lunedì 8 aprile 2013

Taranto, in piazza contro la 'salva Ilva': cinquemila contro la salute negata

La rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio con la iniziativa nazionale del 22 marzo all'Ilva e a Tamburi ha già trasformato questa domanda in richiesta di un piano e fondi d 'emergenza per monitoraggio' prevenzione cura strutture sanitarie, ma il governo e lo stato pronti a salvare riva con decreti ad hoc nulla fanno di concreto su questo fronte.Il 9 aprile a roma e a Taranto questa richiesta deve essere portata con decisione.Su tutte queste richieste si deve mobilitare la classe operaia Ilva e indotto a fianco delle masse popolari perchè lavoro e salute si difendono insieme o  non  vince nessuno.La rete a Taranto e a livello nazionale è strumento essenziale per questa unita di lotta - l' assemblea a Tamburi del 22 marzo lo ha dimostrato
Ora dobbiamo andare fino in fondo a Taranto come a livello nazionale La grossa manifestazione cittadina contro l'inquinamento di domenica ha posto con forza innanzitutto l'emergenza sanitaria.




"la rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio ha aderito alla manifestazione"lo slai cobas per il sindacato di classe ribadisce che senza la mobilitazione degli operai dell'ilva e dell'indotto non si riesce a difendere salute e lavoro contro padron riva governo e stato dei padronie nell'attivo del 20 aprile di questo si parlerà con nuove iniziative proposteslaicobasta@gmail.com


Un grande serpentone, con i medici in prima fila, ma anche le mamme. Poco prima delle 13 s'è fermato nel centro di Taranto che si era riempito per tutta la mattinata (oltre cinquemila persone) per il corteo organizzato dalle associazioni ambientaliste. Con in testa i medici in camice bianco, (ma anche numerosi anziani e disabili) a testimoniare il dramma dei tanti tarantini che hanno perso la vita a causa dell'inquinamento; loro che ogni giorno "lottano contro il cancro e le gravi patologie generate dall'inquinamento

Il primo striscione diceva tutto: "Taranto, miniera di diamanti ricoperta da monnezza". E anche le mamme si sono fatte sentire: "Corte costituzionale, ricordati di me", diceva uno striscione issato da una donna con una freccia che indica il figlio nel passeggino.
Tra i manifestanti anche gruppi del comitato 'No al carbone' di Brindisi e del comitato che si oppone al raddoppio dell'inceneritore di Massafra, paese ad una dozzina di chilometri da Taranto.

"La situazione è drammatica. Non c'è giorno in cui non faccio una diagnosi di tumore". Lo ha detto Gennaro Viesti, primario pneumologo della casa di cura Villa Verde di Taranto, uno dei medici che partecipa alla manifestazione.
"Voglio lanciare - ha aggiunto il medico - un grido di allarme per tutte le malattie respiratorie che a Taranto sono le uniche in aumento. Sono un costo non solo per le famiglie ma anche per la società".
La situazione drammatica è stata confermata anche da una radiologa del presidio onco-ematologico dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto. "Non riusciamo a fare argine - diceva la dottoressa - c'è un oceano di persone che ha bisogno di cure, con patologie sempre più gravi e di età sempre più giovane".

Martedì, invece, appuntamento a Roma, quando al vaglio della Consulta passerà la cosiddetta legge "salva Ilva". La domenica nella città jonica è stata dei movimenti che sono scesi in piazza contro la legge 231 del 24 dicembre scorso che autorizza l'Ilva a produrre e a commercializzare quanto prodotto prima del 3 dicembre, data della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto da cui è poi nata la legge di conversione.

In corteo ci sono state anche le mamme "No al carbone", pronte a sostenere anche il sit-in che si terrà nella capitale il 9 aprile davanti al palazzo della Corte Costituzionale quando sarà valutata la legittimità della legge 231 a seguito delle eccezioni di costituzionalità sollevate nei mesi scorsi dal gip, Patrizia Todisco, e dal Tribunale dell'appello. La manifestazione a Taranto e il sit-in a Roma sono stati indetti proprio a ridosso del pronunciamento della Consulta e a pochi giorni dal referendum consultivo, pro o contro la chiusura parziale o totale dell' Ilva, che si terrà nel capoluogo jonico il 14 aprile, non senza polemiche.

L' obiettivo finale è la cancellazione di una legge che, a detta di molte associazioni ambientaliste, "mette un freno alla magistratura che indaga sui reati contro l'ambientee la salute". Come denunciano le mamme "No al carbone", "questa legge riguarda tutti gli stabilimenti inquinanti d'interesse strategico nazionale
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(07 aprile 2013)

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