lunedì 18 marzo 2013

A Marghera assemblea per Taranto


La sera di sabarto 16 si è riunita la assemblea aperta della ns.O.S.
a Marghera.
 
Una insolita richiesta di notizie è arrivata con i carabinieri, informati
dalla solerte Digos della ns.iniziativa nell'ambito della campagna
per i lavoratori Ilva e i cittadini di Taranto che culminerà con la Sfida
del 22 marzo.
 
In ogni caso l'assemblea è stata ben seguita da 30-40 operai in
gran parte ma non solo immigrati. Purtroppo non si è potuto fare
di meglio perché in questi mesi la ns.struttura organizzativa è
fortemente messa a dura prova dalle conseguenze della crisi
e dalle numerosissime richieste di aiuto in particolare ma non
solo legale che arrivano, nonché dal fatto che oltre il 60% dei
ns.iscritti in provincia è in cassa integrazione o mobilità o disoccupato
e quindi sempre alla ricerca di lavoro e con difficoltà di incontro.
 
Nonostante locandine a Venezia e volantinaggi a Marghera, Mestre
e nelle fabbriche, era presente come pubblico esterno alla ns.O.S.
solo un ex lavoratore portuale impegnato da decenni nella lotta
contro l'amianto, che è intervenuto nel dibattito, condividendo la
ns.denuncia dello "stop" ai grandi processi per i morti di amianto
che la Procura di Venezia sta mantenendo fermi verso Enel, Enichem,
ed altre importanti aziende ove ci sono stati centinaia di morti.
 
L'assemblea comunque si è protratta per due ore, le relazioni di
Paolo Dorigo e Gianluca Bego, seguite dalla lettura e spiegazione
dei processi Thyssen Krupp-Ethernit e sentenza recente della cassazione
che si è inventata la "clausola tRombale"
sono state seguite da interventi di lavoratori dell'Aeroporto,
della Fincantieri e di altre aziende,
erano presenti lavoratori di cinque nazionalità.
 
Nell'assemblea si sono affrontati oltre ai temi dell'ILVA di Taranto
e della svolta che una classe politica oramai totalmente corrotta
cerca di imprimere insieme alla magistratura per liquidare il
diritto del lavoro (ed alle conseguenze politiche di questa strategia),
anche le condizioni di lavoro e di sicurezza in cantieri navali,
fabbriche metalmeccaniche, porto ed aeroporto, lavanderie industriali,
fabbriche siderurgiche, centrali elettriche, attraverso le parole di vari
lavoratori immigrati infortunati.
 
Rispetto al 22 si è deciso di cercare di essere presenti con una delegazione,
i problemi e gli ostacoli economici di superarli. Speriamo di farcela.
 
Saluti proletari
 
coordinamento provinciale di Venezia

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