INDICE
ASSISTENZA
LEGALE IN CASO DI INFORTUNI SUL LAVORO
SCRIVIAMO A GIORGIO
ROSSETTO !
Marco
Bazzoni bazzoni_m@tin.it
IMPERIA,
MUORE IN CANTIERE, GETTATO NEL TORRENTE
Federico Giusti giustifederico@libero.it
RAPPRESENTANTI
LAVORATORI PER LA SICUREZZA
Comitato Difesa Salute di Tezze sul Brenta e Bassano del Grappa Salute.Tezze@libero.it
PER NON DIMENTICARE
I LAVORATORI MORTI ALLA TRICOM
Gino
Carpentiero ginocarpe@teletu.it
AGGIORNAMENTO
INDAGINI POLIGONO MILITARE DI QUIRRA
Marco
Bazzoni bazzoni_m@tin.it
INFORTUNI
MORTALI: I DATI INAIL E QUELLI VERI
Unione
Sindacale di Base Sede Perugia perugia@usb.it
RICORSO
PER IL “CAMBIO DIVISA”
-----------------------
Sent: Sunday, April 29, 2012 5:21 PM
Subject:
ASSISTENZA LEGALE IN CASO DI INFORTUNI SUL LAVORO
Ciao
Marco,
ti
informo che, qualora avessi notizia di persone rimaste vittime di incidente sul
lavoro, noi abbiamo un'organizzazione che ci patrocina, nel senso che ci da
assistenza legale GRATUITA per coloro che non possono permettersi di pagare un
avvocato (la maggioranza degli operai).
Questa
organizzazione, ben struttura e altamente professionale, lavora con "OBBLIGO DI
RISULTATO", nel senso che nulla viene chiesto al malcapitato se non al
raggiungimento del risultato positivo.
Garantisco
al 100% la professionalità del gruppo "Giesse" (Gestione Sinistri) che ha oltre
30 ufficio sul territorio e, dal 1985, ha risolto a buon fine oltre 30.000 casi.
Puoi
visitare il loro sito: http://www.giesse.info/
Un
caro saluto, a presto.
Pietro Serangeli
-----------------------
To:
Sent: Friday, May 04, 2012 7:25 AM
Subject: SCRIVIAMO A GIORGIO
ROSSETTO !
Giorgio
Rossetto è un Notav, detenuto dal 28 gennaio scorso nel carcere di Saluzzo nella
sezione Isolamento. Le sue lettere da dentro il carcere ci hanno fatto conoscere
la situazione di tutti i detenuti prima ancora della sua situazione personale,
attraverso una corrispondenza epistolare della quale abbiamo dato sempre massima
diffusione.
Da
Saluzzo sono arrivate lettere e comunicati collettivi che più volte hanno
denunciato la situazione che la popolazione carceraria vive, nella fattispecie i
reclusii nel braccio Isol, esclusi dalla socialità e dalle attività del carcere,
costretti in celle cubicoli con persino l’aria isolata dagli
altri.
In
seguito a queste denunce e alla campagna Freedom4notav:
l’oliato
meccanismo del carcere ha iniziato a scricchiolare e per questo la direzione
tenta di ostacolare la campagna dei detenuti prendendo, di accordo con la
Procura, di mira Giorgio infliggendogli la censura alla posta in entrata ed in
uscita per 6 mesi con l’accusa di “aver tenuto un comportamento di istigazione
alla ribellione di altri detenuti, anche in accordo con soggetti esterni al
carcere”.
Atto
di insubordinazione massima agli occhi di chi vuole gestire nel silenzio la vita
di centinaia di persone costrette alla detenzione.
Scriviamo
a Giorgio, contro la censura, inceppiamo il meccanismo!
Dobbiamo
inceppare il meccanismo collaudato del carcere e delle sue strutture, rendendo
un normale servizio come quello della corrispondenza, un lavoro “faticoso” per
guardie ed addetti.
Possiamo
farlo tempestandoli di lettere, cartoline, riviste, pacchi per Giorgio e gli
altri detenuti della sezione, dimostrando che da fuori, quell’istigazione alla
ribellione, è forte da tempo e non lascia da solo nessuno.
Invitiamo
tutti a scrivere a:
Giorgio
Rossetto
Casa
di reclusione di SALUZZO
Regione
Bronda, 19/b
Località Cascina
Felicina
12037
– SALUZZO (CN)
-----------------------
To:
Sent: Friday, May 04, 2012 6:37 PM
Subject:
IMPERIA, MUORE IN CANTIERE, GETTATO NEL TORRENTE
State sicuri che
questo operaio morto sul lavoro in un cantiere e vergognosamente fatto sparire
in un torrente, per far pensare ad un suicidio non verrà assolutamente
conteggiato nei dati INAIL sulle morti sul lavoro.
Chissà quanti
lavoratori muoiono "in nero" ogni anno e di cui non sapremo mai
nulla!
E l'INAIL ogni anno
ci parla di calo delle morti sul lavoro......
Saluti.
Marco Bazzoni
Marco Bazzoni
Operaio
metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza
Firenze
Il
corpo di un uomo trovato alcune settimane fa a Taggia potrebbe essere quello di
un lavoratore in nero abbandonato dopo un infortunio sul lavoro. L'ipotesi sulla
base dell'autopsia.
Indagini
in cantieri anche in Piemonte e lungo la Costa Azzurra.
da Sanremo
News
Bruno
Persano
Quando il cadavere
fu ripescato qualche settimana fa nel torrente Argentina a Taggia, vicino
Imperia, le autorità pensarono ad un suicida o alla vittima di una caduta. Ma
l'autopsia ha svelato uno scenario ben più terribile. Quel corpo ancora senza
nome potrebbe essere di qualche lavoratore in nero vittima di un infortunio sul
lavoro.
Per non avere grane
con la giustizia, chi l'aveva assunto potrebbe averlo gettato nel fiume distante
dal cantiere dove è morto. L'autopsia ha svelato lesioni toraciche e addominali,
risultate mortali, e gravi traumi avvenuti dopo la morte. E quindi, è parere
dell'anatomopatologo, l'uomo sarebbe morto a causa di una violenta caduta alla
quale in seguito si sono sommate altre lesioni meno gravi giustificate
dall'abbandono nel greto del torrente.
La procura di
Sanremo ha aperto un fascicolo per occultamento di cadavere. Le indagini nei
cantieri della zona e della provincia di Imperia, per ora, non hanno aggiunto
elementi utili per l'indagine, ma i carabinieri non escludono che l'infortunio
possa essere avvenuto anche in Piemonte o nella vicina Costa
Azzurra.
Grazie ad un
software, il volto della vittima è stato ricostruito al computer. Si tratta di
un uomo di età compresa tra i 25 ed i 30, di razza europea-caucasica, alto un
metro e 70.
04 maggio 2012
-----------------------
Da: Federico Giusti
giustifederico@libero.it
A:
Data: Lun 7 Mag
2012 11:01 am
Oggetto:
RAPPRESENTANTI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
A seguire la lettera inviata dal COBAS Comune di Pisa alla RSU e ai sindacati provinciali sulla nomina degli RLS.
Un particolare ringraziamento alla consulenza dell'ing. Marco Spezia.
Alla RSU
Agli
RLS
Alle
OOSS
Cari/e
Da un punto di vista legislativo, il D.Lgs.81/08, va purtroppo contro alle nostre sacrosante esigenze.
Da un punto di vista legislativo, il D.Lgs.81/08, va purtroppo contro alle nostre sacrosante esigenze.
La questione dell’
RLS/RSU è un’ anomalia tutta italiana, che andrebbe affrontata seriamente se
avessimo una attenzione reale da parte sindacale alle problematiche della
sicurezza, non solo come rappresentanza formale ma per costruire attorno agli
RLS un percorso conflittuale contro l'attuale organizzazione del lavoro, dei
turni, dei processi gestionali dei servizi e del
personale.
Ma nessuno a
livello nazionale (partiti o sindacati) ha mai voluto fare qualcosa, per ovvi
motivi di interesse.
Veniamo a cosa dice
il D.Lgs.81/08.
La nomina da parte
dei lavoratori dell’ RLS è regolamentata dall’ articolo 47 del Decreto, che
riportiamo integralmente a seguire.
“1. Il rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza è istituito a livello territoriale o di comparto, aziendale e di sito
produttivo. L'elezione dei rappresentanti per la sicurezza avviene secondo le
modalità di cui al comma 6.
2. In tutte le
aziende, o unità produttive, è eletto o designato il rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza.
3. Nelle aziende o
unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori il rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza è di norma eletto direttamente dai lavoratori al
loro interno oppure è individuato per più aziende nell'ambito territoriale o del
comparto produttivo secondo quanto previsto dall'articolo
48.
4. Nelle aziende o
unità produttive con più di 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza è eletto o designato dai lavoratori nell'ambito delle
rappresentanze sindacali in azienda. In assenza di tali rappresentanze, il
rappresentante è eletto dai lavoratori della azienda al loro
interno.
5. Il numero, le
modalità di designazione o di elezione del rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza, nonché il tempo di lavoro retribuito e gli strumenti per
l'espletamento delle funzioni sono stabiliti in sede di contrattazione
collettiva.
6. L'elezione dei
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza aziendali, territoriali o di
comparto, salvo diverse determinazioni in sede di contrattazione collettiva,
avviene di norma in corrispondenza della giornata nazionale per la salute e
sicurezza sul lavoro, individuata, nell'ambito della settimana europea per la
salute e sicurezza sul lavoro, con decreto del Ministro del lavoro, della salute
e delle politiche sociali, sentite le confederazioni sindacali dei datori di
lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano
nazionale. Con il medesimo decreto sono disciplinate le modalità di attuazione
del presente comma.
7. In ogni caso il
numero minimo dei rappresentanti di cui al comma 2 è il seguente:
a) un
rappresentante nelle aziende ovvero unità produttive sino a 200 lavoratori;
b) tre
rappresentanti nelle aziende ovvero unità produttive da 201 a 1.000 lavoratori;
c) sei
rappresentanti in tutte le altre aziende o unità produttive oltre i 1.000
lavoratori. In tali aziende il numero dei rappresentanti è aumentato nella
misura individuata dagli accordi interconfederali o dalla contrattazione
collettiva.
8. Qualora non si
proceda alle elezioni previste dai commi 3 e 4, le funzioni di rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza sono esercitate dai rappresentanti di cui agli
articoli 48 e 49, salvo diverse intese tra le associazioni sindacali dei
lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano
nazionale”.
Il nocciolo del
problema è quanto prevede il comma 4: “Nelle aziende o unità produttive con più di
15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è eletto o
designato dai lavoratori nell'ambito delle rappresentanze sindacali in azienda.
In assenza di tali rappresentanze, il rappresentante è eletto dai lavoratori
della azienda al loro interno”.
Quindi, leggendo
alla lettera tale comma, se le RSU aziendali esistono, il RLS deve essere eletto
all’ interno di tali rappresentanze.
Solo se le RSU non
esistono, il RLS può essere eletto tra ciascuno degli altri
lavoratori.
Il comma 5
stabilisce però che ”Il numero, le
modalità di designazione o di elezione del rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza, nonché il tempo di lavoro retribuito e gli strumenti per
l'espletamento delle funzioni sono stabiliti in sede di contrattazione
collettiva” e questo lascerebbe qualche possibilità di deroga rispetto al
comma 4.
Non mi pare che i
CCNL autonomie locali e quelli del pubblico impiego indichino modalità di
elezione degli RLS.
Per quanto concerne
le pressioni della parte Pubblica, si ribadisce che il Comune di Pisa
(dirigenti, direttore generale....) non ha voce in capitolo in merito all’
elezione, nel senso che l’ Azienda non può influenzare in nessun modo le scelte
dei lavoratori per l’ elezione dei RLS.
Quello che il
Comune può fare è rifiutarsi di attribuire ai RLS non RSU i diritti sanciti
dall’ articolo 50, in quanto l’ elezione del RLS non è coerente con l’ articolo
37, comma 4 del Decreto.
Ma questo deve
farlo in maniera formale e a questo punto la loro opposizione può essere da noi
impugnata presso l’ Organo di vigilanza (ASL).
L’ alternativa è la
concertazione dove stabilire che nel Comune di Pisa è possibile nominare RLS
anche al di fuori della RSU , nell'ottica di assicurare rappresentanti motivati
e preparati sulle tematiche della sicurezza.
Per questi motivi
il COBAS Comune di Pisa propone quanto segue:
−
un incontro con il
Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione e il dirigente del personale
dove concertare la nomina degli RLS all'interno e all'esterno della
RSU;
−
indicare un numero
maggiore di 3 di RLS, confermando almeno il numero
precedente.
Per il COBAS Comune di Pisa
Federico
Giusti
-----------------------
Da: Comitato Difesa
Salute di Tezze sul Brenta e Bassano del Grappa Salute.Tezze@libero.it
A:
Data: Lun 7 Mag
2012 7:38 pm
Oggetto: PER NON
DIMENTICARE I LAVORATORI MORTI ALLA TRICOM
PER NON DIMENTICARE
I LAVORATORI MORTI ALLA TRICOM DI TEZZE SUL BRENTA
Si apre il processo d’appello contro la sentenza ai vertici aziendali della Tricom Galvanica PM di Tezze sul Brenta, (azienda galvanica già condannata nel 2006 dal Tribunale di Cittadella, perché responsabile del grave avvelenamento della falda acquifera nell'alta padovana), assolti dal tribunale di Bassano dall'accusa di omicidio colposo per la morte di alcuni operai dell'azienda a causa di malattia contratta nel luogo di lavoro e mancato rispetto delle norme di sicurezza.
La sentenza è stata
vergognosa e inaccettabile: “perchè il fatto non sussiste”. Alla lettura della
sentenza è montata giustamente la rabbia: due uova lanciate contro il tribunale
e qualche frase gridata sono bastati perché il tribunale di Bassano, così
negligente con i padroni accusati di omicidio, diventasse celere e solerte
denunciando immediatamente otto lavoratori per minacce e imbrattamento. Anche
questa vicenda processuale, tuttora in corso presso il tribunale di Trento, è
stata accompagnata da presidi di centinaia di persone solidali e dei comitati
locali. Questo processo si concluderà il 27 giugno
prossimo.
Il nostro Comitato
si è schierato fin dall'inizio con le famiglie degli operai deceduti. Per anni
abbiamo seguito il processo di Bassano senza perdere un'udienza, convinti che
solo mantenendo alta la tensione e la visibilità sul caso si potevano evitare
l’insabbiamento dell’inchiesta.
E' tempo quindi di
rilanciare la lotta in vista delle importanti scadenze processuali del 7 e del
27 giugno, organizzando assemblee, presidi e manifestazioni pubbliche, facendo
sentire tutto il peso delle sentenze che saranno emesse nelle due sedi.
Invitiamo tutti a
partecipare a:
−
Venezia il 7 giugno
per un presidio pubblico in occasione del processo d'appello sul caso
Tricom;
−
Trento il 27 giugno
per la manifestazione pubblica in occasione della sentenza del processo contro i
nostri otto compagni denunciati.
Data e luoghi
saranno segnalati sul nostro sito http://salutetezze.blogspot.it/
Per sostenere le
nostre attività stiamo organizzando un pranzo popolare di sottoscrizione a
Bassano località San Michele il 10 giugno prossimo.
5 maggio 2012
Comitato per la
Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Tezze sul Brenta e
Bassano del Grappa
cellulare 3771508711-
-----------------------
To:
Sent: Wednesday, May 09, 2012 12:06 AM
Subject:
AGGIORNAMENTO INDAGINI POLIGONO MILITARE DI QUIRRA
Grazie
della segnalazione a Angelo Baracca
20
rinvii giudizio per la Sindrome di Quirra. Il Procuratore Fiordalisi
racconta.
Saluti
Gino
Carpentiero
Ritengo
importante far circolare queste notizie: finalmente in Sardegna l'indagine della
magistratura approda a conclusioni importanti, speriamo che il futuro porti alla
condanna dei responsabili
Angelo Baracca
Angelo Baracca
SARDEGNA QUOTIDIANO
7
maggio 2012
BASI
DI MORTE PARLA IL PROCURATORE FIORDALISI
Ecco
l’origine della sindrome di Quirra da troppo tempo avvolta nel
mistero.
“La
Sindrome di Quirra oggi non è più un fatto misterioso, perché finalmente si
conoscono le fonti del pericolo per la pubblica incolumità che sono rimaste
coperte da un alone di mistero per tanto tempo”. Non sembra aver dubbi il
procuratore Domenico Fiordalisi.
In
sedici mesi di indagini e accertamenti che, nei giorni scorsi, hanno portato
alla richiesta di 20 rinvii a giudizio tra militari, amministratori locali,
professori e ricercatori universitari, la Procura di Lanusei ha ricostruito “un
quadro di evidente contaminazione da attività militari e di sperimentazione”
svolte per decenni all’interno del Poligono del Salto di Quirra.
Il
tutto senza che militari o civili impegnati nel poligono, come gli allevatori
che utilizzavano i pascoli nell’area militare, siano stati adeguatamente
informati o protetti verso gravi rischi sanitari che potevano correre in
determinate aree. Come non ha dubbi nel ribadire che l’azione della magistratura
“va nella direzione della tutela di quella che è la difficile situazione che i
pastori e le persone che abitano nei centri urbani intorno a quest’area
demaniale militare, hanno vissuto e vivono”.
“La
Costituzione”, aggiunge Fiordalisi, collocando la sua azione in un ambito più
generale, “pone in modo centrale la questione della tutela della persona e della
sua salute, due diritti collegati uno all’altro. Anche i pastori, che hanno
subito danni come persone offese prima e poi come protagonisti passivi del
sequestro preventivo delle aree che utilizzavano, ritengo abbiano capito che la
magistratura ha agito soprattutto nel loro interesse, per salvaguardare la loro
dignità e la loro salute”.
Il
pericolo per la salute, l’inquinamento da sostanze radioattive come il torio e
quello chimico fisico da diversi metalli pesanti, sarebbe anche aggravato dalle
conseguenze cito-tossiche dell’attività dei numerosi radar operanti nel
Poligono.
RADIOATTIVITÀ
PER DECENNI
“La
fonte di questo pericolo”, spiega ancora il magistrato, supportando le sue
argomentazioni con le conclusioni dei consulenti scientifici, “è costituita da
una o più sostanze radioattive che creano, specialmente per le emissioni di
radiazioni alfa, una pericolosità così lunga nel tempo che sono necessari 30/35
anni per esprimere tutta la loro potenzialità nociva. Significa che negli anni
2000 stiamo subendo i possibili effetti negativi in termini di danni al DNA
delle persone viventi e degli animali, per condotte poste in essere negli anni
1970/1980”.
“La
fonte del torio”, precisa ulteriormente, “la cui presenza è stata riscontrata in
passato e in anni recenti da enti pubblici tra i quali anche l’Arpas, è un
missile utilizzato in tutta Europa, il Missile Milan, nelle versioni fabbricate
prima del 1999, che conteneva questa sostanza nel sistema di guida. A questo si
aggiungono le attività di brillamento di materiale bellico obsoleto, che sinora
erano indicate essere solo delle operazioni di esercitazione di artificieri o
test di esplosivi, e invece si sono rivelati essere una forma di smaltimento di
rifiuti militari pericolosi che ha generato l’inquinamento da tungsteno, cromo e
altre sostanze estremamente pericolose”.
RIESUMAZIONI
NECESSARIE
Tutti
contaminanti che, sommati a quelli rilasciati da alcune discariche di materiali
pericolosi utilizzati dai militari, la pioggia e il vento hanno contribuito a
portare ben oltre le aree interne al Poligono interessando anche “i fiumi e
pozze in cui si abbeveravano mandrie e greggi di vari ovili dove si sono
verificati purtroppo tanti casi di pastori deceduti”.
“Nelle
ossa di questi pastori”, aggiunge Fiordalisi riferendosi alla misura che,
insieme all’iniziale sequestro dell’intero Poligono, è stata tra le più
contestate, “è stato trovato il torio, in misura più elevata di chi non
frequentava quelle aree. Sono stati accertamenti molto complessi che purtroppo
hanno reso necessaria la riesumazione e l’analisi delle salme di numerosi
pastori, riesumazione fortemente criticata, ma che ha prodotto risultati
estremamente utili per l’accertamento della verità”.
L’indagine,
che nella prima fase aveva anche ipotizzato il reato di omicidio colposo con
dolo eventuale poi caduta anche per l’estrema difficoltà di dimostrare il nesso
di causa ed effetto tra le azioni che hanno portato al disastro ambientale e la
morte di pastori e militari, è arrivata “a ipotesi di reato concrete, chiare e
verificate” che possono essere “oggetto di una valutazione da parte del giudice
perché, per esempio, non coperte da prescrizione”.
“Quello
che è fondamentale comprendere”, prosegue Fiordalisi, “è che l’accertamento che
il codice consente alla giustizia, per le conoscenze scientifiche che oggi si
hanno, è in termini di pericolo ed esposizione al pericolo, e non di nesso di
causalità”.
IL
RAPPORTO CON LA GENTE
Un
argomento cui Fiordalisi tiene particolarmente, è l’importanza del “canale
diretto” instaurato con decine di persone che si sono rivolte a lui per
raccontare, testimoniare e denunciare alcune centinaia di casi di malattie e
morti, “un legame tra magistratura e cittadino che non si è mai spezzato e ha
permesso di acquisire informazioni che altrimenti non avremmo mai avuto”.
“Non
è stato semplice”, conclude, “perché il clima che negli anni si è creato intorno
a questa vicenda non favoriva una collaborazione della gente, ma in buona misura
ci siamo riusciti. Si tratta di un percorso nuovo che va nella direzione di
tutela della salute di tutti”.
Carlo
Porcedda
IL LIBRO “LO SA IL VENTO ” SUI MALI DELLA SARDEGNA
Carlo
Porcedda è autore, con la collega Maddalena Brunetti, del libro “Lo sa il vento,
il male invisibile della Sardegna”, inchiesta sui veleni di poligoni militari e
poli industriali che minacciano (e minano) la salute dei sardi e mettono a
repentaglio l ’incolumità delle bellezze dell ’Isola.
Poligono
di Quirra ma non solo: tra testimonianze di parenti di persone morte o ammalate,
racconti, raccolte di atti parlamentari e d’inchiesta, vengono raccontati i mali
della Sardegna, che passano dalle grandi industrie chimiche all’uso militare di
angoli di paradiso. Il libro, uscito alla fine del 2011 (Edizioni Ambiente,
Collana Verdenero) è introdotto dalla prefazione del musicista Paolo Fresu.
Eccone
un passaggio: “In questi ultimi decenni molti hanno taciuto sulle responsabilità
legate all’ industrializzazione e alla militarizzazione della Sardegna.
Imprenditori e politici, costruttori senza scrupoli e militari hanno minato uno
dei luoghi più belli e incontaminati del pianeta”.
-----------------------
From:
Marco Bazzoni bazzoni_m@tin.it
To:
Sent: Wednesday, May 09, 2012 9:05 PM
Subject:
INFORTUNI
MORTALI: I DATI INAIL E QUELLI VERI
FIOM
CGIL NAZIONALE: SMENTIAMO ANCORA UNA VOLTA QUESTO OTTIMISMO FUORI LUOGO DI INAIL
E GOVERNO, PUBBLICANDO I DATI CHE, PURTROPPO, COME SEMPRE SONO VERI, FORNITI DA
CARLO SORICELLI DELL’OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA SULLE MORTI PER
INFORTUNI SUL LAVORO.
Questa
è la nota ufficiale dell'Ufficio Salute e Sicurezza sul Lavoro della Fiom
Nazionale sugli
infortuni sul lavoro, che critica INAIL e Governo, che parlano di dati ottimistici sugli infortuni sul lavoro e cita i dati dell'Osservatorio Indipendente di Bologna, diretto da Carlo Soricelli, dandogli completamente ragione.
infortuni sul lavoro, che critica INAIL e Governo, che parlano di dati ottimistici sugli infortuni sul lavoro e cita i dati dell'Osservatorio Indipendente di Bologna, diretto da Carlo Soricelli, dandogli completamente ragione.
Questo
il link:
Saluti.
Marco Bazzoni
Marco Bazzoni
Operaio
metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza
Firenze
FEDERAZIONE
IMPIEGATI OPERAI METALLURGICI NAZIONALE
corso
Trieste, 36 - 00198 Roma -
telefono
06 85 26 2 319-320-321
fax
06 85 30 30 79
web www.fiom.cgil.it
e-mail:
protocollo@fiom.cgil.it
Roma,
7 maggio 2012
Alle
strutture FIOM regionali
Alle
strutture FIOM territoriali
Alla
Segreteria e Apparato nazionale
OGGETTO:
INFORTUNI MORTALI
in
questi giorni si sono susseguite varie dichiarazioni di esponenti del Governo e
dell’INAIL che hanno teso per l’ennesima volta a dimostrare che gli infortuni
sul lavoro in Italia stanno diminuendo e che si sta procedendo positivamente
sulla strada della costruzione di una effettiva sicurezza sul lavoro. Smentiamo
ancora una volta questo ottimismo fuori luogo pubblicando i dati che, purtroppo,
come sempre sono veri, forniti da Carlo
Soricelli dell’Osservatorio
Indipendente di Bologna sulle morti per infortuni sul
lavoro.
2011
663
lavoratori morti sui luoghi di lavoro + 507 lavoratori morti in incidenti in
itinere = 1.170 = + 11,6% sul 2010
2012
Primi
4 mesi: 163 lavoratori morti sui luoghi di lavoro + 325 lavoratori morti in
itinere = 488
Indice
di infortuni mortali per settori:
−
agricoltura
31,0%
−
edilizia
23,0%
−
servizi
12,3%
−
industria
8,9%
−
autotrasporto
5,8%
Età
dei lavoratori deceduti:
−
33,0%
ha più di 50 anni
−
23,5%
tra 30 e 50 anni
−
8,9%
meno di 30 anni
Sono
stranieri il 13,7% del totale dei lavoratori morti.
Lavoratori
morti per ciascuna Regione:
−
Lombardia
22
−
Toscana
15
−
Emilia
Romagna 15
−
Piemonte
13
−
Sicilia
9
−
Veneto
8
−
Lazio
8
−
Puglie
8
−
Calabria
5
−
Marche
5
−
Friuli
4
−
Umbria
4
Nelle
altre regioni e province sono stati accertati tra 1 e 3 lavoratori
deceduti.
Da
questi drammatici dati si evidenzia la necessità di proseguire nell’impegno per
tutelare la vita dei lavoratori continuando a chiedere appropriate procedure di
sicurezza ma anche cambiamenti nell’organizzazione e nell’orario di lavoro che
producono così drammatici e rilevanti incidenti in
itinere.
Fraterni
saluti.
Il
Responsabile Ufficio SAS
Maurizio
Marcelli
-----------------------
From:
Unione
Sindacale di Base Sede Perugia perugia@usb.it
Cc:
Sent:
Thursday, May 10, 2012 8:58 AM
Subject:
RICORSO PER IL “CAMBIO DIVISA”
La USB sanità invita tutti gli operatori del settore sanità che hanno aderito all'istanza di accesso per la questione del "cambio divisa" e hanno ritirato i documenti consegnati dalla ASL a partecipare all´incontro che si terrà lunedì 14 maggio alle ore 16.30 presso lo studio dell´Avv. Alessandro Longo, legale di fiducia della USB in via Martiri dei lager, 158 a Perugia.
La
riunione tratterà specificatamente il percorso legale inerente il ricorso per il
recupero del tempo necessario per il cambio divisa nei luoghi di lavoro, così
come già riconosciuto da diverse sentenze di cassazione e del giudice del
lavoro.
Tutti
gli aderenti devono necessariamente partecipare all´incontro in quanto è
necessario sottoscrivere personalmente il ricorso pena l’impossibilità a
partecipare.
Vi
porgiamo i nostri distinti saluti.
Per
ogni altra informazione potete telefonare al 340 25 44 131
Perugia, 9 Maggio 2012
Nessun commento:
Posta un commento