INDICE
COBAS Pisa confcobaspisa@alice.it
LAVORATORI IN CASSA
INTEGRAZIONE / MOBILITÀ CADUTI IN MISERIA. UNA PICCOLA INCHIESTA DEI
COBAS
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
TUTTI
I CAPANNONI COSTRUITI IN ITALIA NEL SECOLO SCORSO DEVONO ESSERE MESSI IN
SICUREZZA
Samanta
Di Persio samantadipersio@virgilio.it
BRINDISI-MINERBIO
A TUTTO GAS (ANCHE CON IL TERREMOTO)
Leopoldo Pileggi pileggi.lp@tiscali.it
ANCORA A PROPOSITO
DEL TERREMOTO IN EMILIA
STAZIONE BOLOGNA:
SCOPPIA APPARECCHIATURA CARROZZA INTERCITY. PANICO E ALLARME BOMBA MA NESSUN
FERITO
ProletariaVox ottobre18@email.it
CHIUSO PER
TERREMOTO
Francesco Ficiarà frficiar@hotmail.com
14
OPERAI MODENA RICEVONO DECRETO PENALE (COMMUTATA IN SANZIONE) DI 2600 EURO PER
INVASIONE AUTOSTRADA DEI 5000 METALMECCANICI
Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
GUIDO BERTOLASO: UN
BIDELLO CONSIGLIA GLI EMILIANI
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Da: COBAS Pisa confcobaspisa@alice.it
Data: 29/05/2012
21.53
A:
Ogg: LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE / MOBILITÀ CADUTI IN MISERIA. UNA PICCOLA INCHIESTA DEI COBAS
Ogg: LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE / MOBILITÀ CADUTI IN MISERIA. UNA PICCOLA INCHIESTA DEI COBAS
Crescono ogni giorno i lavoratori e le lavoratrici che inoltrano richieste di sussidi alla Commissione di assistenza sociale. Trattasi di uomini e donne espulsi dal ciclo produttivo, giovani per andare in pensione, ma troppo avanti con gli anni per essere nuovamente assunti.
Le domande per alta
emarginalità alla azienda ASL di Pisa riguardano non solo famiglie indigenti ma
anche operai/e che con gli assegni della cassa arrivano solo a metà
mese.
Abbiamo parlato con
Fabio (nome di fantasia) che lavorava nella ditta interna alla Saint
Gobain.
“Leggo con rabbia
che hanno premiato la Saint come azienda che promuove l'occupazione e il lavoro,
ma io e quasi 20 dei miei colleghi siamo a casa e la cassa tra qualche mese
finirà senza alcuna certezza per il futuro, senza quei pochi soldi saremo
letteralmente alla fame visto che già oggi non paghiamo le bollette, abbiamo
fermato la macchina perché senza assicurazione, viaggiamo in 3 con un motorino
50 non revisionato e a rischio di sequestro e relativa
multa".
Marina ha lavorato
come badante in molte famiglie, ha dei figli monorenni a carico e senza il
marito la sera deve tornare a casa, per questo ha perso lavoro. Si adatta con
qualche pulizia, ma non riesce ad andare avanti se non con qualche sussidio, con
l'aiuto della Caritas e della parrocchia di quartiere dalla quale riceve pacchi
di generi alimentari e vestiti . Cerca qualunque tipo di lavoro ma anche i più
umili e meno pagati sono ormai rari da trovare.
Andrea (altro nome
di fantasia), che come gli altri si è presentato allo sportello sicurezza nei
luoghi di lavoro dei COBAS, ha una storia più complicata perché lavora, ma con
17 ore settimanali arriva a malapena a 480 euro.
"Porto i volantini
a domicilio e con me ci sono ormai tanti pensionati che non arrivano a fine mese
con figli e parenti a carico disoccupati e precari".
Andrea abita in una
casa popolare, non paga l'affitto da quasi 1 anno ("con 800 euro si deve vivere
in 3 e non ce la facciamo più") e si aspetta lo sfratto da un momento
all'altro.
Questi uomini e
donne vogliono rendersi utili, nella scheda compilata alla Caritas hanno scritto
di cercare un lavoro ma di sentirsi ormai tagliati fuori. Hanno tutti tra i 50 e
i 56 anni di età, disposti a lavorare anche per poche ore, non accettano di
vivere di carità e di sussidi anche se sono costretti a farlo da
mesi.
All'ombra della
torre pendente crescono nel frattempo gli sfratti per morosità, le cartelle di
Equitalia e i solleciti della Sepi rappresentano una minaccia costante per
queste famiglie.
La disperazione e
l'isolamento di tanti uomini e donne determina un aumento delle malattie
depressive.
Un disagio sociale
sempre più grave contro il quale non servono le ricette di austerità del Governo
Monti.
COBAS
Pisa
349 84 94
727
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Da: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
Da: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
Data:
31/05/2012 15.12
A:
Ogg:
TUTTI I CAPANNONI COSTRUITI IN ITALIA NEL SECOLO SCORSO DEVONO ESSERE MESSI IN
SICUREZZA
OCCORRE
URGENTEMENTE METTERE IN SICUREZZA TUTTI I CAPANNONI COSTRUITI IN ITALIA NEGLI
ANNI DEL BOOM ECONOMICO E NON SOLO !
La
prima scossa di terremoto ha evidenziato che quasi tutti i capannoni costruiti
nelle zone terremotate il 20 maggio 2012 in Emilia Romagna, e in tutto il Paese,
che è uno dei più a rischio sismico del mondo, sono a rischio crollo in caso di
forte scosse.
Occorre
fin da ora lavorare per mettere in sicurezza tutti i capannoni industriali
costruiti nel secolo scorso. Non si può far correre il rischio di far morire tra
le macerie i lavoratori italiani, la messa in sicurezza dei capannoni avrà dei
costi altissimi, ma la vita di chi lavora è più importante della produzione
industriale.
Carlo
Soricelli
Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro
NOTA
Purtroppo
in Emilia Romagna non sono crollati solo i capannoni costruiti prima del 2000,
ma anche alcuni recentissimi. La messa in sicurezza deve riguardare tutti i
capannoni che a seguito di perizia eseguita da Vigili del Fuoco risultino a
rischio.
Marco
Spezia
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Da: Samanta
Di Persio samantadipersio@virgilio.it
Data: 31/05/2012
16:42
A:
Ogg:
BRINDISI-MINERBIO A TUTTO GAS (ANCHE CON IL TERREMOTO)
A
Brindisi termina la via Appia, un esempio virtuoso di quello che ci ha lasciato
la storia: l’Appia era la strada che portava i greci, l’oriente nell’antica
Roma.
Oggi
l’uomo vuole fare un percorso lungo 687
chilometri per realizzare un metanodotto
che andrebbe oltre la Capitale e terminerebbe con una centrale di spinta a
Minerbio (BO).
Snam
Rete Gas, una società leader in Italia nel trasporto e dispacciamento di gas
naturale, vuole utilizzare il mega-gasdotto Rete Adriatica come via di commercio
con l’Europa, quindi non sarebbe adoperato per l’uso locale del gas (Il 22
dicembre 2011 Lorenzo Bini Smaghi viene nominato presidente della Snam, fino al
10 novembre era è stato membro del Comitato esecutivo della Banca centrale
europea un bel conflitto di interessi visto che dovrebbe trascorrere un anno
dalle dimissioni prima di avere un altro incarico).
Inizialmente
il percorso doveva essere lungo la costa adriatica (ecco perché Rete
Adriatica) successivamente è stato dirottato verso l’interno:
lungo la dorsale
appenninica.
Tale
decisione è ancora in piedi dopo il terremoto che ha colpito l’Abruzzo il 6
aprile 2009 e l’Emilia con le forti scosse del 20 e 29 maggio 2012, anzi l’8
aprile 2009 la società Snam ripropose l’istanza di pubblica utilità.
Il
tratto verrebbe interrato, il fatto che non si veda, non deve indurre a pensare
che sia rassicurante: i
tubi hanno un diametro di un metro e venti, occorre fare lo
scavo con mezzi d’opera imponenti, distruzione di uliveti, foreste, l’impatto
ambientale in Abruzzo,
regione verde, sarebbe molto invasivo.
Il
6 marzo 2012 l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Eni (La Snam
rete gas è una controllata di Eni) per possibile abuso di posizione dominante.
Eni, che detiene la quota prevalente dei diritti di capacità sui gasdotti TAG e
Transitgas, ha limitato la disponibilità di capacità di trasporto per altri
importatori (trasportatori e utilizzatori finali/clienti industriali che fanno
ricorso all’autoapprovvigionamento), a fronte di un sostanziale sottoutilizzo
dei gasdotti. Questo determina una sorta di monopolio sul
prezzo.
Ancora
una volta si vorrebbe realizzare
una
grande opera inutile, per i soliti interessi di
lobby.
L’ennesima
costruzione che, non solo consumerebbe e deturperebbe territorio, ma è una
sciagura
certa in caso di terremoto.
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Da: Leopoldo
Pileggi pileggi.lp@tiscali.it
Data: 01/06/2012
0.02
A: Marco Spezia sp-mail@libero.it
Ogg: R: ANCORA A
PROPOSITO DEL TERREMOTO IN EMILIA
Vedo tanti soccorritori con delle mascherine da basso rischio che cercavano di scavare per cercare di salvare vite umane.
Ma mi sorge una
domanda, ma in caso di coperture di amianto qualcuno si e' posto la domanda come
procedere.
Credo proprio di
no.
ciao
Leo
NOTA
ATTENZIONE ! TUTTI
COLORO CHE SONO COINVOLTI NELLE OPERAZIONI DI RECUPERO O MESSA IN SICUREZZA
NELLE ZONE TERREMOTATE, DEVONO SAPERE CHE TRA LE MACERIE E' PIENO DI ETERNIT
SBRICIOLATO E QUINDI CON PERICOLO DI EMISSIONE DI FIBRE CANCEROGENE. NON
AVVICINATEVI A DETRITI DI ETERNIT. RIFIUTATE DI LAVORARE PRESSO DETRITI DI
ETERNIT ! ALLERTATE I VIGILI DEL FUOCO O LA ASL. IN OGNI CASO, ANCHE SE LONTANI
DA DETRITI DI ETERNIT, SE LAVORATE ALL' APERTO E VISTO CHE LE CORRENTI D'ARIA
DIFFONDONO LE FIBRE, INDOSSATE MASCHERINE FACCIALI CON GRADO DI PROTEZIONE FFP3.
SE SIETE LAVORATORI DIPENDENTI VE LE DEVE DARE IL VOSTRO DATORE DI
LAVORO.
Marco
Spezia
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Data: 01/06/2012
0.03
A:
Ogg: STAZIONE BOLOGNA: SCOPPIA APPARECCHIATURA CARROZZA INTERCITY. PANICO E ALLARME BOMBA MA NESSUN FERITO
Ogg: STAZIONE BOLOGNA: SCOPPIA APPARECCHIATURA CARROZZA INTERCITY. PANICO E ALLARME BOMBA MA NESSUN FERITO
ancora
IN MARCIA !
GIORNALE
DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL
1908
STAZIONE BOLOGNA: SCOPPIA APPARECCHIATURA CARROZZA INTERCITY. PANICO E ALLARME BOMBA MA NESSUN FERITO
FORSE UN SERBATOIO
O UN'APPARECCHIATURA ELETTRICA. I PEZZI DI LAMIERA DEL PANNELLO VOLANO SUL
MARCIAPIEDE
Oggi pomeriggio un
boato proveniente dalla seconda carrozza del treno IC 590 Salerno-Milano, ha -
comprensibilmente - generato il panico nella stazione di Bologna dove il treno
era in transito. I frammenti del pannello della carenatura laterale sono volati
a diversi metri di distanza, dal terzo al primo binario.
Fortunatamente in
quel momento non c'erano viaggiatori, quindi non ci sono stati feriti ma solo
tanta paura per il forte rumore paragonabile ad una vera e propria esplosione.
Molti infatti hanno temuto che si trattasse di una bomba tanto che è stata
effettuata un'accurata ispezione anche dagli artificieri e dalla polizia
scientifica.
Secondo i primi
accertamenti della polizia ferroviaria però, è stata esclusa qualsiasi ipotesi
dolosa; l'incidente sarebbe stato causato con molta probabilità da una delle
apparecchiature di bordo, elettrica o pneumatica.
Non è la prima
volta che le apparecchiature di bordo “scoppiano” mettendo a rischio
l'incolumità dei viaggiatori e degli stessi ferrovieri. Era accaduto alcuni anni
or sono con i serbatoi d'aria dell'ETR 500, poi sostituiti sull'intera flotta
per una lacuna strutturale ed all'ETR 480 quando il 3 gennaio 2006 avvenne
un'esplosione nella cabina alta tensione a causa di un malfunzionamento delle
apparecchiature.
Il treno è stato
posto sotto sequestro dalla Polfer e le indagini saranno coordinate dalla PM
Gabriella Taviano.
I circa 200
viaggiatori hanno proseguito il viaggio con altri treni.
Bologna, 31 maggio
2012
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From: ProletariaVox ottobre18@email.it
From: ProletariaVox ottobre18@email.it
To:
Date: Thu, 31 May
2012 16:07:17
Subject: CHIUSO PER
TERREMOTO
Care colleghe, cari colleghi,
faceva davvero uno
strano effetto ieri vedere tutte le sedi bolognesi dell’Università
chiuse per terremoto.
Si avvertiva,
infatti, la totale diversità da una giornata di chiusura per festa o fine
settimana o sciopero. La motivazione ufficiale, comune a tutti gli uffici
pubblici e le scuole di Bologna, era il doveroso accertamento di eventuali danni
a cose e strutture.
Accertamenti che,
non a caso, dopo le nuove forti scosse di martedì che hanno aggravato le
condizioni già precarie dei territori colpiti dal sisma del 20 maggio, sono ora
molto più tassative e, si spera, più accurate.
La superficialità
delle prime ispezioni, la facilità con cui si sono concesse le prime agibilità a
strutture industriali e, non ultime, le “pressioni
padronali” per un rientro al lavoro
denunciate da alcuni dipendenti del modenese, hanno infatti determinato nuove
tragiche morti sul lavoro.
Morti che, a questo
punto, è bene denunciare pienamente come OMICIDI sul lavoro, senza alcun alibi
di “eventi
imprevedibili”
dietro cui nascondere precise responsabilità .
Ancora una volta,
infatti, il numero più elevato di morti avviene proprio tra quelle fabbrichette
tirate su in fretta e legate dallo sputo.
Ancora una volta,
cioè, la logica del profitto si rivela molto più letale delle cause
“naturali”.
Di questo si
tratteggia nell’articolo già caricato sul
blog la settimana scorsa, ovvero dopo la prima manifestazione sismica, e dopo i
primi rilevamenti sulle condizioni strutturali di quei moderni capannoni venuti
giù come castelli di carta.
Per inciso, non si
creda che certe “soluzioni strutturali”
che già le immagini televisive avevano
evidenziato, ovvero il semplice appoggio di travi su pilastri senza alcun tipo
di ancoraggio (e con l’evidente rischio di
scivolamento per un movimento ondulatorio orizzontale, come poi è
avvenuto”), sia caratteristica
del solo ambiente di lavoro privato.
Per dire, anche nel
nostro ateneo esistono capannoni industriali in cui, strano ma vero, insiste una
discreta quantità di lavoro “operaio”
e tecnico e che, a prima vista, presentano
“soluzioni
strutturali” non molto dissimili da
quelle di cui sopra, differenti magari per l’aggiunta
di un
salvifico bullone d’ancoraggio
e due spallette di contenimento.
C’è
da augurarsi che queste
aggiunte siano sufficienti a garantire la sicurezza.
Gli accertamenti e
le ispezioni dei tecnici e degli ingegneri, a questo punto sicuramente molto più
attente, dovranno comunque fugare efficacemente i timori di chi è stato evacuato
e che già da subito è dovuto rientrare in sedi, molte delle quali di tipo
“storico”,
e oggettivamente difficili da valutare. E'
necessario considerare, infatti, che ai criteri di sicurezza e funzionalità si
deve aggiungere il criterio di salvaguardia del bene artistico e storico del
patrimonio immobiliare in cui si lavora, e i termini non sempre sono facili da
coniugare economicamente.
Di certo, in un
discorso più generale, c’è
una sicura colpa oggettiva
di tutti i governi che si sono finora succeduti nel trasferire quote di bilancio
pubblico sempre più ingenti e progressivamente crescenti a opere inutili,
sprecone e devastanti sul piano ambientale (la famigerata TAV e il Ponte sullo
Stretto di Messina in primis),
o
addirittura criminali e foriere di morte, come gli armamenti bellici.
Il tutto, è noto, a
scapito di servizi sociali indispensabili come Scuola, Assistenza Sociale,
Previdenza e
messa in Sicurezza degli
edifici pubblici, del patrimonio artistico e storico, dell’ambiente
e del territorio.
Le solite facce
note, puntualmente, esprimono sobrio cordoglio, promettono aiuti e maggior
prevenzione, e poi si acconciano a parate militari che costano fior di
milioni.
Dov’è
una “ratio” coerente in tutto ciò?
Non sarebbe
preferibile dirigere quei soldi per opere di pubblica utilità e, nel contesto
attuale, ad un primo tangibile intervento delle popolazioni
terremotate?
A questo
interrogativo crediamo dunque sia preferibile rispondere con l’iniziativa promossa da
Emergency, col suo mensile on line, e che riportiamo sul blog all’indirizzo http://blog.libero.it/VoceProletaria/11349302.html
con la speranza di una larga e rapida diffusione.
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Da:
Francesco Ficiarà frficiar@hotmail.com
Data:
01/06/2012 15.03
A:
Ogg: 14 OPERAI MODENA RICEVONO DECRETO PENALE (COMMUTATA IN SANZIONE) DI 2600 EURO PER INVASIONE AUTOSTRADA DEI 5000 METALMECCANICI
Ogg: 14 OPERAI MODENA RICEVONO DECRETO PENALE (COMMUTATA IN SANZIONE) DI 2600 EURO PER INVASIONE AUTOSTRADA DEI 5000 METALMECCANICI
DECRETO PENALE DI 2600 EURO CONTRO ALCUNI (POCHI) OPERAI DI FIAT, TERIM, ECC. PER INVASIONE AUTOSTRADA DURANTE IL CORTEO DEI 5000 METALMECCANICI DEL 29 MARZO 2012 A MODENA.
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Da: Samanta
Di Persio samantadipersio@virgilio.it
Data: 01/06/2012
17:39
A:
Ogg: GUIDO
BERTOLASO: UN BIDELLO CONSIGLIA GLI EMILIANI
Guido
Bertolaso dal suo blog dispensa consigli agli emiliani. Li esorta a chiedere o
meglio pretendere che le linee dello sviluppo e della ripresa economica che
tutti ritengono essenziali abbiano due punti centrali come
perno.
Il
primo, immediato, nell’aiuto esplicito
e forte alle imprese fermate dal sisma in Emilia e in tutte le aree del
cratere sismico per riprendere
immediatamente la produzione, in modo da non mettere queste imprese, da
tempo capaci di competere a livelli di eccellenza mondiale, nella condizione di
subire anche danni di mercato oltre a quelli ricevuti dal
terremoto.
La
seconda, di costruire le linee degli investimenti pubblici che il Governo intende farsi autorizzare in
Europa in una sola direzione: messa in sicurezza del territorio, degli
edifici strategici, delle scuole, delle infrastrutture. Niente “grandi opere”, ma una sola
grande opera diffusa e capillare: la
messa in sicurezza delle fragilità più pericolose dei nostri
territori.
Guido
Bertolaso che scrive sul blog dal nome “Il sito di Guido Bertolaso” http://www.guidobertolaso.net/
non dev'essere lo stesso che era a capo della Protezione Civile il 6 aprile
2009.
Non
dev'essere lo stesso che diceva all'assessore alla Protezione Civile Daniela
Stati di rassicurare con un evento
mediatico la popolazione evidentemente scossa dallo sciame sismico che
interessava L'Aquila da quattro mesi.
Deve
aver dimenticato che alle imprese aquilane di aiuti ne sono stati dati
pochissimi: 800 euro per tre mesi e null'altro. Ci sono imprese che hanno chiuso
e non hanno più riaperto, altre che hanno provato ma poi hanno dovuto chiudere.
Deve
aver dimenticato anche la passerella sottobraccio a Berlusconi, per
pubblicizzare il miracolo delle New town (la "grande opera" che non auspica in
Emilia, anche perché gli sfollati sono soli 15mila e nelle New town aquilane
vivono circa 40mila persone).
Per
il terremoto che ha colpito l'Abruzzo, l'Europa voleva intervenire, propose
anche un appalto per la ricostruzione a livello europeo, ma Berlusconi disse che
non c'era bisogno di nulla... avevano già Camorra, 'Ndrangheta, Mafia che
pensavano a tutto.
Dev'essersi
dimenticato completamente de L'Aquila, del resto ha creduto anche lui nella
ricostruzione tanto sbandierata dai media di regime perché è impensabile seduto
in poltrona a vedere uno speciale di Report o Presa Diretta sul terremoto che
l'ha reso famoso.
Così
come dev'essersi dimenticato che lui è indagato per omicidio colposo plurimo e
disastro colposo in relazione proprio al terremoto de
L'Aquila.
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