INDICE
SULLA FORMAZIONE
Gino
Carpentiero ginocarpe@teletu.it
ACQUISTO
ATTI CONVEGNO 6 OTTOBRE "TAV E SALUTE”
Gino
Carpentiero ginocarpe@teletu.it
PROCURA
DI LANUSEI - COCCO MEDICO COMPETENTE DEL POLIGONO MILITARE DI QUIRRA: OMISSIONE
ATTI D'UFFICIO (RADIAZIONI ALFA E EMOLINFOPATIE MALIGNE)
Marco
Bazzoni bazzoni_m@tin.it
PRESCRIZIONE
BATTE GIUSTIZIA: PER LA MORTE DI ANTONIO D’AMICO NON C’È COLPEVOLE
MORTI
PER INFORTUNI SUL LAVORO NEI PRIMI 4 MESI DEL 2012 CON I MORTI NELLE REGIONI E
PROVINCE
Assemblea
29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
1°
MAGGIO: FESTA DI LOTTA PER IL LAVORO ?!
Gino
Carpentiero ginocarpe@teletu.it
FIRENZE
5 MAGGIO 2012: MANIFESTAZIONE CONTRO GLI INCENERITORI ALLA FORTEZZA DA
BASSO
COBAS
Pisa confcobaspisa@alice.it
SULL'INFORTUNIO
SUL LAVORO A SANTA CROCE SULL'ARNO (ZONA DEL CUOIO)
Altra
Lamezia altralamezia@gmail.com
PIANOPOLI:
SI RIBALTA TRATTORE, MUORE GIOVANE DI 21 ANNI
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To:
Sent: Wednesday, April 25, 2012 8:31 AM
Subject: SULLA FORMAZIONE
LODE
DELL’IMPARARE
Impara
quel che è più semplice! Per quelli
il
cui tempo è venuto
non
è mai troppo tardi!
Impara
l’ABC; non basta, ma
imparalo!
E non ti venga a noia!
Comincia!
devi sapere tutto, tu!
Tu
devi prendere il potere.
Impara,
uomo all’ospizio!
Impara,
uomo in prigione!
Impara,
donna in cucina!
Impara,
sessantenne!
Tu
devi prendere il potere.
Frequenta
la scuola, senzatetto!
Acquista
il sapere, tu che hai freddo!
Affamato,
afferra il libro: è un’arma.
Tu
devi prendere il potere.
Non
avere paura di chiedere, compagno!
Non
lasciarti influenzare,
verifica
tu stesso!
Quel
che non sai tu stesso,
non
lo saprai.
Controlla
il conto,
sei
tu che lo devi pagare.
Punta
il dito su ogni voce,
chiedi:
e questo, perché?
Tu
devi prendere il potere.
Bertolt Brecht
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To:
Sent: Saturday, April 28, 2012 11:52 PM
Subject:
ACQUISTO ATTI CONVEGNO 6 OTTOBRE "TAV E SALUTE”
E’
uscito un numero molto importante di Medicina Democratica: gli atti del Convegno
del 6 ottobre a Torino sulla nocività e l’inutilità della TAV in Val di Susa.
Acquisteremo
anche noi a Firenze un po’ di copie da diffondere in iniziative che concorderemo
con l’Associazione IDRA (che fu presente all’iniziativa con Girolamo Dell’Olio).
Si
parlò non solo dei disastri ambientali ma anche di lavoratori (Girolamo, che
ricordò anche Pietro Mirabelli, ed io che sintetizzai le varie ricerche
effettuate nell’area fiorentina sul grave impatto dell’organizzazione del lavoro
sulla salute dei lavoratori).
Saluti
Gino
Carpentiero
-----------------------
To:
Sent:
Sunday, April 29, 2012 12:03 AM
Subject:
PROCURA DI LANUSEI - COCCO MEDICO COMPETENTE DEL POLIGONO MILITARE DI QUIRRA:
OMISSIONE ATTI D'UFFICIO (RADIAZIONI ALFA E EMOLINFOPATIE
MALIGNE)
Da
Elena Siddi, Medico del lavoro, ricevo questa importante segnalazione di
Marinella Cao sulla strage di Quirra (emolinfopatie tra militari e pastori) e
sulle indagini della Procura di Lanusei che indaga il professor Cocco, Medico
competente, prontamente difeso dalla SIMLII (Società Italiana di
Medicina del Lavoro e Igiene Industriale).
Le
accuse sembrano però molto gravi!
Saluti
Gino
Carpentiero
15
aprile sit-in mensile a Cagliari, piazza del Carmine, ore 10
VERITA’
E GIUSTIZIA PER GLI UCCISI DA VELENI DI GUERRA E DI
POLIGONO
FERMARE
LA STRAGE DI STATO
Dal
15 luglio 2011 il rappresentante del Governo ci offre molte parole di umana
comprensione, il Governo permane in silenzio tombale.
La
verità sulla STRAGE di STATO, nota a tutti, è stata ormai dimostrata dalla
Procura di Lanusei con prove inoppugnabili
(rese note dai media a partire dal 24 marzo).
Con
un lavoro durato poco più di un anno ha risolto “il mistero” (che da 11 anni si
vuole tale) del disastro ambientale e sanitario causato dal poligono
Quirra-Perdasdefogu.
Ha
trovato alcune delle “armi del delitto”: lo smaltimento della spazzatura bellica
Italia-Nato, sia in discariche fuorilegge, sia con i brillamenti fuorilegge, e
conseguente contaminazione di aria, suolo, acque; le emissioni radar; il torio
radioattivo sparso dai missili, accumulato e conservato nelle povere ossa degli
uccisi.
Ha
messo sotto accusa:
-
alcuni
degli intoccabili in divisa, otto generali, un maggiore, due colonnelli, il
tenente ex sindaco di Perdasdefogu;
-
alcuni
complici di alcuni dei depistaggi, i sei responsabili di due indagini
“scientifiche” truffa approntate dal ministero della
Difesa;
-
due
esponenti della vasta “zona grigia” dedita all’ostinata rimozione dell’evidenza.
Il
sindaco di Perdasdefogu e l’epidemiologo medico competente del poligono sono
indagati per ostacolo aggravato alla difesa da un disastro e favoreggiamento
aggravato.
Nulla
toglie alla dimostrazione oggettiva del nesso causale tra le attività militari e
la strage l’ipotesi, purtroppo realistica, che “gli intoccabili” evitino
l’accusa di omicidio plurimo volontario.
I
meandri e i mille rivoli della catena di comando, la distribuzione di
responsabilità in un groviglio inestricabile di livelli (dal soldato che ha
eseguito l’ordine al Capo Supremo delle Forze Armate Italiane, ai vertici NATO)
garantiscono l’anonimato, rendono improbabile individuare gli assassini con nome
e cognome, quindi procedere contro i responsabili.
BLOCCARE
LA STRAGE DI STATO
esige
una decisione politica immediata, non è demandabile né subordinabile ai tempi
biblici del sistema giudiziario dell’Italia, ripetutamente condannata dall’UE
per questo motivo.
Il
Governo ha l’obbligo impellente di sospendere subito le attività dei poligoni
che devastano la Sardegna, non solo in base al principio di precauzione, ma
anche in osservanza degli atti parlamentari d’indirizzo per l’Esecutivo, datati
23/02/11, che gli hanno impartito la direttiva di chiudere i poligoni “ove
emergessero oggettive situazioni di rischio” o “qualora risultasse un
collegamento con l’alta incidenza dei tumori registrata”.
Le
due mozioni complementari del centrodestra e del centrosinistra, approvate dal
Senato all’unanimità, sono un punto fermo.
L’indagine
della Procura, con la forza dell’evidenza sostenuta da prove inconfutabili, ha
fatto cadere “ogni ragionevole dubbio” sul nesso causa/effetto.
Non
esistono più scappatoie.
Ricordiamo
le parole pronunciate in aula il 23/02/11 dal firmatario della mozione della
maggioranza PDL a sostegno della chiusura dei poligoni in Sardegna: “C’è un dato ormai acclarato. In quei
territori abbiamo un’incidenza particolarmente alta di tumori. Vi sono anomalie
nella nascita degli animali allevati. Insomma il nesso esiste ed ormai non
possiamo procrastinare una decisione”
DAL
PARLAMENTO ESIGIAMO
CHE:
-
difenda
le sue prerogative incalzando il Governo affinché esegua le direttive impartite
il 23/02/11 e rientri nell’ambito della legalità provvedendo all’equa
distribuzione sul territorio nazionale dei gravami militari scaricati sulla
Sardegna in misura abnorme (il 60% del demanio a terra, non ci sono termini di
raffronto con le altre Regioni sull’enormità delle zone aeree e marittime
militarizzate);
-
si
attivi per fugare il sospetto feroce di avere inteso affidare la “scoperta della
verità indiscutibile” all’ennesima puntata della farsa ricerca scientifica
infinita mirata a NON trovare.
-
Il
sospetto è avvalorato dalla scelta furbesca dello strumento inadeguato,
l’indagine epidemiologica n.3 in programma e dall’ultima trovata bipartisan,
entusiasticamente sostenuta dal sindaco indagato, di potenziamento del poligono
della morte Salto di Quirra in cambio della chimera della liberazione di Teulada
e Capo Frasca.
DALLA
REGIONE ESIGIAMO
-
che
apra una vertenza forte con lo Stato e faccia valere in tutte le sedi e con
tutti gli strumenti di sua competenza;
-
la
cessazione dei “giochi di morte” del ministero della Difesa e delle FF.AA.;
-
il
diritto alla salute e all’ambiente salubre;
-
il
diritto all’equa distribuzione dei gravami militari;
-
l’obbligo
di chi ha inquinato a disinquinare e farsi pieno carico dei danni.
DAL
GOVERNO PRETENDIAMO:
-
sospensione
delle attività dei poligoni
dove
si sono registrate le patologie di guerra;
-
evacuazione
dei militari
esposti alla contaminazione dei poligoni di Teulada, Decimomanno-Capo Frasca,
Quirra;
-
ripristino
ambientale, bonifica
seria e credibile delle aree contaminate a terra e a mare;
-
risarcimento
ai malati e alle famiglie degli uccisi e risarcimento al popolo sardo del
danno inferto all’isola;
-
annichilimento,
ripudio della guerra e delle sue basi illegalmente concentrate in Sardegna in
misura iniqua;
-
impiego
delle
risorse a fini di pace.
Comitato
Sardo Gettiamo le Basi 346
70 59 885
Famiglie
Militari uccisi da tumore 334 14 21 838
Comitato
Amparu (Teulada)
0785 1259
Comitato
Su Sentidu (Decimo) 333 48 39 824
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From:
Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
To:
Sent: Sunday, April 29, 2012 10:33 PM
Subject:
PRESCRIZIONE BATTE GIUSTIZIA: PER LA MORTE DI ANTONIO D’AMICO NON C’È COLPEVOLE
RAVENNA Martedì, 24 Aprile 2012 12:25
Antonio D’Amico,
racconta sua figlia Concetta, “puzzava di fabbrica”. Era uno di quei “quadri
intermedi” FIAT, considerati ancora, dai tanti fighetti di sinistra, "venduti e
traditori", che aveva fatto del suo “Lavoro” il suo biglietto da visita e,
insieme alla dedizione alla sua famiglia,
la sua ragione di vita.
In “Fabbrica”, a
Pomigliano, Antonio era entrato da ragazzo e, a 52 anni, aveva compiuto tutta la
trafila che lo aveva portato, da apprendista, ad assumere un ruolo di
coordinamento e guida dei suoi compagni di lavoro, non solo per motivi legati
alla disciplina e alla gerarchia contrattuale ma, soprattutto, perché era uno
dei migliori; un punto di riferimento, insomma!
Ebbene, con questa
esperienza; con questo retroterra di sapere e di conoscenza, quel maledetto 6
marzo 2002, Antonio, a detta di FIAT, che l’ha dichiarato al processo, avrebbe
agito con leggerezza e avventurismo, al punto di trovarsi davanti alle ruote del
“muletto” che lo ha investito uccidendolo.
Il mezzo, è stato
appurato in sede processuale, era guidato (senza patentino) da uno dei
“disperati” della produzione: un incolpevole giovane precario, neo assunto dalla
società appaltatrice dei lavori di logistica, senza formazione né esperienza che
in primo grado, comunque, si accolla tutta la responsabilità e viene condannato,
nel 2008 (sei anni dopo l’omicidio, a quattro anni dall’inizio della causa), a
poco più di un anno.
Con lui, ad onor
del vero, vengono parimenti condannati: il suo capo diretto e un dirigente della
società LOGIT tant’è che, stante che tutti i chiamati in causa di FIAT (4
dirigenti) sono andati assolti, è solo per salvare loro, non certo il ragazzo,
che l’azienda di “Corso Agnelli” ricorre in appello chiedendo l’annullamento
della sentenza di primo grado.
Il processo di
appello si trascina, tra un rinvio e l’altro, per quasi quattro anni mettendo in
opera un’azione di demolizione fisica e morale dei familiari di Antonio, primo
tra tutti suo figlio Rosario, dirigente sindacale di USB in FIAT, che da oltre
10 anni vive solo per riabilitare la memoria di suo padre e per ottenere la
condanna dei suoi assassini.
E proprio Rosario,
presente in fabbrica anche il giorno dell’omicidio di suo padre, che mi racconta
dei tempi artatamente dilatati: una volta solo perché il numero civico
dell’indirizzo di residenza di uno degli imputati non corrispondeva
all’indirizzo comunicato; e delle tante umiliazioni a cui è stata sottoposta la
sua famiglia attraverso: false testimonianze; spostamenti in reparti confino e
continue provocazioni. Fino all’ultima, il giorno della sentenza di
“prescrizione del reato” quando, al termine della lettura del dispositivo, il
giudice ha chiesto ai carabinieri in aula di “scortare” i familiari
all’uscita.
Prescrizione,
dunque. Anche in questo caso la giustizia italiana, impotente con i potenti,
arriva ad appurare una verità; indica i colpevoli e li processa ma li manda a
casa senza “punizione” e, come se non bastasse, condanna i familiari delle
vittime ad un di più di onta fatta di sorrisetti, di calunnie gratuite e di
minacce quelle a cui, fin dal 6 marzo 2002, Rosario è stato sottoposto e che
oggi, fatta forte dalla sentenza favorevole e dei mutati rapporti di forza post
referendarie in fabbrica, FIAT sarà tentata d’inasprire.
Ben
vengano, dunque, i riflettori accesi dal presidente della Repubblica, che il
prossimo 1° maggio consegnerà a Rosario, la “Stella al Merito” alla memoria di
suo padre Antonio, perché, più del valore simbolico, sono un modo per
inibire le azioni repressive di FIAT. Purtroppo, però, possono non bastare ed è
per questo motivo che quei riflettori dobbiamo tenerli accesi il più a lungo
possibile. Dobbiamo azionare un’opera fatta di continui appelli, notizie,
iniziative di sostegno a Rosario che costituiscano, insieme ad una doverosa
azione informativa, un deterrente a qualsiasi atto ostile nei suoi
confronti.
Non mi illudo di
battere il colosso di Detroit e il suo profeta. Ma non tentare, almeno, di far
valere i miei diritti di cittadino indignato e di consumatore sovrano: orientato
e incazzato, sarebbe una sciocca e inutile resa senza combattere a cui, almeno
io, proprio non riesco a rassegnarmi.
Così, dopo gli
accordi imposti dal profeta del nuovo capitalismo, io e mia moglie, abbiamo
deciso di comprare, fino a prova contraria, solo macchine di altre aziende
europee, tedesche o francesi: ci sembrano migliori, costano di meno e (almeno a
prima vista) trattano meglio i loro operai!
A proposito, in
barba alla bile del profeta che continua a perdere quote di mercato, lo scorso
anno ne abbiamo cambiate due. A rate, ovviamente!
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To:
Sent:
Tuesday, May 01, 2012 10:26 AM
Subject:
MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO NEI PRIMI 4 MESI DEL 2012 CON I MORTI NELLE
REGIONI E PROVINCE
Osservatorio
Indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro
Dal
primo gennaio ad oggi 1 maggio sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 163 lavoratori (
tutti documentati in appositi file) e 325 con i lavoratori morti sulle strade e
in itinere (stima minima).
I
MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO sono per il 31% in agricoltura, il 23% in
edilizia, nei servizi il 12,3% ,nell'industria l'8,9. nell'autotrasporto il
5,8%.Il 13,7% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Il 23,5% hanno
un'età compresa tra i 30 e i 50 anni. Il 33% ha più di 51 anni. L'8,9% meno di
30 anni.
E'
sempre la provincia di Brescia con 8 morti, come negli ultimi anni, a guidare la
triste classifica delle province con più morti sui LUOGHI DI LAVORO, con la
regione Lombardia che ha già 22 morti. Segue la Toscana e l'Emilia Romagna con
15 morti (23 con i morti in mare del Giglio, dei due fratelli del peschereccio
affondato al largo di Livorno e di un sub), la provincia Modena con 3 morti,
Bologna, Reggio Emilia e Ferrara con 2 morti. Il Piemonte registra 13 morti ,
con la provincia di Torino con 8 morti. La Sicilia 9 morti Il Veneto, il Lazio e
la Puglia registrano 8 morti. le province di Avellino e Brindisi con 3
morti. Marche e Calabria 5 morti con la provincia di Ancona con 4 morti. Friuli
Venezia Giulia e Umbria 4 morti, La provincia di Perugia 4 morti. I morti dei
cantieri sulle autostrada non vengono aggiunti alle
province.
Nel
2011 ci sono stati più di 1.170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6%
sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel
2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011 del'Osservatorio. Ci sono
cartine geografiche con il numero di morti per ciascuna provincia italiana e
grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime
d'infortuni mortali.
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From:
Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, May 02, 2012 3:21 PM
Subject: 1°
MAGGIO: FESTA DI LOTTA PER IL LAVORO ?!
Riceviamo
e giriamo.
Da
far conoscere e pubblicare, grazie.
Per
il 1° Maggio, assieme ad Assemblea 29 giugno, abbiamo deciso di essere presenti
alle iniziative di Seravezza e Stiava, come negli anni passati. Per nostra
sollecitazione, la sera prima, ci è stata data la possibilità di prendere la
parola per spiegare succintamente le iniziative e l’iter processuale della
strage di Viareggio.
A
Seravezza ha parlato per alcuni minuti Claudio, a Stiava avrei dovuto parlare
io. Ho chiesto se poteva salire sul palco anche Riccardo [Antonini] per spiegare
la sua situazione rispetto al licenziamento in quanto conseguenza della mobilitazione per la
verità, la giustizia, la sicurezza: era il giorno di Riccardo, come di tutti
quei lavoratori che subiscono questi ricatti!
Questa
richiesta ci è stata negata dai rappresentanti sindacali promotori del 1° Maggio
con una motivazione a dir poco insolita e ridicola: “l’intervento di Riccardo
avrebbe diviso la piazza …”.
Intervenire
tre minuti per dire che:
-
l’articolo
18 è una tutela che dobbiamo assolutamente difendere,
-
l’udienza
del suo licenziamento si terrà al Tribunale del lavoro di Lucca il 5 luglio
prossimo,
-
sono
in programma prossimi appuntamenti fino al 29 giugno 2012
(manifestazione-fiaccolata in occasione del 3° anniversario della strage),
-
i
familiari di altre immani tragedie hanno dato vita al Coordinamento dei Comitati
e delle Associazioni per sviluppare e rafforzare la solidarietà e l’unità
affinché simili stragi non siano dimenticate, non rimangano impunite e non
abbiano a ripetersi.
Queste
considerazioni e informazioni avrebbero spaccato la piazza?! Ma vogliamo
scherzare?
In
piazza non abbiamo fatto alcuna polemica. Pensiamo, però, giusto informare di
questo fatto che giudichiamo molto grave e vergognoso, auspicando che non si
ripeta.
Consideriamo
questa censura una grave caduta di stile, offensiva nei confronti di noi
familiari che sosteniamo la reintegrazione di Riccardo, oltre che nei confronti
dei lavoratori e delle lavoratrice che i sindacati dovrebbero rappresentare e
rispettare.
Viareggio,
1° maggio 2012
Daniela
Rombi
Presidente
dell’Associazione
“Il
mondo che vorrei” onlus
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Da:
Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it
Data:
03/05/2012 0.08
A:
Ogg: FIRENZE 5 MAGGIO 2012: MANIFESTAZIONE CONTRO GLI INCENERITORI ALLA FORTEZZA DA BASSO
Ogg: FIRENZE 5 MAGGIO 2012: MANIFESTAZIONE CONTRO GLI INCENERITORI ALLA FORTEZZA DA BASSO
Contro
gli inceneritori, che come la TAV, rientrano nel partito trasversale degli
AFFARI.
Saluti
Gino
Carpentiero
From:
Notizie FuoriMercato notiziefm@gmail.com
Sent:
Saturday, April 28, 2012 9:27 PM
Subject:
FIRENZE
5 MAGGIO 2012: MANIFESTAZIONE CONTRO GLI INCENERITORI ALLA FORTEZZA DA
BASSO
Sabato
5 maggio 2012 a Firenze
Manifestazione
no inceneritori sì alternative
Concentramento
ore 15 Piazza Bambini e Bambine di Beslan
Coordinamento Comitati ATO Centro
Manifestazione
contro gli inceneritori alla Fortezza da Basso
Noi
donne e uomini, abitanti dei territori della Toscana centrale, attiviste/i dei
comitati e delle associazioni, ci battiamo da anni contro il consumo
indiscriminato di territori e beni comuni, nocività e tossicità sanitarie e
sociali, peraltro assolutamente evitabili, collegate al sistema impiantistico e
gestionale integrato basato sull’incenerimento dei rifiuti–biomasse e sulle
discariche collegate.“
Come
coordinamenti e comitati abbiamo
proposto ALTERPIANO per l’ Ato Toscana Centro e altre proposte alternative che
si basano su una partecipazione concreta ed effettiva degli abitanti e che
promuovono una reale inversione di rotta basata sul riciclaggio/riutilizzo della
materia, sull’ abbandono del dogma della combustione, sulla riduzione della
produzione dei rifiuti e delle nocività indotte dal loro trattamento attraverso
l’ incenerimento e le discariche collegate.
L’incenerimento
fa crescere l’inquinamento: uno dei principali indici dell’ alterato rapporto
tra uomo-società-ambiente è rappresentato dall’aumento di incidenza dei tumori
specie di quelli infantili e della riduzione della vita media in
salute.
L’incenerimento
fa crescere il debito pubblico, spreca l’acqua, privilegia “ macchine magiche” invece del lavoro
umano legato al risparmio di materia-energia, al riciclaggio e alla manutenzione
che aprono nuove concrete possibilità di lavoro stabile: con Alterpiano PREVEDIAMO IIMMEDIATAMENTE
2000 posti di lavoro in più !
Proponiamo
una inversione di rotta che si oppone alle privatizzazioni e si basa su un uso e
una gestione comune dei servizi e dei beni fondamentali come la salute, il cibo
sano, i materiali, l’acqua, le fonti energetiche, il
territorio.
Alterpiano
rende operative le disposizioni della Direttiva Comunitaria 2008/98 che all’
art. 4, comma 2 introduce la possibilità concreta di avviare cicli chiusi, di
ridurre la quantità dei residui, di abbandonare gli impianti che distruggono
materiali come sono gli inceneritori.
Il
Piano Interprovinciale di gestione dei rifiuti dell’ ATO Toscana Centro, vecchio
di dieci anni invece guarda al passato, non avvia una virtuosa economia della
riduzione e del riciclaggio ad alta occupazione e disattende colpevolmente le
norme comunitarie e nazionali, mettendo al centro il binomio inceneritori /
discariche .
ALCUNE DELLE NOSTRE PROPOSTE
Avvio
della gestione a ciclo chiuso dei residui, delle filiere del riutilizzo e del
riciclaggio. In questo quadro lanciamo la proposta di costituire l’ ATO TOSCANA
CENTRO come Distretto della Riprogettazione e del Riciclaggio. Un Distretto che
rende operante e operativa quella società europea del riciclaggio che è l’
obiettivo della Direttiva Comunitaria 2008/98.
Utilizzo
degli incentivi per le attività riferibili al Distretto del
Riutilizzo-Riciclaggio invece che per l’ incenerimento.
Passaggio
dal Sistema Integrato alla Strategia Rifiuti Zero basata sull’ economia del
riciclo, sul riciclaggio complessivo.
Chiusura
immediata degli inceneritori di Montale e di Selvapiana per manifesto danno
sanitario e territoriale e il blocco dei progetti per gli impianti di
incenerimento di Case Passerini, Testi. In questo modo si evitano i costi
sanitari, economici e dovuti al conferimento fuori ATO dei rifiuti pericolosi
che residuano dall’ incenerimento.
Sostituzione
di un MARCHIO "DIOXIN FREE" PER GLI ALIMENTI, in analogia a quanto proposto
dalla “Campagna Nazionale per la difesa del latte materno dai contaminanti
ambientali”, promossa da società scientifiche, associazioni di genitori e da
associazioni che si occupano di promozione e tutela
dell’allattamento.
Questo
appello è rivolto alla multiforme società della Toscana centrale – comitati
popolari; associazioni ambientaliste, culturali, dei consumatori; realtà di
base, lavoratori, sindacati, gruppi di acquisto solidali, contadini, rurali,
attiviste e attivisti; abitanti dei territori collinari, montani e di pianura;
movimento dell’ acqua, movimento TAV, difensori dei paesaggi, studenti,
Università, partiti , amministrazioni lungimiranti che hanno intrapreso la
strada virtuosa del risparmio e del riciclo.
Per
rilanciare le tante proposte alternative che tutti coloro che si battono e si
sono battuti per la difesa del territorio e dei beni comuni sono stati e sono in
grado di elaborare e concretizzare, per porre fine alle nocività, alle
precarietà, alle disuguaglianze, alla privatizzazione e finanziarizzazione dei
beni comuni fondamentali.
PER RIPRENDERE IN MANO IL NOSTRO PRESENTE E IL NOSTRO FUTURO, PER DAR VITA A MODI DI USARE IL TERRITORIO BASATI SUI BISOGNI DEGLI ABITANTI E NON SU QUELLI DELLE LOBBIES FINANZIARIE, DELLE MULTIUTILITY, IMPIANTISTICHE, ECONOMICHE.
Mandate le vostre adesioni a
-----------------------
Da:
COBAS
Pisa confcobaspisa@alice.it
Data:
03/05/2012 12.01
A:
Ogg:
SULL'INFORTUNIO SUL LAVORO A SANTA CROCE SULL'ARNO (ZONA DEL
CUOIO)
Infortuni e incidenti attorno ai muletti in aumento.
Si
faccia chiarezza sull'ennesimo infortunio sul lavoro in Provincia di
Pisa!
Attendiamo di conoscere i dettagli del grave incidente sul lavoro (l'ennesimo!!) a Santa Croce, ma già ora bisogna ribadire la scarsa attenzione verso i muletti molti dei quali non sono a norma, vecchi e obsoleti, guidati da addetti priva di informazione e formazione, come previsto da quasi 20 anni.
In
aumento gli infortuni con i carrelli elevatori per svariati motivi tra i quali
segnaliamo:
-
condizioni
costruttive inadeguate alle normative vigenti;
-
mancanza
di dispositivi di sicurezza come le cinture, i segnali acustici, i
lampeggianti;
-
spazi
troppo ristretti dove operare e a contatto troppo stretto con gli operai;
-
ostacoli,
pendenze eccessive, assenza di cartelli segnalatori e di aree adibite a soli
muletti.
Come
accade per gli estintori, anche per i muletti occorre un controllo rigoroso e
sistematico perché sono causa, diretta e indiretta, di centinaia di infortuni
all'anno, alcuni dei quali mortali o con gravi patologie invalidanti per chi ha
subito gli infortuni.
L'aumento
degli infortuni è una delle prime conseguenze della crisi perché si opera in
condizioni sempre più precarie, con ritmi insostenibili imposti da una
organizzazione del lavoro che scarica sugli operai carichi e mansioni ormai
intollerabili
Confederazione Cobas Pisa e Valdera
Davide
Banti e Federico Giusti
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Da:
Altra Lamezia altralamezia@gmail.com
Data:
03/05/2012 16.40
A:
Ogg:
PIANOPOLI: SI RIBALTA TRATTORE, MUORE GIOVANE DI 21 ANNI
Pianopoli (CZ), 3 maggio
Un
giovane di 21 anni, G.V., è morto stamani a Pianopoli schiacciato dal trattore
alla guida del quale stava lavorando e che, per motivi in corso d'accertamento,
si è ribaltato, schiacciandolo.
L'episodio
è accaduto in un terreno di proprietà della famiglia della vittima.
A
trovare il cadavere è stato il padre della vittima, che ha chiamato il 118 il
cui intervento, però, si è rivelato inutile.
Le
indagini sono state avviate dai carabinieri.
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