TROPPI INFORTUNI
L'infortunio accaduto ieri all'operaio Benedetto Montemurro precipitato da
un ponteggio alto 4 metri mentre faceva saldature al convertitore
dell'Acc.1, poteva avere conseguenze molto più gravi. Ma soprattutto mette
in evidenza la realtà all'Ilva che è diventata e sta diventando ogni giorno
sempre più pesante e inaccettabile perchè la verità è che c'è una situazione
generale, strutturale nella maggiorparte delle aree dello stabilimento che
sta peggiorando nettamente, in cui anche la manutenzione “normale” non viene
fatta e di fatto si taglia sugli interventi di sicurezza, e gli operai
devono lavorare in una situazione dovunque e costantemente a rischio.
La dinamica dell'infortunio di Benedetto non è molto differente (se non per
l'altezza del ponteggio) da quella che a febbraio ha portato alla morte di
Ciro Moccia - dopo che nei mesi immediatamente precedenti erano morti
Claudio Marsella al Mof e Francesco Zaccaria alla gru del porto.
Altre volte poi è successo che i ponteggi sono crollati o le pedane si sono
rotte, perchè messe male o vecchie. Ma il rischio è continuo: ai primi di
aprile vi sono stati 2 infortuni, uno al Pla2 dove un operaio è rimasto col
piede incastrato tra lamiera e rullo, un altro al Treno nastri.
Per non parlare dei gravi incidenti che stanno accadendo troppo spesso
ultimamente, con incendi, crolli, apertura di voragini come il 5 maggio
sulla strada che collega l’Altoforno 2 all’Altoforno 4, che ha provocato la
caduta di un trattore/rimorchio per fortuna in quel momento senza operaio.
In una situazione in cui viene fuori ora, dopo che gli operai lo hanno da
sempre denunciato, la presenza di amianto in Ilva, per esempio al carroponte
dell'Acceieria1.
Si parla di messa a norma dell'area a caldo, ma qui è tutta la fabbrica che
andrebbe messa a norma.
E i sindacati Fim, Fiom e Uilm fanno sempre la denuncia post, mai prima!!
Ieri hanno proclamato uno sciopero, per i ritardi nei soccorsi e per
l'assenza di un piano di evacuazione. Certo, al danno dell'infortunio si
aggiunge anche il danno della lentezza dei soccorsi che (come successe al
Mof) possono mettere a rischio la vita dell'operaio infortunatosi.
Ma Fim, Fio, Uilm e gli RLS attuali sembrano che sono ciechi su come sta
precipitando la situazione della sicurezza in Ilva.
Gli operai sempre più vengono mandati allo sbaraglio. Ma anche qui occorre
più protesta, più combattività, più solidarietà da parte degli stessi
operai.
LO SLAI COBAS ILVA E' IMPEGNATO E FA APPELLO A TUTTI GLI OPERAI PER:
- RIPRENDERE LA DENUNCIA DEI PUNTI DI CRITICITÀ (sull'esempio del Mof e del
Ome-Mua) PER FARE UNA PIATTAFORMA SULLA SICUREZZA IN OGNI REPARTO E IN TUTTE
LE IMPRESE.
- POTENZIAMENTO DEL RUOLO DEGLI RLS IN FABBRICA DA ELEGGERE SUI POSTI DI
LAVORO TRA TUTTI I LAVORATORI INDIPENDENTEMENTE DALLE SIGLE SINDACALI
- POSTAZIONE ISPETTIVA FISSA ALL'ILVA.
8.5.13
SLAI COBAS ILVA
v. Rintone, 22 TA - slaicobasta@gmail.com - 3475301704
Nessun commento:
Posta un commento