giovedì 25 aprile 2013

Bangladesh, crolla palazzo-fabbrica: oltre 300 morti.



Testimone: "Sembrava un terremoto"
All'interno del Rana Plaza c'erano un mercato, fabbriche tessili e la succursale di una banca. I feriti sono almeno 700. Gran parte delle esportazioni del settore abbigliamento (l'80% di tutto l'export) è destinata ai mercati dell'Occidente e gli incidenti legati alla poca sicurezza sono sempre più numerosi

DACCA - Almeno 300 persone hanno perso la vita e altre centinaia sono rimaste ferite nel crollo di un edificio nel villaggio di Savar, a 24 chilometri da Dacca, la capitale del Bangladesh. Lo ha riferito Hiralal Roy, medico dell'ospedale Enam.  All'interno del Rana Plaza, c'erano un mercato, varie fabbriche tessili e la filiale di una banca. Le stime parlano di tremila lavoratori presenti nel palazzo al momento del crollo. Degli otto piani è rimasto intatto solo quello più basso.

L'edificio è collassato "per un difetto strutturale", ha detto il ministro degli Interni Muhiuddin Khan Alamgir, che ha annunciato l'apertura di un'inchiesta.

Dopo il crollo, nel sobborgo di Dacca sono accorse ambulanze, vigili del fuoco, esercito e migliaia di persone in cerca dei propri familiari. Il ministro della Salute, A.F.M. Ruhal Haque, ha reso noto che 600 persone sono state salvate. "Abbiamo inviato due soccorritori all'interno dell'edificio e abbiamo estratto almeno 20 sopravvissuti. Ci hanno anche detto che tra 100 e 150 altri sono feriti, mentre una cinquantina di persone è morta sotto i detriti", ha dichiarato Mohammad Humayun, supervisore di una delle aziende che avevano sede nell'edificio.

Secondo il capo della polizia locale, Mohammad Asaduzzaman, i proprietari dei laboratori avevano ignorato un'allerta che ieri intimava loro di non consentire l'accesso degli operai perché era stato avvertito un cedimento nella struttura ed erano state notate larghe crepe sulla facciata dell'edificio.

"Sembrava un terremoto", ha raccontato un testimone, lavoratore di una delle fabbriche di abbigliamento che si trovano all'interno. "Ero al lavoro al terzo piano, poi improvvisamente ho sentito un boato assordante, ma non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Sono stato colpito alla testa", ha aggiunto.

Non è prima tragedia di questo tipo a Dacca. Cinque mesi fa un incendio in una fabbrica (FOTO) aveva provocato 112 vittime, quasi tutte ragazze. Cinquecento lavoratori sono morti in cinque anni per incidenti negli impianti industriali del Bangladesh. Gran parte delle esportazioni del settore abbigliamento (che rappresenta l'80 per cento di tutto l'export) è destinata ai mercati dell'Occidente e gli incidenti legati alla poca sicurezza sono sempre più numerosi.

A febbraio invece un violento incendio aveva distrutto un centinaio di baracche di una bidonville alla periferia di Dacca. I vigili del fuoco avevano ingaggiato una dura lotta con le fiamme, che erano state riportate sotto controllo soltanto dopo alcune ore.

Un anno fa ci sono state drammatiche proteste contro i salari bassi e le condizioni di lavoro in oltre 300 delle 4.500 fabbriche di capi di vestiario del Paese. Gli scioperi finirono dopo la minaccia dei rappresentanti di 19 marche del mercato mondiale tra cui Wal-Mart, H&M, Gap, Carrefour e Marks & Spencer, di spostare le produzioni altrove. "I continui disordini – scrissero in una nota al governo - ostacolano la produzione e questo causa ritardi nella consegna degli ordini".
(24 aprile 2013)



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