martedì 3 luglio 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 02/07/12




INDICE

Fabio Gambone fabio74_1@libero.it
IL TRIBUNALE DI FIRENZE DICHIARA ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DI SAURO CERTINI

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
UN NUOVO PARTITO PER I LAVORATORI. OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO

VALUTAZIONI AMBIENTALI, IL PRESIDENTE ROSSI LE PRENDE PER SE’: UN BLITZ IN NOME DELLE GRANDI OPERE?

Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
I FRUTTI (AMARI) DEL PIANO MARCHIONNE

Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
PRANDELLI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Scintilla Onlus scintilla.onlus@gmail.com
NEL SANGUE E NEL SUDORE: UNA POESIA DI NAZIM HIKMET

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From: Fabio Gambone fabio74_1@libero.it
To:
Sent: Thursday, June 28, 2012 8:39 AM
Subject: IL TRIBUNALE DI FIRENZE DICHIARA ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DI SAURO CERTINI

In data 27/06/12 il Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di Sauro Certini, conducente di linea e del delegato sindacale Cobas in Autolinee Toscane, contro il proprio licenziamento, ordinando all'azienda di trasporto “l’immediato reintegro nel posto di lavoro dello stesso” e condannandola anche al pagamento delle spese di lite.
Siamo felici di tale provvedimento, prima di tutto per Sauro, ma anche per aver respinto il chiaro tentativo da parte di Autolinee di aprire un precedente pericolosissimo per tutta la categoria degli autoferrotranvieri: con la scusa dei tagli alle risorse si coglie l'occasione per licenziare lavoratori “scomodi” perché impegnati sindacalmente all'interno delle aziende.
Purtroppo questa vittoria viene nel giorno più nefasto per i diritti dei lavoratori: con il voto di fiducia di oggi alla Camera viene approvata definitivamente la riforma Fornero. Da oggi in poi casi di reintegro come avvenuto a Sauro non ci saranno più !
Il nostro ringraziamento, oltre a tutti/e quelli che in questi mesi si sono mobilitati per Sauro Certini, va ai nostri legali: gli avvocati Letizia Martini e Danilo Conte per l'ottimo lavoro fatto ma soprattutto per aver creduto che questa era una battaglia in cui c'erano in gioco i diritti di tutti i lavoratori.

Firenze, 28 giugno 2012

COBAS LAVORO PRIVATO
CONFEDERAZIONE COBAS
Camera del Lavoro Sociale
via Ragazzi del 99 Firenze
fax 055 71 88 03 60

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Thursday, June 28, 2012 10:05 AM
Subject: UN NUOVO PARTITO PER I LAVORATORI. OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO

Ieri è stata approvata la riforma del lavoro, una riforma che penalizza drammaticamente le condizioni dei lavoratori. Praticamente è stato abolito l’articolo 18 che tutelava i lavoratori contro le discriminazioni d’ogni genere.
Con una scusa, neanche tanto camuffata da “esigenze economiche” un lavoratore potrà essere licenziato per svariati motivi: se è iscritto ad un sindacato scomodo, se si ammala, se è antipatico al datore di lavoro o al “capetto” nevrotico, se non sottostare a ricatti sessuali e si potrebbe continuare all’infinito.
Ma la tanta insistenza ad approvare questa legge ad ogni costo nasconde un’altra verità che chi l’ha firmata non esplicita mai: TENERE OGNI SINGOLO LAVORATORE SOTTO UNA SPADA DI DAMOCLE: non iscriverti ad un sindacato che non mi piace, non ti ammalare, non ti lamentare mai delle tue condizioni, non scioperare, non fare figli, non lamentarti della scarsa sicurezza, ecc. E’ stata questa la vera posta in gioco, e i politici che hanno approvato in parlamento questa legge lo sanno bene.
L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro in questi anni di monitoraggio dei morti sul lavoro, può dimostrare con documenti alla mano, che a morire nei luoghi di lavoro sono quasi tutti lavoratori dove il sindacato non è presente, ed è possibile il licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo.
Si muore per infortuni sul lavoro in piccole aziende dove lamentarsi anche sulla sicurezza espone al rischio di essere licenziati.
Se poi aggiungiamo un “folle” allungamento dell’età per andare in pensione anche per lavoratori che si espongono ogni giorno a rischi d’infortuni mortali, e vorrei ricordare che oltre il 30% di tutti i morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni, e questo a causa dei riflessi poco pronti o a malattie, si capisce che questo governo “strano”, ma mica tanto (è solo la continuazione “gentile” del classismo berlusconiano in altre forme), ha penalizzato solo lavoratori e pensionati.
Da qui l’esigenza che fin da ora le forze sindacali che hanno a cuore il benessere dei lavoratori, assieme a chi lavoro e ai pensionati, s’impegnino a trovare interlocutori politici che difendano i lavoratori senza tentennamenti.
Insomma, c’è l’esigenza inderogabile di creare un partito dei lavoratori e pensionati, che diventi forza determinante nel panorama politico italiano. Un partito, che veda scendere in campo in prima persona, per portare in parlamento i nostri migliori sindacalisti e lavoratori.
Mai più deroghe in bianco a partiti che “rubano” il voto dei lavoratori e pensionati per poi approvare leggi che annullino in poco tempo diritti acquisiti in 50 anni di lotte dei lavoratori.

Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

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From: Alteralias alias.alter@gmail.com
To:
Sent: Thursday, June 28, 2012 2:40 PM
Subject: VALUTAZIONI AMBIENTALI, IL PRESIDENTE ROSSI LE PRENDE PER SE’: UN BLITZ IN NOME DELLE GRANDI OPERE?

Riceviamo e pubblichiamo.

PICCOLI GOLPE ESTIVI IN REGIONE TOSCANA
E’ molto inquietante quello che sta accadendo in Regione Toscana: il Presidente della Regione Enrico Rossi, con decreto del 15 giugno, toglie all’Assessorato all’Ambiente e riserva a se stesso le competenze su VIA (valutazione di impatto ambientale) e VAS (valutazione ambientale strategica), peraltro senza alcuna motivazione.
E’ inquietante perché avviene all’indomani delle dichiarazioni dello stesso Presidente sull’assoluta necessità di procedere con le “grandi opere” infrastrutturali che interessano massicciamente la Regione, a partire dal nefasto progetto di sottoattraversamento fiorentino di TAV. Non vorremmo che quella dichiarata necessità comportasse lo svuotamento degli strumenti di controllo e valutazione dei progetti, fra cui appunto la VIA e la VAS.
Nello stesso momento voci fondate e sempre più insistenti parlano della rimozione, che sarebbe già avvenuta, del Responsabile del Settore regionale competente per la VIA, per destinarlo ad altro incarico.
Forse perché applicando le leggi e quegli strumenti di controllo e valutazione, costituiva un ostacolo agli appetiti dei cementificatori?
Non sarà perché, per esempio, con un atto esemplare, basato su pareri tecnici di ARPAT e Ministero, il Settore VIA ha dato parere negativo all’utilizzo alla miniera di Santa Barbara del materiale scavato nei tunnel fiorentini dalla fresa (Monnalisa) in quanto classificato come rifiuto?
Questa classificazione rende impossibile l’inizio dello scavo delle gallerie, dimostrando la falsità delle dichiarazioni di tutti quelli che vogliono questo progetto ad ogni costo (dall’AD delle ferrovie Mauro Moretti, all’ex ministro delle infrastrutture Altero Matteoli, all’ex assessore regionale e attuale responsabile del PD per le infrastrutture e consigliere del Fondo F2i Riccardo Conti, fino al presidente Enrico Rossi).
Purtroppo i fatti denunciati, privi di alcuna motivazione, autorizzano domande inquietanti, a cui speriamo qualcuno voglia dare risposta.
Si tratta di un atto gravissimo che non ha precedenti e che coinvolge un settore tanto delicato proprio in un momento in cui non solo per TAV, ma per le più grandi opere infrastrutturali della Toscana, sono in scadenza le autorizzazioni.
Davanti a serie e circostanziate difficoltà la soluzione del presidente Rossi appare fortemente antidemocratica e assai opaca; possiamo definire questi atti come un piccolo golpe che svela l’ottuso e arrogante bisogno dei fautori del tunnel di non fermarsi davanti a nulla.
L’associazione Italia Nostra e il Comitato Notunneltav sperano in un sussulto di orgoglio del Consiglio Regionale perché fermi questo vergognoso tentativo di annullare ogni controllo democratico e amministrativo.

Italia Nostra Firenze
Comitato Notunneltav Firenze

"Se in tutta questa guerra disonesta dobbiamo perdere anche il gusto del bello, allora il barbaro ha già vinto"
Trevanian - "Shibumi. Il ritorno delle gru. L'etica dell'assassino perfetto"

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From: Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
To:
Sent: Friday, June 29, 2012 8:18 AM
Subject: I FRUTTI (AMARI) DEL PIANO MARCHIONNE

29/06/12
COMUNICATO EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO
I FRUTTI (AMARI) DEL PIANO MARCHIONNE

Non ci sorprendono affatto le dichiarazioni rilasciate dall’AD di Fiat Sergio Marchionne, che definisce “folklore locale” la sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma che prevede il reintegro dei 145 lavoratori, tutti iscritti Fiom, dello stabilimento di Pomigliano d’Arco. A questi lavoratori va tutta la nostra solidarietà. A Torino la parola Fiat è diventata un vero e proprio tabù, nessuno più ne parla. Non si dice che dal 14 febbraio 2011 migliaia di lavoratori sono a casa; mentre a Pomigliano d’Arco il periodo di “ristrutturazione” è servito a scegliere tra “buoni e cattivi”, escludendo gli elementi più combattivi e alimentando così la lotta tra poveri. Ecco gli unici frutti (amari) del piano Marchionne.
Più gravi appaiono altri commenti a proposito della sentenza: da quello svilente rilasciato dal leader Cisl Bonanni “una sentenza come una rondine che non fa primavera”; a quello ostile di Di Maulo della Fismic “un pericoloso ritorno a logiche spartitorie e lottizzatorie”; fino ad arrivare alla minaccia di “impugnare la sentenza di reintegro” (Sgambati, Uilm Campania). La Uilm, del resto, non è nuova a questo genere di bassezze: nel caso ThyssenKrupp un sindacalista della Uilm di Torino, costituita Parte Civile nel processo per la strage del 6 dicembre 2007, in sede di Tribunale del Lavoro ha testimoniato in favore dell’azienda.
Appare sempre più chiaro che il lavoro “non è più un diritto ma deve essere guadagnato con sacrifici”, come ha affermato la Fornero. Questo già lo sappiamo: ai lavoratori nessuno ha mai regalato nulla. Ogni diritto è stato strappato con sacrifici e durissime lotte dentro e fuori i luoghi di lavoro.
Noi ex lavoratori della ThyssenKrupp lottiamo da 4 anni per ottenere ciò che riteniamo un diritto, conquistato con le lotte e sancito dalla Costituzione, nata dalla Resistenza antifascista: verità e giustizia per i nostri compagni di lavoro uccisi e posti di lavoro (sicuri e dignitosi) per tutti noi, l’unica misura utile (e necessaria) per uscire dalla crisi. Dopo il cordoglio delle Istituzioni e la nostra costituzione di Parte Civile nel processo, gli accordi che prevedevano la ricollocazione di tutti i lavoratori da parte del Comune sono stati disattesi: 14 di noi sono ancora senza lavoro. Mentre il 30 giugno 2011 il Sindaco Fassino si impegnava a garantirci un lavoro “certo e sicuro”, a oltre un anno di distanza siamo sempre senza lavoro e la sua Gran Torino Capitale del Lavoro per ora è lettera morta.
Per mantenere viva l’attenzione sulla nostra difficile situazione lavorativa e sulla “questione lavoro” più in generale, in questi giorni abbiamo diffuso in Rete un Appello di solidarietà rivolto a tutta la Società Civile (disponibile alla pagina http://www.firmiamo.it/un-lavoro-per-gli-ex-operai-thyssenkrupp-promesso-dafassino#petition) e dato indicazione per inviare al Sindaco mail di protesta e ricordargli le promesse fatte nei nostri confronti.
La solidarietà è una pratica importante, un’arma da utilizzare ed estendere a sostegno di tutte le lotte di chi già oggi si batte per la verità, la giustizia e i diritti, sempre più gravemente messi in discussione.
Per questo oggi saremo a Viareggio nel terzo anniversario della strage del 29 giugno 2009 in cui sono morte 32 persone: per testimoniare la solidarietà alle Famiglie colpite dal disastro; per promuovere il coordinamento tra realtà diverse che combattono la stessa battaglia; per confrontare e condividere le rispettive esperienze, sapendo che solo la lotta paga e determinati a batterci fino in fondo per vedere riconosciuti i nostri diritti.
Solo unendo le lotte possiamo abbattere questo sistema produttivo ormai al tramonto, sempre più distruttivo di uomini e risorse, e far diventare “folklore” non le lotte, come crede Marchionne, bensì il capitalismo: appartenente al passato, superato, portatore della (nuova) società che costruiremo dalle sue rovine. Dipende da noi.

Torino, 29 giugno 2012
Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino

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NOTA BENE
L’ articolo di Samanta è stato scritto subito dopo la vittoria calcistica dell’Italia sulla Germania del 28 giugno. La successiva disfatta della nazionale contro la Spagna cambia il contesto, ma non certo i contenuti, della solita acuta analisi di Samanta
Marco Spezia

From: Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
To:
Sent: Friday, June 29, 2012 1:05 PM
Subject: PRANDELLI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

C'è una regola del calcio che dovrebbe essere applicata anche nella vita politica del Paese: se la squadra non vince, si cambia allenatore.
Basta che un commissario tecnico perda un paio di partite e la sua panchina inizia ad acquisire la caratteristica di precarietà, instabilità. Alla terza sconfitta il ruolo è già affidato ad un altro. L’obiettivo di una squadra è vincere.
Se un leader di un partito, un esponente di spicco, si candida alla presidenza del Governo, della Regione, della Provincia, Comune e perde le elezioni, perché il suo progetto politico viene sonoramente bocciato dai cittadini, invece si ripresenta vestito di verginità alla successiva tornata.
L’obiettivo della politica è far crescere una nazione, aumentare il benessere, rimuovere gli ostacoli che non permettono l’applicazione dell’articolo 3 della Costituzione, garantire una serie di diritti ed un decoro agli occhi della comunità internazionale.
L’Italia man, mano ha perso tutto. Rimangono le formalità. Quando ho presentato “La pena di morte” al Senato, il protocollo, in uno dei luoghi frequentati da chi ha mangiato l’Italia, impone giacca e cravatta, quindi ad un bambino di 13 anni è stata fatta indossare la cravatta.
Il protocollo prevede il giuramento per un ministro sulla Costituzione, poi però c’è chi vorrebbe una Repubblica federale, chi presidenziale, chi vorrebbe avere la magistratura alle sue dipendenze, chi vorrebbe una giustizia ad personam.
Germania-Italia si disputa dopo la dichiarazione della Fornero, ministro-tecnico, “Il lavoro non è un diritto”. I soliti pochi si indignano, mentre la stragrande maggioranza degli italiani si arma di trombetta al primo goal dell’Italia.
Fanculo anni di storia, fanculo ai morti per la democrazia di questo Paese, fanculo ai morti per i diritti dei lavoratori. Gli italiani ritrovano il loro senso di appartenenza, aiutati anche dal Presidente della Repubblica che a nostre spese vola in Polonia ad esortare gli azzurri, solo se vincono una partita di calcio.
“Adesso dettiamo noi lo spread” è il commento ricorrente per un semplice 0 a 2 che, di certo, non risolleverà la crisi economica. Del resto il titolo di campioni del mondo nel 2006 cos’ha cambiato alla nazione?
Tutto ciò è imbarazzante perché in Germania un ministro si dimette per aver (forse) copiato una parte di tesi di laurea, per aver annotato 10 euro come spese non rimborsabili dallo Stato.
Il presidente di una squadra di calcio ha già governato in Italia, i tecnici lo stanno facendo ora, alla prossima tornata, per completare il declino, ci vorrebbe un allenatore tecnico e molti sarebbero felici, anche per pochi giorni, di esporre la bandiera dell’Italia al balcone.

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From: Scintilla Onlus scintilla.onlus@gmail.com
To:
Sent: Sunday, July 01, 2012 7:43 AM
Subject: NEL SANGUE E NEL SUDORE: UNA POESIA DI NAZIM HIKMET

Cari compagni e amici, inviamo questo mese una poesia di Nazim Hikmet.
In questi versi sul lavoro dei muratori, il grande poeta comunista turco esprime in una forma semplice e lirica tutta la qualità poetica e la indistruttibile passione civile che hanno sempre caratterizzato la sua opera.

Saluti fraterni.

* * * * * 

NEL SANGUE E NEL SUDORE

I muratori cantano,
cantando sembra più facile.
Ma tirar su un edificio
non è cantare una canzone,
è una faccenda
molto più seria.

Il cuore dei muratori
è come una piazza in festa;
c’è un vocio,
canzoni
e risa.
Ma un cantiere non è una piazza in festa:
c’è polvere e terra,
fango e neve.
Spesso le mani sanguinano,
il pane non sempre è fresco,
al posto del tè c’è acqua,
qualche volta manca lo zucchero,
non tutti qui sono eroi,
e gli amici non sempre
sono fedeli.

Tirar su un edificio
non è cantare una canzone.
Ma i muratori
son gente cocciuta.
E l’edificio vien su,
vien su,
sempre più in alto
e più in alto
s’arrampica.
Alle finestre del primo piano
stanno già vasi di fiori,
e sopra il tetto del garage
gli uccelli sulle ali già portano il sole.
In ogni trave c’è un battito di cuore,
in ogni pietra.
E l’edificio vien su,
magnifico,
cresce
nel sangue e nel sudore.

1955
Nazim Hikmet

Scintilla Onlus
 

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