INDICE
RAPPORTO
INAIL 2011: POCHE VERITÀ - MARCO BAZZONI
EUTANASIA
DI UNA PIANA
Carlo
Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
OSSERVATORIO
INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO: I MORTI SUL LAVORO NEL 2011 SONO STATI
OLTRE 1170
Aldo
Mancuso aldo.mancuso@asf.toscana.it
PUZZA
BALOCCHI & PROFUMI
REFERENDUM
ABROGAZIONE PARZIALE INDENNITA' PARLAMENTARE: NESSUNO DICE
NULLA!!!
ANCORA
IN MARCIA !
redazione@ancorainmarcia.it
BOLOGNA:
DERAGLIA TRENO REGIONALE. SOLO CONTUSI MA SFIORATA
TRAGEDIA
COBAS
Pisa confcobaspisa@alice.it
A
PROPOSITO DEL CONTROLLO A DISTANZA NEI LUOGHI DI LAVORO?
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To:
Sent: Wednesday, July 11, 2012 10:19 PM
Subject: RAPPORTO INAIL 2011: POCHE VERITÀ - MARCO
BAZZONI
RAPPORTO
INAIL 2011: POCHE VERITÀ - MARCO BAZZONI
"Ho sentito sia le dichiarazioni odierne, sia
quelle passate del Presidente della Repubblica. Dice che ci vogliono più
controlli, più sanzioni, però il Presidente della Repubblica 3 anni fa l’ha
firmato il Decreto Legislativo 106/09 che ha dimezzato le sanzioni ai datori di
lavoro, ai dirigenti, ai preposti. Ha introdotto la salva-manager che
deresponsabilizza i datori di lavoro, quella che l’ex Ministro del Lavoro
Sacconi diceva di avere cancellato, invece è uscita dalla porta è rientrata
dalla finestra." Marco Bazzoni
Il testo dell'intervento
DATI
FORTEMENTE SOTTOSTIMATI
"Buongiorno a
tutti, sono Marco Bazzoni, ho 38 anni, sono un operaio metalmeccanico. Sono
anche rappresentante della sicurezza dal 2003 e mi occupo di questa tematica,
del tema della sicurezza sul lavoro da tanto tempo.
Oggi è stato
presentato il rapporto annuale Inail sugli infortuni e le morti sul lavoro.
l’Inail ha detto che nel 2011 ci sono stati 920 infortuni mortali in calo
rispetto al 2010, quando ce ne erano stati 970. Questi secondo me sono dati
fortemente sottostimati, prima cosa perché l’Inail tiene conto solo degli
infortuni accaduti ai suoi assicurati e tra i suoi assicurati non ci sono né le
forze di Polizia, né Carabinieri, né gli sportivi, tante categorie che non sono
assicurate con l’Inail. Poi, in tutti questi dati incide la crisi economica che
c’è stata. Perché l’Inail non lo dice, ma ci sono tante aziende che hanno
chiuso, tanti lavoratori in cassa integrazione, tanti lavoratori in mobilità,
quindi non sono questi dati “oro colato” come voglio far credere. Ai dati
dell’Inail sulle morti sul lavoro e ai dati dell’Inail sugli infortuni sul
lavoro mancano all’appello gli infortuni che accadono nel sommerso che si stima
siano almeno 200 mila ogni anno. Addirittura ho visto che l’Inail ha fatto una
stima provvisoria che dice che sono circa 164 mila per l’anno 2011, quindi anche
questa stima è al ribasso.Va detto anche che l’Inail ha un avanzo di bilancio
annuale di circa 2 miliardi di Euro ogni anno e questi soldi non è che vengano
utilizzati per aumentare le rendite agli invalidi sul lavoro o per aumentare le
rendite ai familiari delle vittime sul lavoro, ma vengono utilizzati dallo Stato
per ripianare i debiti. Sono depositati presso un conto infruttifero del
Ministero del Tesoro e lo Stato lo utilizza per ripianare i debiti. È una cosa
scandalosa perché quei soldi non sono dello Stato, appartengono alle aziende e
ai lavoratori.
Non c’è la
coscienza di tutto il problema della salute sui rischi sul lavoro anche perché
non c’è sensibilità né da parte dei mezzi di informazione, né da parte delle
istituzioni, né da parte del mondo politico, questo va detto. Perché? Tanto per
quanto riguarda i mezzi di informazione ne parlano solo quando ci sono gravi
infortuni o morti sul lavoro, quando va bene perché a volte non dicono neanche
quelli, altrimenti nulla, una notizia nelle brevi e basta, quando dovrebbero
fare inchieste, lo spazio sui quotidiani, sui Tg ne hanno quanto vogliono, però
si preferisce parlare di altro.
Per quanto riguarda
il mondo politico lasciamo perdere. Loro sono buoni solo a fare le cosiddette
lacrime di coccodrillo quando c’è un morto sul lavoro dicendo che bisogna
aumentare i controlli, dicendo che manca la cultura della sicurezza sul lavoro e
poi dopo restano solo parole, i fatti zero! Perché manca la cultura della
sicurezza sul lavoro, questa frase la sento da anni, però ci fosse stato un
governo né di destra, né di centro e né di sinistra che abbia fatto qualcosa.
Manca la cultura della sicurezza, per insegnare la cultura della sicurezza
bisognerebbe partire dalle scuole, però non c’è stato un governo che abbia
detto: "insegniamo la sicurezza sul
lavoro a partire dalle scuole elementari". In Francia lo fanno, in Italia
non ci riusciamo, non so perché non ci riusciamo.
BASTA
SCUSE E LACRIME DI COCCODRILLO
Ho sentito sia le
dichiarazioni odierne, sia quelle passate del Presidente della Repubblica. Dice
che ci vogliono più controlli, più sanzioni, però il Presidente della Repubblica
3 anni fa l’ha firmato il Decreto Legislativo 106/09 che ha dimezzato le
sanzioni ai datori di lavoro, ai dirigenti, ai preposti. Ha introdotto la
salva-manager che deresponsabilizza i datori di lavoro, quella che l’ex Ministro
del Lavoro Sacconi diceva di avere cancellato, invece è uscita dalla porta è
rientrata dalla finestra. Queste dichiarazioni mi sembrano frasi di circostanza
e poi dopo non cambierà nulla, in Italia ci sono un mucchio di infortuni, molte
morti sul lavoro, molte anche di malattie professionali che nessuno lo dice mai
ma c’è anche un sacco di lavoratori che muoiono perché si ammalano sul lavoro o
per l’amianto o per altre cose e nessuno dice nulla anche di questo. Per quanto
riguarda il livello europeo noi siamo il paese con il più alto numero di
incidenti sul lavoro, che va detto come statistiche sono sottostimate. Sono
molte di più di quello che dice l’Inail. C’è l’osservatorio indipendente di
Bologna che per il 2011 ha stimato 1170 morti sul lavoro, l’Inail sono 920 c’è
qualcosa che non va qui! 1170 è la stima minima perché chiaramente sono di più,
anche l’osservatorio non può arrivare dove ci sono stati dei lavoratori che sono
morti in nero, che non si sanno neanche noi che fine hanno fatto, quindi… però è
la stima… 1170 non sono pochi. L’Italia ha una procedura di infrazione aperta
dal 29 settembre 2011, questo grazie a una denuncia che ho fatto io nel 2009.
Abbiamo una procedura di infrazione su 6 punti. Il primo punto è il principale,
la deresponsabilizzazione dei datori di lavoro in caso di delega e subdelega, la
proroga di 90 giorni del documento di valutazione dei rischi per le nuove
imprese, la proroga per la valutazione di rischi da stress da lavoro, la proroga
dell’adeguamento antincendio per le strutture ricettivo – turistico –
alberghiere, fino a 25 posti letto e la proroga anche per quanto riguarda
l’applicazione del Testo Unico per la Sicurezza per le cooperative e per i
volontari della protezione civile, questi sono punti principali.
L’Italia aveva due
mesi di tempo per rispondere alla Commissione europea, fino al 30 novembre, ha
risposto l’8 dicembre. Ad oggi la Commissione europea ha finito di esaminare il
materiane che gli ha inviato l’Italia, però ancora non si sa cosa farà. Molto
probabilmente emetterà un parere motivato, che significa? Significa che l’Italia
si dovrà adeguare alle disposizioni di questa lettera che è messa in mora, pena
delle sanzioni salatissime, sanzioni che vanno da 200 mila a 700 mila Euro il
giorno. È probabile che ci si arrivi perché non mi sembra che il nuovo Ministro
del lavoro Fornero abbia tanta sensibilità per quanto riguarda la salute e la
sicurezza sul lavoro, forse a parole, perché a parole l’ho sentita diverse volte
dire che la salute della sicurezza sul lavoro è centrale per il governo Monti,
poi abbiamo visto che nei fatti hanno fatto poco o nulla, anzi per quanto
riguarda i diritti dei lavoratori abbiamo visto cosa hanno fatto, la riforma del
lavoro ne è un esempio. Da quando c’è il Prof. Monti alla guida del Governo, non
so come mai sembra che la Commissione europea abbia tirato il freno a mano, non
va, questa procedura di infrazione va a rilento, stranamente quando c’era
Berlusconi andava a mille all'ora. Se scrivo io alla Commissione europea dicono
è sempre Bazzoni che scrive, ci rompe le scatole, se magari scrive qualcun altro
mi fanno un favore estremamente e li ringrazio!
Marco
Bazzoni
Operaio
e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
Per
ascoltare l'intervista, cliccare qui:
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To:
Sent: Thursday, July 12, 2012 12:22 AM
Subject: EUTANASIA DI UNA PIANA
Dal
Coordinamento dei Comitati Cittadini
Gino
Carpentiero
EUTANASIA
DI UNA PIANA
Alla
fine la cosiddetta pista
convergente (12/30) proposta da Enac per il potenziamento dell’aeroporto di Firenze che per
molti è “la miglior pista
possibile”, tale che “raramente
si trovano soluzioni che rispettino tutti i parametri come questa: sicurezza,
efficienza, impatto sul territorio e sull’ambiente” farà colare a picco
il Parco della Piana per il
quale, tra 2009 e 2010 nel processo di partecipazione dei
cittadini, erano stati ingaggiati fior di avventure urbane, sociolab e Massino Morisi.
Anche
se la nuova pista lascerà fuori dal rumore gli abitanti di Peretola, Brozzi, Piagge e Oltregreve, avrà però per obbiettivo
il raddoppio del traffico aereo
(almeno 4 milioni di passeggeri
all’anno), aprendo a velivoli più
grandi, distribuiti su tutte le 24 ore, con conseguente maggiore
produzione di residui di
combustione.
Nessuna
parte del territorio della Piana può sperare di trovare sollievo da questa
soluzione, se non altro per i problemi di mobilità che l’ incremento dei voli
turistici provocherà!
Il
prolungamento della pista
determinerebbe profonde modifiche nella rete idrografica di un’area soggetta
per un buon 25% a rischio idraulico generando
ulteriori cementificazioni e
maggiori rischi di sommersione.
Il
presidente della Regione Enrico
Rossi in occasione della presentazione dello studio dell’aviazione civile ha
promesso di rimodellare il Parco
in funzione del nuovo incomodo, ma basta elencare le funzioni esistenti e
previste in quello spazio limitato per capire quanto egli straparli:
-
inceneritore
e discarica a Case Passerini
-
scuola
Marescialli
-
convenzione
Ligresti
-
terza
corsia dell’autostrada A11
-
arteria
Mezzana-Ricasoli
-
Polo
scientifico
-
Polo
ferroviario, ecc.
Il
tutto nel contesto dei 40.000 ha
del bacino FI-PO-PT, solcato da
ogni genere di infrastruttura,
punteggiato da macrolotti
industriali e centri
commerciali e con una popolazione di 1.500.000
abitanti.
Se
la promessa di Rossi venisse mantenuta chi abita e lavora in quell’area vedrebbe la
propria salute trasformarsi in un puro bene negoziabile e da cittadino
dimezzato sarebbe ancor più solo contro tutti: giornali, amministratori, partiti
politici, gruppi economici, opinione pubblica distratta.
Una
Valutazione di Impatto Sanitario
eseguita alcuni anni fa dall’Agenzia Regionale di Sanità denunciava in quel
territorio livelli anomali di gravi
malattie anche degenerative causate dall’elevato inquinamento e dal degrado
ambientale.
E
tuttavia oggi sono in molti a premere perché si approvi il PIT (Piano di Indirizzo Territoriale)\
prima della pausa estiva suggerendo di eludere proprio quella VIS richiesta a
gran voce dalle popolazioni, da
vari sindaci e dallo stesso
Presidente della Provincia
Barducci. Così la pensano il consigliere regionale Giani, il Sindaco Renzi, le Camere di commercio, l’opposizione politica di centro
destra, tutti uniti nel fronte del far presto e male.
Bene
ha fatto invece l’assessore
Marson a ribadire le sue prerogative sull’Urbanistica, riaffermando la cultura
delle regole, della legge e della partecipazione dei cittadini alle
grandi scelte strategiche. Quei cittadini che invano chiedono da anni di essere
partecipi di una discussione che parta dal parametro della salute e della qualità della
vita avviando una nuova
Valutazione di Impatto Sanitario per la Piana
fiorentina.
E’
discutibile che l’economia
toscana dipenda da quei 200 m. di pista in più per uno scalo nato sbagliato in un posto
sbagliato e che si trova pur sempre ad un’ ora di distanza da quelli
internazionali di Pisa e di
Bologna.
Né
risulta che le aziende
manifatturiere della zona indichino nell’aeroporto l’elemento decisivo
per superare la dura crisi attuale.
Prima
di qualsiasi decisione irreversibile si verifichino allora seriamente modelli
economici che mettano al primo posto la sostenibilità ambientale della Piana:
-
un
Piano rifiuti concepito in alternativa alla politica degli inceneritori,
-
un
vero piano di risanamento ambientale per tutta lapiana fiorentina
-
la
ricerca di un possibile equilibrio economico per un City airport a 5 km dal
centro di firenze, finalizzato agli affari, alle attività
fieristico-congressuali e ad un turismo qualificato.
CITTADINI
AREA FIORENTINA
COMITATI
DEI CITTADINI-FIRENZE
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From:
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent:
Thursday, July 12, 2012 8:34 AM
Subject:
OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO: I MORTI SUL LAVORO NEL
2011 SONO STATI OLTRE 1170
L'Osservatorio
indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro riconferma ancora una
volta che nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti sul lavoro, di cui 663 sui
luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010, tutte le vittime sui luoghi di lavoro sono
registrate. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro
nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011 del'Osservatorio.
Ci
sono cartine geografiche con il numero di morti sui luoghi di lavoro per
ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e
nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali. dall'inzio dell'anno
2012 ad oggi ci sono stati 324 morti sui luoghi di lavoro e oltre 600 con i
lavoratori morti sulle strade e in itinere.
Carlo
Soricelli
Osservatorio
indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro
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To:
Sent: Friday, July 13, 2012 5:16 PM
Subject: PUZZA BALOCCHI & PROFUMI
AMERICA
SI'- TOSCANA NO
Diversi
stati USA reagiscono alla Truffa "PUZZI: PROFUMATI!" dei Gruppi
Industriali/Finanziari che si abbuffano di profitti idioti fetenti e puzzolenti,
a Firenze, in Toscana,in Italia NO.
Negli
USA non c'é la Legge che tutela dall'Inquinamento Chimico Odoroso, in Italia
SI': c'é la Costituzione Antifascista - grazie alla Resistenza Partigiana al
nazi-fascismo - MA E' COME SE NON CI FOSSE.
La
Legge che OBBLIGA datori di lavoro, dirigenti, preposti e LAVORATORI a non
ledere i Diritti dei Dipendenti C'E': perché non è
APPLICATA?
Cosa
aspettano i Servizi PISLL, la Regione Toscana, la Magistratura fiorentina ad
APPLICARE LA LEGGE CHE C'E'?
Perché
quelli che lottano gridano alla luna narrando del loro posto nella comunicazione
del nuovo mondo globalizzato anziché lottare per l'applicazione delle norme che
tutelano i Diritti dei Lavoratori Dipendenti della Costituzione
Antifascista?
ciao, Aldo
Fonte:
ANGELO AQUARO la Repubblica Mercoledì
04 Luglio 2012 10:28
Le
essenze provocano allergie e infezioni. Campagne per limitare gii
odori eccessivi. La crociata degli Usa contro l'eau de toilette.
NEW
YORK - Una donna senza profumo a una donna senza futuro: cosi diceva Coco
Chanel. Ma che dire di tutte quelle signore (e tantissimi maschietti) che
infestano il nostro presente con un profluvio di eau davvero da toilette? Si, la
bonanza di fragranza rischia davvero di darci alla testa. E cosi nell'America
salutista che ha già dichiarato guerra al fumo e ai bibitoni, ai grassi e ai
grassoni, ci si sta già avviando, inesorabilmente, verso l'ultima battaglia:
quella ai profumi.
Profumarsi
non è più una virtù. E la rivolta stavolta non a confinata nella solita
California, il paradiso dei salutisti dove
una decina d'anni fa suono la prima carica con quel cartello appeso nel
celeberrimo Berkeley Rep, teatro raffinatissimo: “Per favore, niente profumi
forti".
No,
stavolta
la ribellione pulsa nelle viscere dell'America più profonda, con i divieti che
sbocciano a Jefferson City, Missouri, a Windom, Minnesota, a Bremerton,
Washington, e via di seguito.
L'elenco
dei posti perfume free, cioè dove profumarsi a praticamente vietato, l'ha
scodellato in prima pagina Usa Today.
Si
tratta di uffici comunali, edifici pubblici, presidi medici, a volte perfino
parchi e centri ricreativi. Ma
il motivo non e, ci mancherebbe, estetico: chi potrebbe mai decidere quale
profumo e buono o
meno buono, più acido o più fragrante?
La
questione a di salute pubblica: perche sempre più persone
sono allergiche a particolari profumi.
II
dottor Clark Kaufman di Lancaster, Pennsylvania, dice addirittura che certe fragranze
possono scatenare allergie, asma e infezioni respiratorie: danni insomma equiparabili proprio
"al fumo di una sigaretta". Chiaro che per l'industria si tratta di una battaglia di
retroguardia. Allo stesso quotidiano Elena Solovyov dell'International
Fragrance Association ricorda al contrario l'utilizzo di profumi e fragranze
negli ospedali e nei centri
assistenza.
Altro
che divieti: per lei basterebbero "educazione e buon senso invece che regole e
procedure”.
Sarà.
Ma come sempre la verità sta nel mezzo. Il tanto sbandierato buon senso spesso è
affogato
proprio dagli effluvi dei produttori. Il Centro per la salute e la sicurezza sul
lavoro del Canada ricorda che non sempre le
leggi richiedono di sbandierare tutte le informazioni che ci riguardano.
Per
questo, sempre qui negli Usa, Anne C. Steinemann sta conducendo una vera
crociata:
"Quasi il 38 per cento degli americani denunciano problemi dovuti
all'esposizione ai profumi”
dice a Repubblica la professoressa dell'università di Washington "e le emissioni
chimiche si riscontrano anche nei cosiddetti prodotti naturali e negli olii
essenziali Non c'é scampo?
Qui
la prof vede una soluzione drastica: "Dalla pulizia del corpo a quella della
casa andrebbero
usati solo prodotti senza profumi o fragranze”. Intanto la mobilitazione
popolare è partita
anche su Internet. Al modico prezzo di 16 dollari chiunque può dotarsi di un
pacchetto di 10
cartoline Fragrance Free Reminders, da spedire cioé ai puzzoni, pardon, ai
profumatissimi compagni di banco o di lavoro.
Gli
slogan? Più o meno del tipo "Chi si profuma avvelena anche to".
Certo, hai voglia di dirgli di smettere se non c'e una legge da far rispettare:
non l'ha detto Coco Chanel ma il buon senso, si sa, evapora facilmente. E più in
fretta di certe fragranze.
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To:
Sent:
Saturday, July 14, 2012 12:05 AM
Subject:
REFERENDUM ABROGAZIONE PARZIALE INDENNITA' PARLAMENTARE: NESSUNO DICE
NULLA!!!
C'è un referendum
di cui i media non parlano, di cui il mondo politico non parla (e come poteva
essere altrimenti), ed è quello dell'abrogazione parziale dell'indennità
parlamentare:
http://www.unionepopolare.eu/Un referendum di civiltà,
considerando che mentre la maggior parte degli italiani, in questi mesi sta
facendo enormi sacrifici, la casta politica è riuscita nell'impresa di non tagliarsi neanche
un euro di indennità
parlamentare.
E' una
vergogna!!!
Probabilmente in
pochi o nessuno sa, che per questo referendum è possibile firmare nel proprio
Comune di residenza, ma solo fino al 30 Luglio 2012 (il 31 Luglio le firme
dovranno essere consegnate a Roma).
Per adesso sono
state raccolte 200 mila firme e considerando che i mezzi d'informazione hanno
detto poco o nulla di questo referendum non è poco.
Solo che per essere
valido, devono essere raccolte almeno
500 mila firme.
Io credo sia giusto
parlarne.
Va anche detto,
che il Comitato Promotore non riceve
neanche un centesimo di finanziamento pubblico, quindi stanno provvedendo in
proprio alle spese della campagna referendaria.
Spero che qualche
blog, sito web, darà spazio a questa importante iniziativa.
Comunque, diffondete a più non posso questa iniziativa, invitando i vostri amici, colleghi a firmare e a far firmare il referendum.
Comunque, diffondete a più non posso questa iniziativa, invitando i vostri amici, colleghi a firmare e a far firmare il referendum.
Saluti.
MarcoBazzoni
MarcoBazzoni
Operaio
metalmeccanico
Firenze
LA
LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE DEL REFERENDUM
Proposta
di referendum popolare abrogativo – ai sensi
dell’art.75 della <costituzione e in applicazione della legge 25 Maggio 1970,
n. 352 sul seguente quesito: Volete voi che sia abrogato l’Art. 2 della legge 31
Ottobre 1965, n. 1261 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale 20 Novembre 1965,
n.290?
Con l’abrogazione
della disposizione di cui all’ 2 della legge 1265, n. 1261, ai Parlamentari non
verrà più corrisposta la “diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a
Roma”. Resta comunque ferma la corresponsione dell’indennità disciplinata
dall’Art 1 della predetta legge.
La scelta di non
proporre l'abrogazione dell'art. 1 della legge nasce dall"esigenza di non
incorrere nel rischio incostituzionalità del referendum. Va infatti rammentato
che l' art.96 della costituzione recita : "i membri del Parlamento ricevono
un'indennità stabilita dalla legge".
Ne deriva che
l'abrogazione della norma che attua il dettato Costituzionale ( appunto L'art.
uno della legge 1265) lascerebbe un vuoto normativo in una materia coperta da
disciplina costituzionale.
L'abrogazione dell' art 2, che prevede l'erogazione di una diaria a titolo di rimborso spese, non mette a rischio la legittimità costituzionale del referendum.
L'abrogazione dell' art 2, che prevede l'erogazione di una diaria a titolo di rimborso spese, non mette a rischio la legittimità costituzionale del referendum.
Peraltro va
osservato che quest'ultima norma prevede un "rimborso spese" in cifra fissa
uguale per tutti e senza l'obbligo di dimostrarne l'effettiva spesa. La stessa
cosa prevista per cosiddetti rimborsi elettorali: un vero e proprio ossimoro
molto lucroso.
Al di la delle
considerazioni politiche e morali a sostegno della proposta, merita di essere
preso in considerazione anche il dato del significativo beneficio che
deriverebbe alle disastrate casse dello stato.
L'indennità infatti
costa ben 48.000 euro all'anno per
ciascun parlamentare: quasi un raddoppio dell'indennità di cui
all'art.1.
Contattaci:
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To:
Sent: Saturday, July 14, 2012 5:03 PM
Subject: BOLOGNA: DERAGLIA TRENO REGIONALE. SOLO
CONTUSI MA SFIORATA TRAGEDIA
ancora
IN MARCIA !
GIORNALE
DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
Deraglia
treno regionale vicino Bologna. Pochi feriti lievi ma si è sfiorata la
tragedia.
Troppi
incidenti: la magistratura accerti le cause organizzative. L’incidente mentre il
treno viaggiava a circa 130 Km/h. Tutto verde per il “libero transito”, ma il macchinista
trova lo scambio “deviato”. Nella zona un cantiere lavori.
VIAGGIATORI
TERRORIZZATI - Stamattina verso le 9 il treno regionale 2885 Voghera Rimini, è
deragliato nella stazione di Lavino di Mezzo, nei pressi di Bologna. L’incidente
è avvenuto in corrispondenza di uno scambio che secondo le prime ricostruzioni
effettuate dalle autorità, avrebbe ‘deviato’ la corsa del treno che in quel
punto viaggiava a circa 140 Km/h. Il deragliamento che ha letteralmente
terrorizzato tutti i viaggiatori è stato inevitabile ma fortunatamente nessuna
delle sei carrozze si è rovesciata. Il treno era materiale navetta con sei
vetture ‘a piano ribassato, spinte in coda da una locomotiva E
464.
ANCORA MOLTA
FORTUNA
Fortunatamente, è
proprio il caso di dirlo vedendo le immagini del treno spezzato in più punti e
le carrozze inclinate sulla massicciata, non ci sono state conseguenze gravi né
per i circa 300 viaggiatori né per macchinista e capotreno, lievemente contusi e
comprensibilmente provati dalla drammatica esperienza.
SOLO FERITI LIEVI E
CONTUSI
Soccorsi tempestivi
ed efficienti da parte del 118 locale che ha allertato numerose ambulanze giunte
sul posto dopo pochi minuti. Secondo le agenzie di stampa 25 persone sono state
ricoverate con codice 1, il più lieve, una con codice 2 per un trauma toracico.
Dieci sono state portate al Maggiore, 8 al Sant'Orsola, 4 al Rizzoli, 4 a
Bazzano. La Procura di Bologna ha aperto un'inchiesta per disastro ferroviario
colposo.
SOLIDARIETA’ AI
COLLEGHI COINVOLTI
Ai nostri compagni
di lavoro, Stefano e Paola, in servizio su quel treno tutta il nostro affetto e
la nostra comprensione per il forte shock subito e per l’impegno profuso nei
drammatici momenti della prima emergenza e nei soccorsi; l’invito è ad
affrontare con serenità anche le impegnative fasi degli accertamenti giudiziari
di queste ore.
L’INCHIESTA
Del fascicolo si
occuperà il pubblico ministero Francesco Caleca. La circolazione sulla linea è
stata prima bloccata per garantire i soccorsi e poi molto rallentata per
consentire gli accertamenti ed i rilievi giudiziari e poi la rimozione dei
rotabili e gli interventi di riparazione della linea sensibilmente
danneggiata.
PREVALENTE IPOTESI
SCAMBIO
Le prime ipotesi,
ancora da verificare, su un cedimento del binario o – peggio – su una indebita
manovra dello scambio durante il passaggio del treno, sono avvalorate dal fatto
che transitava con la via libera delle apparecchiature di bordo ed i segnali
tutti al verde, per il libero transito ed alla massima velocità. Per il momento,
seppur possibile anche un cedimento di qualche parte del treno, ruote,
sospensioni o carrelli, queste eventualità sono considerate meno probabili.
Inoltre risulta che nell’area fossero in corso lavori di manutenzione che, in
teoria, come accaduto per altri incidenti analoghi, potrebbero aver avuto un
ruolo nell’accaduto.
TROPPI INCIDENTI
ANALOGHI
Alla magistratura
chiediamo non soltanto di accertare le cause di questo ennesimo incidente che
solo per fortuite circostanze casuali non ha causato vittime, ma di analizzare i
numerosissimi, ormai davvero troppi, incidenti analoghi avvenuti negli ultimi
mesi sulla rete italiana senza aspettare l’irreparabile.
CAUSE RIPETITIVE E
SISTEMATICHE SU TUTTA LA RETE
Riteniamo, infatti,
sia necessario, non solo individuare le responsabilità del fatto in sé ma
intervenire per prevenire il ripetersi di situazioni pericolose, o disastri più
gravi, verificando l’eventuale esistenza di cause ‘ripetitive, sistematiche e
prevedibili’, riconducibili a lacune organizzative e manutentive, presenti
sull’intero territorio nazionale, ovvero alle scelte e le priorità negli
investimenti in sicurezza da parte del, Gestore dell’Infrastruttura ferroviaria
nazionale e delle imprese ferroviarie coinvolte.
14 luglio
2012
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To:
Sent:
Sunday, July 15, 2012 12:41 PM
Subject:
A
PROPOSITO DEL CONTROLLO A DISTANZA NEI LUOGHI DI LAVORO?
COME
TI AGGIRO LO STATUTO DEI LAVORATORI. A PROPOSITO DEL CONTROLLO A DISTANZA NEI
LUOGHI DI LAVORO?
Una
recente sentenza di Cassazione (http://www.cobaspisa.it/non-ci-puo-essere-controllo-a-distanza-con-le-telecamere-senza-lassenso-di-tutto-il-personale/)
ha stabilito che per installare le telecamere e controllare i dipendenti,
l'imprenditore non ha bisogno del preventivo confronto con il Sindacato e\o
dell'approvazione della Direzione provinciale del lavoro perchè è sufficiente
l'assenso del personale.
La
legge 300\70 (statuto dei lavoratori ) prevede, anzi prevedeva visto che ormai è
progressivamente svuotata e vanificata, un passaggio sindacale preventivo prima
di installare telecamere, ora basta che il datore di lavoro abbia il consenso
dei dipendenti, un consenso facile da ottenere senza il sindacato, basta qualche
pressione, la minaccia di licenziamento (tanto l'articolo 18 lo hanno
eliminato....), basta destare sospetto sulla correttezza e buona fede del
dipendente (requisiti senza i quali il rapporto di lavoro può ormai essere a
rischio, requisiti stabiliti e verificati dai padroni, pubblici e privati, dalle
cooperative che nei loro statuti hanno ormai introdotto il principio secondo cui
il socio può decadere dalla sua funzione (e di conseguenza perdere lavoro) ogni
qual volta porti discredito alla cooperativa stessa. Ora capirete come sia
sufficiente una semplice, e pur fondata , critica sindacale per trovarsi senza
posto di lavoro in cooperativa, capirete che è sufficiente la pressione di un
padrone\cino per avere il via libera dal singolo dipendente sui controlli a
distanza senza che ci sia una rappresentanza sindacale a svolgere quel ruolo di
controllo e di verifica dell'operato Ma cosa stabiliva l'articolo 4 della legge
300\70?
Vietato
l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di
controllo a distanza dell'attività dei lavoratori. Gli impianti e le
apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e
produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la
possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, possono essere
installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali,
oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna. In difetto di
accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede l'Ispettorato del lavoro,
dettando, ove occorra, le modalità per l'uso di tali impianti.
Il
Garante della privacy ha stabilito, bontà sua. la legittimità di " Sistemi di localizzazione dei veicoli
nell’ambito del rapporto di lavoro per soddisfare esigenze organizzative,
produttive ovvero per la sicurezza sul lavoro e disciplina di protezione dei
dati personali".
Ma
qual è il confine tra l'interesse legittimo del datore di lavoro e il diritto
del lavoratore? Per il garante della privacy è il bilanciamento degli interessi
che nei tempi attuali equivale ad una sconfitta del lavoratore poiché il diritto
non è immune dai rapporti di forza, anzi per dirla tutta il diritto (quello
scritto e quello materiale) è l’espressione dei rapporti di forza che
nell'attuale fase sono a tutto vantaggio del padronato la questione non può
limitarsi al trattamento dei dati o alla informazione fornita ai diretti
interessati (sappiamo quale uso venga fatto delle immagini che ci riprendono
attraverso le telecamere segnalate da cartellonistica?)
Il
controllo di un mezzo attraverso il GPS per il Garante deve essere di regola non
monitorato continuativamente dal titolare del trattamento, ma solo quando ciò si
renda necessario per il conseguimento delle finalità legittimamente perseguite.
Facciamo allora due esempi: se il datore di lavoro ritiene che il personale
spenda troppi soldi in carburante o venga meno ai doveri aziendali (secondo i
principi di correttezza e buona fede che regolano il rapporto tra datore e
lavoratore), può chiedere un costante controllo del mezzo e da qui trarre dati
ed elementi attraverso i quali stabilire una diversa organizzazione del lavoro,
dei tempi, delle pause, stabilire quante volte al giorno il dipendente può
fermarsi, per quanto tempo , ogni quanti chilometri, partire con provvedimenti
disciplinari qualora abbia impiegato "troppo tempo" per coprire una tratta o se
si è fermato in pausa caffè.
Ancora
una volta, la tutela della privacy non equivale alla difesa dei diritti di un
lavoratore specie se un Giudice stabilisce per sentenza di scavalcare il
sindacato ritenendo che un accordo tra padrone e sindacato possa essere
sostituito dal generico assenso alle riprese e al controllo che un lavoratore
subordinato e in posizione di palese debolezza\inferiorità non farà mancare se
vuole preservare il suo posto. Ancora una volta gli interessi dei lavoratori
sono calpestati da sentenze di vario ordine e grado e da interpretazioni
padronali che salvano le forme ma stravolgono il diritto e le sue fonti. Cosa
rimane del resto di quello Statuto del 1970 tra cancellazione dell'articolo 18 e
le continue sentenze che riducono il potere di
contrattazione?
COBAS Pisa
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