L'udienza odierna si apre alle ore 9:45 con la terza parte dell'interrogatorio del dottor Alberto Maffiotti: questi viene sottoposto ad un fuoco di fila serrato di richieste di precisazioni, da parte degli avvocati Bolognesi (difesa del responsabile civile Solvay) e Sassi (difesa dell'imputato Cogliati), sulle procedure di bonifica decise dalle istituzioni coinvolte nella conferenza dei servizi, e sui controlli effettuati dall'Arpa sulla potabilità delle acque.
In particolare, ad insistere su numerosissime questioni, è l'avvocato dell'azienda; costui tenta di scaricare la maggioranza delle colpe dell'accaduto sull'Ausimont: lo fa basando interamente il suo ragionamento sul fatto che le acque di provenienza Solvay sarebbero sempre state potabili, secondo i criteri stabiliti dal D.Lgs. 31/2001 - che riguarda le acque per il consumo umano - mentre la sospensione cautelativa dell'erogazione dell'acqua è dovuta allo sforamento dei parametri fissati dal successivo D.Lgs. 152/2006.
Anche in questo caso, come già nel corso della passata udienza, la Corte si vede costretta a richiamare all'ordine l'avvocato ferrarese - che sta trascinando la discussione su temi più adatti ad un confronto tra consulenti, piuttosto che ad un interrogatorio di testimone - consentendogli soltanto domande dirette, rigettando quelle che richiedono l'opinione del teste: in questo modo, il Bolognesi viene messo in difficoltà e ne vengono ribaltati gli intenti, costringendolo così a terminare velocemente l'interrogatorio, passando la parola al suo collega Sassi.
Dopo una ventina di minuti di pausa, è la volta della seconda audizione
odierna: quello del luogotenente Francesco Ammirata del Nucleo radiomobile dei Carabinieri di Alessandria, uno di coloro che hanno provveduto materialmente all'acquisizione - tra il 2008 ed il 2010 - della documentazione richiesta dalla Procura per l'istruzione del processo.
Tra questa documentazione si trova quella riguardante le caselle di posta elettronica delle dirigenze delle società coinvolte, che risultano contenere una serie di anomalie: alcune cartelle, denominate con riferimenti ai terreni ed alla falda, erano inspiegabilmente vuote.
Ma non solo; altre irregolarità sono state riscontrate anche nel contenuto dei cd-rom e dvd sequestrati: all'interno di questi si trovano alcuni fax contenenti la richiesta di alterazione di alcuni parametri - riguardanti metalli pesanti, solventi, e idrocarburi policiclici aromatici - presenti nei certificati di analisi delle acque, nonché le versioni (sia quella corretta, ad uso interno, sia le tre o quattro riadattate per essere servite agli organi di controllo) dei documenti in questione.
Infine non è possibile non menzionare anche alcune mail che parlano di perdite - causate dalla scarsissima manutenzione, e misurabili nell'ordine delle tonnellate di acque e sostanze tossico-nocive dalle tubature interne al polo chimico - che in più occasioni hanno rischiato di colorare il fiume Bormida, oltre a produrre inquinamento dello stesso e della falda acquifera, che la dirigenza che scrive "non ritiene opportuno diffondere ufficialmente".
Alle ore 14:30 la Corte sospende la seduta e la rinvia, per la seconda parte della deposizione del testimone, a lunedì tredici maggio.
Alessandria, 06 maggio 2013
Stefano Ghio - Rete sicurezza Al/Ge
http://pennatagliente.wordpress.com
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