lunedì 8 aprile 2013

Taranto, non si possono seppellire i morti


Convocata l'assemblea dei lavoratori cimiteriali dallo slai cobas per il sindacato di classe di taranto
Tutelare lavoro e salute dei lavoratori
risarcire i lavoratori
o sarà sciopero !
lavoratori cimiteriali cooperativa Ancora
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto



Cimitero inquinato dall’Ilva le salme restano nel freezer


Cimitero inquinato e salme nelle celle frigorifero. Accade a Taranto, la città soffocata dai veleni industriali. Sono tre i defunti che non trovano pace da oltre venti giorni. Sono parcheggiati nei freezer del camposanto, in attesa che arrivino delle mascherine per i necrofori Quei morti non hanno cappelle o tumuli e sono destinate a finire nei campi di inumazione. Proprio quelli in cui le analisi dell'Arpa hanno riscontrato la presenza di livelli inquietanti di diossina, pcb, piombo e berillio. Nessun pericolo per i defunti, ovviamente, ma il timore è per i necrofori che devono scavare il terreno contaminato dai veleni. La grana è scoppiata all'ennesima caratterizzazione dei suoli dei Tamburi, il quartiere che ospita il cimitero San Brunone e che confina con ciminiere, altiforni e acciaierie targate Ilva.

Nel camposanto i livelli di sostanze tossiche non sono diversi da quelli di tutto il quartiere, nelle cui aiuole ai bambini è vietato persino giocare. Così ci si è posti il problema della sicurezza dei necrofori. L'imbarazzante quesito è stato girato al medico del lavoro della cooperativa "Ancora", che si occupa delle inumazioni. E lui ha decretato che i lavoratori devono scavare muniti di una particolare mascherina, con filtri idonei ad evitare l'inalazione delle sostanze tossiche.
Le mascherine, quindi, sono state ordinate e nel frattempo le sepolture sono state congelate. A farne le spese quelle tre salme, ma soprattutto i loro familiari. C'è una donna che attende di seppellire la madre dal 18 marzo. Sino a quando non arriveranno le mascherine, però, di seppellire l'anziana e gli altri due cadaveri non se ne parla nemmeno. "La risposta del medico del lavoro ci ha imposto di adottare questa soluzione" spiega Vito Giannini responsabile del cimitero. "Le mascherine dovrebbero giungere la prossima settimana  -  continua  -  e il problema sarà risolto".

In teoria i familiari dei defunti parcheggiati nei freezer avrebbero anche dovuto pagare per la sosta nelle celle frigorifero. La tariffa è di sei euro al giorno, ma almeno questa umiliazione sarà risparmiata. "Quello che sta accadendo non è addebitabile a loro e quindi non pagheranno nulla"  rassicura il direttore del cimitero. Fatto sta che il calvario delle salme parcheggiate a causa dell'inquinamento ha fatto il giro della città. E sotto tiro è finita la grande fabbrica dell'acciaio del presidente Bruno Ferrante, già nel mirino della procura da luglio quando il gip Patrizia Todisco bloccò gli impianti dell'area a caldo per disastro ambientale.
(07 aprile 2013)

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