Mentre si scopre che, fino a gennaio di
quest'anno, l'acqua che ha servito l'abitato di Spinetta Marengo è stata attinta
ad un pozzo adiacente Cascina Bolla - vicino al polo chimico, che si trova poco
più a sud, e vulnerabile all'inquinamento proveniente dal sito industriale - ora
sganciato "per precauzione" dalla rete idrica, va in scena la seconda parte
dell'interrogatorio del dottor Alberto Maffiotti, responsabile dell'Arpa di
Alessandria.
Questi riprende, per meglio precisarla, la questione dell'interesse strategico della falda acquifera di Spinetta Marengo, affermando che essa - insieme con quelle torinese, novarese, biellese, e cuneese - è una delle cinque più importanti di tutto il Piemonte.
Esaurita questa specificazione, continua nell'esplicitazione delle questioni inerenti la bonifica del sito industriale; precisa che, nella falda sottostante il polo chimico, si trova un forte circolo di sostanze tossico-nocive tra la superficie ed il fondo: questo ha portato la conferenza dei servizi del Comune di Alessandria a richiedere una valutazione del rischio, propedeutica alle procedure - molto ben esplicitate tramite il minuzioso esame, e la produzione alla Corte, di documenti ufficiali (alcuni dei quali redatti - per nascondere il reale stato del sito, le cui acque a tutt'oggi sono inutilizzabili per qualunque motivo - in maniere differente in base al fatto se lo scritto era originariamente destinato ad uso interno oppure se lo stesso doveva essere divulgato anche agli organi esterni preposti al controllo della situazione) - da mettere in atto per attuare la bonifica del sito e della falda sottostante.
A seguire uno degli avvocati delle parti civili, il dottor Lanzavecchia, chiede al geologo ulteriori precisazioni a proposito dei documenti prodotti che riguardano le misurazioni effettuate sulle acque destinate al consumo umano: questo al fine di far meglio valutare alla Giuria l'interesse delle parti civili al merito del processo.
Per finire tocca alle difese, e precisamente agli avvocati Baccaredda Boi (responsabile civile Solvay) e Santa Maria (De Laguiche) che cercano di mettere in difficoltà il Maffiotti, per screditarlo agli occhi della Corte, anche attraverso un atteggiamento palesemente intimidatorio; non solo non riescono nel loro intento, ma il secondo subisce in più occasioni la reprimenda della presidente Casacci: questa, infatti, gli contesta il fatto di ripetere domande già fatte prima, e di chiedere al testimone opinioni che ovviamente rappresentano domande inammissibili.
Alle ore 15:00 termina il controesame delle difese, e la presidente sospende la seduta rinviandola al prossimo lunedì sei maggio.
Questi riprende, per meglio precisarla, la questione dell'interesse strategico della falda acquifera di Spinetta Marengo, affermando che essa - insieme con quelle torinese, novarese, biellese, e cuneese - è una delle cinque più importanti di tutto il Piemonte.
Esaurita questa specificazione, continua nell'esplicitazione delle questioni inerenti la bonifica del sito industriale; precisa che, nella falda sottostante il polo chimico, si trova un forte circolo di sostanze tossico-nocive tra la superficie ed il fondo: questo ha portato la conferenza dei servizi del Comune di Alessandria a richiedere una valutazione del rischio, propedeutica alle procedure - molto ben esplicitate tramite il minuzioso esame, e la produzione alla Corte, di documenti ufficiali (alcuni dei quali redatti - per nascondere il reale stato del sito, le cui acque a tutt'oggi sono inutilizzabili per qualunque motivo - in maniere differente in base al fatto se lo scritto era originariamente destinato ad uso interno oppure se lo stesso doveva essere divulgato anche agli organi esterni preposti al controllo della situazione) - da mettere in atto per attuare la bonifica del sito e della falda sottostante.
A seguire uno degli avvocati delle parti civili, il dottor Lanzavecchia, chiede al geologo ulteriori precisazioni a proposito dei documenti prodotti che riguardano le misurazioni effettuate sulle acque destinate al consumo umano: questo al fine di far meglio valutare alla Giuria l'interesse delle parti civili al merito del processo.
Per finire tocca alle difese, e precisamente agli avvocati Baccaredda Boi (responsabile civile Solvay) e Santa Maria (De Laguiche) che cercano di mettere in difficoltà il Maffiotti, per screditarlo agli occhi della Corte, anche attraverso un atteggiamento palesemente intimidatorio; non solo non riescono nel loro intento, ma il secondo subisce in più occasioni la reprimenda della presidente Casacci: questa, infatti, gli contesta il fatto di ripetere domande già fatte prima, e di chiedere al testimone opinioni che ovviamente rappresentano domande inammissibili.
Alle ore 15:00 termina il controesame delle difese, e la presidente sospende la seduta rinviandola al prossimo lunedì sei maggio.
Alessandria, 24 aprile 2013
Stefano Ghio - Rete sicurezza Al/Ge
http://pennatagliente.wordpress.com
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