato lo utilizza per ripianare i debiti. È una cosa scandalosa perché quei soldi non sono dello Stato, appartengono alle aziende e ai lavoratori.
Non c’è la coscienza di tutto il problema della salute sui rischi sul lavoro anche perché non c’è sensibilità né da parte dei mezzi di informazione, né da parte delle istituzioni, né da parte del mondo politico, questo va detto. Perché? Tanto per quanto riguarda i mezzi di informazione ne parlano solo quando ci sono gravi infortuni o morti sul lavoro, quando va bene perché a volte non dicono neanche quelli, altrimenti nulla, una notizia nelle brevi e basta, quando dovrebbero fare inchieste, lo spazio sui quotidiani, sui Tg ne hanno quanto vogliono, però si preferisce parlare di altro.
Per quanto riguarda il mondo politico lasciamo perdere. Loro sono buoni solo a fare le cosiddette lacrime di coccodrillo quando c’è un morto sul lavoro dicendo che bisogna aumentare i controlli, dicendo che manca la cultura della sicurezza sul lavoro e poi dopo restano solo parole, i fatti zero! Perché manca la cultura della sicurezza sul lavoro, questa frase la sento da anni, però ci fosse stato un governo né di destra, né di centro e né di sinistra che abbia fatto qualcosa. Manca la cultura della sicurezza, per insegnare la cultura della sicurezza bisognerebbe partire dalle scuole, però non c’è stato un governo che abbia detto: "insegniamo la sicurezza sul lavoro a partire dalle scuole elementari". In Francia lo fanno, in Italia non ci riusciamo, non so perché non ci riusciamo.


Basta scuse e lacrime di coccodrillo
Ho sentito sia le dichiarazioni odierne, sia quelle passate del Presidente della Repubblica. Dice che ci vogliono più controlli, più sanzioni, però il Presidente della Repubblica 3 anni fa l’ha firmato il Decreto Legislativo 106/09 che ha dimezzato le sanzioni ai datori di lavoro, ai dirigenti, ai preposti. Ha introdotto la salva-manager che deresponsabilizza i datori di lavoro, quella che l’ex Ministro del Lavoro Sacconi diceva di avere cancellato, invece è uscita dalla porta è rientrata dalla finestra. Queste dichiarazioni mi sembrano frasi di circostanza e poi dopo non cambierà nulla, in Italia ci sono un mucchio di infortuni, molte morti sul lavoro, molte anche di malattie professionali che nessuno lo dice mai ma c’è anche un sacco di lavoratori che muoiono perché si ammalano sul lavoro o per l’amianto o per altre cose e nessuno dice nulla anche di questo.Per quanto riguarda il livello europeo noi siamo il paese con il più alto numero di incidenti sul lavoro, che va detto come statistiche sono sottostimate. Sono molte di più di quello che dice l’Inail. C’è l’osservatorio indipendente di Bologna che per il 2011 ha stimato 1170 morti sul lavoro, l’Inail sono 920 c’è qualcosa che non va qui! 1170 è la stima minima perché chiaramente sono di più, anche l’osservatorio non può arrivare dove ci sono stati dei lavoratori che sono morti in nero, che non si sanno neanche noi che fine hanno fatto, quindi… però è la stima… 1170 non sono pochi. L’Italia ha una procedura di infrazione aperta dal 29 settembre 2011, questo grazie a una denuncia che ho fatto io nel 2009. Abbiamo una procedura di infrazione su 6 punti. Il primo punto è il principale, la deresponsabilizzazione dei datori di lavoro in caso di delega e subdelega, la proroga di 90 giorni del documento di valutazione dei rischi per le nuove imprese, la proroga per la valutazione di rischi da stress da lavoro, la proroga dell’adeguamento antincendio per le strutture ricettivo – turistico – alberghiere, fino a 25 posti letto e la proroga anche per quanto riguarda l’applicazione del Testo Unico per la Sicurezza per le cooperative e per i volontari della protezione civile, questi sono punti principali.
L’Italia aveva due mesi di tempo per rispondere alla Commissione europea, fino al 30 novembre, ha risposto l’8 dicembre. Ad oggi la Commissione europea ha finito di esaminare il materiane che gli ha inviato l’Italia, però ancora non si sa cosa farà. Molto probabilmente emetterà un parere motivato, che significa? Significa che l’Italia si dovrà adeguare alle disposizioni di questa lettera che è messa in mora, pena delle sanzioni salatissime, sanzioni che vanno da 200 mila a 700 mila Euro il giorno. È probabile che ci si arrivi perché non mi sembra che il nuovo Ministro del lavoro Fornero abbia tanta sensibilità per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro, forse a parole, perché a parole l’ho sentita diverse volte dire che la salute della sicurezza sul lavoro è centrale per il governo Monti, poi abbiamo visto che nei fatti hanno fatto poco o nulla, anzi per quanto riguarda i diritti dei lavoratori abbiamo visto cosa hanno fatto, la riforma del lavoro ne è un esempio. Da quando c’è il Prof. Monti alla guida del Governo, non so come mai sembra che la Commissione europea abbia tirato il freno a mano, non va, questa procedura di infrazione va a rilento, stranamente quando c’era Berlusconi andava a mille all'ora. Se scrivo io alla Commissione europea dicono è sempre Bazzoni che scrive, ci rompe le scatole, se magari scrive qualcun altro mi fanno un favore estremamente e li ringrazio!".

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