martedì 12 giugno 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 11/06/12




INDICE

Tommaso Pirozzi pirozzi3@tin.it
INTERVENTO ASSEMBLEA ACERRA MOGLIE LAVORATORE FIAT

Angelo Baracca baracca@fi.infn.it
ROMA, 12 GIUGNO, INIZIATIVE ANNIVERSARIO REFERENDUM NUCLEARE

Altra Lamezia altralamezia@gmail.com
PROCESSO MARLANE, UDIENZA 8 GIUGNO: POSSIAMO RITENERCI SODDISFATTI

Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
IL TUNNEL TAV DI FIRENZE NON E’ A NORMA SISMICA

Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
A PROPOSITO DI AMIANTO E TUMORI

Simona Baldanzi simona.baldanzi@gmail.com
L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA PRESCRIZIONE

Mai più Thyssenkrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
COMUNICATO STAMPA PRESIDIO EX LAVORATORI THYSSENKRUPP DAVANTI AL COMUNE 15 GIUGNO ORE 9,30

PONTEDERA: DUE GIORNATE PARTICOLARI

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Da: Tommaso Pirozzi pirozzi3@tin.it
A:
Data: Ven 8 Giu 2012 8:51 pm
Oggetto: INTERVENTO ASSEMBLEA ACERRA MOGLIE LAVORATORE FIAT

Sono veramente orgogliosa di partecipare a questa assemblea, insieme a tante donne che condividono le mie stesse preoccupazioni, e che hanno deciso di non subire, ma di reagire e lottare.
Mi chiamo Maria e sono arrrrrrabbiata si con tante erre quanto è il mio malcontento, vorrei che questa parola scritta cosi con tutte queste erre arrivasse ai nostri politici.
Oggi 2 giugno 2012, festa della repubblica, una repubblica fondata sul lavoro come cita la nostra costituzione, un lavoro negato a molti di noi un lavoro che si può perdere da un momento all’ altro e insieme si porta via anche la dignità di un individuo.
Il presidente NAPOLITANO OGGI FESTEGGIA LA REPUBBLICA ITALIANA, VORREI CHE I GIORNALISTI QUESTA NOSTRA PROTESTA LA SCRIVINO COSI’ AMARA COME LA STIAMO VIVENDO, MA VORREI SAPERE COSA HA DA FESTEGGIARE,
non abbiamo più lavoro, l’unica grande fabbrica italiana sta lasciando l’Italia e lui festeggia,
le medie e piccole imprese chiudono e lui festeggia,
i nostri ragazzi sono sempre più sfiduciati e lui festeggia,
i nostri ricercatori migliori vanno all’estero e lui festeggia,
i nostri anziani piangono, abbandonati e impauriti e lui festeggia
i nostri disabili con le loro famigli sempre più abbandonate, urlano aiuto e lui festeggia
le nostre terre tremano e lui festeggia,
la nostra Italia sta andando allo scatafascio e lui festeggia
Noi oggi qui non stiamo festeggiando e siamo scesi in piazza per urlare la nostra rabbia per raccogliere le voci di chi come noi sta male, noi chiediamo alle donne di unirsi a noi nella lotta per dire basta a queste violenze che ci fanno subire, si perché la mancanza di lavoro nostra e dei nostri mariti è una violenza per noi e per tutte le nostre famiglie.
La violenza non è solo quella fisica, ma anche psicologica, molto più pericolosa perché ti uccide l’anima e ti fa sentire sempre più sola.
Noi, no non la vogliamo subire ma vogliamo tutte insieme combatterla, se siamo in tante possiamo farcela, la voce grossa di tante fa più rumore di una vocina piccola.
Non abbiate paura, più del male che ci stanno già facendo non ci possono fare, dobbiamo dare fastidio ai nostri politici non possiamo permettergli di continuare a vivere tranquillamente nelle stanze dorate del governo e manipolare la nostra vita.
In tanti ci ricordano quali sono i nostri doveri, ma tutti si dimenticano quali sono i nostri diritti, in primo luogo il diritto di lavorare e di vivere una vita dignitosa, un lavoro vero e non precario, oggi la metà dei lavoratori sono precari, non hanno la sicurezza del domani, non possono arrivare a metà mese e figuriamoci a pensare di farsi un’ avvenire con una famiglia.
Sempre la nostra costituzione dice che come buoni genitori dobbiamo permettere ai nostri figli di vivere in modo dignitoso, ma se non abbiamo lavoro e quindi soldi, come possiamo aiutare i nostri figli.
Il nostro manifesto equipara Monti a Marchionne, i vari governi hanno regalato alla Fiat centinaia di milioni di euro, hanno permesso a Marchionne di distruggere l’apparato industriale, rapinando il popolo, regalando tutto agli azionisti, alle banche, lasciando, con il trasferimento all’estero di una azienda tutta italiana, solo rovine.
Oggi a Pomigliano le organizzazioni sindacali e politiche si sono vendute, accettando nei fatti migliaia di licenziamenti, pensando che dopotutto migliaia di famiglie si potessero sacrificare, ma la verità è che non vi è futuro neppure per coloro che stanno dentro, noi siamo stanche e lo saremo sempre di più, faremo tremare chi ha voluto impoverire il popolo, è per questo che facciamo appello a tutti e vogliamo che a questo movimento aderiscano madri, figlie, donne, ma anche uomini di tutti gli schieramenti politici e sindacali, gente che è stufa di questa politica affaristica che non tiene conto del popolo ma solo del potere, vogliamo far crescere un movimento forte capace di sovvertire lo stato di cose, che riapra una discussione sulla fiat sui lavoratori e ci permetta di vivere in modo dignitoso e poter crescere i nostri figli.
Cosa significa per il nostro territorio la chiusura della Fiat, migliaia di famiglie sul lastrico, è ovvio che si ripercuote su tutti, commercianti imprenditori operai, tutti perderanno, per questo noi oggi siamo qui ad urlare il nostro dolore e rivendicare la necessità di unificare la lotta, per questo diciamo

SE NON ORA QUANDO!!!!

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From: Angelo Baracca baracca@fi.infn.it
To:
Sent: Saturday, June 09, 2012 9:45 PM
Subject: ROMA, 12 GIUGNO, INIZIATIVE ANNIVERSARIO REFERENDUM NUCLEARE

Cari tutti,
con grande fatica (e poche forze) abbiamo promosso queste iniziative il 12 a Roma per l'anniversario del referendum nucleare. Chi potrà essere presente ci farà naturalmente una enorme piacere, in ogni caso vi preghiamo di diffondere il più possibile. Grazie, un saluto.
Angelo

COMUNICATO STAMPA
12 Giugno 2012 - ore 12.00
Centro per la Ricerca in Psicoterapia (Piazza O. Marucchi, 5) - Roma
Anniversario del Referendum contro il nucleare: un filo rosso tra i problemi irrisolti del nucleare italiano e la lotta del popolo giapponese per la messa al bando del nucleare.
Un anno fa si registrò il fermo pronunciamento del popolo italiano contro la ripresa di programmi di produzione di energia elettronucleare nel nostro paese. Quel grande successo avvenne a pochi mesi di distanza dal disastro nucleare di Fukushima, in Giappone (11 Marzo 2011).
Riteniamo necessario aggiornare l’opinione pubblica sullo stato in cui versa l’eredità del passato ciclo nucleare italiano, e al tempo stesso informarla della persistente gravità degli incidenti di Fukushima, e delle prospettive dell’energia nucleare in Giappone e nel mondo.
In Italia, dove non si è mai chiusa l’emergenza nucleare dichiarata dieci anni fa dal Governo Berlusconi, manca un’autorità di controllo in materia, e non è mai stato realizzato il deposito nazionale per i residui radioattivi.
Il disastro nucleare in Giappone ha cambiato il panorama e le prospettive internazionali.
L’industria nucleare mondiale è in crisi: questa fonte energetica era già fuori mercato e si sorreggeva sui sussidi pubblici, ma l’adeguamento delle norme e dei sistemi di sicurezza la rende definitivamente antieconomica come dimostrano le recenti e ripetute cancellazioni di ordini in diversi Paesi.
In Giappone dal 5 Maggio scorso tutti i reattori nucleari sono spenti. Il Governo ha la ferma intenzione di riavviarli, ma l’opposizione nella società civile è molto forte.
Nella conferenza stampa verranno brevemente illustrati la natura dei problemi nei reattori di Fukushima e i rischi collegati, argomenti che sono stati inseriti in un appello partito dall’Italia e indirizzato alle Autorità giapponesi e alle associazioni ambientaliste, che si conclude con richieste precise e circoscritte.

ISDE, Legambiente, WWF, Italia Nostra

SARANNO PRESENTI ANCHE:
Chie Wada, rappresentante dei cittadini giapponesi in Italia
Angelo Baracca, Professore di Fisica presso l'Università di Firenze
Giorgio Ferrari, Esperto di combustibile nucleare
ed altri firmatari dell’Appello

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From: Altra Lamezia altralamezia@gmail.com
To:
Sent: Saturday, June 09, 2012 10:20 AM
Subject: PROCESSO MARLANE, UDIENZA 8 GIUGNO: POSSIAMO RITENERCI SODDISFATTI

Possiamo ritenerci soddisfatti dell’udienza di oggi presso il Tribunale di Paola riguardo al processo Marlane.
In sostanza tutte le richieste fatte dalla difesa di Marzotto sono state respinte ampiamente. Le parti civili dei familiari in gran parte sono state dichiarate ammissibili, così come le associazioni ambientaliste e quelle sindacali. La sede del processo resta quella di Paola. Il processo potrà finalmente partire.
La prossima udienza sarà il 20 luglio ed il primo teste ad essere ascoltato sarà Luigi Pacchiano ex operaio della Marlane. Luigi Pacchiano è la memoria storica della fabbrica, è colui che ha firmato le prime denunce sulle condizioni della fabbrica. Denunce per diversi anni inascoltate.
La sua testimonianza sarà quindi importantissima in quanto finalmente la voce di chi ha sofferto, di chi è stato colpito dal tumore, la voce di chi non ha più voce, potrà essere ascoltata. I nostri sit-in sono serviti a qualche cosa, hanno spinto di sicuro in questa direzione.
Era quello che volevamo.

Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò” / Movimento Ambientalista del Tirreno / Si-Cobas Coordinamento Calabria / C.P.O.A. Rialzo Cosenza / Osservatorio Nazionale Amianto / ACSSA di Montalto Uffugo / Coessenza / Sinistra Critica / Casa della Legalità – Lamezia Terme / Collettivo Autonomo Altra Lamezia / Comitato Lametino Acqua Pubblica

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NOTA
Nel messaggio “DUE EMILIE” diffuso il 07/06/12 da Gino Carpentiero veniva riportato un intervento dai Comitati dei Cittadini di Area Fiorentina sulla proposta di non realizzare sottoattraversamento TAV di Firenze in quanto inutile e di devolvere i fondi previsti ai terremotati dell’ Emilia.
A seguito di tale messaggio  Patrizia scrisse:
“A quanto mi risulta l'attraversamento TAV di Firenze NON sarebbe a norma antisismica: qualcuno mi potrebbe confermare questa sconvolgente notizia?”.
A seguire il parere di Tiziano Cardosi, come al solito diffuso da Gino 

From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent: Sunday, June 10, 2012 5:57 PM
Subject: IL TUNNEL TAV DI FIRENZE NON E’ A NORMA SISMICA

Tiziano Cardosi del Comitato NO TUNNEL TAV di Firenze risponde a Patrizia.
E’ la conferma di pressapochismo e malafede di chi VUOLE le Grandi Opere.
Gino Carpentiero

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Confermo assolutamente facendo parte del comitato NO TUNNEL TAV il progetto della stazione Foster non rispetta le norme antisismiche in vigore dopo il sisma dell'Aquila.
Lo ha riconosciuto, in una lettera inviata ad un nostro tecnico, il Genio Civile (che non controlla direttamente queste opere perché le FS sono esentate dalle autorizzazioni del Genio in opere ferroviarie)
Abbiamo scritto al funzionario responsabile in Regione (mi pare si chiami Barracco) che ha sostenuto che il problema è di competenza del Consiglio superiore del lavori pubblici.
Abbiamo scritto anche a questo ufficio nazionale e ci hanno risposto che la competenza è regionale!
Un classico scaricabarile.
Per ricorrere al TAR non abbiamo fondi, abbiamo fatto una segnalazione alla magistratura, ma per ora silenzio.
La Regione Toscana comunque sa e tace vergognosamente. Tutti i partiti sanno, i gruppi politici in Regione sono debitamente informati. E tutti stanno zitti.
Ma chi comanda oggi sono i poteri forti come quelli dei costruttori, come le cooperative, come la Coopsette, tanto cara a Bersani Rossi e al PD.
Questa è la "Toscana felix" che tanti invidiano: vista da vicino non è invidiabile.
Quello della progettazione antisismica della stazione Foster è solo uno dei tanti problemi non risolti del progetto più stupido che Firenze abbia mai conosciuto.
Un saluto
Tiziano Cardosi

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Da: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
A.
Data: 10/06/2012 22.42
Ogg: A PROPOSITO DI AMIANTO E TUMORI


A proposito di Amianto e tumori ... la posizione del Prof Paolo Crosignani che condivido.
invito a leggere tutto il carteggio...
Saluti
Gino Carpentiero

P.S.
Di ritorno da Avellino: ho letto sui giornali locali che sono finalmente in fase di chiusura le indagini per i lavoratori malati all'Isochimica di Avellino: siamo ancora però all'iscrizione nel registro degli indagati Un padroncino locale faceva concludere la scoibentazione dei vagoni ferroviari ai suoi operai (gli operai FF.SS. in altre sedi tra cui Firenze eseguivano la prima fase di scoibentazione ed a loro volta si ammalavano; i vagoni venivano poi inviati all'ISOCHIMICA). Tra gli indagati c'è anche un dirigente di FF.SS.

-----Messaggio originale-----

Da: Gino Carpentiero
Inviato: domenica 10 giugno 2012 22:31
A:
Oggetto: R: Città di Carbonia CONVEGNO: "Diritto alla tutela della salute" 16 giugno 2012 c/o la Grande Niniera di Serbariu

Pienamente d'accordo con il Prof. Crosignani.
Nella mia recente esperienza le FF.SS. si sono difese (tramite un prof. Universitario in pensione) su un caso di mesotelioma esattamente come l'ENEL.
Il lavoratore in questione, poi deceduto, aveva lavorato un anno al Nuovo Pignone di Firenze ed era stato esposto ad amianto, poi però aveva lavorato circa trenta anni nelle FF.SS. come macchinista e manutentore.
La questione è tuttora aperta in quanto il giudice non si è ancora espresso e il CTU è stato piuttosto ambiguo nelle conclusioni, che io ho ovviamente confutato, con le motivazioni di Crosignani.
E' necessario fare attenzione affinché la giusta rivendicazione del rischio zero non divenga un boomerang: ci si può ammalare anche per basse esposizioni, ma le probabilità aumentano quando l'esposizione è stata più lunga (l'Eternit insegna).
Cordiali saluti
Gino Carpentiero

-----Messaggio originale-----

Da: Paolo Crosignani
Inviato: sabato 9 giugno 2012 19:58
A:
Oggetto: R: Città di Carbonia CONVEGNO: "Diritto alla tutela della salute" 16 giugno 2012 c/o la Grande Niniera di Serbariu

L'articolo che segue contiene parecchie inesattezze.
Tra cui, importante, il ruolo delle dosi successive nella progressione della malattia. Se così non fosse, solo le prime dosi (ad esempio di amianto) sarebbero importanti e questo manderebbe assolti tutti gli imputati nei processi.
Invece le dose successive sono concausa delle prime nel determinare la malattia. Altrimenti non esisterebbe una relazione dose-risposta.
E quindi di fronte ad un caso di mesotelioma che abbia lavorato due mesi su una nave e poi 30 anni all' ENEL la difesa di ENEL sostenne che erano state solo le prime dosi a determinare la malattia.
Ma ha giustamente perso la causa (civile). Facciamo per favore molta attenzione
Paolo Crosignani

-----Messaggio originale-----

Da: Mario Murgia
Inviato: venerdì 8 giugno 2012 16.00
A:
Oggetto: Città di Carbonia CONVEGNO: "Diritto alla titela della salute" 16 giugno 2012 c/o la Grande Niniera di Serbariu
Vi chiedo, cortesemente, di divulgare il messaggio con i suoi allegati.
Trasmettete a giornalisti di vostra conoscenza. abbiamo ancora difficoltà con l'account dell'associazione e siamo limitati nella divulgazione,

Mario Murgia

Andrea Castellani
email andrea@castellani.com
skype andreacastellani

DIFFERENZE FRA TOSSICITÀ E GENOTOSSICITA’
La prima ed essenziale differenza fra le sostanze tossiche e genotossiche è che, mentre qualunque sostanza, nessuna esclusa, può diventare tossica con l'aumento della dose, nessuna sostanza che non sia genotossica può diventarlo con l'aumento della dose, dato che la genotossicità richiede la possibilità di reagire con il DNA, e ciò dipende esclusivamente dalla struttura chimica del composto [1.2.2]. Questa differenza fondamentale è spesso dimenticata anche dai tossicologi.
Per effetto tossico di una sostanza chimica s'intende qualunque alterazione che determini danni funzionali, strutturali e/o la stessa morte cellulare. Effetti tossici si hanno quindi a qualsiasi dose perché, per quanto piccola, un certo numero, anch'esso molto piccolo, di cellule può venir danneggiato dal contatto col tossico. Tuttavia questo minimo danno non è rilevabile non solo sintomatologicamente ma neppure con le più sensibili metodiche di indagine biochimica. Bisogna infatti che siano danneggiate o uccise almeno migliaia di cellule, ad esempio epatiche, perché sia rilevabile biochimicamente il danno, e probabilmente devono essere danneggiati milioni di cellule perché si abbiano sintomi clinicamente rilevabili [7.5]. Esiste quindi per ogni sostanza tossica una "soglia" al di sotto della quale non è possibile rilevare in alcun modo un effetto tossico [1.2.1].
La massima dose senza effetti rilevabili è chiamata "no effect level". Questa dose determinata sugli animali viene poi estrapolata all'uomo utilizzando un fattore di sicurezza che di solito è 100. Questo fattore è applicato per evitare l'effetto di fenomeni di accumulo nel caso di tossici che si eliminano con difficoltà, di interazioni per esposizione simultanea ad altri tossici e per tener conto delle differenze di specie e individuali di suscettibilità agli effetti tossici e della presenza nella popolazione di vecchi, bambini, malati e gestanti. Il"no effect level" diviso per 100 si può applicare come dose minima permissibile per l'uomo.
Caratteristica dell'azione tossica, oltre la presenza della soglia, è l'aumento della frequenza (nella popolazione) e dell'intensità dei fenomeni tossici con l'aumento della dose. Inoltre passa un tempo piuttosto breve fra l'inizio dell'esposizione e la comparsa degli effetti tossici. Alla sospensione dell'esposizione segue l'attenuarsi e la progressiva scomparsa dei fenomeni tossici, con il ripristino delle condizioni di salute iniziali. La tossicità è quindi, specialmente se lieve o iniziale, un fenomeno reversibile [1.2.1].
Per gli agenti genotossici, di cui fanno parte i cancerogeni, la situazione è molto diversa: intanto non esiste soglia. Con l'aumentare della dose aumenta la frequenza (più individui colpiti) ma non l'intensità: il tumore provocato da dosi bassissime è uguale a quello provocato da alte dosi di cancerogeno. La sospensione dell'esposizione non influisce sullo sviluppo del tumore, che è irreversibile. Il periodo di latenza è poi lunghissimo, da 10 a 40 anni dall'inizio dell'esposizione, tanto che moltissimi tumori sono diagnosticati quando l'esposizione che li ha provocati è già cessata da anni. Si tratta di differenze così profonde da rendere impossibile l'applicazione ai cancerogeni degli schemi impiegati per le sostanze tossiche e quindi la fissazione di livelli, dosi e concentrazioni di sicurezza. Le concentrazioni soglia dei cancerogeni sono cosi basse da esser vicine allo zero analitico.
Infine, mentre per i tossici, a parte i casi ben noti di sinergismo, le azioni tossiche di due di essi, anche se somministrati contemporaneamente, di solito sono indipendenti, nel caso dei cancerogeni l'interazione è la regola e spesso gli effetti non si sommano ma si esaltano. E dato che la condizione più diffusa per la popolazione dei Paesi industrializzati è l'esposizione a pic cole quantità di un gran numero di cancerogeni diversi, l'aumento anche modesto di questo carico, anche per un solo cancerogeno, può avere conseguenze superiori a quelle prevedibili dagli e sperimenti su animali nei quali si ha l'esposizione ad un solo cancerogeno. A questo si deve aggiungere la possibilità di effetti cocancerogeni da parte di numerose sostanze del tutto prive di attività genotossica e quindi cancerogena ma capaci di potenzia re anche migliaia di volte la cancerogenicità dei composti genotossici.
"Per tutte queste considerazioni si deve ammettere che per un cancerogeno l’unica concentrazione priva di rischio sia lo zero”


MAURIZIO BOLOGNETTI
Il lavoro rende liberi: le morti bianche di Ottana

16-05-2012
La chiamano la “fabbrica dei tumori” e chi ci ha lavorato può essere considerato figlio di un dio minore.
E’ la ex Enichem di Ottana dove un tempo si producevano fibre sintetiche. A giudicare da quello che sta emergendo, dalle denunce dell’AIEA (Associazione italiana esposti amianto) e da chi finalmente ha deciso di rompere il muro di omertà, la produzione in quel di Ottana viaggiava di pari passo con l’esposizione dei lavoratori a sostanze tossiche, nocive e cancerogene.
Renzo Puggioni, sindacalista della Uil, il 17 febbraio ha denunciato che i morti di Ottana per esposizioni all’amianto e a prodotti chimici cancerogeni sono 45. Un bilancio con ogni probabilità assolutamente provvisorio.
Il 6 ottobre del 2010, in una lettera indirizzata alla Commissione del Senato per le “Morti bianche”, l’Aiea VBA ricordava che in Italia a partire dagli anni 60, e fino al momento della messa al bando, l’utilizzo dell’amianto a scopo industriale è stato massivo e, soprattutto, che i lavoratori sono stati tenuti nella completa ignoranza dei rischi.
Nella stessa missiva si quantifica in circa 16.000 il numero di lavoratori esposti “quotidianamente ad un ambiente altamente inquinato da fibre di amianto e da tante altre sostanze tossiche-nocive e cancerogene” nel solo comparto fibre. Nel 1962, la Commissione Cee emana la raccomandazione n. 2188 con la quale invita gli stati membri a stilare una lista europea delle malattie professionali. Nel documento in oggetto si parla dell’asbestosi.
Manco a dirlo, e per tener fede alla sua reputazione di “Stato canaglia” in materia di tutela ambientale e rispetto del diritto comunitario, l’Italia recepisce la raccomandazione con 13 anni di ritardo.
Ma torniamo in Sardegna, a Ottana e alla “fabbrica dei tumori". Giovanni Serra ha lavorato per circa 10 anni come strumentista dell’impianto acrilica della Enichem, dove ha respirato le maledette fibre d’amianto: se lo è portato via un mesotelioma pleurico diagnosticato nel 2003. Anna Etzo, la moglie di Giovanni, chiede giustizia, e con il sostegno dell’Aiea e di “Medicina Democratica” ha avviato un’azione giudiziaria civile nei confronti della Syndial, la società del gruppo Eni subentrata alla Enichem.

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Anna dice che vuole giustizia non solo per Giovanni, ma anche per i tanti che non ci sono più.
Raffaele Curreli ha lavorato presso la Enichem di Ottana per quasi trent’anni. Nella sua voce c’è angoscia, ma anche una grande forza. Raffaele si è ammalato, ha una patologia tumorale in stato avanzato. Come Anna non molla e chiede giustizia per sé e i suoi compagni, ad iniziare da quelli che il lavoro lo hanno pagato con la vita.
Pensi ad Ottana, alle fabbriche della Eternit, magari alla Marlane di Praia, all’Ilva di Taranto, alla Enichem di Pisticci e agli operai di Acerra, di Casale Monferrato e di Bagnoli. Pensi: lo sapevano da anni che quelle maledette fibre erano pericolose.

Sì, ci pensi e ti viene in mente la cinica frase che i nazisti posero all’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz:
 "Il lavoro rende liberi"
Raffaele ha detto: “Quella fabbrica ci ha dato da vivere, ma il prezzo che stiamo pagando è troppo alto".
Mario

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Da: Simona Baldanzi simona.baldanzi@gmail.com
A:
Data: 10/06/2012 22.45
Ogg: L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA PRESCRIZIONE

Vi giro il mio articolo di sabato.
Penso possa interessare a molti di voi.

L’insostenibile leggerezza della prescrizione
L'INCARTAUOVA 9 giugno 2012

“Dico no all’ambientalismo di destra, cioè all’ecologia antimodernista e contraria allo sviluppo di chi è contro la TAV e i termovalorizzatori”. Sono le parole del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi pronunciate a terra futura.
Pochi giorni dopo la notizia che ha avuto poco risalto sulla stampa “Assolti per prescrizione 23 amministratori e dirigenti regionali, nonché dirigenti del Ministero dell'Ambiente, accusati dalla procura contabile come responsabili dei danni durante i lavori dell'alta velocità”.
I danni del TAV nel Mugello non hanno nessun colpevole: assolti i progettisti, assolti i costruttori, assolti per prescrizione gli amministratori.
Non voglio stare qua a dire perché non mi sento né un’ambientalista di destra, né un’ecologista antimodernista. Ho una famiglia di cacciatori oltre che di operai e ho sempre vissuto le contraddizioni di un certo ambientalismo: se mio babbo lascia nel bosco un bossolo di cartuccia prende 500 euro di multa, giustamente.
E per quello che è successo in Mugello?
Anziché dirmi cosa sono io, presidente della regione in cui sono nata e vivo, mi spieghi lei perché è a favore della TAV. Provi a farmi capire soprattutto cosa c’è di sinistra e di moderno dentro quell’opera, mi porti i dati, gli studi, il pensiero e le idee e mi convinca così smetto anche di fare gite macabre fra i cantieri con i NoTAV nella mia terra.
Non crede che l’impunità dei politici sulle conseguenze delle grandi opere li aiuti a parlare e decidere con troppa superficialità e leggerezza?

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Da: Mai più Thyssenkrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
Data: 11/06/2012 14.46
A:
Ogg: COMUNICATO STAMPA PRESIDIO EX LAVORATORI THYSSENKRUPP DAVANTI AL COMUNE 15 GIUGNO ORE 9,30

COMUNICATO STAMPA

A ormai un anno di distanza dal 30 giugno scorso, quando abbiamo avuto un incontro con il Sindaco P. Fassino
in cui veniva garantito il suo impegno e di quello della sua Amministrazione a lavorare per favorire un lavoro “certo e sicuro nell’ambito del percorso di mobilità, per tutti i lavoratori”, ci ritroviamo senza lavoro e persino la Lettera Aperta rivoltagli il 7 marzo scorso non ha sbloccato la situazione.
Il processo di primo grado, conclusosi recentemente con la condanna di tutti gli imputati a pene severe, che ci garantiva una certa disponibilità da parte degli organi di informazione a parlare anche della “questione lavoro” che riguarda i lavoratori ancora in mobilità (una decina, in gran parte costituiti Parti Civili nel processo), è andata scemando e ci ritroviamo in una situazione di preoccupazione e incertezza per il nostro futuro e quello delle nostre famiglie.
Francamente non capiamo la refrattarietà del Sindaco e dell’Amministrazione a voler comunicare con noi. Non è certo mancato il tempo e ci siamo sempre dimostrati propositivi nell’ambito del progetto, illustrato in campagna elettorale, della Gran Torino Capitale del Lavoro. Abbiamo solo spinto affinché il programma elettorale di Fassino non rimanga solo un programma di intenti ma venga attuato concretamente: oggi più di ieri è urgente un’inversione di rotta, è necessario che l’amministrazione attui un programma per il rilancio del lavoro a Torino e provincia insieme ai lavoratori e ai sindacati, mettendo al centro anche il rafforzamento e lo sviluppo dei servizi (istruzione, trasporti, sanità, cultura) e la difesa dei diritti. Per questo abbiamo sempre messo a disposizione professionalità e competenze al servizio della Città, perché ci venga garantito il diritto ad un lavoro sicuro e dignitoso per tutti noi.
Non è più il momento di aspettare, il tempo scorre e tra pochi mesi per noi si apre la strada della fine di tutti gli ammortizzatori sociali e quindi della disoccupazione.
Per spingere il Sindaco a darci un incontro di chiarimento sul lavoro svolto in questi mesi, che speriamo non sia trascorso invano ma sia servito all’Amministrazione per lavorare nel senso della ricollocazione dignitosa da noi auspicato, saremo in presidio davanti al Comune venerdì 15 giugno dalle ore 9,30.
Invitiamo a partecipare al presidio tutti coloro che condividono le nostre proposte o sentano comunque l’esigenza di un’inversione di rotta da parte dell’Amministrazione soprattutto per quanto riguarda la questione lavoro, misura necessaria per consentirci di uscire dalla crisi.

Torino, 11 giugno 2012                                                      
Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino

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Da: Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
Data: 11/06/2012 18.28
A:
Ogg: PONTEDERA: DUE GIORNATE PARTICOLARI

Mercoledì 6 e giovedì 7 giugno ancora una volta bandiere rosse Fiom e bandiere rosse Cobas a Pontedera, contro il pacchetto Fornero, che - dopo gli spietati provvedimenti contro le pensioni - va ora all’assalto dell’articolo 18, degli ammortizzatori sociali, dei precari.
La RSU Fiom di Piaggio a Pontedera (una compagine in cui è maggioritario un pensiero radicale che non si accontenta del rituale tuonare del suo vertice nazionale, ma dà vita a una coerente pratica di lotta, sia sul piano aziendale che su quello generale) e la RSU Filcams-Cgil-Cobas Lavoro Privato della Ceva (indotto Piaggio di Lugnano) non sono alla loro prima esperienza unitaria, ma da marzo in poi sono state più numerose che in passato le iniziative con cui esse si sono mosse insieme - sugli stessi obiettivi e con le stesse modalità di mobilitazione - in cortei, presidi, blocchi stradali e ferroviari.
Così, mercoledì la Ceva ha fatto assemblea dalle 9 alle 11 e dalle 13 è entrata in sciopero, per raggiungere la Piaggio, alle cui portinerie era stato organizzato il picchetto a partire dalle 13, in concomitanza con lo sciopero dichiarato per la seconda frazione di lavoro del turno centrale e per la prima metà del secondo turno.
Poco dopo le 14 si è mosso un corteo, che ha raggiunto la sede del PD, a cui sono state rivolte critiche pesantissime per il ruolo di totale sostegno fornito alle politiche del governo Monti di devastazione dei diritti del lavoro, in spregio a ogni attenzione alle aspirazioni e ai bisogni di chi lavora.
Raggiunto il municipio, si sono aperti gli interventi operai, che hanno ricostruito il quadro degli attacchi governativi e padronali al mondo del lavoro subordinato, le complicità del centrosinistra e delle confederazioni sindacali e hanno ribadito la necessità di un percorso di lotte adeguate a fermare la carneficina sociale in atto.
Giovedì, le portinerie Piaggio sono state presidiate fin dalle 5 del mattino, per uno sciopero programmato fino alle 9,30 del primo turno, e alle 7 un corteo (in cui erano presenti anche militanti sindacali Ceva, alcuni militanti Cobas di Pisa e studenti di Occupy-Pisa) ha attraversato la città, ha raggiunto le scuole superiori, ha comunicato le ragioni della lotta ai numerosi studenti affacciati alle finestre e a quelli che sono usciti in delegazione per un breve incontro diretto con operaie e operai.
Poi la stazione ferroviaria e il blocco dei binari.
Per finire, due considerazioni:
1 - la parte maggioritaria e più determinata della RSU Fiom di Piaggio (malgrado gli attacchi recenti e meno recenti che ha dovuto subire sul versante cislino, uillino e ugllino, da una parte, e sul versante della segreteria provinciale Cgil e delle segreterie provinciale e nazionale della Fiom, dall’altra) pare orientata a rinsaldare i suoi legami con componenti di RSU Fiom (come quella della Same di Treviglio nel bergamasco) particolarmente attive non solo contro le politiche padronali e il disegno di legge Fornero, ma anche contro le “normalizzazioni” in corso in casa Fiom;
2 - l’unità d’azione tra RSU Fiom di Piaggio e RSU Filcams-Cobas di Ceva è parsa decisamente rafforzata dalle due giornate di mobilitazione, cosa che (mentre ci si deve confrontare con le marce forzate con cui il governo vorrà fare approvare il disegno di legge capestro ora in discussione alla camera dei deputati) ha le carte in regola per estendersi alle altre realtà del territorio.
Salvatore Bonavoglia, Marcello Pantani, Sandro Soldani
Confederazione Cobas Pisa

 

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