INDICE
IL
TRIBUNALE DI FIRENZE DICHIARA ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DI SAURO
CERTINI
Carlo
Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
UN
NUOVO PARTITO PER I LAVORATORI. OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL
LAVORO
Alteralias
alias.alter@gmail.com
VALUTAZIONI
AMBIENTALI, IL PRESIDENTE ROSSI LE PRENDE PER SE’: UN BLITZ IN NOME DELLE GRANDI
OPERE?
Mai
più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
I
FRUTTI (AMARI) DEL PIANO MARCHIONNE
Samanta
Di Persio samantadipersio@virgilio.it
PRANDELLI,
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Scintilla Onlus scintilla.onlus@gmail.com
NEL
SANGUE E NEL SUDORE: UNA
POESIA DI NAZIM HIKMET
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To:
Sent:
Thursday, June 28, 2012 8:39 AM
Subject:
IL
TRIBUNALE DI FIRENZE DICHIARA ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DI SAURO
CERTINI
In data 27/06/12 il Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di Sauro Certini,
conducente di linea e del delegato sindacale Cobas in Autolinee
Toscane, contro il proprio licenziamento, ordinando all'azienda di trasporto
“l’immediato reintegro nel posto di
lavoro dello stesso” e condannandola anche al pagamento delle spese di
lite.
Siamo felici di tale provvedimento, prima di tutto per Sauro, ma
anche per aver respinto il chiaro tentativo da parte di Autolinee di aprire un
precedente pericolosissimo per tutta la categoria degli autoferrotranvieri: con
la scusa dei tagli alle risorse si coglie l'occasione per licenziare lavoratori
“scomodi” perché
impegnati sindacalmente all'interno delle aziende.
Purtroppo questa vittoria viene nel giorno più
nefasto per i diritti dei lavoratori: con il voto di fiducia di oggi
alla Camera viene approvata definitivamente la riforma Fornero. Da oggi in poi
casi di reintegro come avvenuto a Sauro non ci saranno più
!
Il nostro ringraziamento, oltre a tutti/e quelli che in questi mesi
si sono mobilitati per Sauro Certini, va ai nostri legali: gli avvocati Letizia
Martini e Danilo Conte per l'ottimo lavoro fatto ma soprattutto per aver creduto
che questa era una battaglia in cui c'erano in gioco i diritti di tutti i
lavoratori.
Firenze, 28 giugno 2012
COBAS
LAVORO PRIVATO
CONFEDERAZIONE
COBAS
Camera
del Lavoro Sociale
via
Ragazzi del 99 Firenze
fax
055 71 88 03 60
Web:
http://cobasataf.org
E-Mail:
cobas.ataf@inwind.it
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From:
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent:
Thursday, June 28, 2012 10:05 AM
Subject:
UN NUOVO PARTITO PER I LAVORATORI. OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI
SUL LAVORO
Ieri
è stata approvata la riforma del lavoro, una riforma che penalizza
drammaticamente le condizioni dei lavoratori. Praticamente è stato abolito
l’articolo 18 che tutelava i lavoratori contro le discriminazioni d’ogni genere.
Con
una scusa, neanche tanto camuffata da “esigenze economiche” un lavoratore potrà
essere licenziato per svariati motivi: se è iscritto ad un sindacato scomodo, se
si ammala, se è antipatico al datore di lavoro o al “capetto” nevrotico, se non
sottostare a ricatti sessuali e si potrebbe continuare all’infinito.
Ma
la tanta insistenza ad approvare questa legge ad ogni costo nasconde un’altra
verità che chi l’ha firmata non esplicita mai: TENERE OGNI SINGOLO LAVORATORE
SOTTO UNA SPADA DI DAMOCLE: non iscriverti ad un sindacato che non mi piace, non
ti ammalare, non ti lamentare mai delle tue condizioni, non scioperare, non fare
figli, non lamentarti della scarsa sicurezza, ecc. E’ stata questa la vera posta
in gioco, e i politici che hanno approvato in parlamento questa legge lo sanno
bene.
L’Osservatorio
Indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro in questi anni di
monitoraggio dei morti sul lavoro, può dimostrare con documenti alla mano, che a
morire nei luoghi di lavoro sono quasi tutti lavoratori dove il sindacato non è
presente, ed è possibile il licenziamento senza giusta causa o giustificato
motivo.
Si
muore per infortuni sul lavoro in piccole aziende dove lamentarsi anche sulla
sicurezza espone al rischio di essere licenziati.
Se
poi aggiungiamo un “folle” allungamento dell’età per andare in pensione anche
per lavoratori che si espongono ogni giorno a rischi d’infortuni mortali, e
vorrei ricordare che oltre il 30% di tutti i morti sui luoghi di lavoro ha più di 60
anni, e questo a causa dei riflessi poco pronti o a malattie, si capisce che
questo governo “strano”, ma mica tanto (è solo la continuazione “gentile” del
classismo berlusconiano in altre forme), ha penalizzato solo lavoratori e
pensionati.
Da
qui l’esigenza che fin da ora le forze sindacali che hanno a cuore il benessere
dei lavoratori, assieme a chi lavoro e ai pensionati, s’impegnino a trovare
interlocutori politici che difendano i lavoratori senza tentennamenti.
Insomma,
c’è l’esigenza inderogabile di creare un partito dei lavoratori e pensionati,
che diventi forza determinante nel panorama politico italiano. Un partito, che
veda scendere in campo in prima persona, per portare in parlamento i nostri
migliori sindacalisti e lavoratori.
Mai
più deroghe in bianco a partiti che “rubano” il voto dei lavoratori e pensionati
per poi approvare leggi che annullino in poco tempo diritti acquisiti in 50 anni
di lotte dei lavoratori.
Carlo
Soricelli
Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro
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To:
Sent:
Thursday, June 28, 2012 2:40 PM
Subject:
VALUTAZIONI AMBIENTALI, IL PRESIDENTE ROSSI LE PRENDE PER SE’: UN BLITZ IN NOME
DELLE GRANDI OPERE?
Riceviamo
e pubblichiamo.
PICCOLI
GOLPE ESTIVI IN REGIONE TOSCANA
E’ molto
inquietante quello che sta accadendo in Regione Toscana: il Presidente della
Regione Enrico Rossi, con decreto del 15 giugno, toglie all’Assessorato
all’Ambiente e riserva a se stesso le competenze su VIA (valutazione di impatto
ambientale) e VAS (valutazione ambientale strategica), peraltro senza alcuna
motivazione.
E’ inquietante
perché avviene all’indomani delle dichiarazioni dello stesso Presidente
sull’assoluta necessità di procedere con le “grandi opere” infrastrutturali che
interessano massicciamente la Regione, a partire dal nefasto progetto di
sottoattraversamento fiorentino di TAV. Non vorremmo che quella dichiarata
necessità comportasse lo svuotamento degli strumenti di controllo e valutazione
dei progetti, fra cui appunto la VIA e la VAS.
Nello stesso
momento voci fondate e sempre più insistenti parlano della rimozione, che
sarebbe già avvenuta, del Responsabile del Settore regionale competente per la
VIA, per destinarlo ad altro incarico.
Forse perché
applicando le leggi e quegli strumenti di controllo e valutazione, costituiva un
ostacolo agli appetiti dei cementificatori?
Non sarà perché,
per esempio, con un atto esemplare, basato su pareri tecnici di ARPAT e
Ministero, il Settore VIA ha dato parere negativo all’utilizzo alla miniera di
Santa Barbara del materiale scavato nei tunnel fiorentini dalla fresa
(Monnalisa) in quanto classificato come rifiuto?
Questa
classificazione rende impossibile l’inizio dello scavo delle gallerie,
dimostrando la falsità delle dichiarazioni di tutti quelli che vogliono questo
progetto ad ogni costo (dall’AD delle ferrovie Mauro Moretti, all’ex ministro
delle infrastrutture Altero Matteoli, all’ex assessore regionale e attuale
responsabile del PD per le infrastrutture e consigliere del Fondo F2i Riccardo
Conti, fino al presidente Enrico Rossi).
Purtroppo i fatti
denunciati, privi di alcuna motivazione, autorizzano domande inquietanti, a cui
speriamo qualcuno voglia dare risposta.
Si tratta di un
atto gravissimo che non ha precedenti e che coinvolge un settore tanto delicato
proprio in un momento in cui non solo per TAV, ma per le più grandi opere
infrastrutturali della Toscana, sono in scadenza le
autorizzazioni.
Davanti a serie e
circostanziate difficoltà la soluzione del presidente Rossi appare fortemente
antidemocratica e assai opaca; possiamo definire questi atti come un piccolo
golpe che svela l’ottuso e arrogante bisogno dei fautori del tunnel di non
fermarsi davanti a nulla.
L’associazione
Italia Nostra e il Comitato Notunneltav sperano in un sussulto di orgoglio del
Consiglio Regionale perché fermi questo vergognoso tentativo di annullare ogni
controllo democratico e amministrativo.
Italia
Nostra Firenze
Comitato
Notunneltav Firenze
"Se in tutta questa guerra disonesta dobbiamo
perdere anche il gusto del bello, allora il barbaro ha già vinto"
Trevanian
- "Shibumi. Il ritorno delle gru. L'etica dell'assassino perfetto"
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From:
Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
To:
Sent:
Friday, June 29, 2012 8:18 AM
Subject:
I FRUTTI (AMARI) DEL PIANO MARCHIONNE
29/06/12
COMUNICATO
EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO
I
FRUTTI (AMARI) DEL PIANO MARCHIONNE
Non
ci sorprendono affatto le dichiarazioni rilasciate dall’AD di Fiat Sergio
Marchionne, che definisce “folklore locale” la sentenza del Tribunale del Lavoro
di Roma che prevede il reintegro dei
145 lavoratori, tutti iscritti Fiom, dello stabilimento di Pomigliano d’Arco. A
questi lavoratori va tutta la nostra solidarietà. A Torino la parola Fiat
è diventata un vero e proprio tabù, nessuno più ne parla. Non si dice che dal 14
febbraio 2011 migliaia di lavoratori sono a casa; mentre a Pomigliano d’Arco il
periodo di “ristrutturazione” è servito a scegliere tra “buoni e cattivi”,
escludendo gli elementi più combattivi e alimentando così la lotta tra poveri.
Ecco gli unici frutti (amari) del piano Marchionne.
Più
gravi appaiono altri commenti a proposito della sentenza:
da quello svilente rilasciato dal leader Cisl Bonanni “una sentenza come una
rondine che non fa primavera”; a quello ostile di Di Maulo della Fismic “un
pericoloso ritorno a logiche spartitorie e lottizzatorie”; fino ad arrivare alla
minaccia di “impugnare la sentenza di reintegro” (Sgambati, Uilm Campania). La
Uilm, del resto, non è nuova a questo genere di bassezze: nel caso ThyssenKrupp
un sindacalista della Uilm di Torino, costituita Parte Civile nel processo per
la strage del 6 dicembre 2007, in sede di Tribunale del Lavoro ha testimoniato
in favore dell’azienda.
Appare
sempre più chiaro che il lavoro “non è più un diritto ma deve essere guadagnato
con sacrifici”, come ha affermato la Fornero. Questo già lo sappiamo: ai
lavoratori nessuno ha mai regalato nulla. Ogni diritto è stato strappato con
sacrifici e durissime lotte dentro e fuori i luoghi di
lavoro.
Noi
ex lavoratori della ThyssenKrupp lottiamo da 4 anni per ottenere
ciò che riteniamo un diritto, conquistato con le lotte e sancito dalla
Costituzione, nata dalla Resistenza antifascista: verità e giustizia per i nostri compagni di
lavoro uccisi e posti di lavoro (sicuri e dignitosi) per tutti noi,
l’unica misura utile (e necessaria) per uscire dalla crisi. Dopo il cordoglio
delle Istituzioni e la nostra costituzione di Parte Civile nel processo, gli
accordi che prevedevano la ricollocazione di tutti i lavoratori da parte del
Comune sono stati disattesi: 14 di noi sono ancora senza lavoro. Mentre il 30 giugno 2011 il Sindaco Fassino si
impegnava a garantirci un lavoro “certo e sicuro”, a oltre un anno di distanza
siamo sempre senza lavoro e la sua Gran Torino Capitale del Lavoro per
ora è lettera morta.
Per
mantenere viva l’attenzione sulla nostra difficile situazione lavorativa e sulla
“questione lavoro”
più in generale, in questi
giorni abbiamo diffuso in Rete un
Appello di solidarietà rivolto a tutta la Società Civile (disponibile
alla pagina http://www.firmiamo.it/un-lavoro-per-gli-ex-operai-thyssenkrupp-promesso-dafassino#petition)
e dato indicazione per inviare al
Sindaco mail di protesta e
ricordargli le promesse fatte nei nostri confronti.
La
solidarietà è una pratica importante, un’arma da utilizzare ed
estendere
a sostegno di tutte le lotte di
chi già oggi si batte per la verità, la giustizia e i diritti, sempre più
gravemente messi in discussione.
Per
questo
oggi saremo a Viareggio nel terzo
anniversario della strage del 29 giugno 2009 in cui sono morte 32
persone: per testimoniare la
solidarietà alle Famiglie colpite dal disastro; per promuovere il coordinamento tra realtà
diverse che combattono la stessa battaglia; per confrontare e condividere le rispettive
esperienze, sapendo che solo la lotta paga e determinati a batterci fino
in fondo per vedere riconosciuti i nostri diritti.
Solo
unendo le lotte possiamo abbattere questo sistema produttivo ormai al tramonto,
sempre più distruttivo di uomini e risorse, e far diventare “folklore” non le
lotte, come crede Marchionne, bensì il capitalismo: appartenente al passato,
superato, portatore della (nuova) società che costruiremo dalle sue rovine.
Dipende da noi.
Torino,
29 giugno 2012
Ex
lavoratori ThyssenKrupp Torino
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NOTA
BENE
L’ articolo di
Samanta è stato scritto subito dopo la vittoria calcistica dell’Italia sulla
Germania del 28 giugno. La successiva disfatta della nazionale contro la Spagna
cambia il contesto, ma non certo i contenuti, della solita acuta analisi di
Samanta
Marco
Spezia
From:
Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
To:
Sent:
Friday, June 29, 2012 1:05 PM
Subject:
PRANDELLI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
C'è
una regola del calcio che dovrebbe essere applicata anche nella vita politica
del Paese: se
la squadra non vince, si cambia allenatore.
Basta
che un commissario tecnico perda un paio di partite e la sua panchina inizia ad
acquisire la caratteristica di precarietà, instabilità. Alla
terza sconfitta il ruolo è già affidato ad un altro. L’obiettivo
di una squadra è vincere.
Se
un leader di un partito, un esponente di spicco, si candida alla presidenza del
Governo, della Regione, della Provincia, Comune e perde le elezioni, perché il
suo progetto politico viene sonoramente bocciato dai cittadini, invece si
ripresenta vestito di verginità alla successiva tornata.
L’obiettivo
della politica è far crescere una nazione, aumentare il benessere, rimuovere gli
ostacoli che non permettono l’applicazione dell’articolo 3 della Costituzione,
garantire una serie di diritti ed un decoro agli occhi della comunità
internazionale.
L’Italia
man, mano ha perso tutto. Rimangono le formalità. Quando ho presentato “La pena
di morte” al Senato, il protocollo, in uno dei luoghi frequentati da chi ha
mangiato l’Italia, impone giacca e cravatta, quindi ad un bambino di 13 anni è
stata fatta indossare la cravatta.
Il
protocollo prevede il giuramento per un ministro sulla Costituzione, poi però
c’è chi vorrebbe una Repubblica federale, chi presidenziale, chi vorrebbe avere
la magistratura alle sue dipendenze, chi vorrebbe una giustizia ad personam.
Germania-Italia
si disputa dopo la dichiarazione della Fornero, ministro-tecnico, “Il
lavoro non è un diritto”. I soliti pochi si indignano,
mentre
la
stragrande maggioranza degli italiani si arma di trombetta al primo goal
dell’Italia.
Fanculo
anni di storia, fanculo ai morti per la democrazia di questo Paese, fanculo ai
morti per i diritti dei lavoratori. Gli italiani ritrovano il loro senso di
appartenenza, aiutati anche dal Presidente della Repubblica che a nostre spese
vola in Polonia ad esortare gli azzurri, solo se vincono una partita di calcio.
“Adesso
dettiamo noi lo spread”
è il commento ricorrente per un semplice 0 a 2 che, di certo, non risolleverà la
crisi economica. Del resto il titolo di campioni del mondo nel 2006 cos’ha
cambiato alla nazione?
Tutto
ciò è imbarazzante perché in Germania un ministro si dimette per aver (forse)
copiato una parte di tesi di laurea, per aver annotato 10 euro come spese non
rimborsabili dallo Stato.
Il
presidente di una squadra di calcio ha già governato in Italia, i tecnici lo
stanno facendo ora, alla prossima tornata, per completare il declino, ci
vorrebbe un allenatore tecnico e molti sarebbero felici, anche per pochi giorni,
di esporre la bandiera dell’Italia al balcone.
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From: Scintilla Onlus scintilla.onlus@gmail.com
To:
Sent:
Sunday, July 01, 2012 7:43 AM
Subject:
NEL
SANGUE E NEL SUDORE: UNA
POESIA DI NAZIM HIKMET
Cari
compagni e amici, inviamo questo mese una poesia di Nazim Hikmet.
In
questi versi sul lavoro dei muratori, il grande poeta comunista turco esprime in
una forma semplice e lirica tutta la qualità poetica e la indistruttibile
passione civile che hanno sempre caratterizzato la sua
opera.
Saluti
fraterni.
*
* * * *
NEL
SANGUE E NEL SUDORE
I
muratori cantano,
cantando
sembra più facile.
Ma
tirar su un edificio
non
è cantare una canzone,
è
una faccenda
molto
più seria.
Il
cuore dei muratori
è
come una piazza in festa;
c’è
un vocio,
canzoni
e
risa.
Ma
un cantiere non è una piazza in festa:
c’è
polvere e terra,
fango
e neve.
Spesso
le mani sanguinano,
il
pane non sempre è fresco,
al
posto del tè c’è acqua,
qualche
volta manca lo zucchero,
non
tutti qui sono eroi,
e
gli amici non sempre
sono
fedeli.
Tirar
su un edificio
non
è cantare una canzone.
Ma
i muratori
son
gente cocciuta.
E
l’edificio vien su,
vien
su,
sempre
più in alto
e
più in alto
s’arrampica.
Alle
finestre del primo piano
stanno
già vasi di fiori,
e
sopra il tetto del garage
gli
uccelli sulle ali già portano il sole.
In
ogni trave c’è un battito di cuore,
in
ogni pietra.
E
l’edificio vien su,
magnifico,
cresce
nel
sangue e nel sudore.
1955
Nazim Hikmet
Scintilla Onlus
email:
scintilla.onlus@gmail.com
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