INDICE
Rosa
Conti rosa.conti@live.it
REPORT
ASSEMBLEA PUBBLICA 26 GIUGNO CON MATERIALE IN ALLEGATO
FORCONI
A.I.E.A.
PADERNO DUGNANO a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
COMUNICATO
STAMPA COMITATO
A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI
EURECO
TIRARE
A CREPARE!
CONFCOBAS TOSCANA: COMUNICATO STAMPA RICHARD
GINORI
Grillo
Peppone grillo@macchinistiuniti.it
SECONDO
LOR SIGNORI LA CRISI ECONOMICA FINANZIARIA NON C'ENTRA??????
Andrea Fioretti a.fiore@libero.it
DALLA PUGLIA AL
VENETO: GLI 80MILA SCHIAVI DEI CAMPI DI RACCOLTA
Gino
Carpentiero ginocarpe@teletu.it
ETERNIT
ANCORA
IN MARCIA !
redazione@ancorainmarcia.it
FS: CONTRATTO, SE
NON CAMBIA ORARIO LAVORO, 7.900 ESUBERI, PIU' COLPITI MACCHINISTI E
CAPITRENO
----------------------
From:
Rosa Conti rosa.conti@live.it
To:
Sent:
Tuesday, July 03, 2012 7:40 PM
Subject:
REPORT ASSEMBLEA PUBBLICA 26 GIUGNO CON MATERIALE IN
ALLEGATO
Firenze,
3 luglio 2012
Care
e cari,
lo
scorso 26 Giugno presso la Camera del Lavoro di Firenze si è svolta un'assemblea
pubblica, autoconvocata da un copioso numero di lavoratrici e lavoratori
iscritti alla Cgil, con il duplice scopo di far conoscere e comprendere a tutte
e tutti gli aspetti tecnico-giuridici di quella che non può che definirsi una
“controriforma” del Mercato del Lavoro; e di aprire una discussione all'interno
della nostra Organizzazione Sindacale per la proclamazione dello Sciopero
Generale.
La
relazione introduttiva è stata tenuta dal compagno della Filt Lorenzo Bicchi,
lavoratore delle ferrovie, il quale il quale ha illustrato come
l'inaccettabilità della riforma sia dovuta anche al fatto che essa venga dopo
una serie di provvedimenti che negli ultimi 2 anni hanno stravolto tutto il
sistema dei diritti e delle tutele del lavoratore all'interno dei luoghi di
lavoro. Tutto questo è avvenuto in una più che sostanziale continuità con il
Governo precedente. Per questo, ha affermato il compagno, lo Sciopero Generale
deve essere il naturale sbocco per rompere con le politiche economiche e sociali
del governo Monti e della maggioranza che lo sostiene; ricordando come si
sconfisse Berlusconi, proprio sull'art. 18, con la grande mobilitazione portò 3
milioni di persone nel 2002 al circo Massimo.
Successivamente
il Prof. Giovanni Orlandini, giuslavorista dell'ateneo di Siena, centro studi
Diritti & Lavoro, ci ha illustrato nel dettaglio la nuova disciplina dei
licenziamenti e gli aspetti salienti della riforma. In allegato trovate il
materiale che il Prof. Orlandini ci ha gentilmente portato in assemblea e che ci
ha ampiamente spiegato.
E'
venuto a portarci un saluto, il Segretario Generale della CdL di Firenze Mauro
Fuso, il quale ci ha manifestato di aver “apprezzato il taglio di questa iniziativa
perchè, pur nelle differenze, si è posta all'interno del dibattito della CGIL.
Siamo tutti compagni e compagne della CGIL".
Anche
chi, per motivi di lavoro, non ha potuto partecipare a questa inziativa ha
mandato un piccolo contributo che di seguito riportiamo
integralmente:
“Care compagne, cari compagni, avrei voluto
essere presente alla vostra iniziativa, ma altri impegni importanti della
Filcams, richiedono la mia presenza a Roma. Vi invio, percio' questo breve
messaggio, per dirvi che aderisco in pieno alla vostra iniziativa e che avete
tutto il mio sostegno ed appoggio. Ben vengano iniziative che danno protagonismo
a delegate e delegati, lavoratrici e lavoratori. Quindi mi auguro che questa, in
un momento così difficile e delicato per il mondo del lavoro, ma anche della
nostra Organizzazione, sia una fra le tante iniziative che ci sono state, e
magari anche che verranno. Il vostro impegno di oggi, ed il lavoro svolto in
questi mesi, sono testimoni della vostra, della nostra militanza e senso di
appartenenza alla Cgil”. Sabina Bigazzi, Direttivo Nazionale
Cgil.
Analogamente
anche il compagno Andrea Montagni, Presidente CD Nazionale Filcams,
impossibilitato a partecipare per impegni lavorativi, ha manifestato tutto il
suo appoggio e sostegno all'iniziativa; e il compagno Rossano Rossi, Segretario
Generale della CdL di Empoli e membro della Segreteria della CdL di
Firenze.
Abbiamo
concordemente ritenuto opportuno far intervenire in assemblea soltanto
lavoratrici e lavoratori con l'unica eccezione di G. Rinaldini, Direttivo
Nazionale Cgil, e N.Nicolosi, Segretario Nazionale Cgil, ad i quali abbiamo
espressamente richiesto di portare un contributo.
Di
seguito riportiamo, nell'ordine, alcuni stralci tratti dagli interventi che vi
sono stati:
L.
Sgatti, Rsu AO Careggi, “ Bisogna
operare nell’ottica di creare un grande movimento unitario di opposizione a
questa controriforma che ci riporta indietro nel tempo, e l’unico strumento
possibile è lo sciopero generale, dove sui punti condivisi convergano tutte le
sigle in difesa del mondo del lavoro. Il valore aggiunto, in ogni situazione, è
l’unitarietà e la compattezza delle forze in campo in difesa di valori
violati.Abbiamo bisogno di suggestioni per cementare la partecipazione alla
lotta, come quelle che il pannello qui appeso produce: Di Vittorio che parla ad
una moltitudine eterogenea di persone, immagine raccolte per un senso di
unitarietà appunto, quello che purtroppo oggi non c’è.Dobbiamo attingere ad
emozioni collettive ed emblematiche per trovare la forza di evidenziare quel
filo rosso che unisce la disperazione dei senza lavoro ai diritti calpestati dei
lavoratori sfruttati, la fabbrica piuttosto che gli ospedali, la scuola
piuttosto che il commercio “
S.Canzi,
Rsa Casa dello Studente, “Oggi noi
dobbiamo costruire una iniziativa sindacale chiara, dobbiamo ribadire il valore
della concertazione come metodo di lotta sindacale, ma allo stesso tempo
dobbiamo portare in CGIL e nei nostri dirigenti l’idea, che non può essere
l’unico terreno di confronto con questo Governo Monti-Fornero e la maggioranza
politica che lo sostiene(...)Lo sciopero Generale che i Lavoratori e le
Lavoratrici chiedono alla Camusso è legittimo è nel patrimonio sindacale della
nostra storia, chiediomo con questo di dare un segnale forte al Governo e al PD
che lo sostiene, che noi non siamo più disponibili, perché non esistono i
margini di trattativa con questo Governo e le politiche antidemocratiche che
porta avanti. Lo sciopero generale è l’inizio di una piattaforma di lotta, che
deve costruire nel paese l’unità dei Lavoratori e della sinistra, che si ponga
l’obbiettivo irrinunciabile della cacciata del Governo delle
Banche”.
N.
Nicolosi, Segretario Confederale Cgil, "la CGIL è la nostra casa ma dobbiamo anche
dire dove sbagliamo. E' uno dei vizi della sinistra sociale nei confronti della
sinistra politica quella di perdere autonomia. Il problema della autonomia CGIL
rispetto al quadro politico è una premessa fondamentale. Mancata capacità della
CGIL di opporsi al governo Monti.
Al contrario noi abbiamo il dovere di opporci alle riforme di Monti.
Dobbiamo riconquistare la pensione pubblica ripristinando i 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, e per tutti i 40 anni di contributi per la pensione di anzianità. Anche sul mercato del lavoro dobbiamo costruire un movimento sociale e referendario. Dobbiamo essere dentro la CGIL indisciplinati, perchè condivido lo spirito dell'indisciplina di questa assemblea.
Devono nascere nei prossimi mesi i comitati per il no alla legge sul mercato del lavoro”.
Al contrario noi abbiamo il dovere di opporci alle riforme di Monti.
Dobbiamo riconquistare la pensione pubblica ripristinando i 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, e per tutti i 40 anni di contributi per la pensione di anzianità. Anche sul mercato del lavoro dobbiamo costruire un movimento sociale e referendario. Dobbiamo essere dentro la CGIL indisciplinati, perchè condivido lo spirito dell'indisciplina di questa assemblea.
Devono nascere nei prossimi mesi i comitati per il no alla legge sul mercato del lavoro”.
G.
Rosini, Rsu Galileo, “In piazza
occorre andare per annullare questa riforma a partire dalla sua logica. Dobbiamo
tornare a parlare dell'estensione dei diritti, anche dalla riduzione dell'orario
di lavoro. C'è anche un problema di democrazia sindacale, dove sono i garanti
della costituzione. E non dimentichiamo che l'ASPI, che riduce le tutele
relative al sostegno al reddito”.
M.
Comi, Coordinatore Rsu Comune di Firenze, “anche nel pubblico la situazione è
deprimente, attaccato su tutti i fronti. L'attacco al mondo del lavoro è anche
una bestemmia sul piano economico. L'esternalizzazione alle cooperative sociali
servono ad abbassare i costi senza guardare alla qualità del servizio. Il taglio
delle risorse sta bloccando la contrattazione decentrato e nel comune di Firenze
si è arrivati a chiedere la restituzione di parte degli incentivi erogati nel
passato. Però esiste una responsabilità del gruppo dirigente CGIL: cosa abbiamo
fatto sino ad ora. Non bastano le iniziative locali, con Berlusconi 7 scioperi
generali ed ora nulla. Inoltre La revisione di spesa sarà da pretesto per
l'attacco al lavoro pubblico".
G.
Rinaldini, Direttivo Nazionale Cgil, “Iniziative come queste devono essere il
punto di partenza di un percorso. La CGIL è in profonda crisi. Lo sciopero
territorialedi oggi non è semplice perché iniziative locali non possono
sostituire il senso di uno sciopero generale. C’è un problema di credibiltà. Lo
sciopero è un sacrificio economico, e quindi si vuole capire se è una
testimonianza o se vi è determinazione sul contrastare i provvedimenti.
Sull’articolo 18 vi è stato un assenso anche da parte della segreteria nazionale
CGIL, con la distinzione di Nicolosi, . Se non si tiene sull’art. non è
credibile che poi conquisti altre tutele. La discussione in CGIL è ormai
condizionato dal metodo che in ogni direttivo nazionale CGIL si blocca la
discussione di metodo, ponendo sempre il “voto di fiducia” sull’operato della
segretaria generale, che mette il direttivo stesso di fronte al fatto compiuto.
Oggi siamo peggio degli anni 50 perché c’erano i reparto confino ma nessuna si è
mai permesso di cacciare fuori dall’azienda il sindacato. Nel rapporto unitario
si deve ripartire dalla democrazia, altrimenti non capiamo cosa si sta
discutendo. Si sta cacciano fuori dalle fabbriche la FIOM e i suoi iscritti Nei
fatti si è aperto il congresso CGIL. Che sindacato del futuro vogliamo
costruire. Il sindacato è in crisi in tutti i paesi europei, e questa
discussione sul futuro del sindacato che deve coinvolgere i
delegati”.
Stefania
Favilli, Rsu Isi (ex Eletrolux), ”Una
storia quella della mia azienda che dura d anni ed oggi siamo arrivati a dover
denunciare come FIOM nazionale l’azienda per truffa
La CGIL ha numeri e forza per creare una vera contrapposizione, ma appare invece molto titubante l’iniziativa della segreteria nazionale CGIL, che ha scarsa autonomia dal quadro politico. Non possiamo considerare Cisl e Uil come interlocutori credibili, perché ormai in totale sintonia con le strategie padronali. Non si può fare l’unità sindacale su queste basi.
Occorre organizzare uno sciopero generale. Ma anche dare continuità alla mobilitazione che deve cambiare alla radice i provvedimenti del governo. E inizia ad essere un problema il mantenimento del lavoro per i lavoratori di “mezza età” che espulsi dal processo produttivo non vengono più riassunti”.
La CGIL ha numeri e forza per creare una vera contrapposizione, ma appare invece molto titubante l’iniziativa della segreteria nazionale CGIL, che ha scarsa autonomia dal quadro politico. Non possiamo considerare Cisl e Uil come interlocutori credibili, perché ormai in totale sintonia con le strategie padronali. Non si può fare l’unità sindacale su queste basi.
Occorre organizzare uno sciopero generale. Ma anche dare continuità alla mobilitazione che deve cambiare alla radice i provvedimenti del governo. E inizia ad essere un problema il mantenimento del lavoro per i lavoratori di “mezza età” che espulsi dal processo produttivo non vengono più riassunti”.
Mariangela
Delogu, Rsu La Rinascente, “La Cgil ha
perso la propria autonomia dal PD
Eppure Il governo non riconoscere il sindacato come interlocutore. Come può il sindacato tentennare di fronte ai provvedimenti di questo governo. Sciopero generale si , anzi no!...
Oggi scioperare è difficile anche per la massiccia presenza di precari che vengono usati per costituire chi scioperaSi attaccano i diritti del lavoro ma non i privilegi della politica.
Camusso ha detto che su questi provvedimenti del governo la partita non è chiusa. Ma quando allora inizia una mobilitazione della CGIL? La CGIL non può accettare di avere un ruolo subalterno al governo ma al contrario dobbiamo dimostrare la nostra autonomia”
Eppure Il governo non riconoscere il sindacato come interlocutore. Come può il sindacato tentennare di fronte ai provvedimenti di questo governo. Sciopero generale si , anzi no!...
Oggi scioperare è difficile anche per la massiccia presenza di precari che vengono usati per costituire chi scioperaSi attaccano i diritti del lavoro ma non i privilegi della politica.
Camusso ha detto che su questi provvedimenti del governo la partita non è chiusa. Ma quando allora inizia una mobilitazione della CGIL? La CGIL non può accettare di avere un ruolo subalterno al governo ma al contrario dobbiamo dimostrare la nostra autonomia”
Gianluca
Lacoppola, Rsa Operosa, “Cgil debole
nei confronti della politica.
Parole chiare sono state dette, ma è stata debole quando ha dovuto mettere in campo iniziative concrete. Uno sciopero generale avrebbe aiutato. Il referendum è giusto ma non è compito del sindacato fare referendum, compito della CGIL è creare mobilitazione e lotta. Negli appalti dove lavoro l’art. 18 è facilmente aggirabile, quindi non andrebbe indebolito, ma anzi rafforzato”.
Parole chiare sono state dette, ma è stata debole quando ha dovuto mettere in campo iniziative concrete. Uno sciopero generale avrebbe aiutato. Il referendum è giusto ma non è compito del sindacato fare referendum, compito della CGIL è creare mobilitazione e lotta. Negli appalti dove lavoro l’art. 18 è facilmente aggirabile, quindi non andrebbe indebolito, ma anzi rafforzato”.
La
conclusione dei lavori è stata affidata al compagno Sergio Tarchi, Rsa Operosa,
il quale ha affermato, suscitando l'emozione di tutti in sala, che “Il senso di questa assemblea è ripartire
dai luoghi di lavoro. Con questi provvedimenti si creerà il punto più basso
nella tutela dei lavoratori Da giovedì dobbiamo ragionare come riconquistare ciò
che ci è stato tolto. Questa assemblea non deve essere un fuoco di paglia,
dobbiamo abbattere gli steccati tra categorie. Iniziare un percorso che
coinvolga il maggior numero di delegati. Non è per delegettimare gli organismi
della CGIL, ma superare la troppa delega che in questi anni abbiamo dato
ripartendo dal nostro protagonismo. Il sindacato dei lavoratori e non per i
lavoratori, siamo orgogliosamente della CGIL ma vogliamo pesare di più. Noi non
ci arrendiamo a questa situazione e non vogliamo andare col cappello in mano dai
padroni La CGIL deve prendere atto del dibattito che è presente nei luoghi di
lavoro. Noi chiediamo lo Sciopero generale perché in
dispensabile”.
E'
stata, infine, data lettura del documento, che trovate in allegato, di cui
avevamo già fatto circolare una traccia prima dell'assemblea. Il documento in
questione è stato votato all'unanimità dei presenti in sala.
A
breve fisseremo un colloquio con la Segreteria della CdL di Firenze, che sin da
subito si è detta disponibile ad incontrare e confrontarsi con una delegazione
dell'assemblea.
Per
le adesioni successive al documento scrivere nome, cognome, azienda, carica
sindacale al seguente indirizzo mail: retedelegaticommercio@gmail.com
Ringraziamo
ancora tutte e tutti per la collaborazione e la partecipazione. Se
quest'assemblea è riuscita è grazie all'indispensabile contributo e sostegno di
tutti noi. Ognuno di noi ha dimostrato che ci si puo svincolare, se si vuole, da
preconcetti, da pregiudizi, da schieramenti. Ognuno di noi ha dimostrato che un
obiettivo comune annulla tutte le differenze: quell'obiettivo è la difesa dei
nostri diritti, che sono quegli stessi diritti di tutti coloro che
rappresentiamo. Un filo rosso unisce e riassume tutti i nostri intenti: quel
filo rosso si chiama Cgil !
La
presidenza dell'assemblea
Lorenzo
Bicchi, Direttivo Filt Cgil
Francesca
Messina, Rsa Zara Ficams Cgil
Alessandra
Pantani, Rsu Università Di Firenze Flc Cgil
Sergio
Tarchi, Rsa Operosa Filcams Cgil
DOCUMENTO
ASSEMBLEA PUBBLICA 26 GIUGNO 2012
La
controriforma del mercato del Lavoro in via di approvazione definitiva alla
Camera rappresenta l’ennesimo attacco ai diritti e alle tutele di chi lavora.
Quel che è da rigettare è tutto l’impianto su cui è stato costruito lo stesso
ddl. Due sono le sue linee guida. Deregolamentare e
risparmiare.
Niente
viene fatto per arginare la giungla contrattuale rappresentata dalle
innumerevoli forme di lavoro atipico, niente viene fatto per garantire un forma
di ammortizzatori sociali universale a fronte di un paese in forte recessione.
Altresì viene manomesso irrimediabilmente l’impianto su cui si regge l’intero
articolo 18 dello statuto dei lavoratori, aprendo di fatto ai licenziamenti
individuali per motivi economici.
La
crisi e le sue continue emergenze vengono usate dal ceto politico ed
imprenditoriale per compiere un attacco senza precedenti alle fondamenta della
civiltà del lavoro. Le politiche economiche e sociali portate avanti da questo
Governo sono in sostanziale continuità con quelle del Governo di destra
precedente.
Nell’arco
di 2 anni il fuoco incrociato dei vari provvedimenti Governativi ha alterato e
non di poco i rapporti di forza nei luoghi di lavoro a favore dell'impresa. Tra
le altre cose è stato riformato il diritto del lavoro, deregolato il ruolo
centrale del contratto nazionale, sospesa la democrazia nei luoghi di lavoro,
deregolamentati gli orari delle aperture commerciali, allungata la vita
lavorativa, ed oggi tagliati gli ammortizzatori sociali e colpito
irrimediabilmente il ruolo deterrente della reintegra per i licenziamenti
avvenuti senza giusta causa e giustificato motivo.
Questa
miscela esplosiva genera paure e nuove solitudini a cui noi stessi ci sentiamo
sempre più impossibilitati nel dare risposte alle continue domande delle
lavoratrici e dei lavoratori.
Se
dopo tutto questo il limite non è stato raggiunto ci chiediamo dove sia quel
limite.
Per
questo sentiamo l’urgenza di un cambiamento di fase. A nostro avviso, sia
l’interlocuzione con la politica, sia il rapporto con le altre organizzazioni
sindacali non deve essere fine a se stesso in quanto l'unità senza contenuti
rischia di trasformarsi inevitabilmente in subalternità.
Estendere
i diritti, arginare la flessibilità, garantire un salario decente e una giusta
pensione dopo 40 anni di lavoro, regolamentare la democrazia e la rappresentanza
nei luoghi di lavoro, in una parola ridare dignità al lavoro. Partendo da queste
priorità si debbono ricercare le giuste alleanze con tutti i soggetti sociali in
campo Per questo chiediamo alla CdLM di Firenze di rafforzare ulteriormente la
mobilitazione già in atto. In questa ottica abbiamo accolto con grande
entusiasmo la proclamazione dello sciopero Generale territoriale di 4 ore. Vi
parteciperemo con convinzione.
Proponiamo
inoltre una campagna straordinaria di assemblee che investa sia i luoghi di
lavoro che le stesse Federazioni con lo scopo di mettere a conoscenza il maggior
numero possibile di delegate/i e lavoratrici/tori della durezza dello scontro in
atto volto a riportare le condizioni di lavoro nelle aziende indietro di
cinquant'anni.
Chiediamo
alla inoltre alla CdLM di Firenze di farsi interprete e rappresentante delle
istanze di mobilitazione e di lotta che provengono dai delegati e delegate
fiorentine.
Chiediamo
tempestivamente la proclamazione dello sciopero Generale di 8 ore con
manifestazione Nazionale. Chiediamo di proclamarlo immediatamente. Lo chiediamo
in quanto vorremmo che questo rappresenti un primo elemento di un forte
discontinuità che porti la CGIL alla rottura con le politiche economiche e
sociali di questo Governo.
Lo
chiediamo rivendicando una rinnovata autonomia nei confronti di quelle forze
politiche che appoggiano il Governo stesso.
Approvato
all'unanimità
----------------------
To:
Sent: Monday, July 09, 2012 9:03 PM
Subject: FORCONI
Domenica
08 Luglio 2012
DALLA
DELEGAZIONE DEL MOVIMENTO POPOLARE DI LIBERAZIONE.
LA
PROTESTA DEI FORCONI OLTRE LO STRETTO.
E' iniziato il presidio dei Forconi.
Puntuali,
come promesso, si sono radunati questa mattina a Messina, nei pressi della
stazione, per poi traghettare intorno all'ora di pranzo.
300
persone, o poco più, si sono radunate nei pressi degli imbarcaderi, iniziando a
urlare dai megafoni e dalle trombe, a volantinare, a fermare le macchine in
transito.
Non
si sono fermati i Forconi, nonostante il categorico diniego della questura alla
richiesta di restare a Messina e il conseguente poderoso sforzo logistico per
sistemarsi dall'altra parte dello stretto. Hanno iniziato, come previsto alle
14.00, senza lasciarsi intimidire dai brevi momenti di tensione con le forze
dell'ordine.
Adesso
il traffico è scemato, l'ora di punta è passata.
Una
delegazione del MPL in questo momento è con loro, a dare manforte alle legittime
proteste dei siciliani, e mostrare solidarietà ad un movimento
combattivo.
Il
presidio continua, fra non molto il gruppo si riunirà, per un bilancio del primo
giorno e capire come continuare e cosa di più si potrà
fare.
Qui
sotto il testo del volantino distribuito a tutti i
passanti.
POLITICI
DI MERDA,
FINO
A QUANDO ABUSERETE ANCORA DELLA NOSTRA PAZIENZA?
Per
quanto tempo ancora questa vostra arroganza si befferà di
noi?
A
quale limite si spingerà la vostra sfrontatezza?
Non
rinunciate a nessuno dei vostri privilegi: vitalizi, stipendi e pensioni fino a
30.000 euro al mese, e ai Cittadini in ginocchio chiedete ancora di pagare IMU e
TASSE FOLLI pena il sequestro della casa??
NOI
dobbiamo pagare il debito pubblico causato dalla vostra scelleratezza mentre con
i vostri complici affaristi avete oltre 300 miliardi di euro evasi al Fisco
depositati in Svizzera?
E ancora volete tagliare la sanità, gli ospedali, i tribunali, i posti di lavoro dei padri di famiglia invece di eliminare i vostri privilegi, la corruzione, gli enti clientelari, i soldi ai vostri partiti?
E ancora volete tagliare la sanità, gli ospedali, i tribunali, i posti di lavoro dei padri di famiglia invece di eliminare i vostri privilegi, la corruzione, gli enti clientelari, i soldi ai vostri partiti?
SIETE
VOI I VERI PARASSITI DELLA SOCIETA'.
IL
VOSTRO TEMPO E' FINITO.
CONTRO
DI VOI RESTANO SOLO I
FORCONI.
----------------------
From:
A.I.E.A. PADERNO DUGNANO a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
To:
Sent: Monday, July 09, 2012 10:50 PM
Subject:
COMUNICATO
STAMPA COMITATO
A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI
EURECO
Salve.
Vi
inoltro il comunicato stampa del Comitato a sostegno dei Familiari dellle
Vittime e dei lavoratori Eureco in merito all'udienza preliminare del processo
Eureco.
Saluti
Lorena
Tacco
COMUNICATO
STAMPA
Oggi
si è tenuta la prima udienza del processo Eureco per omicidio colposo plurimo
nei confronti di Giovanni ed Elena Merlino, titolari dell'azienda per la morte
di quattro lavoratori avvenuta per imprudenza, negligenza, imperizia e per
inosservanza delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro e per trattamento e
smaltimento irregolare di rifiuti pericolosi e per lesioni gravi nei confronti
dei superstiti.
Ad
oltre un anno e mezzo dalla tragedia (4 novembre 2010), a seguito dell'incendio
provocato dalla scintilla di un muletto in avaria, morirono: Sergio Scapolan,
Salvatore Catalano, Harun Zequiri e Leonard Sheu ed altri 4 operai rimasero
feriti e ustionati, finalmente si è aperto uno spiraglio di giustizia con
l'udienza che ha consentito la costituzione delle “Parti
Civili”.
Il
nostro “COMITATO A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI EURECO”
assieme ad altre Associazioni, come l'A.I.E.A. (Esposti Amianto) e Medicina
Democratica, Sindacati ed ovviamente ai familiari delle vittime ed i
sopravvissuti ha presentato la richiesta di costituzione di parte civile per
ottenere giustizia e valutare i gravi danni fisici e morali subiti dai
lavoratori sottoposti a sfruttamento in ambiente insalubre ed
insicuro.
Nella
speranza che la Magistratura faccia rapidamente il suo corso e serva da monito
contro la prepotenza di imprenditori senza scrupolo (ricordiamo che Giovanni
Merlino è già stato protagonista della morte di un lavoratore in suo impianto a
San Nazzaro di Burgundi PV) che in nome dei loro profitti mettono a repentaglio
la vita dei lavoratori con paghe basse e senza alcuna sicurezza.
Aggiungiamo
che la creazione di cooperative fittizie (come nel caso specifico) causano
ripercussioni e disagi nel tempo perché dopo il licenziamento i lavoratori si
trovano in assenza di decorosi sussidi previdenziali.
Infatti
la quasi totalità di queste persone versa ancora in un grave stato psicologico
ed in deprecabile disagio economico per la mancanza di lavoro, nessuna
prospettiva positiva, abbandonati al loro disagio ed alle loro
sofferenze.
Il
Giudice del Tribunale di Milano, Dott.ssa Bertoja, dimostrando fermezza e
decisione, ha fissato celermente la prossima udienza per il 16 luglio 2012 per
la comunicazione di accoglimento delle Parti Civili.
Il
nostro Comitato sarà presente e ripeterà davanti al Tribunale il presidio come è
avvenuto stamane e che ha visto una buona partecipazione e un ottimo riscontro
da parte dei cittadini.
Paderno
Dugnano, 09/07/2012
COMITATO
A SOSTEGNO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI EURECO
Telefono: 335
6863489
Per
solidarietà, donazioni ad AIEA
IBAN
IT44 E076 0101 6000 00079385746
causale
“PRO LAVORATORI EURECO”
----------------------
To:
Sent: Tuesday, July 10, 2012 1:26 PM
Subject:
TIRARE A CREPARE!
L'Italia
finora ha tirato a campare ha
detto Monti.
E
giù un decreto per farla tirare a crepare!
E'
questa la “filosofia”
del decreto legge del 6 luglio, con cui il governo Monti sta continuando la
guerra contro il mondo del lavoro dipendente e contro lo “stato
sociale”.
Non
si era mai visto dal dopoguerra un governo con politiche sociali così spietate
contro i lavoratori.
Con
la tiritera della lotta agli sprechi nella spesa pubblica, il decreto del 6
luglio chi poteva prendere di mira se non i lavoratori pubblici e, insieme,
tutto ciò che di pubblico esiste in questo Paese, allo scopo di tagliarne le
risorse per devastare occupazione e retribuzione nel pubblico impiego, servizio
sanitario, servizi pubblici e sociali (dai trasporti agli asili ai contributi
assistenziali)?
Decenni
di evasione fiscale da capogiro, di denaro pubblico investito in ricche
“consulenze” clientelari, in appalti miliardari, in ruberie organizzate, in
stipendi e pensioni d'oro a manager e dirigenti inetti: dopo tutto ciò, il
risanamento dei conti dello Stato devono pagarlo, come sempre, i lavoratori.
Un
risanamento, che è fatto di un taglio di 26 miliardi da rapinarci in poco più di
2 anni.
Questi
i punti centrali del decreto:
-
Pubblico
Impiego: 250-300mila licenziamenti, blocco dei salari, blocco delle assunzioni,
blocco dei contratti.
-
Dimezzamento
del numero delle Province.
-
Tagli
per 5miliardi del Fondo sanitario nazionale, che si aggiungono ad altri 22
miliardi tagliati nell'ultimo triennio e che vorranno dire per le Regioni minore
spesa in beni e servizi ospedalieri e in farmaci; 18mila posti-letto azzerati
negli ospedali; interi pezzi della sanità pubblica messi ko; chiusura di mille
reparti ospedalieri. E i medici avvisano: “Ci restano a malapena le barelle”.
-
Regioni,
verranno depredate di altri 2miliardi. Destino che riguarderà anche le Province
(1,5 miliardi) e i Comuni per 2miliardi e mezzo. *
Sotto la scure anche Tribunali, Procure, Uffici del Giudice di pace, uffici
dell'Agenzia delle Entrate.
-
Scioglimento
di enti, che sono vere eccellenze nel campo della ricerca scientifica e storica.
-
E
ancora: taglio dei permessi sindacali, ferie imposte d'agosto, riduzione dei
buoni pasto, ecc.
Tutto
questo, mentre sono sparite la “tassa
sui grandi patrimoni”
e la “tassazione
degli affari finanziari”
e 230 miliardi in venti anni (cioè 11 miliardi e mezzo ogni anno) andranno alle
forze armate e al loro arsenale di guerra, per garantire ai poteri forti di
questo Paese un posto importante nel controllo e nel dominio del mondo.
In
Grecia, i primi a essere fatti inginocchiare sono stati i lavoratori pubblici.
Da noi, l'attacco al pubblico impiego, iniziato dal ministro Brunetta, si
“perfeziona” ora, a coronamento dell'assalto della ministra Fornero al lavoro
privato. Cambiando l'ordine degli addendi, però, il risultato non cambia:
l'Italia sta andando verso la Grecia.
Padroni
e governo vogliono farci credere che l'economia possa ripartire con milioni di
disoccupati e precari, attraverso l'immiserimento feroce del salario e delle
pensioni, l'esproprio dei diritti sociali e civili. Ma a questa crisi ne seguirà
un'altra e poi un'altra ancora, perché è il sistema che è “malato”.
Basta
con le menzogne sull' “equa distribuzione dei necessari sacrifici richiesti dai
mercati per uscire dalla crisi”!
Cosa
fare di fronte a tanta ferocia sociale, che i padroni, il loro governo e i
partiti loro amici ci stanno scaricando addosso, confidando nella complicità
delle segreterie Cgil-Cisl-Uil?
Prima
di tutto, unità alla base: unità dei lavoratori pubblici, unità di quelli
privati, unità tra gli uni e gli altri, per una lotta comune. Se ognuno se ne
andasse per conto suo, non si andrebbe da nessuna parte.
Una
lotta generale e di massa, di tutto il lavoro dipendente, dei disoccupati, degli
studenti, dei movimenti.
Quest'ultimo
assalto del governo, infatti, non è diretto solo contro chi lavora nel pubblico
impiego, ma anche contro tutti gli altri, che si ritroveranno senza servizi
pubblici e sociali o li avranno meno adeguati e più costosi.
Non
c'è più tempo da perdere
PER
fermare questo governo dell'infamia sociale che ci schiaccia nella precarietà di
vita e di lavoro; PER
cancellarne tutti i provvedimenti di legge decisi da dicembre a oggi.
PER
APRIRE UNA PROSPETTIVA DI LIBERAZIONE.
CONFEDERAZIONE
COBAS TOSCANA (pubblico impiego, lavoro privato, sanità)
via
S. Lorenzo 38, Pisa,
telefono:
050 8312172
e-mail:
confcobaspisa@alice.it
web:
www.cobaspisa.it
----------------------
To:
Sent: Tuesday, July 10, 2012 2:35 PM
Subject: CONFCOBAS TOSCANA: COMUNICATO STAMPA RICHARD
GINORI
COMUNICATO
STAMPA
INFORTUNIO
SUL LAVORO ALLA RICHARD GINORI, INGIUSTIZIA E' FATTA
Si
è consumato presso il tribunale di Firenze un episodio a nostro giudizio grave e
sconcertante, che indigna e che mette in
evidenza i limiti e i problemi della giustizia nel nostro paese, e che
certamente contribuisce ad alimentare quel senso di sfiducia e di impotenza da
parte dei cittadini, di fronte ai meccanismi di un sistema che, oltre ad avere
dei tempi certamente non compatibili con una normale definizione di giustizia, è
attraversato da episodi, come quello qui di seguito, che negano, per incuria e
approssimazione da parte di chi dovrebbe amministrarla, addirittura la
possibilità di svolgere un processo e individuare le responsabilità di un
infortunio sul lavoro.
L'episodio
si riferisce ad un grave infortunio avvenuto circa 5 anni fa ad un lavoratore
della Richard Ginori. Dopo le indagini svolte dalle autorità di vigilanza e la
fase istruttoria era stato individuato come possibile responsabile
dell'infortunio, in qualità di datore di lavoro, l'allora Amministratore Delegato della nota
industria di porcellane di Sesto Fiorentino, chiamato a rispondere di lesioni
personali gravi.
Il
3 luglio doveva iniziare il processo
penale ma il giudice ha proceduto ad annullare il processo stesso
riconoscendo come valide le eccezioni della difesa che sosteneva che il Pubblico
Ministero, nell'esporre il fatto che aveva dato oggetto al procedimento penale,
aveva fornito una descrizione lacunosa, omettendo di descrivere la dinamica
dell'infortunio, e tralasciando addirittura di specificare che si trattava di un
infortunio sul lavoro. Il giudice ha quindi disposto la restituzione degli atti
alla Procura ma, visti i tempi strettissimi, difficilmente si potrà riformulare
il capo d'accusa e fare un nuovo processo prima della scadenza dei termini di
prescrizione.
Quindi
per un errore del Pubblico Ministero, per un suo atteggiamento a dir poco
sconcertante per superficialità e approssimazione (che altro altrimenti?) non
sarà possibile individuare nessuna responsabilità penale e al lavoratore verrà
probabilmente sottratta la possibilità di ottenere
giustizia.
L'Organizzazione
Sindacale Cobas, nel manifestare la propria piena solidarietà al
lavoratore, esprime tutto il proprio
sconcerto di fronte a questo episodio e si chiede, ben conoscendo
quali sono le conseguenze per il lavoratore stesso, che conseguenze invece
ricadranno sul Pubblico Ministero a fronte di responsabilità così evidenti e di
un atteggiamento palesemente in contrasto con le sue
funzioni.
4
luglio 2012
Cobas
del Lavoro Privato
Firenze
----------------------
From:
Grillo Peppone grillo@macchinistiuniti.it
To:
Sent:
Tuesday, July 10, 2012 2:57 PM
Subject:
SECONDO LOR SIGNORI LA CRISI ECONOMICA FINANZIARIA NON C'ENTRA??????
Dal
Corriere:
Le
vittime sono state 920, il numero più basso mai
registrato.
Morti
sul lavoro, nel 2011 al minimo storico.
In
calo anche il totale degli infortuni: circa 725mila, in flessione del 6,6%
rispetto al 2010
(Ansa)
Nel 2011 i morti
sul lavoro sono stati 920, il numero più basso mai registrato, in ulteriore calo
del 5,4% rispetto ai 973 dell'anno precedente. Lo comunica l'Inail presentando
il rapporto annuale. In calo anche il totale degli infortuni sul lavoro
denunciati all'Istituto: 725 mila, in flessione del 6,6% rispetto ai 776 mila
del 2010.
I
CONTROLLI - Nel 2011 l'Inail
ha controllato 21.201 aziende (il 63% aziende del terziario, il 32%
dell'industria): 18.145 sono risultate irregolari (l'85,59%). “L'alta
percentuale denota”, ha affermato il presidente dell'Istituto, Massimo De
Felice, nella Relazione di accompagnamento al Rapporto annuale, “l'efficienza
dei sistemi di scelta, della procedura cosiddetta di business intelligence che
individua gli insiemi da controllare. Sono stati regolarizzati 48.716 lavoratori
(nel 2010 erano stati 56.751), di cui 41.207 irregolari e 7.509 in nero (4.426
nel terziario, 2.675 nell'industria)”. I premi omessi accertati ammontano a
quasi 57 milioni di euro, l'8,6% in più rispetto all'importo accertato nel 2010;
i premi incassati a seguito dei verbali ispettivi ammontano a circa il 68%
dell'importo accertato.
IL
MONITO - La diminuzione
del numero totale degli infortuni mortali sul lavoro, scesi nel 2011 a 920, “ha
l'effettiva determinante nella componente in strada: non può perciò consentire
inferenze troppo tranquillizzanti sul miglioramento della sicurezza degli
ambienti di lavoro”, aggiunge De Felice.
10
luglio 2012 | 14:47
MA
SECONDO LOR SIGNORI LA CRISI ECONOMICA FINANZIARIA NON C'ENTRA??????
*
* * * *
A
seguire la mia risposta al caro Peppone.
Caro
Giuseppe.
Prima
considerazione. Come al solito l' INAIL diffonde sempre i dati “assoluti” degli
infortuni e mai quelli “relativi” che (secondo norme tecniche) andrebbero invece
presi in considerazione, per analizzare seriamente il fenomeno infortunistico:
cioè numero di infortuni su ore lavorate, numero di infortuni su numero di
lavoratori, ore di assenza per infortunio su ore lavorate, ecc.
Come
fai giustamente osservare, se l’INAIL rapportasse il numero di infortuni annuali
ai corrispondenti dati occupazionali, gli indici infortunistici andrebbero,
quasi sicuramente, rivisti al rialzo.
Seconda
considerazione. I dati INAIL del numero di infortuni non sono assolutamente
rappresentativi, come ampiamente dimostrato dalla preziosa analisi dell'
Osservatorio di Bologna, in quanto essi sono relativi solo ai lavoratori
assicurati presso INAIL e quindi non prendono in considerazione il lavoro “non
ufficiale”, dove invece, nella realtà lavorativa, si riscontra la maggior parte
degli infortuni.
E
se guardi ai dati reali (cioè quelli riportati dall’ Osservatorio), essi sono
decisamente più drammatici di quelli ufficiali dell’
INAIL.
D’
altro canto, l’ INAIL, come organo ufficiale dello stato, si limita a fare
“propaganda”, mentre sappiamo tutti che l’ andamento degli infortuni, delle
morti, delle lesioni irreversibili sul lavoro sia in realtà in costante aumento.
Senza parlare delle malattie professionali . . .
E
con la previsione, purtroppo, di una crescita nel futuro, a causa delle sempre
più forti riduzioni dei diritti dei lavoratori (anche in termini di tutela della
salute e della sicurezza) che Monti e Fornero stanno portando
avanti.
A
presto.
Marco
Spezia
----------------------
Da: Andrea Fioretti
a.fiore@libero.it
A:
Data: Mar 10 Lu
2012 10:09 am
Soggetto: DALLA
PUGLIA AL VENETO: GLI 80MILA SCHIAVI DEI CAMPI DI RACCOLTA
da
rassegna.it
Dalla Puglia al
Veneto Gli 80mila schiavi dei campi di raccolta.
Senza contratto, mal pagati e privi di ogni sicurezza: ecco gli "invisibili", le migliaia di extracomunitari - 80mila secondo la Cgil - che lavorano nei campi sotto caporale. Sono loro i protagonisti dell'iniziativa "Gli invisibili nelle campagne di raccolta", lanciata oggi (5 luglio) a Lecce da Cgil, Flai (il sindacato del settore agroalimentare) e Inca (il patronato).
Gli sfruttati
arrivano quasi tutti da Senegal, Costa D'Avorio, Ciad, Sudan, Burkina Faso,
Egitto, Tunisia, Libia, Marocco. Nei mesi estivi sono impegnati nelle campagne
pugliesi per i pomodori e le angurie. A Nardò, Galatina, Seclì, Copertino,
Leverano, Veglie e Porto Cesareo, secondo i dati del sindacato, a dispetto di
460 stanziali impiegati come braccianti agricoli in modo regolare, nel periodo
luglio-agosto-settembre si registra un incremento pari almeno a 800 unità che
vanno a sommarsi ai lavoratori presenti tutto l'anno.
I migranti, in
realtà, non sono stanziali ma costretti a seguire le attività stagionali: dalle
angurie a Nardò passano alla raccolta dei pomodori nella Capitanata; dalle olive
e ortaggi in Salento alla raccolta delle patate e degli agrumi nel Siracusano;
dalle pesche e ortaggi nel casertano agli agrumi nella piana di Gioia Tauro;
dalla raccolta dei pomodori in Basilicata ai prodotti orticoli a Latina;
dall’uva in Veneto alle mele in Trentino.
Le condizioni in
cui si trovano da Nord a Sud, denuncia il sindacato, sono vergognose per un
paese civile: "Mancato rispetto dei contratti, lavoro nero, sotto salario, senza
orari e senza sicurezza, obbligati a comprare dal caporale anche cibo e acqua.
Gli stranieri che vivono simili condizioni di sfruttamento sono oltre 80mila,
uomini e donne giunti nel nostro paese con la falsa promessa di un permesso di
soggiorno e di un lavoro regolare che non è mai arrivato".
Da tempo il
sindacato degli agricoli denuncia gli episodi di sfruttamento e propone
interventi di contrasto a situazioni di vera e propria schiavitù. Dopo
l'esperienza di strada e la mobilitazione che ha visto approvata la normativa
che ha reso il caporalato un reato penale, ora prende il via questo progetto che
durerà due anni.
La Flai, insieme
alla Cgil e ai suoi servizi, raggiungerà i lavoratori con un camper per portare
assistenza con medici e avvocati. Si parte a pochi chilometri da Nardò, scenario
lo scorso anno del primo sciopero dei migranti e oggi luogo di una nuova
emergenza, "poiché le centinaia di lavoratori giunti per le campagne di raccolta
- denuncia la Cgil - quest’anno non hanno trovato alcun centro di accoglienza
attrezzato con servizi minimi per essere ricevuti in condizioni dignitose e non
finire nelle mani dei caporali".
----------------------
Da:
Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
Data:
10/07/2012 23.25
A:
Ogg: ETERNIT
Ogg: ETERNIT
L’appello
di Guariniello e dei PM delle zone interessate Rubiera (RE) e Bagnoli (NA)
contro l’incredibile prescrizione per le stragi da amianto
dell’Eternit.
Saluti
Gino
TORINO
2 luglio 2012.
I
pm Guariniello, Colace e Panelli hanno fatto appello contro il giudizio del
Tribunale di Torino dello scorso 13 febbraio, contestando la prescrizioni per i
casi legati agli stabilimenti in Emilia e Campania. Invocata per Stephan
Schmidheiny e Louis De Cartier la condanna all'intera pena chiesta in sede di
requisitoria
Le
condanne a 16 anni di reclusione inflitte al magnate svizzero Stephan
Schmidheiny e al barone belga Louis De Cartier per le migliaia di morti legate
ai quattro stabilimenti italiani della multinazionale dell'amianto Eternit non
bastano. Lo sostiene la
Procura di Torino che, nei giorni scorsi, ha presentato
richiesta di appello contro la sentenza
pronunciata dal Tribunale lo scorso 13 febbraio per disastro doloso e omissione
dolosa di cautele antinfortunistiche.
RICHIESTA
UNA CONDANNA DI 20 ANNI.
In
particolare, i magistrati non condividono che sia stata applicata la
prescrizione per il reato di disastro doloso relativamente alle fabbriche di
Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). E, per questa ragione, hanno
invocato per Schmidheiny e De Cartier la condanna a 20 anni. Ossia, all'intera
pena richiesta in sede di requisitoria.
"A
RUBIERA E BAGNOLI SI MUORE ANCORA D'AMIANTO".
Nella
domanda di appello, i pm Raffaele Guariniello, Gianfranco Colace e Sara Panelli
sostengono che il disastro ambientale a Rubiera e Bagnoli sia tuttora attuale,
perché la popolazione della zona continua ad ammalarsi di asbestosi e tumori
polmonari a causa dell'amianto proveniente dai due stabilimenti. Osservano,
inoltre, che "anche il Tribunale ha ritenuto che qualcuno può essere ancora
affetto da gravi forme tumorali" e che "c'è tuttora contaminazione dei siti
abitati vicini allo stabilimento".
"BONIFICHE
NON ANCORA TERMINATE".
Il
rischio, ritengono i magistrati, è ancora presente "per l'inerzia degli imputati
e le bonifiche non ancora terminate. A oggi - ribadiscono i pm - risulta che gli
imputati non si sono attivati neppure con esborsi economici per rimuovere il
pericolo". I tre magistrati hanno richiesto di poter sostenere l'accusa anche in
appello, in luogo della procura generale, in virtù della loro specializzazione
sul caso.
NELLE
DUE FABBRICHE SVIZZERE DECEDUTI 117 ITALIANI.
La
stessa procura, intanto, ha diffuso i dati sui lavoratori italiani morti dopo
avere prestato servizio nei due stabilimenti svizzeri della Eternit: sono 117,
residenti per la maggior parte in provincia di Lecce. Come per le altre migliaia
di morti legate alla Eternit, anche loro si sono ammalati tutti molto tempo dopo
la fine del loro rapporto con l'azienda e il loro ritorno in Italia. Proprio per
accertare il legame tra il periodo passato alla Eternit e l'insorgenza di
asbestosi, mesoteliomi e altri tumori polmonari, la procura di Torino ha aperto,
da un paio di anni, inchieste anche sugli italiani che hanno lavorato negli
stabilimenti di Brasile, Francia e, appunto, Svizzera.
INDAGINI
CHIUSE PER ETERNIT-BIS.
Le
inchieste proseguono però anche sul versante italiano. La cosiddetta
Eternit-bis, che vede come indagati, per altre ipotesi di reato rispetto a
quelle per cui sono stati già condannati, gli stessi Schmideheiny e De Cartier,
è prossima alla chiusura indagini. Il 26 giugno scorso il gup di Torino Massimo
Scarabello ha rinviato a giudizio quattro ex dirigenti dello stabilimento di
Cavagnolo (Torino), accusati di omicidio colposo e lesioni colpose per ulteriori
quattro casi di ex dipendenti che sono morti o si sono ammalati di patologie
legate all'amianto. Infine, altri casi di malattie e di morti stanno arrivando
sui tavoli della procura per la cosiddetta inchiesta Eternit-ter.
----------------------
Data: 11/07/2012
9.50
A:
Ogg: FS: CONTRATTO,
SE NON CAMBIA ORARIO LAVORO, 7.900 ESUBERI, PIU' COLPITI MACCHINISTI E
CAPITRENO
ancora
IN MARCIA !
GIORNALE
DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
CONTRATTO,
SE NON CAMBIA ORARIO LAVORO, 7.900 ESUBERI. I PIU' COLPITI MACCHINISTI E
CAPITRENO
UN
CONTRATTO A PERDERE, LAVORARE DI PIU' CON MENO PERSONE: TRA GLI ESUBERI CI SEI
ANCHE TU?
Sosteniamo
i Macchinisti Uniti, il Personale Viaggiante dell'Orsa, l'USB e quanti altri si
oppongono a questo CCNL.
Leggi
il nuovo orario di lavoro all’ indirizzo:
7.900 ESUBERI PER
MACCHINISTI E CAPITRENO
Con il nuovo
contratto dei ferrovieri, che sta per essere firmato da Cgil, Cisl, Uil, Ugl,
Fast, e forse anche dall'Orsa, oltre al peggioramento di tutti gli altri aspetti
(diritti, permessi, ferie, turni, libertà sindacali, diritto al pasto, ecc. ci
saranno circa 7.900 esuberi, di cui oltre la metà tra PdM e PdB. L'Orsa rischia
di pagare per questa firma un altissimo prezzo in termini politici, data la
determinata contrarietà del settore macchina e di parte consistente del ”settore
bordo”.
Anche se nessuno ce
l'ha detto ognuno di noi potrebbe essere in esubero.
Vedi la scheda
riepilogativa all’ indirizzo:
QUALE MANDATO,
QUALE DEMOCRAZIA SINDACALE
Ma i sindacati che
stanno per apporre la firma definitiva alle bozze validate il 28 giugno scorso
non hanno minimamente affrontato questo tema né informato i lavoratori sulle
conseguenze di questo CCNL, per il quale ci hanno chiamato ripetutamente allo
sciopero.
I lavoratori non
hanno conferito nessun mandato a questi burocrati sindacali che supinamente
hanno accettato tutte le proposte aziendali ed il peggioramento drastico delle
nostre condizioni: non ci sono state assemblee né per informarci né, tantomeno,
per decidere sulla firma. Un sistema sindacale che mostra il peggio di sé in
quanto a mancanza di capacità di analisi e proposta e negazione completa della
democrazia sindacale.
LA DOPPIA
AGGRAVANTE: ACCORDO SINDACALE E SILENZIO IPOCRITA
Questi esuberi si
affiancano a quelli della pubblica amministrazione ed alla crisi generalizzata
in atto nel mondo del lavoro, con la doppia aggravante che vengono determinati
con un accordo sindacale spacciato come positivo e nel silenzio ipocrita degli
stessi contraenti sugli effetti a carico di migliaia di ferrovieri e delle loro
famiglie.
MOBILITA',
LICENZIAMENTI O CONTRATTI DI SOLIDARIETA'
Nessuno è stato
informato su quale soluzione sarà approntata per far fronte all'enorme “avanzo”
di macchinisti, capitreno (e tutti gli altri ferrovieri) derivante dall'aumento
di due ore dell'orario di lavoro settimanale da 36 a 38 ore settimanali, dalla
manipolazione della normativa sull'orario di lavoro e, soprattutto,
dall'abbattimento delle numerose tutele e dei vincoli oggi esistenti a tutela
del personale dei treni.
ESUBERI PER TUTTI I
SETTORI, PdM E PdB DI PIU'
L'aumento
dell'orario di lavoro di due ore settimanali, riguarda tutti i settori e tutte
le qualifiche; la mannaia del nuovo CCNL si abbatterà infatti, con violenza su
officine, uffici e stazioni, dove la manipolazione dell'orario di lavoro
produrrà peggioramenti generalizzati. Solo questo elemento dell'orario
settimanale aumentato di due ore produce un surplus di personale – a parità di
produzione - di circa il 5 % in tutte le qualifiche del gruppo Fs (circa 3.000
persone). Ma per macchinisti e capitreno la situazione è molto peggiore perché
una volta scardinati i vincoli posti sull'orario di lavoro a tutela della salute
e della vita sociale con normative diverse per tipologia di trasporto, vi è la
possibilità di 'saturare' i turni con il lavoro pregiato di condotta e scorta,
con effetti diretti ed immediati sia sulla vita quotidiana di ciascuno di noi
che sugli esuberi in tutte le divisioni, in tutte le regioni ed in ogni
impianto.
MODIFICHE
MICIDIALI, FLESSIBILITA' E TURNI INFERNALI
Oltre ad avere una
ricaduta enorme sui carichi di lavoro (per quelli che restano vi saranno turni
infernali) il nuovo CCNL, se non modificato, avrà un fortissimo impatto
occupazionale con ridimensionamenti e chiusure in tutti gli impianti. Gli
incrementi economici sbandierati come grandi conquiste per compensare i gravi
peggioramenti sono, di fatto, meno dell'inflazione, del corrispondente aumento
orario e delle somme già dovuto a titolo di produttività per gli anni scorsi. E'
una vergogna che siano utilizzati come 'specchietto per le allodole' per far
digerire questo contratto velenoso.
NESSUNO E' ESCLUSO
DAL RISCHIO OCCUPAZIONALE
Nel Tmr, esuberi in
tutte le regioni; Frecciarossa: in seguito all'aumento delle percorrenze
consentite, oltre a ridurre tutto l'organico a Milano e Napoli, potrà
addirittura ridimensionare l'impianto di Roma lasciandovi solo poche unita';
'Servizi base': che vedono una già consistente riduzione del numero dei treni
prodotti in tutti i depositi, con la nuova normativa potrebbero 'chiudere'
alcuni impianti come Firenze, Bolzano, ecc; Frecciargento: potranno ad esempio
essere eliminati, perché ormai superflui, l'impianto di Bologna e di Napoli;
Cargo: dopo i già pesanti tagli degli ultimi anni il settore sarà ulteriormente
e drasticamente ridimensionato. Di conseguenza ricadute sui rispettivi settori
amministrativi e sui quadri addetti alla gestione del
personale.
COME SI DETERMINANO
GLI ESUBERI ?
L'abbattimento dei
limiti e dei vincoli del nostro orario di lavoro, storicamente consolidati per
marcare la pesantezza psicofisica del lavoro degli addetti all'esercizio,
consentirà di aumentare l'indice di lavoro 'pregiato' oggi del 45-55 % ad oltre
il 75-80 % per macchinisti e capitreno. Questo semplice dato, a treni invariati
(tendenti a diminuire) ed al blocco pressoché totale del turn-over dovuto
dall'allungamento a 66 anni dell'età pensionabile, porterà automaticamente ed
oggettivamente ad un esubero di PdM e PdB di circa il 25-30%, che corrisponde a
circa 1.500-2.000 macchinisti e 2.000 2.500 capitreno.
NIENTE
RASSEGNAZIONE, NECESSARIO REAGIRE
Sappiamo bene che
coloro che hanno siglato queste norme e si apprestano a firmarle, sono solo
burocrati senza polso né spina dorsale: hanno stravolto, senza mandato, il
nostro lavoro e non hanno il coraggio e le capacità di proporre alle controparti
una credibile e seria alternativa contrattuale e neanche dire la verità ai
ferrovieri sugli esuberi e sul modo di affrontarli. Non rispondono a queste
drammatiche domande che stanno generando fortissime e legittime preoccupazioni
tra il personale.
CONTRATTO DA
RESPINGERE
Poiché nessuno è
escluso dai devastanti effetti che ci ricadranno addosso è compito di ciascuno
respingere con forza questo contratto, in tutte le occasioni e gli ambiti dove
ciò è possibile, assemblee, referendum, incontri lettere e comunicazioni, ai
rappresentanti della propria Organizzazione sindacale. E anche disdette delle
deleghe per quelle organizzazioni che non sono capaci - o non vogliono -
rappresentare gli interessi dei lavoratori. Il solo 'lamento' e la rassegnazione
non hanno mai modificato il corso degli eventi, tanto meno in tema di battaglie
sindacali. Noi sosterremo tuttte le iniziative dei Macchinisti Uniti, del
Personale Viaggiante dell'Orsa, dell'USB e di quanti altri si opporrano alla
firma di questo scellerato accordo.
11 luglio
2012
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