giovedì 26 luglio 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 25/07/12




INDICE

ILVA TARANTO: VERSO LA "TEMPESTA PERFETTA"

Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
SUPERATE LE 20.00 FIRME PER L'APPELLO “UN LAVORO PER GLI EX OPERAI THYSSENKRUPP PROMESSO DA FASSINO”

Comitato vittime Eureco comitatovittime.eureco@gmail.com
COMUNICATO STAMPA UDIENZA EURECO 16 LUGLIO 2012: "VOGLIAMO GIUSTIZIA E NON MONETIZZAZIONE"

A.I.E.A. Paderno Dugnano a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
COMUNICATO STAMPA A.I.E.A., MEDICINA DEMOCRATICA E COMITATO EURECO SU UDIENZA 16 LUGLIO 2012 PROCESSO EURECO

Assemblea lavoratori autoconvocati assemblealavoratori@libero.it
LAVORARE DI PIU', LAVORARE IN POCHI. LA RICETTA FOLLE DEL GOVERNO

ANCORA IN MARCIA ! redazione@ancorainmarcia.it
DERAGLIAMENTO BOLOGNA: GALLORI, “NO A GIORGIO DIANA CONSULENTE PROCURA”

Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
VITTORIA ALLA CORTE COSTITUZIONALE- SALTA L'OBBLIGO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI E LO SCIPPO DEI REFERENDUM

Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
LA FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE

ANCORA SULLA LA FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE

Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
VERGOGNA:TECNICO MORTO MONTANDO IL PALCO DELLA PAUSINI: IL RISARCIMENTO AMMONTA A 1936,80 EURO

Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
VIAREGGIO, ESPOSIZIONE AL DLF: INAUGURAZIONE SABATO 28 ORE 18.00

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From: Alteralias alias.alter@gmail.com
To:
Sent: Sunday, July 15, 2012 1:07 PM
Subject: ILVA TARANTO: VERSO LA "TEMPESTA PERFETTA"

Car*
vi giro questo comunicato dai Cobas di Taranto.


COMUNICATO N.1 - ILVA TARANTO: VERSO LA "TEMPESTA PERFETTA"

Da alcuni giorni l'Ilva è nell'occhio del ciclone, come se fossimo alla vigilia di una tempesta.
Chi l'ha avviata e dichiarata questa guerra è l'Ilva di Padron Riva, i suoi strumenti sono stati innanzitutto un gruppo di capi, impiegati e galoppini che si firmano in maniera truffaldina “i lavoratori Ilva” che seminando terrore e allarmismo cercano di coinvolgere tutti i lavoratori in una guerra e una crociata sbagliata e perdente a tutela principale degli interessi dei padroni, il cui unico interesse è di fare profitti sfruttando gli operai e eludendo fin dove è possibile le leggi sulla sicurezza e di tutela dell'ambiente, che hanno provocato in questi anni morti sul lavoro, morti da lavoro, tumori e malattie professionali rendendo Taranto, una delle capitali di queste fabbriche della morte.
Chi doveva fermare la mano di Riva in questi anni, imponendogli tutela della sicurezza e dell'ambiente, oltre che salari e diritti ?
Innanzitutto gli operai Ilva e le loro organizzazioni sindacali con la lotta. Questo non è avvenuto perché i sindacati confederali sono alleati e complici dell'azienda e ne hanno favorito piani, interessi e profitti, traendone vantaggi e carriere,e gli operai non sono riusciti a sottrarsi a questa situazione diventando prede consapevoli e inconsapevoli di un cinico odioso ricatto occupazionale. Questo ha aggravato la situazione e l'ha resa progressivamente peggiore e portandola a un punto assai grave.
Le inchieste e le perizie della magistratura non hanno creato il problema ma lo hanno solo reso evidente.
Di fronte a questo l'Ilva di padron Riva non vuole pagare pegno delle sue responsabilità, vuole che lo stato paghi i costi della situazione, che la gestione della fabbrica nell'interesse della produzione per fare sempre più profitti, ha creato.
Insomma il padrone dice “i profitti sono miei e guai a chi me li tocca” anzi voglio continuarne a fare come prima più di prima, le perdite sono vostre.
Per ottenere questo padron Riva per coprirsi le spalle ha cambiato il suo gruppo dirigente, per salvaguardarlo e metterlo al riparo dalle inchieste della magistratura e per mettere al loro posto dei prestanomi, quali questo ex prefetto ed ex candidato sindaco di Milano del PD Ferrante, che sa di siderurgia meno dell'ultimo operaio e che in questi giorni a Taranto è venuto a fare rappresentanza e turismo: una sorta di “pupo di pezza” che interloquisca con Governo, regione ecc. per smorzarne i danni e ottenerne i vantaggi politici ed economici al sostegno del padrone.
In fabbrica invece l'arma del padrone sono quelli che si firmano “lavoratori Ilva” e che hanno oggi piena agibilità in azienda di fare e dire tutto quello che vogliono; questi signori come piccoli sciacalli cavalcano le giuste paure e preoccupazioni degli operai, che certamente non vogliono perdere il posto di lavoro per diventare una sorta di ridicola guardia pretoriana del padrone.
Di fronte a questo “disastro provocato e annunciato” ad arte tutti corrono: governo, regione, istituzioni, sindacati al capezzale di Riva per vedere come aiutarlo a uscire dalla situazione, mettendo a disposizione dai 100 ai 300 milioni di euro, e facendo una pressione congiunta sulla Magistratura, che quando non fa niente è denunciata giustamente come complice del padrone, quando fa qualcosa viene messa sotto accusa di provocare il disastro sociale, la chiusura della fabbrica, il licenziamento degli operai.
Gli operai coscienti di questa fabbrica devono innanzitutto sottrarsi a questo gioco del padrone e dei loro servi, dimostrare coi fatti di saper ragionare con la loro testa, organizzandosi autonomamente nello Slai Cobas per il sindacato di classe Ilva, con dignità e coraggio per tutelare lavoro, diritti e salari dagli attacchi di padroni e governo Monti, ma anche tutela della sicurezza e salute in fabbrica e in città dall'attacco che viene da padron Riva innanzitutto. La loro arma è l'organizzazione e la lotta in fabbrica e non la “marcia a comando come soldatini senza cervello da film di Charlot”.
Solo questa lotta operaia autonoma può salvare lavoro e ambiente e creare una grande unità tra operai e città, ogni altra strada porta davvero alla rovina degli operai, della fabbrica e della città

Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto
cobasta@libero.it
via Rintone 22 Taranto
14 luglio 2012

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From: Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
To:
Sent: Tuesday, July 17, 2012 11:49 AM
Subject: SUPERATE LE 20.00 FIRME PER L'APPELLO “UN LAVORO PER GLI EX OPERAI THYSSENKRUPP PROMESSO DA FASSINO”

In poco tempo superate le 20.00 firme per l’Appello “Un lavoro per gli ex operai ThyssenKrupp promesso da Fassino” (disponibile alla pagina http://www.firmiamo.it/un-lavoro-per-gli-ex-operai-thyssenkrupp-promesso-da-fassino#petition) diffuso dagli ex lavoratori ThyssenKrupp per ricordare al Sindaco di Torino gli impegni presi più di un anno fa per darci “un lavoro certo e sicuro entro il percorso della mobilità” (qui il video che lo testimonia: http://www.dailymotion.com/video/xjmlwz_fassino-riceve-i-16-operai-della-thyssenkrupp_news).
Anticipiamo sin d’ora che Vittorio Bertola, Consigliere Comunale nonché Capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Torino, ha presentato un’interpellanza al Consiglio Comunale che per limiti di tempo, verrà discussa in Consiglio a settembre.
Invitiamo anche altri consiglieri comunali, ma anche provinciali, regionali, deputati, ecc. a seguire questo esempio positivo e ringraziamo il consigliere Bertola per questa importante presa di posizione.
Oltre alle migliaia di firme raccolte online in queste due settimane, tra gli altri che hanno firmato personalmente o inviandoci una mail, ricordiamo:
Haidi Gaggio Giuliani
Vittorio Bertola - Consigliere Comunale e Capogruppo Movimento 5 Stelle Comune, Torino
Massimo Gatti - Consigliere Provinciale Lista Civica “Per un’altra Provincia”, Milano
Mauro Gemma - Presidente Associazione Marx XXI
Vladimiro Giacchè - Vice Presidente Associazione Marx XXI
Domenico Losurdo - Docente di Storia Università di Urbino Associazione Marx XXI
Abdelhamid Shaari - Presidente Centro di cultura islamica di Viale Jenner, Milano
Gigi Roccati - Filmmaker indipendente, Torino
Cinzia Montanaro - Rsu Werther International, Reggio Emilia
Gian Maria Vitali - Docente Istituto “Federici”, Trescore Balneario (BG)
Angelo Mapelli - Pensionato P-CARC, Bergamo
Rochy Geneletti - Ferroviere P-CARC, Bergamo
Andrea De Vecchi - Presidio Jabil-Nokia, Siemens Cassina de Pecchi (Mi)
Antonio Gradia - Comitati per Milano
Luciana Calciolari - Milano
Gianni Panari - Milano
Enrico Piazza - Rete Comitati Sesto San Giovanni (Mi)
Renato Pomari - P.C.L., Milano
Franca Pogliani – Insegnante, Senago (Mi)
Marcello Diotto - Filcams-CGIL, Milano
Mattia Cavatorti - Collettivo R60, Reggio Emilia

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From: Comitato vittime Eureco comitatovittime.eureco@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, July 17, 2012 12:42 PM
Subject: COMUNICATO STAMPA UDIENZA EURECO 16 LUGLIO 2012: "VOGLIAMO GIUSTIZIA E NON MONETIZZAZIONE"

Paderno Dugnano, 16/07/2012
COMUNICATO STAMPA: “VOGLIAMO GIUSTIZIA NON MONETIZZAZIONE”

Oggi, davanti al GUP del Tribunale di Milano si è svolta la seconda udienza del processo per omicidio colposo plurimo, incendio ed altre 23 imputazioni (reati e contravvenzioni) nei confronti di Giovanni Merlino ed Elena Merlino, titolari e rappresentanti legali dell'azienda Eureco, per la morte di quattro lavoratori (Sergio Scapolan, Salvatore Catalano, Harun Zequiri, Leonard Shehu) avvenuta per imprudenza, negligenza, imperizia e per inosservanza delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro e per trattamento e smaltimento irregolare di rifiuti
pericolosi e per lesioni gravi nei confronti dei quattro superstiti.
L'udienza era imperniata nella presentazione e costituzione delle “Parti Civili”.
La difesa degli imputati ha sollevato obiezioni ed eccezioni alle costituzioni di parte civile delle Associazioni e dei Comitati: Medicina Democratica, A.I.E.A. (Associazione Italiana Esposti Amianto), Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori Eureco, ALLCA CUB Chimici, ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro), INAIL, CGIL, Comune di Paderno Dugnano.
Il Pubblico Ministero, Dott.ssa Manuela Massenz, confutando le tesi dei difensori dei Merlino, invece ha dato parere favorevole alla costituzione di “parte civile” di tutti gli Enti e Associazioni menzionate a cui hanno fatto seguito le dichiarazioni, molto argomentate e ben documentate dei loro Avvocati.
Dopo una breve sospensione, alla ripresa il GUP ha emesso l'ordinanza, allo stato non impugnabile, che accoglie in buona parte la tesi della difesa degli imputati, escludendo le Associazioni più operative e attive sul tema della sicurezza del lavoro e per la tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici (M.D., A.I.E.A., Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori Eureco, Anmil, Allca Cub Chimici), accogliendo parzialmente il Comune di Paderno Dugnano per il solo incendio colposo, la CGIL per danno di immagine, e l’INAIL.
Accolte, per i “SOLI” primi due capi di imputazione (omicidio e incendio), le costituzioni di “parte civile” per i familiari delle vittime e per i lavoratori feriti, trascurando quelle imputazioni relative al mancato rispetto delle norme sul trattamento/smaltimento di materiali pericolosi, sulla mancata informazione ai lavoratori dei rischi cui erano, loro malgrado, esposti, e non considerando in tal modo la recidività del Merlino, stante il fatto che, prima del tragico incendio del 04.11.2010, ad un altro operaio veniva tolta la vita presso un impianto industriale dello stesso Merlino.
Come Comitato, pur rispettando il provvedimento emesso dal Giudice, esprimiamo tutta la nostra amarezza e disappunto per una pronuncia che non ha considerato la documentazione versata in atti e le “numerose” decisioni assunte nel tempo dall’Autorità Giudiziaria di ammissione della costituzione di parte civile delle predette associazioni in procedimenti penali assolutamente (e tragicamente) analoghi a quello in esame (cfr. per tutte ordinanze e sentenza Thyssen Krupp).
Di fronte a questo desolante scenario, vogliamo riaffermare con forza che la VITA e la SALUTE dei lavoratori non possono e non devono essere monetizzate a vantaggio di quegli imprenditori, come il Merlino, privi di qualsivoglia scrupolo e, magari, muniti di buona Assicurazione!
A questo punto è obbligatorio chiedersi se un'eventuale richiesta di rito abbreviato e/o di patteggiamento accolta, potrà rendere giustizia ai morti, ai loro familiari ed ai superstiti?
E ancora: Quanti imprenditori, da premesse come queste, si sentiranno liberi di violare le norme poste a presidio della sicurezza sul lavoro?
Per il Comitato questa è una cattiva lezione ed una grande delusione!

COMITATO A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI EURECO
Cellulare 335 68 63 489
Per solidarietà: IBAN IT44 E076 0101 6000 00079385746 - causale “PRO LAVORATORI EURECO”

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From: A.I.E.A. Paderno Dugnano a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
To:
Sent: Tuesday, July 17, 2012 3:56 PM
Subject: COMUNICATO STAMPA A.I.E.A., MEDICINA DEMOCRATICA E COMITATO EURECO SU UDIENZA 16 LUGLIO 2012 PROCESSO EURECO

Buongiorno
vi invio i comunicati stampa di A.I.E.A., Medicina Democratica e Comitato a sostegno delle Vittime e dei lavoratori dell'Eureco di Paderno Dugnano sull'udienza di ieri 16 luglio 2012.
 Per ulteriori notizie collegatevi al sito:
Saluti
Lorena Tacco
A.I.E.A. Paderno Dugnano

COMUNICATO STAMPA: PROCESSO EURECO - GIUSTIZIA NON MONETIZZAZIONE!

Oggi il giudice dell’udienza preliminare (GUP) del Tribunale di Milano ha letto l’ordinanza sulle esclusioni delle parti civili, ha stabilito, cioè quali sono le parti civili accettate e per quali reati.
Ne è emerso un dato sconcertante: sono stati ammessi solo i Famigliari delle quattro vittime operaie, ed i tre lavoratori gravemente infortunati che hanno subito gravi lesioni. Sono ancora stati ammessi il Comune di Paderno Dugnano, ma solo per l’incendio, la CGIL, ma solo per il danno all’immagine. Viceversa, in modo ingiustificato sono state respinte in toto le costituzioni di parte civile di Medicina Democratica, Movimento di Lotta per la Salute (MD) e dell’Associazione Italiana Esposti Amianto e del Comitato per la Difesa delle Vittime dell’EURECO.
Medicina Democratica e A.I.E.A. sono state ammesse parte civile in numerosi altri processi, alcuni dei quali anche con condanne passate in giudicato, altre con condanne in primo e secondo grado.
Fra gli altri qui ci si limita a ricordare i noti processi nei quali le costituzioni di parte civile sono state pienamente accolte, e precisamente: PETROLCHIMICO di Porto Marghera; THYSSENKRUPP di Torino; ETERNIT di (Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli) Torino; Clinica Santa Rita di Milano; Fonderia Anselmi di Campo San Piero (PD) per due morti sul lavoro bruciati come i sette operai della ThyssenKrupp e i quattro operai dell’Eureco; FINCANTIERI di Venezia; FINCANTIERI di Palermo; la MONTEDISON di Mantova; Montefibre di Verbania; FIBRONIT di Broni; MARLANE di Praia a Mare (CZ); TRICOM di Tezze sul Brenta (VI); VELODROMO di ROMA; la TEKSID di Torino; Solvay di Alessandria.
Perché nel procedimento per le morti operaie e i gravi infortuni avvenuti il 04 novembre 2010 all’EURECO di Paderno Dugnano le costituzioni di parte civile di Medicina Democratica e dell’Associazione Italiana Esposti Amianto sono state respinte?
Non ci sono le stesse leggi e la giurisprudenza non vale per tutti?
Il COMITATO A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI EURECO, si è certamente costituito dopo i fatti (04/11/12), ovvero dopo i morti e i gravi infortuni avvenuti a causa dell’incendio avvenuto per la mancanza delle più elementari misure di sicurezza sul lavoro e, segnatamente, di prevenzione incendi, in una società dove già erano avvenuti altri incendi e un altro operaio era stato ucciso sul lavoro.
Uno stabilimento dove operavano cooperative sotto lo stesso padrone, tal Giovanni Merlino, che è stato indiziato e condannato per traffico illecito di rifiuti (e sono stati proprio i rifiuti nella fabbrica di Paderno Dugnano che hanno preso fuoco e causato la strage di operai sul lavoro del 04 novembre 2010).
I Famigliari delle vittime e gli operai infortunati, senza la costituzione del COMITATO PER LA DIFESA DELLE VITTIME DELL’EURECO SAREBBERO RIMASTI COMPLETAMENTE ABBANDONATI A SE STESSI.
IL GUP ha rinviato la discussione alla prossima udienza del 28 settembre 2012 invitando le vittime parti civili e la società EURECO a trovare un accordo monetario, quasi che si possa ridurre la giustizia a merce di scambio relegando i morti ed i feriti nel dimenticatoio, così ingiustizia è fatta!

Medicina Democratica Nord Milano
A.I.E.A. - Associazione Italiana Esposti Amianto
Paderno Dugnano, 16 luglio 2012

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Da: Assemblea lavoratori autoconvocati assemblealavoratori@libero.it
A:
Data: Mar 17 Lu 2012 8:34 pm
Oggetto: LAVORARE DI PIU', LAVORARE IN POCHI. LA RICETTA FOLLE DEL GOVERNO

Fonte: controlacrisi.org

LAVORARE DI PIU', LAVORARE IN POCHI. LA RICETTA FOLLE DEL GOVERNO, CHE SE LA PRENDE PURE CON I METALMECCANICI
La ricetta folle del governo?
Lavorare di più facendo anche meno feste. E' la ricetta del sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo: "Mi auguro - dice - che il problema venga preso di petto" perché aumentare le ore di lavoro degli italiani, magari accorpando anche le festività "é una delle chiavi per risolvere la crisi".
"In Italia il rapporto tempo (libero)-lavoro è troppo basso. Ad esempio in Alenia è stato firmato un accordo con i sindacati per lavorare 7 giorni a settimana con i turni per un totale utilizzo degli impianti. All'estero già funziona così. Per esempio sono andato il Primo Maggio a Londra e l'avevano già celebrato la domenica precedente".
"Noi lavoriamo 9 mesi l'anno - ribadisce Polillo - guardate il contratto dei metalmeccanici: per i lavoratori anziani sono previste 5 settimane di ferie, 15 giorni di permessi retribuiti obbligatori, 12 festività civili e religiose e altri 10 giorni tra scioperi, malattie, assenteismo. E se guardiamo i numeri dell'Istat cioè il rapporto tra numero di ore lavorate e numero di addetti il risultato è lo stesso. Inoltre dopo la mia prima proposta un grande gruppo metalmeccanico mi ha inviato un brogliaccio con ferie e giorni lavorati e i dati coincidevano".
Ma le feste “accorpate” dovrebbero essere pagate comunque? "No - replica - all'inizio no. Bisogna lavorare di più e meglio mantenendo inalterato il costo del lavoro. Se ci saranno margini si potranno pagare gli straordinari come in Alenia".
Avete capito bene? Il governo non si preoccupa di come dare lavoro a milioni di disoccupati, di come affrontare il problema della povertà che continua ad aumentare, ma si preoccupa di come spremere i lavoratori che già hanno subito attacchi pesanti con la riforma delle pensioni e del mercato del lavoro. Una ricetta avvelenata, che contempla un'ulteriore riduzione dei diritti, compreso quello di avere più tempo libero per vivere, per godersi momenti di piacere. Ma questo evidentemente deve essere un privilegio per pochi.

 

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From: ANCORA IN MARCIA ! redazione@ancorainmarcia.it
To:
Sent: Wednesday, July 18, 2012 5:43 PM
Subject: DERAGLIAMENTO BOLOGNA: GALLORI, “NO A GIORGIO DIANA CONSULENTE PROCURA”

ancora IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908

Deragliamento Bologna: Gallori “No a Giorgio Diana consulente procura, è già consulente ferrovie per la strage di Viareggio”.

Lettera aperta di Ezio Gallori al Procuratore della Repubblica di Bologna Francesco Caleca.

Alla cortese attenzione del dott. Francesco Caleca, titolare inchiesta sul deragliamento di Lavino del 14 luglio 2012.
Signor Procuratore,
la prego, non nomini il prof. Giorgio Diana come consulente d'Ufficio per il deragliamento, avvenuto il 14 luglio scorso nella stazione di Lavino, alle porte di Bologna.
Abbiamo appreso dalla stampa che starebbe per affidargli l'incarico; vogliamo renderle noto che egli è attualmente il consulente di parte delle stesse ferrovie nel delicatissimo processo per la strage di Viareggio in corso a Lucca (32 vittime e centinaia di feriti) e che tutti i ferrovieri, i viaggiatori italiani e quanti hanno a cuore la sicurezza ferroviaria e la verità sugli incidenti, riterrebbero la sua nomina un grave errore poiché in evidente conflitto di interessi con l'attuale inchiesta che investe proprio la stessa Rfi Spa.
Nella nostra esperienza ormai ultradecennale, sappiamo che, per le inchieste nelle quali tra i consulenti delle Procure vi era il Prof. Diana, l'attenzione si è concentrata sul “cosiddetto errore” umano dell'ultimo operatore, mettendo in secondo piano o trascurando le cause organizzative degli incidenti.
Nelle Ferrovie, come in ogni organizzazione complessa, “l'errore umano” è uno dei fattori di rischio sempre presenti che deve essere neutralizzato in anticipo dalle procedure, dalle apparecchiature e da tutte quelle misure che l'ordinamento impone per prevenire incidenti ed infortuni, anche in caso di negligenza degli stessi addetti.
Questo incidente è in realtà molto più grave di quanto non siano state le effettive conseguenze ed è per questo da considerare un grande campanello d'allarme per la sicurezza ferroviaria.
Vorremmo che la sua inchiesta facesse luce non solo sul comportamento dei nostri tre colleghi indagati ma si aprisse anche a considerare le procedure e gli aspetti organizzativi in atto all'interno di Rfi.
Io e i macchinisti redattori della rivista ancora In Marcia restiamo a sua completa disposizione per ogni chiarimento.

Cordiali saluti
Ezio Gallori
Macchinista per 40 anni, oggi in pensione
Bologna, 18 luglio 2012

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From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent: Saturday, July 21, 2012 7:23 PM
Subject: VITTORIA ALLA CORTE COSTITUZIONALE- SALTA L'OBBLIGO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI E LO SCIPPO DEI REFERENDUM

Da ALBA (Alleanza Lavoro Beni Comuni Ambiente )
Qualche volta si vince e gli sconfitti sono tanti, compresi RE Giorgio (che firmò il decreto Berlusconi-Tremonti palesemente incostituzionale per compiacere i poteri forti) e il sindaco di Firenze Matteo Renzi che si è rifiutato di ripubblicizzare totalmente l’acqua.
Saluti
Gino Carpentiero

VITTORIA ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO L'OBBLIGO ALLA PRIVATIZZAZIONE E LO SCIPPO DEI REFERENDUM. 
La Corte costituzionale ha bocciato l'articolo 4 della cosiddetta manovra di ferragosto 2011 accogliendo il ricorso scritto per la Regione Puglia da Ugo Mattei e Alberto Lucarelli, due dei primi firmatari e redattori del Manifesto per un soggetto politico nuovo - ALBA.
L'articolo di Alberto Lucarelli e Ugo Mattei sul merito della sentenza su Il Manifesto (21/07/12): 
Il comunicato stampa di Alberto Lucarelli e Ugo Mattei (20/07/12):

La sentenza di ieri è fondamentale anche perché afferma, come oggi dichiara Stefano Rodotà, il rifiuto della “logica emergenziale in economia che pretende di travolgere tutto, Costituzione compresa”. Questa sentenza mostra che in nome della crisi e del ritornello “L’Europa lo chiede” non si può fare tutto.
Possiamo dire che i fautori del pensiero unico in nome de “L’Europa lo chiede” hanno perso e che questo risultato “rappresenta un passaggio fondamentale intorno al quale le forze democratiche di questo Paese dovranno ritrovarsi per indicare strade alternative alle politiche liberiste di Monti per uscire dalla crisi”
Ed è anche da questa esperienza, dalla volontà di generare nuove forme della politica, che ha avuto inizio il percorso di un soggetto politico nuovo, di ciò che oggi è ALBA.
La vittoria di ieri alla Corte Costituzionale è una vittoria politica, non solo giuridica, frutto di un'iniziativa POLITICA di un gruppo di giuristi e sottoscritta da migliaia di italiani nell'agosto 2011, in diretta continuità con la vittoria referendaria.
Questa è la ricostruzione cronologica dell'iniziativa politica:
Agosto 2011: viene resa pubblica la lettera-memorandum dell'Europa all'Italia. Viene immediatamente predisposta una manovra economica , in forma di Decreto Legge (decreto di ferragosto) che taglia per decine di miliardi e attacca diritti fondamentali (nell'art.4 ribalta il risultato referendario di 2 mesi prima, nell'art. 8 - recependo il modello Pomigliano - che gli accordi aziendali possono non rispettare le leggi). Il Decreto viene emanato dal Presidente Napolitano il 13 agosto 2011.
Era la seconda manovra il 20 giorni, all'emanazione della prima il presidente Napolitano dichiarò che era stato un "miracolo".
14 agosto 2011: fu lanciato un appello contro una manovra incostituzionale:
promosso dai giuristi estensori dei referendum sull'acqua, Alberto Lucarelli, Ugo Mattei, Luca Nivarra e Gaetano Azzariti.
28 agosto 2011: in base a quest'appello due giuristi, da lì a pochi mesi promotori di ALBA, Alberto Lucarelli e Ugo Mattei fecero una lettera aperta a Vendola per "ricevere mandato, naturalmente a titolo assolutamente gratuito, da soli o insieme ad altri legali di Sua fiducia, a rappresentare la Regione Puglia (ed incidentalmente la nuova egemonia dei beni comuni) di fronte alla Consulta in un ricorso diretto di incostituzionalità del Decreto 138\2011.
1 settembre 2011: a questa richiesta Vendola, come presidente della Region Puglia, rispose positivamente il 1 settembre 2011.
DEMOCRAZIA 1- “L'Europa lo chiede” 0

Staff web ALBA - soggetto politico nuovo

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Da: Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
A:
Data: lunedì 23 luglio 2012 20.14

Oggetto: LA FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE


La Federmeccanica ha presentato la proposta per il rinnovo contrattuale. Il Presidente Hollande ha dimostrato che aumento dei salari, abbassamento dell'età pensionabile, tasse per i ricchi sono lo strumento vincente per l'economia di un Paese. Monti con le sue riforme strutturali, che non hanno torto un capello ai ricchi e alla chiesa, ha dimostrato che lo spread sta sempre sopra 500. La Federmeccanica cosa propone?
Una serie di sacrifici per gli operai. I poveri (il ceto medio) devono diventare sempre più poveri. Un modello che a Sergio Marchionne piace molto, del resto lui ha un compenso milionario, non deve fare i conti con i centesimi per far quadrare il bilancio familiare.
La lettera di Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze.
E' la prima volta che un associazione imprenditoriale (Federmeccanica), presenta la sua piattaforma contrattuale per il rinnovo del CCNL metalmeccanici:
prima ancora di aver ascoltato le richieste sindacali.
Una cosa che non sta né in cielo né in terra: mai era successa una cosa del genere.
Ma la cosa più grave ancora è aver previsto un incontro il 23 Luglio con Fim-Cisl e Uilm-Uil per il rinnovo del CCNL, escludendone la Fiom-Cgil che è il sindacato più rappresentativo.
La motivazione di Federmeccanica è che la Fiom-Cgil non ha firmato l'accordo separato del 15 Ottobre 2009.
Però, Federmeccanica ha detto, che se la Fiom vuole, può fare un incontro separato il 24 luglio, cioè il giorno successivo.
Una presa in giro bella e buona!
Federmeccanica nella sua relazione si rifà al rispetto dell'accordo del 28 Giugno 2011, ma poi nella sostanza esclude la Fiom.
E' vero la Fiom-Cgil ha criticato molto quell'accordo, ma poi alla fine l'ha accettato.
Vorrei ricordare alla Federmeccanica che tanto si rifà a quell'accordo, che questo prevede la partecizione a tutti i tavoli di trattativa per i “sindacati che rappresentino più del 5% dei lavoratori della categoria cui si applica il contratto nazionale”. E la Fiom è uno di essi.
Premesso, secondo Federmeccanica, "che il contratto non deve essere rinnovato a tutti i costi, ma solo se è il grado di rispondere ai bisogni e alle necessità delle imprese metalmeccaniche", queste sono le condizioni per fare il rinnovo contrattuale:
1)    Salario flessibile, che cancella la certezza dei minimi contrattuali.
2)    La cancellazione di tutti gli automatismi salariali definiti, a partire dagli scatti di anzianità.
3)    Per diminuire l'’assenteismo, si vuole eliminare il pagamento dei primi 3 giorni di malattia, previsti dal CCNL.
4)    L'aumento dell'orario di lavoro individuale, dei turni, dei giorni lavorativi attraverso la massima flessibilità degli orari individuali e collettivi e il massimo utilizzo degli impianti (24 ore al giorno per 7 giorni).
5)    Le ore di straordinario obbligatorie e senza trattative devono diventare 200/250 annue.
6)    Rendere ancora più semplice la possibilità di derogare alle leggi e al Ccnl, recepire nel testo del Contratto le recenti modifiche legislative che hanno peggiorato pensioni, ammortizzatori sociali e lavoro precario, rendere la contrattazione aziendale sempre più alternativa al Contratto nazionale.
IN PRATICA, LA FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE!
In pratica si vuole estendere il modello Fiat a tutti i metalmeccanici: una cosa inaudita!
Fim-Cisl e Uilm-Uil si assumono una grande responsabilità, perché se firmassero il contratto a queste condizioni, vorrei vedere con che coraggio andrebbero nelle fabbriche a spiegare ai lavoratori metalmeccanici questo accordo.
Ah, quasi dimenticavo, la Fim e la Uilm sono molto "democratiche", perché tutte le volte che hanno fatto un accordo separato per il rinnovo CCNL, hanno sempre fatto votare i loro iscritti, però, guarda caso, il contratto si applica a tutti i lavoratori metalmeccanici dell'industria e non solo ai loro iscritti!!!
Infine, Vi invito a leggerVi il carteggio tra Federmeccanica e la Fiom-Cgil a pagina 6 di PuntoFiom:

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From: Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
To:
Sent: Monday, July 23, 2012 10:10 PM
Subject: ANCORA SULLA LA FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE

Vi segnalo sul nostro blog www.cobaspisa.it una posizione un po' diversa e alternativa rispetto a quella della Fiom, scritta dal compagno Marcello (pabeba@email.it).

GRANDI MANOVRE CONTRO IL CONTRATTO NAZIONALE
I padroni dell’industria metalmeccanica non smettono mai di stupire per la loro “generosità” sociale!
Stavolta, in tempi di rinnovo contrattuale, Federmeccanica, la loro associazione, ha pensato bene di proclamare che il contratto nazionale (CCNL) non deve contare più niente o quasi, per fare posto di fatto ai soli accordi aziendali.
Accordi aziendali, che tornerebbero fortemente a vantaggio dei padroni, com’è previsto dall’art. 8 del decreto legge del 13/8/2011 e dagli accordi interconfederali del 2009 (tra Confindustria e Cisl-Uil-Ugl) e del 28/6/2011 (tra Confindustria e Cgil-Cisl-Uil), i quali stabiliscono che direzione e sindacati possono accordarsi per rendere carta straccia i contratti nazionali, peggiorandoli a man bassa.
Venendo a mancare il CCNL, è facile immaginare in quale regno della giungla si troverebbero i lavoratori delle aziende (circa il 75% del totale) in cui non c’è un barlume di contrattazione aziendale. Ma se proprio il CCNL si deve rinnovare, sarà bene -dice Federmeccanica- che esso stabilisca:
-         che non si parli più di applicare i salari previsti dal CCNL;
-         che siano cancellati gli automatismi dei passaggi di livello, quelli salariali relativi agli scatti di anzianità e ai passaggi temporanei di mansione;
-         niente salario per i primi 3 giorni di malattia, e salario legato alla presenza;
-         che l'orario di lavoro, i turni, i giorni lavorativi siano regolati dal criterio della massima flessibilità degli orari individuali e collettivi e da quello del massimo utilizzo degli impianti (24 ore al giorno per 7 giorni);
-         che le RSU non abbiano nessun ruolo nella definizione e contrattazione degli orari, compreso il sabato lavorativo e ogni tipo di straordinario, che deve diventare obbligatorio fino a 200/250 ore all'anno;
-         che l’accordo aziendale sia alternativo al CCNL e a quelle poche leggi che ancora tutelano chi lavora.
Ecco dove ci vogliono fare sprofondare, dopo che hanno avuto mano libera per qualche decennio, in particolare negli ultimi anni, da governi e da sindacati bene attenti (per essere accettati a “corte”) a non organizzare una lotta adeguata a fare rispettare bisogni, diritti e dignità dei lavoratori.
Con la conseguenza che il modello Marchionne dalla Fiat si estenderebbe (e in buona parte si è già esteso) a tutta l’industria metalmeccanica, che è da sempre una situazione di forte resistenza operaia.
Cosa se ne fanno oggi i padroni della riduzione delle pause, dell’intensificazione dello sfruttamento del lavoro e dei ritmi lavorativi, di 24 ore di produzione al giorno per 7 giorni e di tutta la ferocia dei loro piani, se i volumi produttivi sono sempre al ribasso, se la cassa integrazione non accenna a diminuire, se la disoccupazione imperversa, se la riduzione del monte-salari globale è tale che solo la follia padronale del profitto potrebbe immaginare che sia all’ordine del giorno dei mercati un aumento vertiginoso della domanda di merci da soddisfare con un aumento altrettanto vertiginoso della produzione?
E’ chiaro che essi stanno approfittando della debolezza in cui si è venuto a trovare il mondo del lavoro dipendente (sopraffatto dalla loro gestione terroristica della crisi economica e dal sostegno dei governi loro amici e dei sindacati loro complici), per imporci nuove regole, basate su una concezione schiavistica del lavoro, con cui schiacciarci oggi in modo tale da non farci rialzare mai più la testa. Ragione per cui diventa necessario resistere, mandare al diavolo padroni, loro piani e loro regole, rivendicare meno sfruttamento, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, anzi con forti aumenti salariali uguali per tutti, più occupazione.
E diventa necessario che i lavoratori si approprino del pieno potere di decidere dal basso obiettivi, piattaforme e forme di lotta. Perché non deve finire come il 13 luglio all’assemblea nazionale dei delegati per il rinnovo del CCNL del settore gomma-plastica, quando le segreterie Cgil-Cisl-Uil hanno respinto d’autorità la proposta della base di forti aumenti salariali. La stragrande maggioranza dei delegati ha abbandonato l’assemblea in segno di protesta, permettendo però alle segreterie di vincere.
Forse, i delegati non dovevano uscire, ma costringere altri ad andarsene.

COBAS LAVORO PRIVATO
Pisa

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From: Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
To:
Sent: Tuesday, July 24, 2012 7:33 PM
Subject: VERGOGNA:TECNICO MORTO MONTANDO IL PALCO DELLA PAUSINI: IL RISARCIMENTO AMMONTA A 1936,80 EURO

Io non posso che restare profondamente sconcertato, perché di questa ennesima vergogna tutta italiana, di quotidiani ne ha parlato solo Corriere della Sera e di telegiornali solo il Tg3.
Sugli altri siti web dei quotidiani nazionali o dei tg non ho trovato nessuna notizia su questa ennesima vergogna.
Ma gli altri mezzi d'informazione cosa fanno, non hanno nulla da dire in merito?A chi non ha moglie o figli, l'Inail da solo un assegno, come rimborso spese funerarie (questo assegno viene rivalutato di anno in anno). Ma possibile che la vita di un operaio valga davvero così poco?
E' intanto l'Inail ha un avanzo di bilancio annuale di circa 2 miliardi di euro, ed un "tesoretto" derivante da questi avanzi di bilancio, che ammonta "alla modica cifra" di 18,5 miliardi di euro!
Questi soldi sono depositati presso un conto infruttifero del Ministero del Tesoro e li usa lo Stato per ripianare i debiti.
Ma possibile che la vita di un operaio valga davvero così poco???
E' UNA VERGOGNA!!!

Marco Bazzoni
Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Firenze

P.S Questo il video del tg3: http://www.youtube.com/watch?v=4tWBkHTweFQ

 

Tecnico morto montando il palco della Pausini: il risarcimento ammonta a 1936,80 euro

La madre di Matteo: “Tanto vale la vita di mio figlio”

L'Inail: “E' un anticipo, ma il totale non sarà molto più alto”


Matteo Armellini: aveva 32 anni.
Millenovecentotrentasei euro e ottanta centesimi. Questa la cifra che compare sull'assegno consegnato a Paola Armellini. Ovvero la mamma di Matteo, il tecnico romano di 32 anni che morì tra il 4 e il 5 marzo a Reggio Calabria, mentre stava montando il palco di Laura Pausini. “L'unica certezza fino ad adesso è che la vita di mio figlio non vale neanche duemila euro”.
E’ UNA QUESTIONE DI DIGNITA'
La donna è ovviamente molto amareggiata da un risarcimento che deve sembrarle insultante. “Vorrei una spiegazione, non tanto per i 1936,80 euro, ma perché mio figlio è morto sotto un palco e nell`oggetto del pagamento c`è scritto ‘risarcimento per infortunio e malattia professionale’. È un problema di dignità, Matteo non aveva ancora cominciato a lavorare, gli è caduta in testa tutta la struttura. Non voglio, non ci sto che la morte di mio figlio venga liquidata così”.
NESSUNA COPERTURA ASSICURATIVA
Paola Armellini non sembra farne una questione puramente personale, la morte di suo figlio deve rimettere in discussione tutto il sistema, spesso nebuloso, che regola l'industria della musica dal vivo: “Bisogna rivedere il modo in cui viene gestito il lavoro dei ragazzi che collaborano all`allestimento dei palchi, non hanno alcuna copertura assicurativa. Ai miei tempi, un sindacato non avrebbe mai permesso una cosa del genere”. .
E’ UN ANTICIPO
E' intervenuto poi Giuseppe Lucibello, direttore generale dell'Inail puntualizzando che “quei soldi non sono un risarcimento ma un anticipo dell'assegno funerario”. Così il direttore generale dell'Inail, Giuseppe Lucibello, costretto però a riconoscere che “la retribuzione molto bassa del ragazzo non consente di immaginare risarcimenti consistenti. Con le attuali leggi, l'Inail risarcisce quello che può ma ha avanzato più volte proposte per meglio tutelare i più giovani”. Perché la vita di un giovane non può, non deve valere millenovecentotrentasei euro e ottanta centesimi.

Matteo Cruccu


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From: Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, July 25, 2012 6:17 AM
Subject: VIAREGGIO, ESPOSIZIONE AL DLF: INAUGURAZIONE SABATO 28 ORE 18.00

Invito alla partecipazione ed alla diffusione.
Ovviamente il ricavato è destinato all'attività dell'Assemblea 29 giugno e dell'Associazione "Il mondo che vorrei" per la battaglia di sicurezza, verità e giustizia.

IL MONDO CHE VORREI ONLUS
ASSEMBLEA 29 GIUGNO
organizzano l’esposizione di opere
sabato 28 luglio ore 18-20 - ore 21-23
domenica 29 luglio ore 18-20 - ore 21-23
lunedì 30 luglio ore 18-20
al Dopolavoro ferroviario di Viareggio, in via Machiavelli 257, 1° piano.
Sabato 28 luglio ore 18 inaugurazione con rinfresco
Donate dagli artisti e da loro amici
Andreozzi Sergio
Balduini Francesco
Bertin Alfeo
Betti Roberto
Catarsini Antonio
Cinquini Daniele
Cormio Concetta Maria
Di Giorgio Giorgio
Dini Edoardo
Dolfi Marco
Esposito Maurizio
Fornaciari Angelo
Francesconi Mario
Giacomelli Giacomo
Lubrano Enrica
Maffei Marco
Maggini Libero
Marchi Amulio
Paparo Luca
Raffaelli Mara
Rappelli Lorenzo
dall’Associazione culturale BAU Art Uno (A. Coluccini, A. Bobò, S. Loffredo, M. Fallani, E. Pardini, Artifex Mumia, V. Baroni, C. Battisti, A. Bove, L. Bocchini, G. Cupisti, Gumdesign, B. Larini, A. Lini, M. Maffei, T. Vassalle)

Assemblea 29 giugno
IL MONDO CHE VORREI ONLUS
Associazione familiari vittime 29 giugno 2009

Viareggio, 23 luglio 2012

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