mercoledì 22 maggio 2013

Processo Eternit, è morto De Cartier

*Processo Eternit, è morto De Cartier. Scoppia il caso dei risarcimenti alle vittime*


      Il barone belga è deceduto la notte scorsa, aveva 91 anni. Era
      stato condannato in primo grado assieme al miliardario svizzero il
      miliardario svizzero Stephan Schmidheiny

//di FEDERICA CRAVERO e SARAH MARTINENGHI//

Cade uno dei tasselli del processo Eternit. È morto infatti la notte
scorsa il barone belga Louis De Cartier, uno dei due imputati del mega
procedimento per le vittime dell'amianto (l'altro è il miliardario
svizzero Stephan Schmidheiny), di cui si sta celebrando il secondo grado
alla corte d'appello di Torino e la cui sentenza è prevista per il 3
giugno. Nel febbraio del 2012 In primo grado il barone era stato
condannato a 16 anni per disastro ambientale doloso. Solo a Casale
Monferrato, dove la multinazionale aveva lo stabilimento italiano più
grande, si contano quasiduemila morti per amianto. Nell'udienza del
processo d'appello dello scorso 13 marzo, il pm Raffaele Guariniello, in
una requisitoria durata tre ore, ne aveva chiesto la condanna a 20 anni
di reclusione.
De Cartier, che aveva 92 anni, ha vissuto l'ultimo periodo della sua
vita in una villa in Belgio. Fu amministratore delegato dal 1966 al 1978
della multinazionale Eternit, che in Italia aveva quattro stabilimenti,
e fu poi presidente del consiglio d'amministrazione fino al 1986.
La notizia del decesso del barone belga Louis De Cartier non è ancora
stata notificata ufficialmente agli uffici giudiziari. E tuttavia questo
fatto non avrà ripercussioni sull'esito del processo penale, giunto alle
ultime battute, e che continuerà per l'altro imputato, mentre verrà
stralciata solamente la posizione di De Cartier. Eppure la morte del
magnate potrebbe sollevare diverse questioni sui risarcimenti alle parti
civili.
"È una notizia che ci colpisce --- commenta Bruno Pesce, coordinatore
dell'Afeva, l'associazione dei familiari delle vittime dell'amianto ---
anche perché arriva a pochi giorni dalla sentenza. Ma noi continueremo
ad andare avanti. Non per accanimento, ma per dovere. Il numero delle
vittime è destinato a salire ancora. Abbiamo cinquanta nuovi malati ogni
anno".

Per quel che riguarda gli indennizzi alle parti civili, continua Pesce,
"i nostri legali per adesso, ritengono che resteranno validi gli
obblighi della società Etex, quella direttamente riconducibile a De
Cartier, anche se forse sarà necessaria una causa civile. Il nostro
messaggio, comunque, è di tenere duro e di continuare su questa strada.
Il problema dell'amianto è di portata mondiale. Miete più vittime degli
infortuni sul lavoro, ma molti Paesi continuano a produrlo ed
impiegarlo. Il processo di Torino è un tentativo del nostro Stato, del
nostro sistema, di creare giustizia anche a costo di scomodare interessi
enormi".

Il difensore di De Cartier Cesare Zaccone spiega:  "Produrrò un
certificato di morte alla corte - sottoliena l'avvocato - la quale a
quel punto dichiarerà che il reato è estinto per morte del reo, viene
meno tutto anche disposizioni civili, gli eredi però mantengono la
responsabilità nel caso in cui le vittime facciano una causa in civile".
Rimane in piedi anche la responsabilità della sua società, la Etex".
Altro aspetto riguarda l'effettività possibilità da partye delle vittie
di ottenere il becco di un quattrino. Le proprietà delle parti sotto
accusa sono infatti tutte all'estero, praticamente impossibili da
sequestrare

De Cartier era stato condannato a sedici anni di carcere e a versare
circa 80 milioni di provvisionale (ma una quota era a carico di una
delle società della galassia Eternit, la Etex) alle parti civili.
L'avvocato Zaccone ha sempre sostenuto l'estraneità del suo assistito ai
fatti contestati.

*(21 maggio 2013)*

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