domenica 12 maggio 2013

Porto di Ravenna: ennesimo operaio infortunato che conferma controlli inesistenti

Container precipita sul camion: lati oscuri sull'incidente
Indiscrezioni denunciano infrazioni quotidiane ai protocolli di sicurezza. 
Quel tif non avrebbe dovuto trovarsi così a ridosso dei cassoni



09/Maggio/2013 - H. 15.15RAVENNA - Non solo il camion non si sarebbe dovuto 
trovare in quel punto, a ridosso dei container ed entro il raggio d’azione di 
muletti e carrelli elevatori che mettono in movimento cassoni da 30 tonnellate 
ciascuno. Lo stesso accesso al terminal da parte del mezzo pesante avrebbe 
dovuto seguire determinate procedure di sicurezza che martedì mattina pare non 
siano state rispettate. In poche parole, la responsabilità dell’incidente 
avvenuto al terminal ‘Dante’ sembra sia da addebitarsi solo in parte all’errata 
manovra di un operatore del Tcr; non ci sarebbe stato nessun camionista 
‘miracolato’, cioè, se fosse stato rispettato alla lettera il regolamento.

Un’accusa che trapela dal piazzale del più grande terminal container dell’
Emilia Romagna, all’indomani dell’episodio avvenuto due giorni fa. E che piomba 
pesante come il cassone che attorno alle 8 ha schiacciato il lato destro di una 
motrice che stava aspettando il carico. Il conducente che si trovava nel posto 
di guida è rimasto incastrato nell’abitacolo. Illeso ma per un soffio. Per il 
momento non risulta che la magistratura abbia incaricato ufficialmente la 
Medicina del Lavoro per approfondire gli accertamenti. In fondo l’uomo che si 
trovava all’interno del camion, un autotrasportatore romeno di 37 anni 
residente a Sesto Imolese, ha riportato lesioni lievi a una gamba, non appena i 
vigili del fuoco lo hanno estratto dalle lamiere. Drammatico sarebbe però stato 
l’epilogo se con lui, seduto nel lato passeggero ci fosse stato qualcuno. Cosa 
che - stando a quanto trapelato nelle ore successive - non è raro che accada. 
Testimonianze riferiscono che in più occasioni persone estranee - donne e 
bambini compresi - hanno avuto accesso al piazzale. Infrazione bandita dai 
protocolli di sicurezza che ogni ditta abilitata all’accesso al terminal 
dovrebbe trasmettere ai propri trasportatori e dipendenti. 

Ma martedì mattina pare che le procedure a tutela dell’incolumità dei 
lavoratori abbiano fatto acqua anche in altri punti. A partire proprio dalla 
presenza del camion in quella zona, troppo vicino ai container (di misure 
variabili dai 20 ai 40 piedi) ordinati in tre file e su tre livelli; e all’
interno dei margini di spostamento dei mezzi operativi, che pur reggendo fino a 
45 tonnellate, già in passato è capitato che abbiano perso il carico. E infatti 
martedì, nell’indietreggiare durante le manovre del carrello elevatore, il 
container trasportato ne ha urtato un altro. A quel punto il contenitore 
(carico di materiali per la produzione di ceramiche) è caduto dall’altezza di 
tre metri schiantandosi in parte della motrice del tir. C’è poi un’altra 
irregolarità che le indiscrezioni lamentano come quotidiana: l’autoarticolato 
era avanzato con la motrice (anziché in retro), diversamente da quanto previsto 
dalla procedura di carico per garantire che la cabina del mezzo rimanga a 
distanza dal raggio d’azione della macchina operativa che deve sganciare il 
container. 

Sul posto, oltre al 118 e ai vigili del fuoco, è intervenuta la squadra 
Nautica della questura e la capitaneria di porto. Non trattandosi di un 
infortunio di grave entità la medicina del lavoro è stata solo informata 
telefonicamente. Nella serata di martedì una nota ufficiale del Tcr informava 
inoltre che l’incidente era “attribuibile ad una errata manovra di un 
operatore”. Elemento che ieri ha suscitato l’intervento dei sindacati, che 
hanno lanciato un appello sull’importanza delle misure di sicurezza. E per 
verificare le manovre di lavoro, ieri nel piazzale del terminal, è stato 
attivato un servizio di controllo.
Ma al di là della prognosi lieve e della nota ufficiale, emergono ora 
interrogativi su una realtà che quotidianamente opera lungo il sottilissimo 
filo della sicurezza, facendo i conti con l’abitudine. Una delle realtà 
economiche tra le più importanti d’Italia. A un passo dalla città, eppure così 
sconosciuta. 

Federico Spadoni

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