giovedì 11 aprile 2013

L’Aquila come le Torri gemelle: dopo il terremoto ucciderà l’amianto



- di Emilio Fabio Torsello -




Si chiama asbesto la piaga che potrebbe colpire gli aquilani di qui a vent’anni. A lanciare l’allarme, durante un convegno dell’Inail dedicato ai tumori di origine professionale, è stato nei giorni scorsi il professor Mario Di Gioacchino docente dell’Università di Chieti. «Da molti anni – ha detto ai microfoni di Abruzzo24oretv – la legge ha vietato l’utilizzo dell’asbesto (amianto, ndr) nei cementi e nell’edilizia ma in molti edifici questa sostanza era presente prima che venisse votata la legge. Queste sostanze – ha proseguito – quando ci si trova in presenza di eventi importanti da un punto di vista fisico o ambientale, come può essere un bombardamento o un terremoto, vengono diffusi nell’ambiente e possono dar luogo a malattie nella popolazione. All’Aquila – ha sottolineato – sicuramente l’asbesto è stato rilasciato e la popolazione aquilana ha inalato fibre di amianto». I primi problemi di natura tumorale, secondo il docente, potrebbero verificarsi tra una ventina d’anni, motivo per cui prima sarà fondamentale una diagnosi precoce. «Qui all’Aquila la situazione è grave – ha proseguito – molto, moltissimo amianto è sparso per il centro storico e in periferia. Ogni giorno girovagando per le vie agibili del centro storico se ne può notare sui tetti dei palazzi, nelle canale di scolo delle acque piovane e in molti altri manufatti».

Per rendersi conto della fondatezza di quanto affermato dal professor Di Gioacchino, basta guardare le immagini del sisma che il 6 aprile 2009 ha colpito L’Aquila: il cratere era una polveriera di calce e altri materiali finemente triturati. A confermare la presenza dell’amianto nelle macerie, il 15 maggio 2009, è stata la stessa provincia dell’Aquila che aveva stilato le linee guida per la movimentazione degli inerti. A posteriori. Per almeno un mese dopo il sisma, inoltre, diverse tonnellate di macerie contenenti anche amianto sono state “stoccate” proprio dietro la tendopoli di Piazza d’Armi e gli scarti derivati dalla triturazione dei calcinacci avrebbero dovuto costituire le piattaforme su cui installare le tendopoli.

Di sicuro, però, a respirare la polvere delle macerie sono stati i soccorritori che per giorni hanno lavorato proprio sopra quel che restava degli edifici crollati. Quanti tra giornalisti e fotografi hanno seguito le fasi immediatamente successive al terremoto, ricorderanno la polvere finissima che s’infilava tra i capelli. Per rendersi conto di come il rischio sia stato sottovalutato, basta guardare le immagini dei vigili del fuoco in azione subito dopo il sisma: solo alcuni indossano mascherine protettive mentre molti altri assistevano alle ricerche senza alcuno schermo alle vie respiratorie. L’Asbesto è 1300 volte più sottile di un capello umano e non esistono soglie “sicure” di pericolosità. Anche un’unica fibra, dunque, può causare il mesotelioma.



Tratto da: L’Aquila come le Torri gemelle: dopo il terremoto ucciderà l’amianto – Photogallery | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2011/01/08/l%e2%80%99aquila-come-le-torri-gemelle-dopo-il-terremoto-uccidera-l%e2%80%99amianto-%e2%80%93-photogallery/#ixzz2Q9ctReK2

Nessun commento: