INDICE
ILVA
TARANTO: VERSO LA "TEMPESTA PERFETTA"
Mai
più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
SUPERATE
LE 20.00 FIRME PER L'APPELLO “UN LAVORO PER GLI EX OPERAI THYSSENKRUPP PROMESSO
DA FASSINO”
Comitato
vittime Eureco comitatovittime.eureco@gmail.com
COMUNICATO
STAMPA UDIENZA EURECO 16 LUGLIO 2012: "VOGLIAMO GIUSTIZIA E NON
MONETIZZAZIONE"
A.I.E.A.
Paderno Dugnano
a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
COMUNICATO
STAMPA A.I.E.A.,
MEDICINA DEMOCRATICA E COMITATO EURECO SU UDIENZA 16 LUGLIO 2012 PROCESSO
EURECO
Assemblea
lavoratori autoconvocati assemblealavoratori@libero.it
LAVORARE DI PIU',
LAVORARE IN POCHI. LA RICETTA FOLLE DEL GOVERNO
DERAGLIAMENTO
BOLOGNA: GALLORI, “NO A GIORGIO DIANA CONSULENTE PROCURA”
Gino
Carpentiero ginocarpe@teletu.it
VITTORIA
ALLA CORTE COSTITUZIONALE- SALTA L'OBBLIGO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI
PUBBLICI E LO SCIPPO DEI REFERENDUM
Samanta
Di Persio samantadipersio@virgilio.it
LA
FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE
Cobas
Pisa confcobaspisa@alice.it
ANCORA
SULLA LA FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE
Marco
Bazzoni bazzoni_m@tin.it
VERGOGNA:TECNICO
MORTO MONTANDO IL PALCO DELLA PAUSINI: IL RISARCIMENTO AMMONTA A 1936,80
EURO
VIAREGGIO,
ESPOSIZIONE AL DLF: INAUGURAZIONE SABATO 28 ORE 18.00
----------------------
From: Alteralias alias.alter@gmail.com
To:
Sent: Sunday, July 15, 2012 1:07 PM
Subject: ILVA TARANTO: VERSO LA "TEMPESTA PERFETTA"
Car*
vi
giro questo comunicato dai Cobas di Taranto.
COMUNICATO
N.1 - ILVA
TARANTO: VERSO LA "TEMPESTA PERFETTA"
Da alcuni giorni l'Ilva è nell'occhio del ciclone, come se fossimo alla vigilia di una tempesta.
Chi
l'ha avviata e dichiarata questa guerra è l'Ilva di Padron Riva, i suoi
strumenti sono stati innanzitutto un gruppo di capi, impiegati e galoppini che
si firmano in maniera truffaldina “i lavoratori Ilva” che seminando terrore e
allarmismo cercano di coinvolgere tutti i lavoratori in una guerra e una
crociata sbagliata e perdente a tutela principale degli interessi dei padroni,
il cui unico interesse è di fare profitti sfruttando gli operai e eludendo fin
dove è possibile le leggi sulla sicurezza e di tutela dell'ambiente, che hanno
provocato in questi anni morti sul lavoro, morti da lavoro, tumori e malattie
professionali rendendo Taranto, una delle capitali di queste fabbriche della
morte.
Chi
doveva fermare la mano di Riva in questi anni, imponendogli tutela della
sicurezza e dell'ambiente, oltre che salari e diritti ?
Innanzitutto
gli operai Ilva e le loro organizzazioni sindacali con la lotta. Questo non è
avvenuto perché i sindacati confederali sono alleati e complici dell'azienda e
ne hanno favorito piani, interessi e profitti, traendone vantaggi e carriere,e
gli operai non sono riusciti a sottrarsi a questa situazione diventando prede
consapevoli e inconsapevoli di un cinico odioso ricatto occupazionale. Questo ha
aggravato la situazione e l'ha resa progressivamente peggiore e portandola a un
punto assai grave.
Le
inchieste e le perizie della magistratura non hanno creato il problema ma lo
hanno solo reso evidente.
Di
fronte a questo l'Ilva di padron Riva non vuole pagare pegno delle sue
responsabilità, vuole che lo stato paghi i costi della situazione, che la
gestione della fabbrica nell'interesse della produzione per fare sempre più
profitti, ha creato.
Insomma
il padrone dice “i profitti sono miei e guai a chi me li tocca” anzi voglio
continuarne a fare come prima più di prima, le perdite sono
vostre.
Per
ottenere questo padron Riva per coprirsi le spalle ha cambiato il suo gruppo
dirigente, per salvaguardarlo e metterlo al riparo dalle inchieste della
magistratura e per mettere al loro posto dei prestanomi, quali questo ex
prefetto ed ex candidato sindaco di Milano del PD Ferrante, che sa di siderurgia
meno dell'ultimo operaio e che in questi giorni a Taranto è venuto a fare
rappresentanza e turismo: una sorta di “pupo di pezza” che interloquisca con
Governo, regione ecc. per smorzarne i danni e ottenerne i vantaggi politici ed
economici al sostegno del padrone.
In
fabbrica invece l'arma del padrone sono quelli che si firmano “lavoratori Ilva”
e che hanno oggi piena agibilità in azienda di fare e dire tutto quello che
vogliono; questi signori come piccoli sciacalli cavalcano le giuste paure e
preoccupazioni degli operai, che certamente non vogliono perdere il posto di
lavoro per diventare una sorta di ridicola guardia pretoriana del
padrone.
Di
fronte a questo “disastro provocato e annunciato” ad arte tutti corrono:
governo, regione, istituzioni, sindacati al capezzale di Riva per vedere come
aiutarlo a uscire dalla situazione, mettendo a disposizione dai 100 ai 300
milioni di euro, e facendo una pressione congiunta sulla Magistratura, che
quando non fa niente è denunciata giustamente come complice del padrone, quando
fa qualcosa viene messa sotto accusa di provocare il disastro sociale, la
chiusura della fabbrica, il licenziamento degli operai.
Gli
operai coscienti di questa fabbrica devono innanzitutto sottrarsi a questo gioco
del padrone e dei loro servi, dimostrare coi fatti di saper ragionare con la
loro testa, organizzandosi autonomamente nello Slai Cobas per il sindacato di
classe Ilva, con dignità e coraggio per tutelare lavoro, diritti e salari dagli
attacchi di padroni e governo Monti, ma anche tutela della sicurezza e salute in
fabbrica e in città dall'attacco che viene da padron Riva innanzitutto. La loro
arma è l'organizzazione e la lotta in fabbrica e non la “marcia a comando come
soldatini senza cervello da film di Charlot”.
Solo
questa lotta operaia autonoma può salvare lavoro e ambiente e creare una grande
unità tra operai e città, ogni altra strada porta davvero alla rovina degli
operai, della fabbrica e della città
Slai
Cobas per il sindacato di classe Taranto
cobasta@libero.it
via Rintone 22 Taranto
via Rintone 22 Taranto
14
luglio 2012
----------------------
From:
Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
To:
Sent:
Tuesday, July 17, 2012 11:49 AM
Subject:
SUPERATE LE 20.00 FIRME PER L'APPELLO “UN LAVORO PER GLI EX OPERAI THYSSENKRUPP
PROMESSO DA FASSINO”
In
poco tempo superate le 20.00
firme per l’Appello “Un lavoro per gli ex operai ThyssenKrupp
promesso da Fassino”
(disponibile alla pagina http://www.firmiamo.it/un-lavoro-per-gli-ex-operai-thyssenkrupp-promesso-da-fassino#petition)
diffuso dagli ex lavoratori ThyssenKrupp per ricordare al Sindaco di Torino gli
impegni presi più di un anno fa per darci “un lavoro certo e sicuro entro il
percorso della mobilità” (qui il video che lo testimonia: http://www.dailymotion.com/video/xjmlwz_fassino-riceve-i-16-operai-della-thyssenkrupp_news).
Anticipiamo
sin d’ora che Vittorio Bertola,
Consigliere Comunale nonché Capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di
Torino, ha presentato un’interpellanza al Consiglio Comunale che per limiti di
tempo, verrà discussa in Consiglio a settembre.
Invitiamo
anche altri consiglieri comunali, ma anche provinciali, regionali, deputati,
ecc. a seguire questo esempio positivo e ringraziamo il consigliere Bertola per
questa importante presa di posizione.
Oltre
alle migliaia di firme raccolte online in queste due settimane, tra gli altri
che hanno firmato personalmente o inviandoci una mail,
ricordiamo:
Haidi
Gaggio Giuliani
Vittorio
Bertola - Consigliere Comunale e Capogruppo Movimento 5 Stelle Comune,
Torino
Massimo
Gatti - Consigliere Provinciale Lista Civica “Per un’altra Provincia”,
Milano
Mauro
Gemma - Presidente Associazione Marx XXI
Vladimiro
Giacchè - Vice Presidente Associazione Marx XXI
Domenico
Losurdo - Docente di Storia Università di Urbino Associazione Marx
XXI
Abdelhamid
Shaari - Presidente Centro di cultura islamica di Viale Jenner,
Milano
Gigi
Roccati - Filmmaker indipendente, Torino
Cinzia
Montanaro - Rsu Werther International, Reggio Emilia
Gian
Maria Vitali - Docente Istituto “Federici”, Trescore Balneario
(BG)
Angelo
Mapelli - Pensionato P-CARC, Bergamo
Rochy
Geneletti - Ferroviere P-CARC, Bergamo
Andrea
De Vecchi - Presidio Jabil-Nokia, Siemens Cassina de Pecchi
(Mi)
Antonio
Gradia - Comitati per Milano
Luciana
Calciolari - Milano
Gianni
Panari - Milano
Enrico
Piazza - Rete Comitati Sesto San Giovanni (Mi)
Renato
Pomari - P.C.L., Milano
Franca
Pogliani – Insegnante, Senago (Mi)
Marcello
Diotto - Filcams-CGIL, Milano
Mattia
Cavatorti - Collettivo R60, Reggio Emilia
----------------------
From:
Comitato vittime Eureco comitatovittime.eureco@gmail.com
To:
Sent:
Tuesday, July 17, 2012 12:42 PM
Subject:
COMUNICATO STAMPA UDIENZA EURECO 16 LUGLIO 2012: "VOGLIAMO GIUSTIZIA E NON
MONETIZZAZIONE"
Paderno
Dugnano, 16/07/2012
COMUNICATO
STAMPA: “VOGLIAMO GIUSTIZIA NON MONETIZZAZIONE”
Oggi,
davanti al GUP del Tribunale di Milano si è svolta la seconda udienza del
processo per omicidio colposo plurimo, incendio ed altre 23 imputazioni (reati e
contravvenzioni) nei confronti di Giovanni Merlino ed Elena Merlino, titolari e
rappresentanti legali dell'azienda Eureco, per la morte di quattro lavoratori
(Sergio Scapolan, Salvatore Catalano, Harun Zequiri, Leonard Shehu) avvenuta per
imprudenza, negligenza, imperizia e per inosservanza delle norme di sicurezza
nei luoghi di lavoro e per trattamento e smaltimento irregolare di
rifiuti
pericolosi
e per lesioni gravi nei confronti dei quattro superstiti.
L'udienza
era imperniata nella presentazione e costituzione delle “Parti
Civili”.
La
difesa degli imputati ha sollevato obiezioni ed eccezioni alle costituzioni di
parte civile delle Associazioni e dei Comitati: Medicina Democratica, A.I.E.A.
(Associazione Italiana Esposti Amianto), Comitato a sostegno dei familiari delle
vittime e dei lavoratori Eureco, ALLCA CUB Chimici, ANMIL (Associazione
Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro), INAIL, CGIL, Comune di Paderno
Dugnano.
Il
Pubblico Ministero, Dott.ssa Manuela Massenz, confutando le tesi dei difensori
dei Merlino, invece ha dato parere favorevole alla costituzione di “parte
civile” di tutti gli Enti e Associazioni menzionate a cui hanno fatto seguito le
dichiarazioni, molto argomentate e ben documentate dei loro
Avvocati.
Dopo
una breve sospensione, alla ripresa il GUP ha emesso l'ordinanza, allo stato non
impugnabile, che accoglie in buona parte la tesi della difesa degli imputati,
escludendo le Associazioni più operative e attive sul tema della sicurezza del
lavoro e per la tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici (M.D.,
A.I.E.A., Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori
Eureco, Anmil, Allca Cub Chimici), accogliendo parzialmente il Comune di Paderno
Dugnano per il solo incendio colposo, la CGIL per danno di immagine, e
l’INAIL.
Accolte,
per i “SOLI” primi due capi di imputazione (omicidio e incendio), le
costituzioni di “parte civile” per i familiari delle vittime e per i lavoratori
feriti, trascurando quelle imputazioni relative al mancato rispetto delle norme
sul trattamento/smaltimento di materiali pericolosi, sulla mancata informazione
ai lavoratori dei rischi cui erano, loro malgrado, esposti, e non considerando
in tal modo la recidività del Merlino, stante il fatto che, prima del tragico
incendio del 04.11.2010, ad un altro operaio veniva tolta la vita presso un
impianto industriale dello stesso Merlino.
Come
Comitato, pur rispettando il provvedimento emesso dal Giudice, esprimiamo tutta
la nostra amarezza e disappunto per una pronuncia che non ha considerato la
documentazione versata in atti e le “numerose” decisioni assunte nel tempo
dall’Autorità Giudiziaria di ammissione della costituzione di parte civile delle
predette associazioni in procedimenti penali assolutamente (e tragicamente)
analoghi a quello in esame (cfr. per tutte ordinanze e sentenza Thyssen
Krupp).
Di
fronte a questo desolante scenario, vogliamo riaffermare con forza che la VITA e
la SALUTE dei lavoratori non possono e non devono essere monetizzate a vantaggio
di quegli imprenditori, come il Merlino, privi di qualsivoglia scrupolo e,
magari, muniti di buona Assicurazione!
A
questo punto è obbligatorio chiedersi se un'eventuale richiesta di rito
abbreviato e/o di patteggiamento accolta, potrà rendere giustizia ai morti, ai
loro familiari ed ai superstiti?
E
ancora: Quanti imprenditori, da premesse come queste, si sentiranno liberi di
violare le norme poste a presidio della sicurezza sul
lavoro?
Per
il Comitato questa è una cattiva lezione ed una grande
delusione!
COMITATO
A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI
EURECO
Cellulare
335 68 63 489
Per
solidarietà: IBAN IT44 E076 0101 6000
00079385746 - causale “PRO LAVORATORI EURECO”
----------------------
To:
Sent:
Tuesday, July 17, 2012 3:56 PM
Subject:
COMUNICATO STAMPA A.I.E.A.,
MEDICINA DEMOCRATICA E COMITATO EURECO SU UDIENZA 16 LUGLIO 2012 PROCESSO
EURECO
Buongiorno
vi
invio i comunicati stampa di A.I.E.A., Medicina Democratica e Comitato a
sostegno delle Vittime e dei lavoratori dell'Eureco di Paderno Dugnano
sull'udienza di ieri 16 luglio 2012.
Per
ulteriori notizie collegatevi al sito:
Saluti
Lorena
Tacco
A.I.E.A.
Paderno Dugnano
COMUNICATO
STAMPA: PROCESSO EURECO - GIUSTIZIA NON MONETIZZAZIONE!
Oggi
il giudice dell’udienza preliminare (GUP) del Tribunale di Milano ha letto
l’ordinanza sulle esclusioni delle parti civili, ha stabilito, cioè quali sono
le parti civili accettate e per quali reati.
Ne
è emerso un dato sconcertante: sono stati ammessi solo i Famigliari delle
quattro vittime operaie, ed i tre lavoratori gravemente infortunati che hanno
subito gravi lesioni. Sono ancora stati ammessi il Comune di Paderno Dugnano, ma
solo per l’incendio, la CGIL, ma solo per il danno all’immagine. Viceversa, in
modo ingiustificato sono state respinte in toto le costituzioni di parte civile
di Medicina
Democratica, Movimento di Lotta per la Salute (MD)
e dell’Associazione
Italiana Esposti Amianto e
del Comitato
per la Difesa delle Vittime dell’EURECO.
Medicina
Democratica
e A.I.E.A. sono state ammesse parte civile in numerosi altri processi, alcuni
dei quali anche con condanne passate in giudicato, altre con condanne in primo e
secondo grado.
Fra
gli altri qui ci si limita a ricordare i noti processi nei quali le costituzioni
di parte civile sono state pienamente accolte, e precisamente: PETROLCHIMICO di
Porto Marghera; THYSSENKRUPP di Torino; ETERNIT di (Casale Monferrato,
Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli) Torino; Clinica Santa Rita di Milano; Fonderia
Anselmi di Campo San Piero (PD) per due morti sul lavoro bruciati come i sette
operai della ThyssenKrupp e i quattro operai dell’Eureco; FINCANTIERI di
Venezia; FINCANTIERI di Palermo; la MONTEDISON di Mantova; Montefibre di
Verbania; FIBRONIT di Broni; MARLANE di Praia a Mare (CZ); TRICOM di Tezze sul
Brenta (VI); VELODROMO di ROMA; la TEKSID di Torino; Solvay di
Alessandria.
Perché
nel procedimento per le morti operaie e i gravi infortuni avvenuti il 04
novembre 2010 all’EURECO di Paderno Dugnano le costituzioni di parte civile di
Medicina Democratica e dell’Associazione Italiana Esposti Amianto sono state
respinte?
Non
ci sono le stesse leggi e la giurisprudenza non vale per
tutti?
Il
COMITATO A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI
EURECO,
si è certamente costituito dopo i fatti (04/11/12), ovvero dopo i morti e i
gravi infortuni avvenuti a causa dell’incendio avvenuto per la mancanza delle
più elementari misure di sicurezza sul lavoro e, segnatamente, di prevenzione
incendi, in una società dove già erano avvenuti altri incendi e un altro operaio
era stato ucciso sul lavoro.
Uno
stabilimento dove operavano cooperative sotto lo stesso padrone, tal Giovanni
Merlino, che è stato indiziato e condannato per traffico illecito di rifiuti (e
sono stati proprio i rifiuti nella fabbrica di Paderno Dugnano che hanno preso
fuoco e causato la strage di operai sul lavoro del 04 novembre
2010).
I
Famigliari delle vittime e gli operai infortunati, senza la costituzione del
COMITATO PER LA DIFESA DELLE VITTIME DELL’EURECO SAREBBERO RIMASTI COMPLETAMENTE
ABBANDONATI A SE STESSI.
IL
GUP ha rinviato la discussione alla prossima udienza del 28 settembre 2012
invitando le vittime parti civili e la società EURECO a trovare un accordo
monetario, quasi che si possa ridurre la giustizia a merce di scambio relegando
i morti ed i feriti nel dimenticatoio, così ingiustizia è
fatta!
Medicina
Democratica Nord Milano
A.I.E.A.
- Associazione Italiana Esposti Amianto
Paderno
Dugnano, 16 luglio 2012
----------------------
Da: Assemblea lavoratori autoconvocati assemblealavoratori@libero.it
Da: Assemblea lavoratori autoconvocati assemblealavoratori@libero.it
A:
Data: Mar 17 Lu
2012 8:34 pm
Oggetto: LAVORARE
DI PIU', LAVORARE IN POCHI. LA RICETTA FOLLE DEL GOVERNO
Fonte: controlacrisi.org
LAVORARE DI PIU',
LAVORARE IN POCHI. LA RICETTA FOLLE DEL GOVERNO, CHE SE LA PRENDE PURE CON I
METALMECCANICI
La ricetta folle
del governo?
Lavorare di più
facendo anche meno feste. E' la ricetta del sottosegretario all'Economia,
Gianfranco Polillo: "Mi auguro - dice - che il problema venga preso di petto"
perché aumentare le ore di lavoro degli italiani, magari accorpando anche le
festività "é una delle chiavi per risolvere la crisi".
"In Italia il
rapporto tempo (libero)-lavoro è troppo basso. Ad esempio in Alenia è stato
firmato un accordo con i sindacati per lavorare 7 giorni a settimana con i turni
per un totale utilizzo degli impianti. All'estero già funziona così. Per esempio
sono andato il Primo Maggio a Londra e l'avevano già celebrato la domenica
precedente".
"Noi lavoriamo 9
mesi l'anno - ribadisce Polillo - guardate il contratto dei metalmeccanici: per
i lavoratori anziani sono previste 5 settimane di ferie, 15 giorni di permessi
retribuiti obbligatori, 12 festività civili e religiose e altri 10 giorni tra
scioperi, malattie, assenteismo. E se guardiamo i numeri dell'Istat cioè il
rapporto tra numero di ore lavorate e numero di addetti il risultato è lo
stesso. Inoltre dopo la mia prima proposta un grande gruppo metalmeccanico mi ha
inviato un brogliaccio con ferie e giorni lavorati e i dati coincidevano".
Ma le feste
“accorpate” dovrebbero essere pagate comunque? "No - replica - all'inizio no.
Bisogna lavorare di più e meglio mantenendo inalterato il costo del lavoro. Se
ci saranno margini si potranno pagare gli straordinari come in
Alenia".
Avete capito bene?
Il governo non si preoccupa di come dare lavoro a milioni di disoccupati, di
come affrontare il problema della povertà che continua ad aumentare, ma si
preoccupa di come spremere i lavoratori che già hanno subito attacchi pesanti
con la riforma delle pensioni e del mercato del lavoro. Una ricetta avvelenata,
che contempla un'ulteriore riduzione dei diritti, compreso quello di avere più
tempo libero per vivere, per godersi momenti di piacere. Ma questo evidentemente
deve essere un privilegio per pochi.
----------------------
To:
Sent:
Wednesday, July 18, 2012 5:43 PM
Subject:
DERAGLIAMENTO BOLOGNA: GALLORI, “NO A GIORGIO DIANA CONSULENTE
PROCURA”
ancora
IN MARCIA !
GIORNALE
DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
Deragliamento
Bologna: Gallori “No a Giorgio Diana consulente procura, è già consulente
ferrovie per la strage di Viareggio”.
Lettera
aperta di Ezio Gallori al Procuratore della Repubblica di Bologna Francesco
Caleca.
Alla
cortese attenzione del dott. Francesco Caleca, titolare inchiesta sul
deragliamento di Lavino del 14 luglio 2012.
Signor
Procuratore,
la
prego, non nomini il prof. Giorgio Diana come consulente d'Ufficio per il
deragliamento, avvenuto il 14 luglio scorso nella stazione di Lavino, alle porte
di Bologna.
Abbiamo
appreso dalla stampa che starebbe per affidargli l'incarico; vogliamo renderle
noto che egli è attualmente il consulente di parte delle stesse ferrovie nel
delicatissimo processo per la strage di Viareggio in corso a Lucca (32 vittime e
centinaia di feriti) e che tutti i ferrovieri, i viaggiatori italiani e quanti
hanno a cuore la sicurezza ferroviaria e la verità sugli incidenti, riterrebbero
la sua nomina un grave errore poiché in evidente conflitto di interessi con
l'attuale inchiesta che investe proprio la stessa Rfi
Spa.
Nella
nostra esperienza ormai ultradecennale, sappiamo che, per le inchieste nelle
quali tra i consulenti delle Procure vi era il Prof. Diana, l'attenzione si è
concentrata sul “cosiddetto errore” umano dell'ultimo operatore, mettendo in
secondo piano o trascurando le cause organizzative degli incidenti.
Nelle
Ferrovie, come in ogni organizzazione complessa, “l'errore umano” è uno dei
fattori di rischio sempre presenti che deve essere neutralizzato in anticipo
dalle procedure, dalle apparecchiature e da tutte quelle misure che
l'ordinamento impone per prevenire incidenti ed infortuni, anche in caso di
negligenza degli stessi addetti.
Questo
incidente è in realtà molto più grave di quanto non siano state le effettive
conseguenze ed è per questo da considerare un grande campanello d'allarme per la
sicurezza ferroviaria.
Vorremmo
che la sua inchiesta facesse luce non solo sul comportamento dei nostri tre
colleghi indagati ma si aprisse anche a considerare le procedure e gli aspetti
organizzativi in atto all'interno di Rfi.
Io
e i macchinisti redattori della rivista ancora In Marcia restiamo a sua completa
disposizione per ogni chiarimento.
Cordiali saluti
Ezio
Gallori
Macchinista
per 40 anni, oggi in pensione
Bologna, 18 luglio
2012
----------------------
From:
Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent:
Saturday, July 21, 2012 7:23 PM
Subject:
VITTORIA ALLA CORTE COSTITUZIONALE- SALTA L'OBBLIGO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEI
SERVIZI PUBBLICI E LO SCIPPO DEI REFERENDUM
Da
ALBA (Alleanza Lavoro Beni Comuni Ambiente )
Qualche
volta si vince e gli sconfitti sono tanti, compresi RE Giorgio (che firmò il
decreto Berlusconi-Tremonti palesemente incostituzionale per compiacere i poteri
forti) e il sindaco di Firenze Matteo Renzi che si è rifiutato di
ripubblicizzare totalmente l’acqua.
Saluti
Gino
Carpentiero
VITTORIA
ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO L'OBBLIGO ALLA PRIVATIZZAZIONE E LO SCIPPO DEI
REFERENDUM.
La
Corte costituzionale ha bocciato l'articolo 4 della cosiddetta manovra di
ferragosto 2011 accogliendo il ricorso scritto per la Regione Puglia da Ugo
Mattei e Alberto Lucarelli, due dei primi firmatari e redattori del Manifesto
per un soggetto politico nuovo - ALBA.
L'articolo
di Alberto Lucarelli e Ugo Mattei sul merito della sentenza su Il Manifesto
(21/07/12):
Il
comunicato stampa di Alberto Lucarelli e Ugo Mattei
(20/07/12):
La
sentenza di ieri è fondamentale anche perché afferma, come oggi dichiara Stefano Rodotà, il rifiuto della
“logica emergenziale in economia che pretende di travolgere tutto, Costituzione
compresa”. Questa sentenza mostra che in nome della crisi e del ritornello
“L’Europa lo chiede” non si può fare tutto.
Possiamo
dire che i fautori del pensiero unico in nome de “L’Europa lo chiede” hanno perso e che
questo risultato “rappresenta un passaggio fondamentale intorno al quale le
forze democratiche di questo Paese dovranno ritrovarsi per indicare strade
alternative alle politiche liberiste di Monti per uscire dalla crisi”
Ed
è anche da questa esperienza, dalla volontà di generare nuove forme della
politica, che ha avuto inizio il percorso di un soggetto politico nuovo, di ciò
che oggi è ALBA.
La
vittoria di ieri alla Corte Costituzionale è una vittoria politica, non solo giuridica,
frutto di un'iniziativa POLITICA di un
gruppo di giuristi e sottoscritta da migliaia di italiani nell'agosto
2011, in diretta continuità con la vittoria referendaria.
Questa
è la ricostruzione cronologica dell'iniziativa politica:
Agosto
2011: viene
resa pubblica la lettera-memorandum dell'Europa all'Italia. Viene immediatamente
predisposta una manovra economica , in forma di Decreto Legge (decreto di
ferragosto) che taglia per decine di miliardi e attacca diritti fondamentali
(nell'art.4 ribalta il risultato referendario di 2 mesi prima, nell'art. 8 -
recependo il modello Pomigliano - che gli accordi aziendali possono non
rispettare le leggi). Il Decreto viene emanato dal Presidente Napolitano il 13
agosto 2011.
http://politicaesocieta.blogosfere.it/2011/08/manovra-finanziaria-napolitano-emana-il-decreto.html .
Era
la seconda manovra il 20 giorni, all'emanazione della prima il presidente
Napolitano dichiarò che era stato un "miracolo".
14
agosto 2011: fu
lanciato un appello contro una manovra incostituzionale:
promosso
dai giuristi estensori dei referendum sull'acqua, Alberto Lucarelli, Ugo Mattei, Luca Nivarra e
Gaetano Azzariti.
28
agosto 2011:
in base a quest'appello due giuristi, da lì a pochi mesi promotori di ALBA,
Alberto Lucarelli e Ugo Mattei fecero una lettera aperta a
Vendola per "ricevere mandato, naturalmente a titolo assolutamente gratuito, da
soli o insieme ad altri legali di Sua fiducia, a rappresentare la Regione Puglia
(ed incidentalmente la nuova egemonia dei beni comuni) di fronte alla Consulta
in un ricorso diretto di incostituzionalità del Decreto 138\2011.
1
settembre 2011:
a questa richiesta Vendola, come presidente della Region Puglia, rispose
positivamente il 1 settembre 2011.
DEMOCRAZIA
1- “L'Europa lo chiede” 0
Staff
web ALBA
- soggetto politico nuovo
http://www.soggettopoliticonuovo.it
http://forum.albasoggettopoliticonuovo.it
http://www.facebook.com/SoggettoPoliticoNuovo
http://twitter.com/#!/sgpoliticonuovo
http://forum.albasoggettopoliticonuovo.it
http://www.facebook.com/SoggettoPoliticoNuovo
http://twitter.com/#!/sgpoliticonuovo
----------------------
Da:
Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
A:
Data:
lunedì
23 luglio 2012 20.14
Oggetto:
LA
FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE
La
Federmeccanica ha presentato la proposta per il rinnovo contrattuale. Il
Presidente Hollande ha dimostrato che aumento dei salari, abbassamento dell'età
pensionabile, tasse per i ricchi sono lo strumento vincente per l'economia di un
Paese. Monti con le sue riforme strutturali, che non hanno torto un capello ai
ricchi e alla chiesa, ha dimostrato che lo spread sta sempre sopra 500. La
Federmeccanica cosa propone?
Una
serie di sacrifici per gli operai. I poveri (il ceto medio) devono diventare
sempre più poveri. Un modello che a Sergio Marchionne piace molto, del resto lui
ha un compenso milionario, non deve fare i conti con i centesimi per far
quadrare il bilancio familiare.
La
lettera di Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza-Firenze.
E'
la prima volta che un associazione imprenditoriale (Federmeccanica), presenta la
sua piattaforma contrattuale per il rinnovo del CCNL
metalmeccanici:
prima
ancora di aver ascoltato le richieste sindacali.
Una
cosa che non sta né in cielo né in terra: mai era successa una cosa del
genere.
Ma
la cosa più grave ancora è aver previsto un incontro il 23 Luglio con Fim-Cisl e
Uilm-Uil per il rinnovo del CCNL, escludendone la Fiom-Cgil che è il sindacato
più rappresentativo.
La motivazione di Federmeccanica è che la Fiom-Cgil non ha firmato l'accordo separato del 15 Ottobre 2009.
La motivazione di Federmeccanica è che la Fiom-Cgil non ha firmato l'accordo separato del 15 Ottobre 2009.
Però,
Federmeccanica ha detto, che se la Fiom vuole, può fare un incontro separato il
24 luglio, cioè il giorno successivo.
Una
presa in giro bella e buona!
Federmeccanica
nella sua relazione si rifà al rispetto dell'accordo del 28 Giugno 2011, ma poi
nella sostanza esclude la Fiom.
E'
vero la Fiom-Cgil ha criticato molto quell'accordo, ma poi alla fine l'ha
accettato.
Vorrei
ricordare alla Federmeccanica che tanto si rifà a quell'accordo, che questo
prevede la partecizione a tutti i tavoli di trattativa per i “sindacati
che rappresentino più del 5% dei lavoratori della categoria cui si applica il
contratto nazionale”. E la Fiom è uno di
essi.
Premesso,
secondo Federmeccanica, "che il contratto non deve essere rinnovato a tutti i
costi, ma solo se è il grado di rispondere ai bisogni e alle necessità delle
imprese metalmeccaniche", queste sono le condizioni per fare il rinnovo
contrattuale:
1)
Salario
flessibile, che cancella la certezza dei minimi
contrattuali.
2)
La
cancellazione di tutti gli automatismi salariali definiti, a partire dagli
scatti di anzianità.
3)
Per
diminuire l'’assenteismo,
si vuole eliminare il pagamento dei primi 3 giorni di malattia, previsti dal
CCNL.
4)
L'aumento
dell'orario di lavoro individuale, dei turni, dei giorni lavorativi
attraverso la massima flessibilità degli orari individuali e collettivi e il
massimo utilizzo degli impianti (24 ore al giorno per 7
giorni).
5)
Le
ore di straordinario obbligatorie e senza trattative devono diventare 200/250
annue.
6)
Rendere
ancora più semplice la possibilità di derogare alle leggi e al Ccnl, recepire
nel testo del Contratto le recenti modifiche legislative che hanno peggiorato
pensioni, ammortizzatori sociali e lavoro precario, rendere la contrattazione
aziendale sempre più alternativa al Contratto nazionale.
IN
PRATICA, LA FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE!
In
pratica si vuole estendere il modello Fiat a tutti i metalmeccanici: una cosa
inaudita!
Fim-Cisl e Uilm-Uil si assumono una grande responsabilità, perché se firmassero il contratto a queste condizioni, vorrei vedere con che coraggio andrebbero nelle fabbriche a spiegare ai lavoratori metalmeccanici questo accordo.
Fim-Cisl e Uilm-Uil si assumono una grande responsabilità, perché se firmassero il contratto a queste condizioni, vorrei vedere con che coraggio andrebbero nelle fabbriche a spiegare ai lavoratori metalmeccanici questo accordo.
Ah,
quasi dimenticavo, la Fim e la Uilm sono molto "democratiche", perché tutte le
volte che hanno fatto un accordo separato per il rinnovo CCNL, hanno sempre
fatto votare i loro iscritti, però, guarda caso, il contratto si applica a tutti
i lavoratori metalmeccanici dell'industria e non solo ai loro
iscritti!!!
Infine,
Vi invito a leggerVi il carteggio tra Federmeccanica e la Fiom-Cgil a pagina 6
di PuntoFiom:
----------------------
To:
Sent:
Monday, July 23, 2012 10:10 PM
Subject:
ANCORA SULLA LA FINE DEL CONTRATTO NAZIONALE
Vi
segnalo sul nostro blog www.cobaspisa.it una posizione un po'
diversa e alternativa rispetto a quella della Fiom, scritta dal compagno
Marcello (pabeba@email.it).
GRANDI
MANOVRE CONTRO IL CONTRATTO NAZIONALE
I
padroni dell’industria metalmeccanica non smettono mai di stupire per la loro
“generosità” sociale!
Stavolta,
in tempi di rinnovo contrattuale, Federmeccanica, la loro associazione, ha
pensato bene di proclamare che il contratto nazionale (CCNL)
non
deve contare più niente o quasi,
per
fare posto di fatto ai soli accordi aziendali.
Accordi
aziendali, che tornerebbero fortemente a vantaggio dei padroni, com’è previsto
dall’art. 8 del decreto legge del 13/8/2011 e dagli accordi interconfederali del
2009 (tra
Confindustria e Cisl-Uil-Ugl) e
del 28/6/2011 (tra
Confindustria e Cgil-Cisl-Uil),
i quali stabiliscono che direzione e sindacati possono accordarsi per rendere
carta straccia i contratti nazionali,
peggiorandoli
a man bassa.
Venendo
a mancare il CCNL, è facile immaginare in quale regno della giungla si
troverebbero i lavoratori delle aziende (circa
il 75% del totale) in
cui non c’è un barlume di contrattazione aziendale. Ma se proprio il CCNL si
deve rinnovare, sarà bene -dice Federmeccanica- che esso stabilisca:
-
che
non si parli più di applicare i salari previsti dal CCNL;
-
che
siano cancellati gli automatismi dei passaggi di livello, quelli salariali
relativi agli scatti di anzianità e ai passaggi temporanei di mansione;
-
niente
salario per i primi 3 giorni di malattia, e salario legato alla presenza;
-
che
l'orario di lavoro, i turni, i giorni lavorativi siano regolati dal criterio
della massima flessibilità degli orari individuali e collettivi e da quello del
massimo utilizzo degli impianti (24 ore al giorno per 7 giorni);
-
che
le RSU non abbiano nessun ruolo nella definizione e contrattazione degli orari,
compreso il sabato lavorativo e ogni tipo di straordinario, che deve diventare
obbligatorio fino a 200/250 ore all'anno;
-
che
l’accordo aziendale sia alternativo al CCNL e a quelle poche leggi che ancora
tutelano chi lavora.
Ecco
dove ci vogliono fare sprofondare, dopo che hanno avuto mano libera per qualche
decennio, in particolare negli ultimi anni, da governi e da sindacati bene
attenti (per
essere accettati a “corte”) a
non organizzare una lotta adeguata a fare rispettare bisogni, diritti e dignità
dei lavoratori.
Con
la conseguenza che il modello Marchionne dalla Fiat si estenderebbe (e
in buona parte si è già esteso)
a
tutta l’industria metalmeccanica, che è da sempre una situazione di forte
resistenza operaia.
Cosa
se ne fanno oggi i padroni della riduzione delle pause, dell’intensificazione
dello sfruttamento del lavoro e dei ritmi lavorativi, di 24 ore di produzione al
giorno per 7 giorni e di tutta la ferocia dei loro piani, se i volumi produttivi
sono sempre al ribasso, se la cassa integrazione non accenna a diminuire, se la
disoccupazione imperversa, se la riduzione del monte-salari globale è tale che
solo la follia padronale del profitto potrebbe immaginare che sia all’ordine del
giorno dei mercati un aumento vertiginoso della domanda di merci da soddisfare
con un aumento altrettanto vertiginoso della produzione?
E’
chiaro che essi stanno approfittando della debolezza in cui si è venuto a
trovare il mondo del lavoro dipendente (sopraffatto
dalla loro gestione terroristica della crisi economica e dal sostegno dei
governi loro amici e dei sindacati loro complici),
per imporci nuove regole, basate su una concezione schiavistica del lavoro, con
cui schiacciarci oggi in modo tale da non farci rialzare mai più la testa.
Ragione
per cui diventa necessario resistere, mandare al diavolo padroni, loro piani e
loro regole, rivendicare meno sfruttamento, riduzione dell’orario di lavoro a
parità di salario, anzi con forti aumenti salariali uguali per tutti, più
occupazione.
E
diventa necessario che i lavoratori si approprino del pieno potere di decidere
dal basso obiettivi, piattaforme e forme di lotta.
Perché non deve finire come il 13 luglio all’assemblea nazionale dei delegati
per il rinnovo del CCNL del settore gomma-plastica, quando le segreterie
Cgil-Cisl-Uil hanno respinto d’autorità la proposta della base di forti aumenti
salariali. La stragrande maggioranza dei delegati ha abbandonato l’assemblea in
segno di protesta, permettendo però alle segreterie di vincere.
Forse,
i delegati non dovevano uscire, ma costringere altri ad
andarsene.
COBAS
LAVORO PRIVATO
Pisa
----------------------
From:
Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
To:
Sent:
Tuesday, July 24, 2012 7:33 PM
Subject:
VERGOGNA:TECNICO MORTO MONTANDO IL PALCO DELLA PAUSINI: IL RISARCIMENTO AMMONTA
A 1936,80 EURO
Io non posso che
restare profondamente sconcertato, perché di questa ennesima vergogna tutta
italiana, di quotidiani ne ha parlato solo Corriere della Sera e di telegiornali
solo il Tg3.
Sugli altri siti
web dei quotidiani nazionali o dei tg non ho trovato nessuna notizia su questa
ennesima vergogna.
Ma
gli altri mezzi d'informazione cosa fanno, non hanno nulla da dire in
merito?A chi non ha moglie
o figli, l'Inail da solo un assegno, come rimborso spese funerarie (questo
assegno viene rivalutato di anno in anno). Ma possibile che la vita di un
operaio valga davvero così poco?
E' intanto l'Inail
ha un avanzo di bilancio annuale di circa 2 miliardi di euro, ed un "tesoretto"
derivante da questi avanzi di bilancio, che ammonta "alla modica cifra" di 18,5
miliardi di euro!
Questi soldi sono
depositati presso un conto infruttifero del Ministero del Tesoro e li usa lo
Stato per ripianare i debiti.
Ma possibile che la
vita di un operaio valga davvero così poco???
E' UNA VERGOGNA!!!
Marco
Bazzoni
Operaio
metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza
Firenze
P.S Questo il video del tg3: http://www.youtube.com/watch?v=4tWBkHTweFQ
P.S Questo il video del tg3: http://www.youtube.com/watch?v=4tWBkHTweFQ
Tecnico
morto montando il palco della Pausini: il risarcimento ammonta a 1936,80
euro
La
madre di Matteo: “Tanto vale la vita di mio figlio”
L'Inail:
“E' un anticipo, ma il totale non sarà molto più alto”
Matteo Armellini: aveva 32 anni.
Millenovecentotrentasei
euro e ottanta centesimi. Questa la cifra che compare sull'assegno consegnato a
Paola Armellini. Ovvero la mamma di Matteo, il tecnico romano di 32 anni che
morì tra il 4 e il 5 marzo a Reggio Calabria, mentre stava montando il palco di
Laura Pausini. “L'unica certezza fino ad adesso è che la vita di mio figlio non
vale neanche duemila euro”.
E’
UNA QUESTIONE DI DIGNITA'
La donna è
ovviamente molto amareggiata da un risarcimento che deve sembrarle insultante.
“Vorrei una spiegazione, non tanto per i 1936,80 euro, ma perché mio figlio è
morto sotto un palco e nell`oggetto del pagamento c`è scritto ‘risarcimento per
infortunio e malattia professionale’. È un problema di dignità, Matteo non aveva
ancora cominciato a lavorare, gli è caduta in testa tutta la struttura. Non
voglio, non ci sto che la morte di mio figlio venga liquidata così”.
NESSUNA
COPERTURA ASSICURATIVA
Paola Armellini non
sembra farne una questione puramente personale, la morte di suo figlio deve
rimettere in discussione tutto il sistema, spesso nebuloso, che regola
l'industria della musica dal vivo: “Bisogna rivedere il modo in cui viene
gestito il lavoro dei ragazzi che collaborano all`allestimento dei palchi, non
hanno alcuna copertura assicurativa. Ai miei tempi, un sindacato non avrebbe mai
permesso una cosa del genere”. .
E’ UN ANTICIPO
E’ UN ANTICIPO
E' intervenuto poi
Giuseppe Lucibello, direttore generale dell'Inail puntualizzando che “quei soldi
non sono un risarcimento ma un anticipo dell'assegno funerario”. Così il
direttore generale dell'Inail, Giuseppe Lucibello, costretto però a riconoscere
che “la retribuzione molto bassa del ragazzo non consente di immaginare
risarcimenti consistenti. Con le attuali leggi, l'Inail risarcisce quello che
può ma ha avanzato più volte proposte per meglio tutelare i più giovani”. Perché
la vita di un giovane non può, non deve valere millenovecentotrentasei euro e
ottanta centesimi.
Matteo
Cruccu
----------------------
To:
Sent:
Wednesday, July 25, 2012 6:17 AM
Subject:
VIAREGGIO, ESPOSIZIONE AL DLF: INAUGURAZIONE SABATO 28 ORE
18.00
Invito
alla partecipazione ed alla diffusione.
Ovviamente
il ricavato è destinato all'attività dell'Assemblea 29 giugno e
dell'Associazione "Il mondo che vorrei" per la battaglia di sicurezza, verità e
giustizia.
IL
MONDO CHE VORREI ONLUS
ASSEMBLEA
29 GIUGNO
organizzano
l’esposizione di opere
sabato
28 luglio ore
18-20 - ore 21-23
domenica
29 luglio ore
18-20 - ore 21-23
lunedì
30 luglio ore
18-20
al
Dopolavoro ferroviario di Viareggio,
in via Machiavelli 257, 1° piano.
Sabato
28 luglio ore
18 inaugurazione con rinfresco
Donate
dagli artisti e da loro amici
Andreozzi
Sergio
Balduini
Francesco
Bertin
Alfeo
Betti
Roberto
Catarsini
Antonio
Cinquini
Daniele
Cormio
Concetta Maria
Di
Giorgio Giorgio
Dini
Edoardo
Dolfi
Marco
Esposito
Maurizio
Fornaciari
Angelo
Francesconi
Mario
Giacomelli
Giacomo
Lubrano
Enrica
Maffei
Marco
Maggini
Libero
Marchi
Amulio
Paparo
Luca
Raffaelli
Mara
Rappelli
Lorenzo
dall’Associazione
culturale BAU
Art Uno (A.
Coluccini, A. Bobò, S. Loffredo, M. Fallani, E. Pardini, Artifex Mumia, V.
Baroni, C. Battisti, A. Bove, L. Bocchini, G. Cupisti, Gumdesign, B. Larini, A.
Lini, M. Maffei, T. Vassalle)
Assemblea
29 giugno
IL
MONDO CHE VORREI ONLUS
Associazione
familiari vittime 29 giugno 2009
Viareggio,
23 luglio 2012
Nessun commento:
Posta un commento