STRAGE DI LAVORATORI COSTRETTI A
LAVORARE NONOSTA NTE CI SIANO
STA TE CENTINAIA DI SCOSSE DAL 22
MAGGIO E SAPENDO CHE IN QUELLA ZONA GIA' COSI' DURAMENTE COLPITA CI SONO CENTINAIA DI CAPANNONI COSTRUITI CON LE
STESSE GRAVI PROBLEMATICHE DI QUELLI CROLLATI CON LA PRIMA FORTE SCOSSA.
Ancora diversi lavoratori morti a
causa del terremoto e dal pressapochismo che domina questa nostra sfortunata
nazione. Probabilmente altri lavoratori sono dispersi sotto le macerie, molte
fabbriche erano già aperte nonostante le lesioni. Decine, se non centinaia di
capannoni crollati mentre i lavoratori erano sul posto di lavoro, e questo
nonostante risultava evidente col terremoto della settimana scorsa che erano a
rischio crollo anche altri capannoni costruiti negli anni settanta e ottanta, in
caso di ulteriori forti scosse. DI CHI E' LA COLPA E CHI DOVEVA IMPEDIRE CHE I
LAVORATORI ANDASSERO A LAVORARE NONOSTA NTE GLI EVIDENTI PERICOLI DI ULTERIORI FORTI
SCOSSE?
Modena 29 maggio Sono morti 6
lavoratori, a San Felice sul Panaro 3 lavoratori schiacciati dal tetto del
capannone che è crollato. Le vittime a San Felice sono Kumar Pawan, 31 anni,
originario del Punjab, lascia moglie e figli; Mohamad Azaar, 45 anni,
marocchino, anch'egli lascia moglie e figli; la terza vittima è un ingegnere
italiano di cui non si conosce ancora l'identità. Anche a Mirandola sembra che
le 2 vittime siano operai coinvolti nel crollo del capannone. Una donna è morto
a Cavazzo rimasta sotto le macerie di un mobilificio. l sindaco di Medolla,
Filippo Molinari, conferma la morte di un operaio, rimasto ucciso dal crollo
dell'Emotronic, azienda del biomedicale che ha sede in via Statale. "Al momento
ci sono altre 3 lavoratori dispersi sotto le macerie dello stesso capannone -
spiega il primo cittadino - e sono in corso le operazioni recupero da parte dei
vigili del fuoco, aiutati delle unità cinofile". Con questa Sono già 13 i morti
accertati da queste ulteriore scosse. Dopo la prima scossa del 22 maggio è
risultato evidente che i capannoni industriali, che avevano provocato diverse
vittime erano stati costruiti malamente: si è appreso che le travi in cemento
armato erano praticam ente appoggiate
sulle colonne, senza nessun supporto in acciaio che tenesse unite le strutture.
Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato quello della pericolosità,
con il terremoto che non concedeva tregue (oltre 100 scosse) fare rientrare i
lavoratori in capannoni così poco sicuri, prima d'aver fatto degli interventi di
messa in sicurezza. Ma il "dio denaro" è più importante della vita dei
lavoratori e in questi tragici momenti si ha la conferma che la vita di chi
lavoro non conta niente.
carlo
soricelli
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