prosegue il processo per la morte dell'operaio ILVA Gianluigi Di leo, dove
sono imputati anche 3 sindacalisti confederali all'epoca rappresentanti
lavoratori per sicurezza
prossima udienza a luglio
i tre sindacalisti furono all'epoca denunciati dallo slai cobas per il
sindacato di classe una vicenda che insegna realmente quello che è avvenuto
e avviene all'ilva e chi ha realmente combattuto in questi annia zienda,
capi e sindacati confederali in ILVA
Il 25enne Gianluigi Di Leo fu travolto da una trave. A carico degli imputati
i reati di omicidio colposo e omissione di cautele contro gli infortuni sul
lavoro.la prossima udienza a luglio
In 24 rischiano il processo per l'incidente costato la vita al 25enne
operaio di Mottola Gianluigi Di Leo, schiacciato e ucciso da una trave
staccatasi, nel deposito bramme 1, in seguito allo scontro tra due
carri-ponte. Si tratta di Giovanni Florio, di 38 anni; Pietro Ettorre, di 38
anni; Antonio Lesto, di 58 anni; Guido Toscano, di 41 anni; Pierangelo
Russo, di 33 anni; Francesco Casolare, di 47 anni; Lorenzo Panaro, di 34
anni; Ivano Saracino, di 26 anni; Giovanni Bradiscio, di 35 anni; Pietro
Ferlicchia, di 25 anni; Giovanni Santoro, di 41 anni; Antonello Caramia, di
33 anni; Giovanni Leone, di 31 anni; Giovanni Vinci, di 26 anni; Francesco
Acquaro, di 33 ani; Antonio Leone, di 31 anni; Paolo Restano, di 30 anni;
Salvatore Verardi, di 42 anni; Salvatore Basile, di 48 anni; Damiano
Boccardi, di 29 anni; Vincenzo Troilo, di 51 anni; Immacolato Bilotta, di 54
anni; Pietro Paolo Castronovi, di 36 anni; e Massimiliano Sale, di 37 anni.
A carico degli imputati zono ipotizzati i reati di omicidio colposo e
omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro. L'udienza preliminare
è slittata al 7 ottobre prossimo. Un decreto di sequestro probatorio, con
contestuale avviso di garanzia, fu notificato a tre dipendenti dell'Ilva (un
gruista e i responsabili di esercizio e di manutenzione del reparto deposito
bramme 1) ed al capo reparto di una impresa dell'appalto, la «Nigro» di
Crispiano.
In seguito furono iscritti nel registro degli indagati capiturno e capizona
dello stabilimento siderurgico, operai e rappresentanti della sicurezza.
L'incidente risale al 25 settembre 2005. Stando a quanto emerso, Gianluigi Di Leo,
figlio di un ex delegato della Uilm e lavoratore in pensione della stessa
Ilva, aveva finito il suo turno di lavoro e si stava dirigendo verso la zona
dove si timbrano i cartellini delle presenze.
Passando sotto la campata del ponte dove passano i carri 17 e 18, l'operaio
fu travolto e schiacciato da una trave della copertura, divelta proprio dai
carri che nel frattempo si erano scontrati. L'impatto fu violentissimo e per
Di Leo, che non indossava il casco protettivo, non ci fu nulla da fare
malgrado gli immediati soccorsi.
Uno dei due mezzi coinvolti viaggiava a velocità elevata, circostanza che
può far pensare a problemi di natura meccanica oltre che al mancato
funzionamento dell'impianto anti-collisione. Il sistema potrebbe essere
stato manomesso durante i lavori di manutenzione eseguiti da una ditta agli
inizi della settimana,
Nessun commento:
Posta un commento