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PROCESSO D'APPELLO
27/05/2013- IL DOCUMENTO DI 346 PAGINE
Sentenza Thyssen, "Ecco perché abbiamo condannato i manager"
Depositata la sentenza sul rogo che la notte del 7 dicembre 2007 provocò
un disastro immane
ALBERTO GAINO
TORINO
È stata depositata a fine mattinata la sentenza sul rogo alla
ThyssenKrupp di Torino, che la notte del 7 dicembre 2007 provocò un
disastro immane e la conseguente morte di sette operai alla linea 5
dello stabilimento. In 346 pagine il giudice estensore Paola Perrone
documenta il dispositivo che ha mutato profondamente la sentenza di
primo grado, dalla cancellazione del reato di omicidio a titolo di dolo
eventuale per l'allora amministratore delegato di Thyssen Italia, Harald
Espenhahn, con la conseguente riduzione di pena a dieci anni per il
manager tedesco. Di lui si afferma che non può aver agito così
razionalmente.
Il giudice scrive già nell'indice parole significative, soffermandosi
sul «funzionamento patologico» dell'impianto e definendo «gli estintori
né idonei né funzionanti». Scrive poi di «presenza massiva e abituale di
carta e olio sulla linea». Annota che «il telefono per chiamare i
soccorsi è rotto». Registra le numerose «violazioni antinfortunistiche
dello stabilimento» e aggiunge che nel documento di valutazione del
rischio di un anno prima non si contemplava il pericolo di incendio. Un
quadro della situazione drammatico.
La sentenza era stata duramente contestata dai familiari delle vittime,
alla sua lettura del 28 febbraio scorso.
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