mercoledì 15 maggio 2013
Lavoro, sullo stress correlato per sette su dieci le cause sono insicurezza e riorganizzazione
fabrizio salvatori
Per 7 italiani su 10 insicurezza e riorganizzazione sono le principali cause di stress lavoro correlato. Questo e' quanto emerge dal sondaggio paneuropeo commissionato da EU-OSHA, l'agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro alla Ipsos MORI.
Il 71% degli intervistati ritiene infatti la precarieta' e la riorganizzazione nei posti di lavoro tra le fonti piu' comuni di stress lavoro correlato, seguite dal carico di lavoro (65%) e dalla poca chiarezza dei ruoli all'interno dell'organizzazione e dalla mancanza di supporto da parte dei colleghi (63%). Segue in classifica il mobbing (62%) e la carenza di autonomia nel gestire il proprio lavoro che e' considerata fonte di stress dal 52% degli intervistati. Riguardo l'incidenza dello stress nel posto di lavoro, in Italia il 55% degli intervistati ritiene comuni o molto comuni i casi di stress lavoro correlato, a fronte di un 38% che li reputa abbastanza o molto rari. Riguardo la capacita' delle aziende di gestire tali casi, circa il 60% ritiene che vengano gestiti molto o abbastanza bene (a fronte di un 54% a livello europeo).
L'articolo 3 dell'Accordo Europeo dell'8 ottobre 2004 - così come recepito dall'Accordo Interconfederale del 9 giugno 2008 - definisce lo stress lavoro correlato come “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro” .
Il nostro Paese risulta invece agli ultimi posti per i programmi di agevolazione dell'invecchiamento attivo. Secondo il sondaggio solo il 4% degli Italiani conferma l'esistenza nel proprio luogo di lavoro di programmi volti a favorire la vita attiva fino e oltre l'eta' pensionabile. Con questo risultato nettamente inferiore al dato europeo che e' del 12%, l'Italia si posiziona al terz'ultimo posto tra i Paesi europei nelle politiche di invecchiamento attivo, prima di Cipro e della Grecia. E questo a dispetto del dato che confermerebbe il progressivo invecchiamento della popolazione attiva, dal momento che sempre secondo il sondaggio di Eu Osha il 66% degli Italiani ritiene che nel 2020 ci sara' una maggior percentuale di over 60 nel proprio posto di lavoro, a fronte di una media europea del 57%.
Riguardo la percezione sui lavoratori piu' anziani, il 69% li reputa meno capaci di adattarsi ai cambiamenti (60% in Europa) , mentre il 54% crede che siano piu' esposti allo stress lavoro correlato (a fronte di un 42% a livello europeo ) e un 48% che facciano piu' assenze per malattia (35% in Europa). Infine il 42% degli Italiani ritiene che il rischio di infortuni sia maggiore per i lavoratori anziani mentre il 40% li reputa meno produttivi (media europea 28%).
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