Container precipita sul camion: lati oscuri sull'incidente
Indiscrezioni denunciano infrazioni quotidiane ai protocolli di sicurezza.
Quel tif non avrebbe dovuto trovarsi così a ridosso dei cassoni
09/Maggio/2013 - H. 15.15RAVENNA - Non solo il camion non si sarebbe dovuto
trovare in quel punto, a ridosso dei container ed entro il raggio d’azione di
muletti e carrelli elevatori che mettono in movimento cassoni da 30 tonnellate
ciascuno. Lo stesso accesso al terminal da parte del mezzo pesante avrebbe
dovuto seguire determinate procedure di sicurezza che martedì mattina pare non
siano state rispettate. In poche parole, la responsabilità dell’incidente
avvenuto al terminal ‘Dante’ sembra sia da addebitarsi solo in parte all’errata
manovra di un operatore del Tcr; non ci sarebbe stato nessun camionista
‘miracolato’, cioè, se fosse stato rispettato alla lettera il regolamento.
Un’accusa che trapela dal piazzale del più grande terminal container dell’
Emilia Romagna, all’indomani dell’episodio avvenuto due giorni fa. E che piomba
pesante come il cassone che attorno alle 8 ha schiacciato il lato destro di una
motrice che stava aspettando il carico. Il conducente che si trovava nel posto
di guida è rimasto incastrato nell’abitacolo. Illeso ma per un soffio. Per il
momento non risulta che la magistratura abbia incaricato ufficialmente la
Medicina del Lavoro per approfondire gli accertamenti. In fondo l’uomo che si
trovava all’interno del camion, un autotrasportatore romeno di 37 anni
residente a Sesto Imolese, ha riportato lesioni lievi a una gamba, non appena i
vigili del fuoco lo hanno estratto dalle lamiere. Drammatico sarebbe però stato
l’epilogo se con lui, seduto nel lato passeggero ci fosse stato qualcuno. Cosa
che - stando a quanto trapelato nelle ore successive - non è raro che accada.
Testimonianze riferiscono che in più occasioni persone estranee - donne e
bambini compresi - hanno avuto accesso al piazzale. Infrazione bandita dai
protocolli di sicurezza che ogni ditta abilitata all’accesso al terminal
dovrebbe trasmettere ai propri trasportatori e dipendenti.
Ma martedì mattina pare che le procedure a tutela dell’incolumità dei
lavoratori abbiano fatto acqua anche in altri punti. A partire proprio dalla
presenza del camion in quella zona, troppo vicino ai container (di misure
variabili dai 20 ai 40 piedi) ordinati in tre file e su tre livelli; e all’
interno dei margini di spostamento dei mezzi operativi, che pur reggendo fino a
45 tonnellate, già in passato è capitato che abbiano perso il carico. E infatti
martedì, nell’indietreggiare durante le manovre del carrello elevatore, il
container trasportato ne ha urtato un altro. A quel punto il contenitore
(carico di materiali per la produzione di ceramiche) è caduto dall’altezza di
tre metri schiantandosi in parte della motrice del tir. C’è poi un’altra
irregolarità che le indiscrezioni lamentano come quotidiana: l’autoarticolato
era avanzato con la motrice (anziché in retro), diversamente da quanto previsto
dalla procedura di carico per garantire che la cabina del mezzo rimanga a
distanza dal raggio d’azione della macchina operativa che deve sganciare il
container.
Sul posto, oltre al 118 e ai vigili del fuoco, è intervenuta la squadra
Nautica della questura e la capitaneria di porto. Non trattandosi di un
infortunio di grave entità la medicina del lavoro è stata solo informata
telefonicamente. Nella serata di martedì una nota ufficiale del Tcr informava
inoltre che l’incidente era “attribuibile ad una errata manovra di un
operatore”. Elemento che ieri ha suscitato l’intervento dei sindacati, che
hanno lanciato un appello sull’importanza delle misure di sicurezza. E per
verificare le manovre di lavoro, ieri nel piazzale del terminal, è stato
attivato un servizio di controllo.
Ma al di là della prognosi lieve e della nota ufficiale, emergono ora
interrogativi su una realtà che quotidianamente opera lungo il sottilissimo
filo della sicurezza, facendo i conti con l’abitudine. Una delle realtà
economiche tra le più importanti d’Italia. A un passo dalla città, eppure così
sconosciuta.
Federico Spadoni
Nessun commento:
Posta un commento