da Marco Spezia [sp-mail@libero.it]
ASSISTENZA
ALLE POPOLAZIONI COLPITE
Riporto
quanto mi scrive Cristiano “Ruvido” Baldo e invito a
diffondere.
San Felice sul
Panaro, Finale Emilia e tutta la zona mi sono molto familiari.
Sono paesi che
frequento da più di vent'anni, ho molti amici lì, alcuni sono come fratelli di
sangue per me.
Sono persone umili,
positive, straordinarie e molto forti dentro ma con
drammi del genere non ce la si può fare da soli.
Con Massimo di San
Felice ci siamo conosciuti nel 1987 o giù di lì e non ci siamo più allontanati
da allora; abbiamo girato mezza Europa assieme, abbiamo organizzato e visto
centinaia di concerti assieme, diviso letti e ospitalità
reciproca.
Massimo è anche
assessore a San Felice e in questi giorni lo sto sentendo.
La situazione non è
per niente bella e su mia insistenza mi ha detto di guardare questo link per chi
voglia in qualche modo dare una mano. Per chi sta raccogliendo generi di prima
necessità da portare o vuole andare a dare una mano sul posto è importante che
si metta prima in contatto coi numeri che trovate. Chi eventualmente invece
volesse contribuire con una donazione trova come fare, chi mi conosce, se
preferisce, e ci si può incontrare di persona può contattarmi ed eventualmente
dare a me direttamente il contante così facciamo un versamento
unico.
So bene che economicamente non è un bel periodo per tanti ma anche pochi euro diventano pesanti ed importanti se spesi così.. vi aiuterà a sentirvi meglio e ad essere più vicini col cuore alla "Bassa".
So bene che economicamente non è un bel periodo per tanti ma anche pochi euro diventano pesanti ed importanti se spesi così.. vi aiuterà a sentirvi meglio e ad essere più vicini col cuore alla "Bassa".
Grazie di cuore in
anticipo anche da parte mia
IN
DENARO
Abbiamo aperto un
conto corrente bancario, a cui tutti possono contribuire. Il ricavato verrà
usato esclusivamente per l’emergenza terremoto.
IBAN:
IT84X0503466980000000000100 con causale
“emergenza terremoto”
GENERI
DI PRIMA NECESSITÀ
Contattate il
numero verde unico 800210644,
per accordarsi su dove consegnare merci in lotti.
Per portare
giocattoli, attrezzature per bimbi e tende: centro Opera, via Montessori, 39,
San Felice S.P. vicino alla Coop (rif. Lino Luppi); per alimentari e prodotti di
igiene personale recarsi in via dell’Agricoltura, capannone Bianchini (rif.
Reggiani).
VOLONTARIATO,
AIUTO DI PERSONA, POSTI LETTO
Contattate il
numero verde unico 800210644
Couchsurfing.org ha
messo a disposizione un sito dove indicare la propria disponibilità di posti
letto per ospitare gli sfollati.
http://www.couchsurfing.org/group.html?gid=52939
PER
RICOSTRUIRE IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE
Contattate il
numero verde unico 800210644
PER
COMPRARE DA AZIENDE DELLA ZONA IN DIFFICOLTÀ
Per acquisto di
Parmigiano “caduto”, il caseificio Casumaro vende direttamente al pubblico in
via Matteotti 80 a San Possidonio (MO), tutti i giorni dalle 8 alle 20 anche il
sabato e la domenica.
5
PER MILLE
Se
sei residente a San Felice, puoi lasciare il
tuo 5 per mille al comune che lo utilizzerà solo a scopo
assistenziale.
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TERREMOTO,
IL RICATTO DEGLI IMPRENDITORI AGLI OPERAI: O LAVORI CON LE SCOSSE O VAI IN
FERIE
I
racconti dei lavoratori: "nelle aziende sono comparsi anche cartelli di
avvertimento". E le vittime finite sotto le lamiere erano tutte
precarie
Vincenzina
vuol bene alla fabbrica, canta in uno dei suoi pezzi formidabili Enzo Jannacci, quando smette i panni
dello stralunato e folle. E di Vincenzine ce ne sono tante tra Mirandola, Medolla, Cavezzo e San Felice sul
Panaro, borghi produttivi della Bassa modenese, il motore di una Emilia che fu rossa, ma è rimasta
operaia. Ventiquattro ore dopo
la scossa che ha sepolto i lavoratori, distrutto capannoni, viene da chiedersi
perché fossero lì dentro a lavorare e non, come tante altre persone all’aperto,
a preoccuparsi della loro pellaccia più che dei bilanci da fare, del premio
produttivo da raggiungere, dello stipendio. Volontari in barba alle leggi della
natura?
Manco
per idea. In molte aziende, quelle piccole, da dieci, quindici dipendenti, le
richieste le ha fatte il direttore generale, il padrone direttamente, il ragioniere
dell’amministrazione. “Noi siamo qui”, ha detto il piccolo imprenditore di turno
via telefono ai suoi dipendenti. Un “noi siamo qui” che in molti casi ha suonato
come “meglio che rientriate, perché se non lavoriamo oggi è un problema mio,
domani un problema vostro”. Lo raccontano al Fatto Quotidiano non una, ma
diverse persone.
Tanti
immigrati tunisini, ripresi
anche in video. “Evitatemi di finire licenziato, proprio io che sono tornato a
lavorare”, dice uno degli ospiti del campo allestito a Cavezzo. “Mi hanno
costretto e sono rientrato”. Lo dice anche il marito di una donna che la mattina
di lunedì 21 maggio è stata “gentilmente” invitata a rientrare. “E mia moglie è
andata. Lavora in un’azienda del settore della meccanica da 20 anni. È tornata
in ufficio. Si è salvata per miracolo, è stata l’ultima a uscire dalla porta
d’emergenza. Il caso di mio zio – prosegue l’uomo – la dice ancor più lunga. Lo
hanno chiamato i colleghi e spiegato che sul cancello della ditta c’era un
cartello, che era meglio che passasse a leggerlo. Che cosa c’era scritto? Invito
molto armonioso e gentile: c’è stato il terremoto, ma la vita continua. Chi
vuole lavora, gli altri possono prendersi le ferie. Liberissimi di
farlo”.
Ecco
perché non c’era nessuno nelle case, ma c’erano molte persone a lavorare. Non è
successo niente di diverso. Alla Haemotronic gli operai nella maggior
parte dei casi sono assunti con contratto a tempo. In questo caso non c’è stata
nessuna pressione per tornare, ma sotto le macerie sono morti i precari.
L’azienda è un colosso della biomedica, i problemi non c’erano, ma avevano la
certificazione per tornare al lavoro. Nessun rischio, nessun pericolo. Le pareti
portanti hanno resistito, è il resto che è crollato.
D’altronde
avere l’agibilità, anche in casi
di massima emergenza, è un gioco da ragazzi . Basta un ingegnere pagato
dall’azienda che dice se è possibile rientrare. “Non potevamo prevedere un’altra
scossa, non era prevista, eravamo convinti di poter lavorare”, dice uno dei soci
della Haemotronic tra le lacrime, Mattia Ravizza. E nessuno mette in dubbio la
sua parola. C’era anche lui lì, dentro, ha rischiato come gli altri. E non è un
eroe.
Ma
quei lavoratori erano dove non dovevano essere. Lo ha detto il procuratore della
Repubblica di Modena, Vito Zincani. E ha fatto capire dove andrà a parare la sua
inchiesta. Strutture, progetti, direzione dei lavori. Ma soprattutto dovrà farsi
spiegare perché a Medolla gli operai erano in fabbrica mentre il paese era quasi
completamente evacuato. Chi ha dato l’agibilità, chi l’ha firmata? E perché
tante di quelle carrozzerie che coprono così potenti motori del secondo comparto
mondiale per la biomedica, dietro solo a Memphis per produzione, si sono sciolte
come panetti di burro.
da
Il Fatto Quotidiano del 31 maggio 2012
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DIRITTI DEI
LAVORATORI IN CASO DI TERREMOTO
Se ne parlerà domani primo giugno con Oliviero Beha a "Brontolo" a partire dalle 11 su RAI 3.
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