domenica 21 aprile 2013

Amianto, perquisita Fincantieri a Palermo






Amianto, perquisita Fincantieri a Palermo I carabinieri del Nucleo operativo ecologico si sono presentati di buon mattino all'ingresso di Fincantieri. hanno mostrato agli addetti alla vigilanza un decreto di perquisizione e sequestro firmato dalla Procura di Palermo e si sono diretti velocemente verso gli uffici. In quello stesso momento altri carabinieri entravano nella sede centrale di Fincantieri, a Trieste, con lo stesso provvedimento, che è firmato dai sostituti procuratori di Palermo Claudia Ferrari e Claudia Bevilacqua nonchè dl procuratore aggiunto Vittorio Teresi.I magistrati cercano tutta la documentazione sull'amianto ai cantieri, sin dagli anni settanta.
Documentazione che Fincantieri non ha mai consegnato se non in maniera parziale, nonostante ci siano tre processi in corso al tribunale di Palermo per le morti di amianto all'interno dei bacini. Un quarto processo si è concluso già in appello con le condanne di tre ex direttori dello stabilimento dell'Acquasanta, perchè non avrebbero adottato tutte le misure di sicurezza necessarie.E'stat una strage silenziosa, dal 1970 agli anni novanta, quella che si è consumata ai cantieri navali. Sono quasi un centinaio gli operai morti: per loro si stanno celebrando i processi, con i familiari costituiti parte civile. Un quinto processo è già all'orizzonte:
perchè negli ultimi anni altri venti ex operai di Fincantieri si sono ammalati di asbestosi. Qualcuno è morto, qualcuno è in gravi condizioni.Così, la Procura ha deciso un gesto senza precedenti: la perquisizione degli uffici di Fincantieri e il sequestro di tutta la documentazione sulle lavorazioni con l'amianto e lo smaltimento della polvere di morte. I carabinieri hanno controllato documenti, ma anche computer, dove sono segnate le commesse svolte nei bacini di Palermo. Nel nuovo fascicolo, le imputazioni principali restano le stesse dei primi
processi: omicidio colposo plurimo e lesioni gravi colpose. Ma adesso i magistrati contestano anche il reato di "omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro" che prevede condanne da tre a 10 anni.Nei processi già in corso, la procura ha accusato i vertici di avere utilizzato l'amianto fino al 1999, nonostante un esplicito divieto di legge posto nel 1996.
"Eppure, sin dagli anni cinquanta, i rischi dell'amianto erano noti - hanno ribadito i pm nel corso di una delle ultime requisitorie - nonostante tutto ciò, Fincantieri ha omesso di adottare anche le più elementari misure di prevenzione per evitare l'inalazione di polveri e fibre di amianto". Nello stabilimento non c'erano tute speciali, nè mascherine, nè berretti di protezione. E neanche sistemi di aspirazione per le polveri di amianto. Con la perquisizione e il maxi-sequestro, la Procuea e i carabinieri cercano adesso le prove di quella situazione drammatica. E il braccio di ferro tra la Procura e Fincantieri continua.

tratto da La Repubblica - Palermo20/04/2013

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