martedì 19 giugno 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 18/06/12




INDICE

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
31 LAVORATORI MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO IN QUESTI GIORNI DI GIUGNO, 274 DALL'INIZIO DELL'ANNO

Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
A L’AQUILA SI MUORE NEI CANTIERI DELLA RICOSTRUZIONE

Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
COMUNICATO STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO - INCONTRO IN COMUNE PER QUESTIONE LAVORO

ANCORA IN MARCIA ! redazione@ancorainmarcia.it
ANCHE “MONTEZEMOLO” SI ROMPE: PER UN GUASTO A TRENO NTV RITARDI E DISAGI A NAPOLI CENTRALE

Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
LAVORO: UN RICONOSCIMENTO A MARCO BAZZONI DAI MACCHINISTI DELLE FS

Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
ABEL

A.I.E.A. Paderno Dugnano a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
ASSEMBLEA MEDICINA DEMOCRATICA NORD MILANO

Altra Lamezia altralamezia@gmail.com
INCIDENTI LAVORO: SI RIBALTA TRATTORE, MUORE SEDICENNE

Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
SUL CONVEGNO DEI COMITATI CONTRO GLI INCENERITORI DEL 1606 A ROMA

Federico Giusti giustifederico@libero.it
VENERDÌ 22 GIUGNO SCIOPERO GENERALE DI TUTTA LA GIORNATA PROCLAMATO DAI SINDACATI DI BASE

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, June 13, 2012 8:42 PM
Subject: 31 LAVORATORI MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO IN QUESTI GIORNI DI GIUGNO, 274 DALL'INIZIO DELL'ANNO

CHI PUÒ NON DORMA,  31 LAVORATORI MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEGLI ULTIMI 10 GIORNI

Dal primo gennaio ad oggi 13 giugno sono morti sui luoghi di lavoro 274 lavoratori (tutti documentati in appositi file) e oltre 500 se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere o sulle strade (sono lavoratori che utilizzano un mezzo di trasporto: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa). La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali, che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade e non solo. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per incidenti stradali".
I morti sui luoghi di lavoro sono per il 30,8% in agricoltura, di questi la metà schiacciati dal trattore (già 41 dall'inizio dell'anno). Edilizia 21% in questa categoria il 28% per cadute dal’alto. Industria 16,1%, quasi la metà di queste morti sono state provocate dal terremoto in Emilia. Servizi 5,8%. Autrasporto 5,1%, Il 2,9% nell'Esercito Italiano (Afghanistan). Il 2,65 nella Polizia di Stato ( tutte le morte in servizio sulle strade). Il 13,3% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Eta' delle vittime: il 4,9% hanno meno di 29 anni, dai 30 ai 39 anni il 14,1%, dai 40 ai 49 anni il 24,48%, dai 50 ai 59 anni il 15,7%, dai 60 ai 69 anni il 9,5%, il 12,8% ha oltre 70 anni. Del 16,5% non siamo a conoscenza del’età. La provincia di Brescia con 10 morti risulta prima per numero di morti se si esclude la provincia di Modena che ha tantissimi lavoratori morti per il terremoto, come negli ultimi anni Brescia è sempre ai vertici in questa triste classifica delle province con più morti sui luoghi di lavoro, con la regione Lombardia che ha già 28 morti. L'Emilia Romagna ha 35 lavoratori morti di cui 18 deceduti per il terremoto sotto le macerie i capannoni industriali, province di Ferrara 6 morti e di Modena 16 morti (la maggioranza a causa del terremoto), Bologna, Reggio Emilia 2 morti. La Toscana registra 20 morti (28 con i morti in mare sulla Costa concordia affondata sulle coste dell'isola del Giglio) , dei due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub), la provincia di Livorno ha 5 morti. Il Piemonte registra 22 morti , con la provincia di Torino che risulta in questo momento con 11 vittime la prima in Italia per numero di morti. La Sicilia 15 morti con le province di Agrigento, Palermo e Messina con 3 morti. Campania 17 morti,provincia di Avellino 6 morti, provincia di Salerno 6 morti. Calabria 12 morti con la provincia di Reggio Calabria con 5. Veneto 14 morti con la provincia di Verona e Vicenza con 3 morti, Lazio 12 morti con la provincie di Roma e Frosinone con 4 morti . Trentino Alto Adige 12 morti, provincia di Bolzano 8 morti. Puglia 10 morti, province di Bari 5 morti e di Brindisi 3 morti. Abruzzo 11 morti con la province di Chieti e Pescara 5 morti. Liguria 7 morti, con la provincia di Genova con 4 morti. Marche 6 morti con la provincia di Ancona con 4 morti. Friuli Venezia Giulia 7 morti, Basilicata 5 morti, 3 nella provincia di Matera e 2 in quella di Potenza,Umbria e 5 morti, tutti nella provincia di Perugia. Sardegna 5 morti, Molise 2 morti. I morti sulle autostrade non vengono aggiunti alle province.
Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011 del'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali.

Carlo Soricelli
Osservatorio indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro

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From: Samanta Di Persio samantadipersio@virgilio.it
To:
Sent: Thursday, June 14, 2012 10:12 AM
Subject: A L’AQUILA SI MUORE NEI CANTIERI DELLA RICOSTRUZIONE

 

Nella provincia di L’Aquila negli ultimi mesi sono accaduti numerosi infortuni sul lavoro, in un mese e mezzo due operai romeni hanno perso la vita.
Il 1° maggio, festa dei lavoratori, Vasil Copil di 51 anni stava eseguendo lavori di ricostruzione di un’abitazione danneggiata dal sisma a Rocca di Cambio. La magistratura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e violazione delle norme di sicurezza, cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Vasil ha fatto un volo di dieci metri. La maggior parte degli infortuni nell’edilizia avvengono per cadute dall’alto, proprio perché non viene utilizzata l’imbragatura.
Ieri, 13 giugno, Vasile Gradinaru, 43 anni, è morto a Montereale mentre stava eseguendo lavori di ristrutturazione di una casa danneggiata dal sisma. L’uomo è stato investito da una ruspa guidata da un collega. Il mezzo si sarebbe ribaltato e le cause potrebbero essere due: errore umano nell’esecuzione della manovra o un ostacolo sul percorso. Ma quel mezzo era idoneo per lo spazio a disposizione per l’esecuzione dei lavori? La magistratura ha disposto l’avviso di garanzia nei confronti di due persone per omicidio colposo. Ancora una volta si teme che la causa sia la sottovalutazione della sicurezza sul lavoro.
Oggi L’Aquila è il cantiere più grande d’Europa e i tecnici della ASL, che si occupano dei controlli sui luoghi di lavoro, sono sott’organico. Inoltre è cambiato lo scenario in cui si opera.
Lavorare in un centro storico di una città, un comune dove ci sono spazi grandi è diverso rispetto a luoghi terremotati, a centri storici dove non ci sono nemmeno vie di fuga.
E’ auspicabile che i comuni, la provincia, la regione diano sostegno a corsi di formazione sulla sicurezza sul lavoro e le imprese debbano avere tale certificazione vincolata alla presenza dei corsi (non solo teoria ma anche pratica) per poter eseguire i lavori.
Inoltre ci sarebbe bisogno di un monitoraggio, con l’aiuto delle forze di polizia, nei cantieri, affinché vengano chiusi quelli che risultano irregolari.
Sono piccoli gesti che possono salvare la vita delle persone. Non è accettabile morire sul lavoro per ricostruire distruzione, che probabilmente è stata causata dalla stessa incuria dell’uomo.

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From: Mai più ThyssenKrupp maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
To:
Sent: Friday, June 15, 2012 5:01 PM
Subject: COMUNICATO STAMPA EX LAVORATORI THYSSENKRUPP TORINO - INCONTRO IN COMUNE PER QUESTIONE LAVORO

Comunicato Stampa

In data odierna, nel corso del presidio antistante il Comune di Torino, si è svolto un incontro tra gli ex lavoratori ThyssenKrupp e il Vice Sindaco Dealessandri.
Durante tale incontro, ad un anno circa dall'ultimo avuto con il Sindaco Fassino, vengono meno tutti gli impegni presi da Palazzo Civico nella ricollocazione degli ex lavoratori ThyssenKrupp.
Già mediante l'invio di una lettera al Presidente della Repubblica Napolitano venivano evidenziati i precedenti e vani tentativi di esprimere al Comune di Torino il nostro disagio e la nostra difficoltà nel cercare una occupazione dignitosa, accentuata da una oggettiva discriminazione per esserci costituiti Parti Civili nel processo.
In seguito, nel mese di luglio 2011, il neo eletto Sindaco Fassino esprimeva il dovere assoluto di prendersi in carico la questione dei suddetti lavoratori e di garantire loro, all'interno della mobilità, una ricollocazione nelle municipalizzate quali GTT, Amiat e Smat.
Si conveniva tra le parti che tale percorso sarebbe iniziato a settembre 2011 con la ricollocazione, nell'arco di un anno, di tutti i lavoratori.
Ad oggi, ad un anno esatto, nessun lavoratore è stato mai contattato per una possibile ricollocazione, nonostante le nostre pressioni per ricordare gli impegni presi.
Il Comune anziché garantire maggiori servizi (di cui c'è gran bisogno) creando così posti di lavoro (unica misura per contrastare gli effetti devastanti della crisi), preferisce diminuire i servizi (come trasporto pubblico e asili) e aumentare le tariffe di quelli esistenti (biglietti GTT) a danno dei cittadini.
Stante la situazione ci vediamo costretti a rivolgerci ad istanze superiori, non escludendo una richiesta di incontro con il Presidente Napolitano affinché, come massima carica dello Stato e Garante del rispetto della Costituzione italiana, prenda posizione e si impegni concretamente a favore della ricollocazione dei lavoratori. Per questo siamo pronti a recarci a Roma per incontrarlo di persona.
Siamo molto delusi dall'abbandono da parte del Comune sulla questione del lavoro, ma come ci siamo battuti per ottenere giustizia nel processo contro i colpevoli della morte dei nostri compagni di lavoro, così ci batteremo per ottenere un posto di lavoro, salvaguardare la Costituzione, i diritti di noi lavoratori, il futuro delle nostre famiglie e dei nostri figli.

Torino, 15 giugno 2012 
Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino

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From: ANCORA IN MARCIA ! redazione@ancorainmarcia.it
To:
Sent: Saturday, June 16, 2012 12:02 AM
Subject: ANCHE “MONTEZEMOLO” SI ROMPE: PER UN GUASTO A TRENO NTV RITARDI E DISAGI A NAPOLI CENTRALE

ancora IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908

Per un guasto al treno di NTV bloccata quasi due ore la stazione di Napoli Centrale. Disagi e ritardi per le centinaia di viaggiatori coinvolti. La 'concorrenza' sui binari non esiste.

Traffico ferroviario sconvolto questo pomeriggio a Napoli per un treno NTV fermo per guasto sui binari della stazione Centrale. Molti altri treni, locali, Intercity ed Eurostar in entrata ed in uscita con centinaia di viaggiatori a bordo, sono rimasti fermi accumulando notevoli ritardi. Un treno AV proveniente da Milano, in arrivo a Napoli alle 19,10 è stato fermo per quasi due ore alle porte della stazione.
I disagi sono stati notevoli e la perturbazione al traffico si è propagata a tutto il traffico nord-sud. La causa secondo la stessa NTV - che come ormai da prassi, si è scusata per il disagio - è da attribuire ad un guasto al convoglio che stava rientrando fuori servizio e senza viaggiatori al deposito di Nola.
Eravamo convinti che le nuove tecnologie adottate su queste macchine le rendessero meno soggette a guasti ma privati o non privati, i treni potranno continuare a rompersi ed a causare disagi a catena su tanti altri treni costretti a fermarsi in linea. Questo nuovo episodio, un'avaria ad un treno di una compagnia ferroviaria privata che determina la paralisi  anche dei treni delle altre imprese, è la dimostrazione oggettiva della particolarità del traffico su rotaia dove le attività di diversi soggetti - inevitabilmente - si condizionano a vicenda. Così come è già accaduto più volte che i treni di Montezemolo si fermassero a causa di guasti su quelli di Trenitalia.
Non vi potrà mai essere una vera concorrenza sui binari, perché il sistema è caratterizzato da una rigidità intrinseca che rende tutti gli operatori reciprocamente dipendenti dall'affidabilità e gli standard di sicurezza di ciascuno degli altri. Solo ora si comincia a capire quanto sia importante mantenere un severo controllo sugli operatori ferroviari e i loro mezzi: un qualsiasi treno può bloccare decine di altri treni con migliaia di viaggiatori per non parlare di quello che potrebbe accadere in termini di sicurezza.
Pur ipotizzando un sistema di penali che, per banali guasti come quello odierno, potrebbero anche essere rilevantissime resta il fatto che l'obiettivo principale di una società moderna dovrebbe essere quello di porre il massimo impegno per far funzionare al meglio i treni, in termini di sicurezza ed affidabilità  e non quello di creare un oligopolio - e magari anche un cartello - di imprese in falsa concorrenza tra loro.
Finora la  concorrenza si è svolta sul marchio e sull'immaginario evocato, (frecce colorate contro treno patriottico, Italo), sul costo del lavoro (Montezemolo paga i nostri nuovi colleghi il 40% in meno di noi), sul tipo di pelle delle poltrone dei vagoni extralusso e sul menù del ristorante.
Quando si viaggia sugli stessi binari e si usano le stesse stazioni, la “concorrenza” semplicemente non esiste.

15 giugno 2012

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Diffondo il seguente messaggio con enorme gioia e tantissimi complimenti al caro amico  Marco Bazzoni !
Marco Spezia

From: Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
To:
Sent: Saturday, June 16, 2012 6:05 PM
Subject: LAVORO: UN RICONOSCIMENTO A MARCO BAZZONI DAI MACCHINISTI DELLE FS

Sabato, 16 Giugno 2012 13:40

Lavoro: Un riconoscimento a Marco Bazzoni dai macchinisti delle FS

da  Redazione Dazebao News

ROMA
Non se l'aspettava proprio Marco Bazzoni, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, quando si è visto arrivare una pergamena che porta la firma dei macchinisti delle ferrovie dello Stato.
Un gesto simbolico di riconoscimento per il lavoro che Marco ha sempre fatto e continua a fare denunciando le ingiustizie sul posto di lavoro. 
Ecco il testo integrale
"Un semplice operaio e un grande uomo, con il suo infaticabile lavoro di informazione, segnalazione e denuncia ha contribuito più di moltissimi professionisti al miglioramento delle condizioni di sicurezza del lavoro in Italia. Da solo, ha messo sotto accusa l'inadeguatezza delle leggi italiane sulla sicurezza del lavoro di fronte all'Europa. Considerato il terrore di tutte le redazioni giornalistiche è però l'angelo protettore di vedove ed orfani del lavoro ai quali dedica gran parte della sua esistenza.

I macchinisti FS


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From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent: Saturday, June 16, 2012 10:15 PM
Subject: ABEL

Due giorni fa ho comunicato a Mario RLS di cantiere, calabrese di Pagliarelle di Petilia Policastro, come Pietro Mirabelli,  poi licenziato ed oggi disoccupato, la morte per tumore di “Abel” nome di fantasia di un lavoratore senegalese che nella sua breve intensa vita aveva girato le miniere di mezzo mondo.
La bella testimonianza di Mario che con “Abel” aveva un rapporto speciale, anche per la comune esperienza in molti cantieri esteri, merita di essere socializzata.
Gino Carpentiero Sezione Pietro Mirabelli di Medicina Democratica Firenze

* * *

Ciao Gino mi ha fatto piacere sentirti al telefono,
avevo proprio bisogno di sentire una voce molto amica.
Senti, per quanto riguarda Abel, così lo chiamavo, ti posso dire che come uomo era un tipo molto socievole, molto tranquillo sempre calmo, quando abbiamo fatto amicizia mi raccontava le sue esperienze
Di lavoro all'estero, di come aveva perso un cugino in una miniera, dove tempo addietro erano stati estratti idrocarburi ed il cugino era morto per intossicazione polmonare e con gravissime lesioni alle vie respiratorie e lui lo aveva visto morire essendogli stato molto vicino fino alla fine, e quella esperienza successivamente lo aveva, come dirti, traumatizzato, e poi successivamente anni dopo lo anno costretto a non lavorare più in galleria.  
Quando ci si trovava in mensa si sedeva al mio tavolo, perché poteva parlare in francese, con me e mi diceva tante cose anche ai paesi dove c'ero stato anche io quando gli dissi una volta che avevo lavorato in Francia e vi avevo abitato per circa 6anni, e quando gli raccontai che avevo lavorato alla costruzione del tunnel sotto la manica, mi disse con quell'espressione di una persona che gli avrebbe tolto alcuni dubbi sulle mie capacità lavorative, mi disse adesso ho  capito perché sei molto serio e bravo, e conosci bene i problemi sulla sicurezza.
Ridendo gli risposi che alla mia pelle ed a quelli che si trovano nei pressi dove io  opero con pale, escavatori, gru, sia in spazi molto ristretti che all'aperto sto molto attento a quello che fanno gli altri.
Mi raccontava della sua ragazza che aveva da alcuni anni, e andava molto d’ accordo, al bar di Marisa vicino al Casello di Barberino capitava che alcuni colleghi di lavoro che erano nella sua squadra sentendoci dialogare in francese gli dicevano “hai trovato un tuo compaesano”.
Ma lui con il sorriso rispondeva “Mario è un buon amico. Mario è internazionale parla altre lingue, non come voi che siete dei manovali” (sempre in tono scherzoso) e ci si faceva 4 risate.
Poi c'è stato il periodo che io sono stato a casa in malattia, ci siamo sentiti qualche volta al telefono poi quando sono rientrato al lavoro lo avevo trovato cambiato anche il suo viso mi voleva dire qualcosa ma era uno restio. Ho provato a domandargli se non stesse bene e guardandomi negli occhi come lui sapeva fare mi fece capire che non si sentiva molto bene.
Era la volta che gli ho detto che se aveva bisogno di farsi visitare da un medico c'era la dottoressa Pino Paola di Barberino, molto disponibile, e quando mi rispose che aveva bisogno di qualcosa di più, gli ho detto “Guarda che a Firenze ho degli amici che sono medici,e fanno anche parte della Medicina Democratica,e si occupano anche dei lavoratori,anche per patologie particolari e riservate”, ed è stato la volta che avevo contattato la dott.sa Martina Speziale poichè il dott. Carpentiero era assente per un convegno.
La notizia della sua morte mi ha lasciato un vuoto di un altro amico, un lavoratore morto certamente per le difficoltà che un lavoratore ha nel tutelare la propria salute dalle polveri sottili, quelle polveri che nel tempo ti trasformano in un cadavere vivente, sempre, e sempre la mancanza di misure di prevenzione sul lavoro ha fatto un'altra vittima, e non sappiamo quelli che muoiono in tutte le miniere di vario genere in tutto il mondo non ci sono parole appropriate per descrivere il dispiacere per la perdita di una vita, di un amico e compagno di lavoro.
Gino smetto perché mi ritorna vivo il ricordo di Pietro
Ciao un abbraccio
Mario

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From: A.I.E.A. Paderno Dugnano a.i.e.a.padernodugnano@fastwebnet.it
To:
Sent: Sunday, June 17, 2012 3:28 PM
Subject: ASSEMBLEA MEDICINA DEMOCRATICA NORD MILANO

Ciao,
martedì 19 giugno ore 21.00 presso la sede di Punto Rosso via Italia 13 (sotterranei scuola media Allende) a Paderno Dugnano si terrà l'assemblea annuale di Medicina Democratica Nord Milano.
Siete invitati a partecipare.

Saluti
Lorena

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From: Altra Lamezia altralamezia@gmail.com
To:
Sent: Sunday, June 17, 2012 4:31 PM
Subject: INCIDENTI LAVORO: SI RIBALTA TRATTORE, MUORE SEDICENNE

Lamezia Terme, 17 giugno  
Un ragazzo di 16 anni, Domenico Furfaro,  è morto  ieri sera  a Lamezia Terme schiacciato dal trattore a bordo del quale stava lavorando nell'azienda agricola di famiglia.
Il ragazzo, per cause in corso di accertamento, è finito sotto il mezzo che si è ribaltato finendo in un  dirupo alto circa cinque metri ed è morto durante il trasporto in ospedale.
Sul luogo dell'incidente è intervenuta la polizia municipale di Lamezia Terme.


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From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
To:
Sent: Sunday, June 17, 2012 6:33 PM
Subject: SUL CONVEGNO DEI COMITATI CONTRO GLI INCENERITORI DEL 1606 A ROMA

Dal nostro coordinatore di Medicina Democratica Gianluca Garetti

* * *

Caro Gino, un breve report/impressioni sul Convegno dei Comitati contro gli inceneritori tenutosi ieri a Roma.
Per Medicina Democratica c'eravamo Amanda ed io.
Lo puoi girare alla lista grande.
Grazie
Ciao Gianluca

* * *

Incontro-confronto tra il movimento Rifiuti Zero ed i Comitati No Inceneritori - No Discariche
Roma 16 giugno, la Sapienza, aula Amaldi

Obbiettivo dell'incontro: creare un movimento nazionale unitario contro gli inceneritori e le discariche.

Presenti circa 140 persone la maggior parte delle quali referenti dei comitati campani e laziali, i più settentrionali eravamo noi toscani (Amanda di RZ Livorno, Roberto ed io Ato centro) perché altri non hanno partecipato non riconoscendo il carattere nazionale dell'incontro (forse non si sbagliavano del tutto), poi c'era un esponente venuto da Catania (abbastanza contestato), uno pugliese e pochi altri geograficamente diversi.
Molti i giovani (finalmente!) perché in Lazio e Campania, c'è in atto una lotta attiva fatta di presidi permanenti(in questo momento Riano e Castagnaro), di occupazioni, di vera e propria contrapposizione fisica, contro le scellerate discariche imposte dall'autorità di turno e contro gli inceneritori.
Dentro tutto il movimento che da anni si batte contro gli inceneritori c'è una contrapposizione, a tratti “feroce”, che lo rende ancora più debole nei confronti della grande lobby dei rifiuti (grandi industrie, politica, mafie) che si può sintetizzare, nel tentativo di semplificare, fra chi è RZ (rifiuti zero) e chi è RT (riciclo totale). Un'altro acronimo TMB (trattamento meccanico biologico) separa altrettanto “ferocemente” al momento attuale gli attivisti, altre  cose che dividono, sono proporre referendum, studiare variazioni legislative ecc. Nei confronti di chi non la pensa come te scatta l'anatema, la cultura del sospetto, della connivenza col nemico. Sub iudice di qualcuno ieri ho sentito che ci sono pure l'esperienza di  Capannori, Rossano Ercolini, De Magistris...(Connet, per ora è risparmiato).
Proprio per non entrare subito nel merito di queste insanabili (?) e tossiche contrapposizioni (ben presenti anche fra i comitati campani-laziali, che hanno organizzato questo incontro-confronto, tanto da avere presentato due distinte  locandine di invito), all'inizio di si è deciso di bypassare lo scabroso tema delle questioni tecniche cioè delle alternative agli inceneritori/discariche, rimandandolo al successivo incontro che si terrà a settembre/ottobre in cui si programmerà anche una manifestazione nazionale no inceneritori-discariche. Però ogni tanto, nei discorsi un convitato di pietra (il TMB ad esempio) spuntava e giù violente (a livello verbale) polemiche a non finire ed ognuno che rimane della sua idea!
Il convegno a parte 4 o 5 interventi di geograficamente diversi, è stato un susseguirsi di interessanti reports (una trentina) sulla vita e sulle azioni dei vari comitati laziali-campani: Albano, Chiaiano, Ponticelli,Terzigno, Mentana, Fiumicino, Cerveteri, Guidonia, Mamme vulcaniche, Riano, Castagnaro ecct ecct. Per la mozione finale dell'assemblea, in un tentativo di condivisione fra le 2 fazioni in lotta (RZ-RT), si è molto dibattuto sulla frase che potesse esprimere e sintetizzare per tutti il processo alternativo e condiviso al duopolio incenerimento-discarica:  recupero totale di materia, senza recupero di energia ( cioè senza produzione di CDR/CSS, da parte dei TMB)... era la frase proposta dai più (che pure io condivido), poi siamo dovuti andare via perchè ci aspettava il treno e non so com'è andata a finire.
Io non sono intervenuto perchè sono venuto a questo convegno per condividere, non la mia  esperienza locale, ma per contribuire a costruire una unione nazionale nella lotta agli inceneritori e discariche, senza essere un tifoso di RZ o di RT, anzi ritenendo del tutto possibile una pacifica convivenza delle due opzioni, come concretamente dimostra il nostro Alterpiano. Personalmente non sono minimamente interessato ad una lotta fratricida ed ideologica, per cui, non parteciperò più in futuro a questo tipo di esperienze se non cambiano le prospettive ed i modi. Noi monnezzari, che badiamo tanto ad una corretta relazione coi rifiuti, dovremmo anche cominciare a praticare un diverso modo di entrare in relazione fra di noi, che sia non-violento, non competitivo, ma all'insegna della cooperazione, dell'uguaglianza e dell'empatia.
Il cammino da fare mi sembra ancora tanto ed in salita, se non si sposa la flessibilità unita alla fermezza, alla solidarietà ed alla sobrietà. Sarebbe un vero peccato sprecare tanti saperi, tante intelligenze ed energie!

Gian Luca Garetti,
del Coordinamento dei comitati Ato Toscana Centro e Medicina Democratica, sez. Pietro Mirabelli Firenze.
Firenze 17/06/12

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From: Federico Giusti giustifederico@libero.it
To:
Sent: Sunday, June 17, 2012 9:47 PM
Subject: VENERDÌ 22 GIUGNO SCIOPERO GENERALE DI TUTTA LA GIORNATA PROCLAMATO DAI SINDACATI DI BASE

E’ di questi ultimi giorni la trovata governativa del “decreto sviluppo”, inventato dal ministro Passera, concorrente in balle con la ministra Fornero.
“Decreto sviluppo”, il quale non è che la sottrazione di miliardi alla spesa pubblica e a quella sociale per regalarli al sistema bancario e finanziario e a quello delle imprese, naturalmente private, a favore delle quali sarà, inoltre, effettuata la svendita del patrimonio pubblico e delle più solide aziende pubbliche.
Così, si avranno nuovi tagli a scuola, sanità, trasporti e licenziamenti in massa nel pubblico impiego, dove però saranno garantite clientele e corruzione, stipendi e pensioni d’oro per i dirigenti.
La crisi sta portando allo scoperto la brutalità dello sfruttamento su cui si basa il regime dei padroni, i quali ribadiscono le loro intenzioni: affossare i problemi economici e sociali delle masse lavoratrici, salvaguardare e rafforzare il proprio potere, imponendoci ogni sorta di sacrifici e di sofferenze.
Il governo, garante degli interessi dei settori sociali privilegiati, intanto sta militarizzando i territori in cui si esercita il diritto di lottare: non passa giorno che nella capitale (luogo nazionale di protesta di lavoratori licenziati o in via di licenziamento, di precari, di disoccupati) polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa non aggrediscano manifestazioni e presìdi.
Ma l’episodio più grave di questa guerra non dichiarata è avvenuta l’11 giugno a Basiano, in provincia di Milano, dove le forze della repressione hanno bastonato a sangue un centinaio di lavoratori che presidiavano i cancelli dell’azienda che li aveva licenziati, hanno fratturato le ossa delle gambe ad alcuni di loro e ne hanno arrestati altri.
Il PdL, l’UDC, il PD, i seguaci di Fini e di Rutelli sono tutti uniti (salvo qualche critica parolaia) nel sostenere il governo dei poteri forti e nel terrorizzare i lavoratori con lo spauracchio dello sfaldamento dell’Euro. Mentre Lega, che quand’era al governo ne ha fatte “di cotte e di crude”, e Italia dei Valori fingono di fare opposizione per apparire “toste e gagliarde” agli elettori in crisi di riferimenti partitici.
A Cisl e Uil (sindacati complici di lungo corso di padroni e governi) si sta ormai aggiungendo la Cgil nel tenere sotto controllo i lavoratori e nel fare in modo che non si sviluppi una risposta di lotta adeguata a fare rimangiare al governo Monti tutte le malefatte di questi sette mesi dacché è in carica.
E pensare che qualche mese fa la signora Camusso aveva dichiarato che lo sciopero generale si sarebbe svolto non oltre l’ultima settimana di maggio (e sarebbe stato già tardi)!
Ora è chiaro che il governo l’articolo 18 lo vuole cancellato; le indennità di cassa integrazione e di mobilità le vuole ridotte ai minimi termini; il lavoro precario lo vuole fare restare precario a vita; in pensione vuole che ci si vada alla soglia dei 70 anni; i cosiddetti “esodati” (salvo una minima parte di loro) vuole che in massa crepino di fame disperati.
Cosa si aspetta a imporre, con una lotta come si deve, un NO netto e duro a tutto questo assalto alle nostre condizioni di lavoro, alla nostra esistenza, alla nostra libertà, alla nostra dignità? Una lotta che spazzi via anche le altre infamie (IMU compresa), sotto cui siamo stati schiacciati dal governo precedente e da quello attuale, fino all’ultima porcata del “decreto sviluppo”.
Altro che i giri di parole di Cgil, Cisl e Uil, sotto la cui regìa stanno precipitando nel disorientamento, nella rassegnazione e nell’impotenza il bisogno dei lavoratori di aprirsi spiragli di speranza, la loro intelligenza e la loro volontà di reagire a tanta spietatezza sociale, la loro collera!
E’ per opporsi a questa deriva che i sindacati di base, insieme ai comitati, ai movimenti, ai centri sociali scendono in sciopero generale di tutta la giornata venerdì 22 giugno.
Uno sciopero, a cui ha offerto il suo sostegno anche Giorgio Cremaschi, fino a pochi giorni fa presidente del Comitato Centrale della Fiom e oggi militante della “Rete 28 Aprile”, un’area di opposizione all’interno della Cgil.

CONFEDERAZIONE COBAS TOSCANA
SETTORE  LAVORO PRIVATO/ PUBBLICO IMPIEGO/ SANITA’

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