INDICE
Angelo
Baracca baracca@fi.infn.it
TERREMOTO:
LA VERGOGNA DI UNO STATO CHE NON PAGA PIÙ I DANNI
A.I.E.A.
Paderno Dugnano a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
INIZIATIVA
A SOSTEGNO FAMILIARI VITTIME E LAVORATORI EURECO
Angelo
Baracca baracca@fi.infn.it
ANCORA
A PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA
LA
RIFORMA DEL LAVORO APPENA APPROVATA AL SENATO PEGGIORA I DIRITTI DEI LAVORATORI,
DEI PRECARI E DEI DISOCCUPATI.
Carlo
Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
CARTINE
GEOGRAFICHE MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEI PRIMI 5 MESI DEL 2012. OSSERVATORIO
INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO
Nicoletta
Fabbroni nifrabbo@alice.it
TERREMOTO
E LAVORO E SCUOLE
Assemblea
29 giugno
assemblea29giugno@gmail.com
VOLANTINO
DIFFUSO AL PRESIDIO TENUTO A LUCCA DI FRONTE ALLA STAZIONE FS LUNEDÌ 4 GIUGNO
DALLE ORE 9 ALLE ORE 12
Marco Bonato sir.daniel.fortesque@live.it
PRIME
PERIZIE SUI CAPANNONI LE SCOSSE HANNO MOSSO I TETTI
Ex
lavoratori ThyssenKrupp Torino maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
COMUNICATO
STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO: IL PROFITTO DEI PADRONI, IL VERO
EPICENTRO DI TUTTI I DISASTRI
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To:
Sent:
Thursday, May 31, 2012 12:14 PM
Subject:
TERREMOTO:
LA VERGOGNA DI UNO STATO CHE NON PAGA PIÙ I DANNI
Questa
notizia così scandalosa da sembrare incredibile l'avete letta?
Mentre
parallelamente si vogliono stanziare 100 miliardi di soldi pubblici per le
grandi opere!
Ma
in che paese viviamo? Non c'è limite al peggio?
TERREMOTO:
LA VERGOGNA DI UNO STATO CHE NON PAGA PIÙ I DANNI
21
maggio 2012
Siete
terremotati? Avete avuto la casa rasa al suolo dal sisma? Avete perso tutti i
vostri beni? Non siete assicurati? Tanto peggio per voi: la Repubblica Italiana
non vi darà un euro.
L'ultima
porcheria della Casta
che ci ammorba la vita è tanto intempestiva quanto ributtante. Si chiama decreto
legge n.59.
La
pubblicazione del provvedimento
sulla Gazzetta Ufficiale è datata 17 maggio 2012, meno di 72 ore prima del
tremendo sisma che ha devastato l'Emilia Romagna.
In
base alla riforma della Protezione Civile,
d'ora in poi qualunque calamità naturale è interamente a carico del cittadino.
In caso di terremoti, alluvioni, frane, tsunami, lo Stato non paga i danni
subiti dai contribuenti, gli stessi piallati dall'Imu e dalle altre centinaia
di tasse che nemmeno lo sceriffo di Nottingham si sognava di
imporre.
Nel
solito burocratese dei politici,
il decreto legge stabilisce solennemente: "Al fine di consentire l'avvio di un
regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali
sui fabbricati a qualunque uso destinati, possono essere estese tutte le polizze
assicurative contro qualsiasi tipo di fabbricato appartenente a privati. E
questo per poter garantire adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di
soddisfacimento delle esigenze di riparazione e
ricostruzione".
Tradotto
in italiano significa che o ti assicuri o in caso di calamità,
t'attacchi.
Il
capo della Protezione Civile,
Franco Gabrielli, ha sentenziato: "Purtroppo,per il futuro dovremo pensare alle
assicurazioni perchè lo Stato non è più in grado di fare investimenti sulle
calamità: gli aquilani sono stati gli ultimi a ricevere assistenza". Con tanti
saluti al principio costituzionale in base al quale tutti i cittadini sono
uguali davanti alla legge, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Anche in
caso di terremoto.
Una
bestialità insopportabile,
soprattutto in queste ore tremende per le popolazioni dell'Emilia-Romagna.
Monti ha anticipato il ritorno dagli Stati Uniti per rendersi conto
personalmente del disastro. Sarà bene che lui e le teste d'uovo gabelliere che
l'accompagnano trovino il modo per cancellare il famigerato decreto
spennaterremotati. L'ultima vergogna di uno Stato senza
pudore.
Xavier
Jacobelli
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From:
A.I.E.A. Paderno Dugnano a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
To:
Sent:
Saturday, June 02, 2012 11:30 AM
Subject:
INIZIATIVA A SOSTEGNO FAMILIARI VITTIME E LAVORATORI
EURECO
Buongiorno,
l'Amministrazione
Comunale di Cologno Monzese, organizza uno spettacolo del Teatro Cooperativa
dal titolo: “CCA NA VOTA ERA TUTTA
CAMPAGNA”.
L'iniziativa
si terrà il giorno mercoledì 6 giugno e l'incasso sarà devoluto ai Familiari delle
Vittime e ai Lavoratori superstiti dell'Eureco, fabbrica di Paderno
Dugnano dove il 4 novembre 2010 scoppiò un terribile incendio in cui persero la
vita 4 lavoratori e tre rimasero feriti.
I
Familiari dei lavoratori deceduti e i lavoratori superstiti a quasi due anni
dalla tragedia sono ancora in una situazione di estremo
disagio.
Hanno
perso i loro cari e il lavoro, e hanno la necessità di qualsiasi aiuto da parte
di tutti e invece sono stati completamente abbandonati dallo
Stato.
Per
aiutare queste Famiglie si è creato un comitato composto da varie associazioni e
da privati cittadini, insieme abbiamo organizzato varie iniziative per
raccogliere fondi, in modo da aiutarle almeno nelle necessità più
immediate.
Tutto
questo non è assolutamente sufficiente e le Istituzioni devono intervenire al
più presto.
Ringraziamo
quindi l'Amministrazione Comunale di Cologno Monzese e il Teatro Cooperativa
diretto da Renato Sarti, testimoniando come la buona volontà può dare un
riscontro positivo alle necessità di queste Famiglie.
Vi
invitiamo quindi a partecipare numerosi allo spettacolo di mercoledì e vi
preghiamo di divulgare l'iniziativa che si terrà presso:
Cineteatro
"Peppino Impastato" Via Volta 11 - Cologno Monzese ore 21,15
Ricordo
ancora che per aiutare queste Famiglie è stato aperto un conto corrente postale
per chi volesse contribuire al loro sostegno.
Il
numero IBAN è IT71P0760101600000009791656.
La
causale è “Conto
di solidarietà per Lavoratori Eureco”.
Grazie
Lorena
Tacco
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To:
Sent:
Saturday, June 02, 2012 4:44 PM
Subject:
ANCORA A PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA
Seguo
l'esempio di Gino girando l'informazione di questa via ulteriore per concorrere
agli aiuti per l'emergenza terremoto, promossa da Massimo Bonfatti,
dell'Associazione "Mondo in Cammino": mi sembra un altro possibile canale
diretto, affidabile.
Il
collegamento è originale, ed anche attuale.
Grazie,
un saluto
Angelo
Vi
chiedo scuso se vi disturbo a così pochissima distanza di tempo...ma mi sembra
una bella notizia da condividere. Non me ne vogliate!
DA
FUKUSHIMA ALLA BASSA
Voglio
correre il rischio di essere banale e non tanto per l’importo ricevuto (700
euro), quanto piuttosto per i donatori. Questi sono un gruppo di giapponesi
duramente colpiti dal terremoto e dallo tsunami dell’anno scorso. Fanno parte di
un circolo di pagaiatori di Qayaq.
Uno
di essi vive nella prefettura di Fukushima e candidamente, e senza fare sconti
alle parole, afferma: “Sono fottuto!”.
La
persona italiana che ha fatto da tramite per la donazione, anche lei
pagaiatrice, mi ha scritto:
“Credo
che agli italiani farebbe bene sapere che dei giapponesi duramente colpiti (e
che stanno soffrendo ancora oggi) stiano aiutando gli italiani. Credo sia una
notizia da fare circolare per dare speranza e per dare la certezza che siamo
tutti fratelli indipendentemente dalla razza, cultura, appartenenza di nazione.
Che
si possa comprendere il "Noi siamo Uno",
tutti appartenenti alla stessa famiglia umana e che quando uno soffre, questa
sofferenza è di tutti, quando uno gioisce lo è di tutti (questo è: servire
l'umanità).
E
conclude: “Da qui che nasca un albero di ciliegio in fiore tra giapponesi ed
italiani (loro sentono sacri i fiori, noi le ciliegie. Un po' di umorismo e
leggerezza ci vuole in tanta sofferenza condivisa!).
Non
ho commenti da fare. Tutto è chiaro come l’impegno e la solidarietà che non
dobbiamo smettere.
Massimo
Bonfatti
PER
INFORMAZIONI
366
20 89 847
Le
coordinate per contribuire sono:
IBAN
BANCARIO
IT
44 W 05018 01000 000000512770
Banca Popolare Etica, Via San Pio, 15 bis, 10100 Torino
IBAN
POSTALE
IT
76 U 07601 01600 000002926169
DONAZIONE
CON CARTA DI CREDITO:
CLICCA SU “DONAZIONE” A QUESTO LINK:
CONTO
CORRENTE POSTALE:
000002926169
Per tutti i conti la causale è: “TERREMOTO EMILIA”
Per tutti i conti la causale è: “TERREMOTO EMILIA”
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From: Franco Pinerolo francesco.pinerolo@fastwebnet.it
To:
Sent: Saturday, June 02, 2012 5:19 PM
Subject:
LA RIFORMA DEL LAVORO APPENA APPROVATA AL SENATO PEGGIORA I DIRITTI DEI
LAVORATORI, DEI PRECARI E DEI DISOCCUPATI.
NO
A UN TESTO BLINDATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, SI’ A MIGLIORAMENTI SOSTANZIALI
SOSTENUTI DALLA MOBILITAZIONE GENERALE.
Voltando
le spalle ai lavoratori, impedendo i miglioramenti necessari a colpi di fiducia
con un atto di imperio inaudito che certifica la sospensione della democrazia
nel nostro Paese, il Senato ha approvato il DDL Fornero, ovvero la cosiddetta
“riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali”, e ora la parola
passa alla Camera. È una riforma che non piace a nessuno: aumenta i
licenziamenti, non interviene sufficientemente nel contrasto alla precarietà,
riduce le tutele per chi si ritrova disoccupato e non serve allo sviluppo.
Dunque è un provvedimento sbagliato e dannoso che non risolve ma aggrava i
problemi del Paese, è un atto di violenza contro i diritti dei lavoratori e per
questo non si può rinunciare a produrre le correzioni necessarie alla Camera per
rendere socialmente accettabili le riforme.
Se
il PD approverà questa riforma anche alla Camera senza far applicare gli
emendamenti presentati dalla Cgil nell’audizione parlamentare di aprile,
provocherà il distacco di settori sociali sempre più ampi dal suo bacino
elettorale, perchè si assumerà una responsabilità storica di fronte a milioni di
lavoratori che pure ritengono di essere ancora rappresentati da quel partito. E
questo porrà una pesantissima ipoteca sulla possibilità che l’Italia, al pari
delle altri grandi nazioni, possa contribuire a delineare un percorso di uscita
dalle macerie prodotte dal lungo governo della destra
europea.
La
cura Monti sta uccidendo il Paese: quasi 3 milioni di persone sono in cerca di
occupazione, i salari dei lavoratori italiani sono tra i più bassi d’Europa
secondo dati Eurostat, siamo per l’Ocse il Paese in cui si lavorano più ore
l’anno in Europa, il 35% dei giovani è disoccupato, e l’80% delle poche nuove
assunzioni sono precarie. In questi dati è racchiuso il segno del fallimento
delle politiche neoliberiste del lavoro incentrate sulla diminuzione delle
tutele e sulla riduzione della regolazione, di cui sono effetto tragico anche le
decine di operai morti durante il lavoro nei fatiscenti capannoni industriali
miseramente crollati dopo il terremoto.
C'e'
tolleranza zero per gli onesti e i poveri cristi, mentre tutto e' tollerato per
i furbi, i delinquenti, gli evasori, i banchieri, i finanzieri. Monti si è rivelato continuatore di
Berlusconi con altro stile, e quello che sta attuando questo governo verso il
mondo del lavoro non era riuscito a farlo neanche il sultano di Arcore, perché
peggio di un governo di destra come quello di Berlusconi c’è solo un governo di
destra senza opposizione.
Ma
il vento in Europa sta cambiando e soprattutto gli equilibri in Italia adesso
sono mutati, e dunque bisogna cominciare a far pesare decisamente il recente
successo elettorale ottenuto contro il centro-destra e la disgregazione del
Terzo Polo per far cambiare rotta al governo Monti. Perchè la smetta con la
vuota chiacchiera sulla crescita e produca finalmente dei risultati, perchè
metta in discussione il dogma dell’austerità e del pareggio di bilancio per il
2013, dal momento che l'Italia e' l'unico Paese europeo ad aver fissato quel
traguardo per l'anno prossimo col risultato di avere previsioni di un Pil in
rosso per tutto il 2012; e perchè modifichi in modo radicale e sostanziale la
“riforma” del mercato del lavoro.
I
sindacati Confederali, autonomi e di base, se non vogliono diventare
un’associazione dei servizi modello 740, sono chiamati ad una mobilitazione
straordinaria contro il DDL Fornero.
IN
TUTTO IL PAESE UN GROSSO MOTO DI PARTECIPAZIONE È GIÀ INIZIATO DA TEMPO CON
FERMATE, SCIOPERI, PICCHETTAGGI, BLOCCHI STRADALI E MANIFESTAZIONI, MA DEVE
CONTINUARE ANCORA CON PIÙ FORZA COMPRENDENDO LA PROCLAMAZIONE DELLO SCIOPERO
GENERALE, DA SVOLGERSI DURANTE E NON DOPO LA PROSSIMA DISCUSSIONE PARLAMENTARE,
PER MODIFICARE PROFONDAMENTE QUESTA RIFORMA SBAGLIATA E DANNOSA
Franco
Pinerolo
2
giugno 2012
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To:
Sent:
Sunday, June 03, 2012 7:33 PM
Subject:
CARTINE GEOGRAFICHE MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEI PRIMI 5 MESI DEL 2012.
OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO
All’
indirizzo sotto riportato le cartine geografiche dei morti sui luoghi di lavoro
in Italia nei primi 5 mesi del 2012.
In
queste cartine non ci sono i lavoratori morti sulle autostrade, in itinere e
sulle strade.
Se
si aggiungono queste vittime si arriva contare oltre 460 morti sul lavoro.
Carlo
Soricelli
Osservatorio
Indipendente di Bologna
Per
approfondimenti http://cadutisullavoro.blogspot.com
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Da:
Nicoletta Fabbroni nifrabbo@alice.it
Data:
04/06/2012 0.03
A:
Ogg: TERREMOTO E LAVORO E SCUOLE
Ogg: TERREMOTO E LAVORO E SCUOLE
So
che è dura per noi questa ansia del terremoto, ma le cose stanno
così.
Vi
invio questo scritto del presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV), Stefano Gresta
La
questione è molto seria per noi che oggi facciamo i conti con il terremoto e
certo non lo avremmo mai immaginato.
Cerchiamo
di ragionare e di non fare questioni diverse.
Nicoletta
”Sarà
una sequenza sismica lunga, che potrebbe durare mesi o anni, con sequenze di
magnitudo confrontabile alla scossa principale”, ha detto oggi il presidente
dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Stefano Gresta,
nella conferenza stampa organizzata dall’istituto all’indomani del terremoto di
magnitudo 5,8 nel modenese.
”Dal
punto di vista scientifico – ha proseguito Gresta – la sequenza rimanda a
conoscenze passate” perché ”il terremoto è avvenuto in un’area che per centinaia
di anni non ha visto terremoti. Per questo – ha aggiunto – dobbiamo fare un atto
di umiltà e recuperare documenti storici”.
In
questo caso il punto di riferimento è la descrizione del terremoto avvenuto
nella stessa area nel 1570, ricostruita nel 1905 dal sismologo Mario Baratta. Da
quei documenti emerge che le scosse durarono per nove mesi, nei quali non vi fu
una giornata senza un terremoto percepibile dalla popolazione, dopodiché il
ritmo delle scosse cominciò a rallentare, stabilizzandosi per i quattro anni
successivi. Solo a partire dal 1574 il ritmo cominciò a ridursi ed i terremoti
cessarono nel 1576.
L’Istituto,
ovviamente, sta lavorando a tempo pieno per raccogliere la massima quantità di
dati ed avere un quadro sempre più dettagliato della situazione. “Decine di
ricercatori sono sul campo in questo momento, la sala operativa lavora a pieno
ritmo“. Al momento tutto il personale di ruolo, 580 persone, e i circa 270
precari, più i circa 130 tra borsisti e dottorandi, sono impiegati totalmente
nelle operazioni legate al sisma in Emilia.
“Ringrazio
tutti per il forte impegno – dice ancora Gresta - e ricordo che da tempo
auspichiamo un allargamento significato dell’organico“. Per il momento, in
attesa della piena regolarizzazione dei precari, l’INGV anche sulla scorta di
quanto sta avvenendo sul territorio sottoporrà ai sindacati un’ipotesi di
accordo per il rinnovo quinquennale dei contratti a tempo in scadenza a dicembre
2012: “è necessario“, sottolinea Gresta.
Anche
perché bisogna aggiornare “ogni 5 o 10 anni le mappe della pericolosità, per
migliorare la conoscenza e l’analisi dei dati – dice il presidente dell’INGV -
si tratta di elaborazioni di tipo probabilistico, ma zone a bassa pericolosita’,
come gia’ detto, non vuol dire che siano a basso rischio: magari lo sono, ma a
distanza di secoli, non di decenni“.
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Da:
Assemblea 29 giugno assemblea29giugno@gmail.com
Data:
04/06/2012 8.00
A:
Ogg: VOLANTINO DIFFUSO AL PRESIDIO TENUTO A LUCCA DI FRONTE ALLA STAZIONE FS LUNEDÌ 4 GIUGNO DALLE ORE 9 ALLE ORE 12
Ogg: VOLANTINO DIFFUSO AL PRESIDIO TENUTO A LUCCA DI FRONTE ALLA STAZIONE FS LUNEDÌ 4 GIUGNO DALLE ORE 9 ALLE ORE 12
Grazie per la diffusione e la pubblicazione
Gli
AD delle ferrovie, indagati per la strage di Viareggio, promuovono convegni,
sospendono e licenziano ferrovieri
Martedì
22 maggio a Roma Termini, le Ferrovie dello Stato italiane hanno organizzato un
Convegno su “Approccio integrato alla sicurezza: l’esperienza del Gruppo Fs”. Ad
aprire i lavori del convegno Mauro Moretti, a seguire interventi di Michele
Elia, Vincenzo Soprano. Amministratori delegati di Ferrovie Spa, Rfi Spa e
Trenitalia Spa e indagati con le rispettive Società nell’inchiesta della strage
di Viareggio del 29 giugno 2009. Interventi anche da
parte di loro consulenti nel procedimento
giudiziario.
Questi
Amministratori Fs, anziché dimettersi di fronte all’immane tragedia di
Viareggio, che li vede indagati dalla procura della Repubblica di Lucca,
organizzano convegni sulla sicurezza ferroviario per sostenere che “le ferrovie
italiane sono le più sicure d’Europa” (dichiarazioni dell’Ad Moretti).
Inoltre,
si vantano di aver migliorato i bilanci aziendali … tagliando personale addetto
alla manutenzione e risparmiando sui dispositivi di sicurezza, arrivando a
sostenere il “rischio accettabile”. Chiediamo
loro:
le 32 vittime di Viareggio, i 33 lavoratori morti sui binari, dal 2007 ad oggi,
sono un rischio accettabile?
Questi
indagati si permettono persino di:
-
licenziare e sospendere ferrovieri impegnati concretamente e coerentemente sulla
sicurezza e non a chiacchiere o con ipocrite passerelle;
-
licenziare e sospendere dipendenti per essere a loro volta indagati in altre
vicende.
Chi
licenzia chi? Chi deve licenziare o sospendere questi Ad per essere indagati in
un disastro ferroviario che ha ucciso 32 persone (donne, bambini, ragazze) che
stavano riposando nelle proprie abitazioni? Aspettano che siano imputati o
condannati? A chi compete questa decisione? A chi li coccola e a chi si inchina
loro fino ad insignirli di cariche e nomine, ad invitarli a convegni, seminari,
stage, dibattiti …
Chi
si batte seriamente e responsabilmente per la salute e la sicurezza in ferrovia
viene intimidito e colpito con provvedimenti: multe, sospensioni, licenziamenti
.. Hanno persino costretto, con la diffida, un Rappresentante dei lavoratori
alla sicurezza (Rls) ad abbandonare l’incidente probatorio nella strage di
Viareggio, chi non si è piegato a questa violenza, innanzitutto, contro i
familiari delle vittime, è stato sospeso e poi licenziato.
Altri
ferrovieri sono stati sospesi e licenziati.
Sostenere
la battaglia dei ferrovieri per la sicurezza di tutti (viaggiatori e
lavoratori)
Sostenere
la Cassa di
solidarietà tra i ferrovieri (ccp n.71092852 intestato a Marco
Crociati)
Sostenere
e solidarizzare con i ferrovieri licenziati
Viareggio,
4 giugno 2012
Assemblea
29 giugno
----------------------
Da
Marco Bonato sir.daniel.fortesque@live.it
Data:
04/06/2012 9.38
A:
Ogg: PRIME
PERIZIE SUI CAPANNONI LE SCOSSE HANNO MOSSO I TETTI
LEGGETE
E INFORMATEVI !!!
DOPO
IL TERREMOTO
Prime
perizie sui capannoni le scosse hanno mosso i tetti.
Padova,
sorpresa in zona industriale: “Coperture solo appoggiate”.
Gli
ingegneri: “Come a Mirandola, qui di antisismico non c’è
nulla”.
VENEZIA
Uno l’hanno
controllato giovedì. Altri due venerdì mattina. E il risultato non è dei più
incoraggianti: su tre capannoni della zona industriale di Padova esaminati dagli
ingegneri nelle ultime 48 ore, due hanno già alcune travi fuori asse e devono
essere messi in sicurezza.
Perché a sentire
Roberto Rovoletto, presidente del Gizip, il gruppo degli imprenditori della zona
industriale di Padova, “i tetti della maggior parte dei nuovi prefabbricati
industriali non sono agganciati alle travi, sono semplicemente appoggiati”.
In effetti finora
nessuno aveva pensato che in una zona fino a ieri considerata non a rischio
sismico una scossa lontana (lontana?) potesse mettere in crisi la struttura
portante del le fabbriche e chi ci sta dentro a lavorare.
Come a Mirandola, a
Medolla, a San Felice sul Panaro - i centri del Modenese dove i crolli hanno
ucciso 16 operai - i capannoni padovani di antisismico non hanno nulla.
“Purtroppo i terremoti sono diventati una sorta di macabro collaudo definitivo
per gli edifici - interviene Salvatore Russo, docente di tecnica delle
costruzioni dello Iuav di Venezia - Con la ridefinizione della mappa sismica
invece bisognerebbe estendere i controlli statici a tutte le costruzioni, le
verifiche sono un problema etico”.
Anche
perché in Veneto è già inaccettabile che la gente muoia cadendo dai tetti.
Che poi sia il tetto che cade sulla testa dei lavoratori, operai come impiegati,
a maggior ragione.
Tanto che ieri,
quando l’ingegnere dello studio Erreti di Rovoletto è andato a controllare un
grande capannone nel centro della zona industriale padovana, mancava poco che
gli oltre duecento lavoratori scattassero in un applauso. “Gli stessi operai
avevano notato che c’erano dei pilastri fuori posto - continua Rovoletto - e
quindi abbiamo deciso di mettere a disposizione di tutti gli imprenditori che ne
faranno richiesta prove statiche gratuite in vista della messa in sicurezza”.
E considerato che
intervenire su un capannone del valore di quattro, cinque milioni di euro costa
qualche migliaio di euro (con un massimo di ventimila euro) è anche
nell’interesse degli imprenditori intervenire il prima possibile con bulloni
passanti per fissare i tetti o con pendoli a dissipazione.
“I pendoli vibrano
in senso opposto rispetto alle onde del terremoto mantenendo stabile il
fabbricato”, spiega Renato Vitaliani, docente di tecnica delle costruzioni
presso la facoltà di Ingegneria di Padova che ha sperimentato nel tempo anche
campane antisismiche che vibrando in senso contrario al terremoto rendono
stabili vecchi campanili.
“Ma
il problema non riguarda solo i capannoni industriali o le vecchie chiese
- continua Vitaliani - tutti gli edifici di tutto il Veneto devono essere
monitorati. Mi piacerebbe essere rassicurante su questo, ma non è così: c’è
bisogno di controlli sugli edifici come sui terreni, perché non basta che una
costruzione sia anticrollo, bisogna anche capire se il terreno sprofonda”.
Posti come la zona
industriale di Marghera infatti non sono mai stati studiati da questo punto di
vista. Anche se gli impianti chimici non dovrebbero presentare problemi (a
Ferrara e a Mantova gli stabilimenti dell’Eni non hanno ricevuto danni dalle
scosse), resta il fatto che i terreni sono avvelenati nel profondo e le scosse
possono far smottare porzioni di terreni non bonificati (il fenomeno della
liquefazione delle sabbie lo abbiamo visto in questi giorni) direttamente in
laguna aggiungendo danni ambientali a danni ambientali. E come Marghera non sono
mai state studiate nemmeno le altre 999 zone industriali della nostra regione,
tanto che prima dell’ultimo referendum l’area tra il Rodigino e Chioggia era
considerata così stabile da pensare di costruirci sopra una centrale nucleare.
Alessio
Antonini
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Da:
Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
Data:
04/06/2012 17.37
A:
Ogg: COMUNICATO STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO: IL PROFITTO DEI PADRONI, IL VERO EPICENTRO DI TUTTI I DISASTRI
Ogg: COMUNICATO STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO: IL PROFITTO DEI PADRONI, IL VERO EPICENTRO DI TUTTI I DISASTRI
Ancora
una volta ci ritroviamo,
dopo l’alluvione che ha colpito la Liguria lo scorso novembre e il terremoto che
ha devastato l’Aquila e provincia nel 2009, a dover esprimere vicinanza e solidarietà
alle famiglie dei lavoratori duramente colpite nei giorni scorsi dal terremotato
in Emilia-Romagna.
Sempre
più evidenti appaiono,
alla luce di questi tragici eventi, i
legami tra crisi economica e, di conseguenza, ambientale, che accomuna queste
calamità: scarso rispetto delle norme che regolano le costruzioni
antisismiche, Amministrazioni Comunali che non adottano adeguate misure di
sicurezza e di evacuazione in caso di rischio sismico o di calamità naturali in
generale (sempre più prevedibili), ripresa dell’attività produttiva anche in
quei casi in cui il ripetersi delle scosse di assestamento, dovute allo sciame
sismico, era sotto gli occhi di tutti e presagiva al
peggio.
Ma,
come si sa, con la scusa di preservare produttività e occupazione, tutto diventa
lecito: anche mettere a repentaglio la vita dei lavoratori, quando in ballo vi
sono interessi economici da salvare.
Così
a rimetterci la vita sono sempre i
lavoratori, ricattati e costretti a lavorare, come successo in Emilia in
questi giorni, in capannoni già
danneggiati e resi pericolanti dal sisma.
E
i risultati di queste scelte criminali non si sono fatti attendere: 24 morti, in
gran parte lavoratori, travolti dal crollo di quei capannoni che dovevano essere
agibili e sicuri.
Mentre
la terra ancora tremava già ai cancelli delle fabbriche apparivano sinistri
cartelli in cui si intimava ai lavoratori di riprendere prontamente il lavoro,
pena la messa in libertà o la detrazione delle ferie. Ma le misure contro i
lavoratori che i padroni adotteranno non si limiteranno soltanto a queste
intimidazioni: chissà quante aziende, con il pretesto dei danni subiti dal
sisma, coglieranno l’occasione per delocalizzare le produzioni, facilitati in
questo compito anche dal credito negato da parte delle banche. Niente crediti,
niente ripresa…
Un
accorato appello quindi a lavoratori, cittadini, rsu, sindacalisti combattivi
della Ducati, della Ferrari e della CNH e delle altre numerose aziende di quel
ricco territorio a mobilitarsi prontamente con ogni mezzo per spingere anche i
vertici sindacali ad impedire questi scempi. Sicuramente non mancherà loro il
sostegno e la solidarietà dei lavoratori e delle popolazioni di tutto il Paese.
Sono loro che, con la necessaria mobilitazione popolare, possono e devono
imporre invece, misure propositive e alternative a quelle dei soliti
speculatori.
Mentre
a Roma si sono dilapidate montagne di denaro pubblico nelle sobrie
celebrazioni del 2 giugno e contemporaneamente, a Milano, il Comune spendeva 3
milioni di euro per l’ospitalità al Papa, ci chiediamo se non era meglio, per
risparmiare risorse economiche preziose, trasmettere in tv la registrazione del
2 giugno celebrato lo scorso anno e destinare parte dei volontari utilizzati per
l’accoglienza al Pontefice (ben 7000) ad aiutare ed alleviare le sofferenze e i
disagi patiti dalle popolazioni colpite dal sisma in Emilia.
Queste
parate, messe in piedi l’una per ricostruire un’unità nazionale (la Festa della
Repubblica) ai minimi storici e l’altra quella spirituale (la visita del Papa),
ancora più messa in discussione dalle lotte interne al Vaticano a cui assistiamo
in questi giorni, ricordano molto gli sfarzi, oggi anacronistici, delle corti
imperiali in piena decadenza: fasti e sontuosità nei palazzi e miseria e povertà
per le strade. Sia il Pontefice che il Pres. Napolitano avrebbero tutto il
potere, le risorse e i mezzi per adottare misure concrete e risolutive per
affrontare questa e altre emergenze: altro che l’elemosina di 500000 euro o la
“vicinanza morale” e le preghiere offerte dal Papa e dal Presidente della
Repubblica! E’ semplicemente una questione di volontà.
Contro
la crisi
economica, ambientale (e morale) in cui il profitto dei padroni ci sta
trascinando occorrono misure
immediate: a sostegno del lavoro e
mirate ad una ricostruzione immediata delle zone colpite dalle calamità (non
solo in Emilia) e del lavoro, utile e dignitoso per tutti, più in generale,
specie per donne e giovani; un serio monitoraggio dei rischi in tutto il Paese;
la bonifica di tutte le produzioni nocive e pericolose per la popolazione e la
loro riconversione a produzioni utili e non dannose; una maggiore tutela del
patrimonio urbanistico ed artistico, che oltre a rappresentare gran parte
patrimonio della cultura mondiale è anche, per gli operatori del turismo e
dell’indotto di quest’ultimo, una preziosa fonte di
reddito.
Se
non si comincia da subito l’opera di ricostruzione delle zone colpite si rischia
il ripetersi del dramma dell’Aquila e della Liguria:
prima indebolite e rese fragili dall’incuria, dalla speculazione edilizia e
dalla devastazione ambientale, poi abbattute come castelli di carta dalla furia
degli elementi e infine, dopo mille promesse di una pronta e migliore
ricostruzione, puntellate (L’Aquila) alla meglio e così lasciate, in un limbo
che fa venire rabbia al solo pensiero. In attesa di cosa? La ricostruzione
promessa? O l’ennesimo sisma che mieta nuove vittime tra gli uomini già
duramente provati e spazzi via definitivamente le già precarie costruzioni?
Prendere
soluzioni immediate oggi, volte alla salvaguardia della dignità delle persone e
del lavoro utile e dignitoso per
tutti, significa salvare vite e insieme salvaguardare ambiente e posti di
lavoro domani.
In
definitiva dipende da noi.
Torino,
4 giugno 2012
Ex lavoratori ThyssenKrupp
Torino
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