dalla Rete-nodo di Ravenna
Infortuni, morti sul lavoro, malattie professionali, amianto, polveri killer, tumori, nessuna giustizia nei tribunali, risarcimenti ridicoli, controlli e sanzioni insufficienti....si potrebbe continuare ancora per dimostrare che a Ravenna la condizione dei lavoratori nei luoghi di lavoro va sempre peggiorando. Naturalmente non condividiamo l'ottimismo delle notizie del calo di infortuni riportate dalla stampa perchè quello che veramente "cala" sono solo i lavoratori, sempre di meno nelle fabbriche, nei cantieri, nei servizi a causa della crisi economica e del lavoro nero.
Come non condividiamo la scelta di inutili commemorazioni come quella dell'anniversario della strage dei 13 operai della Mecnavi al Porto di Ravenna, che servono solo a seppellire per l'ennesima volta quegli operai: al Porto continuano gli incidenti, il caporalato oggi si chiama agenzia interinale Intempo, le polveri sottili avvelenano gli operai e la popolazione. La tragica morte di Luca Vertullo al Porto è stata per noi del nodo di Ravenna della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio un appello a trasformare il dolore in rabbia e in mobilitazione per ridare un senso al grido di "mai più!" del corteo dopo la strage della Mecnavi, per denunciare pubblicamente chi sono i responsabili di quella morte, cioè di tutto il sistema di sfruttamento a comando padronale, dai terminalisti alla compagnia portuale, con i confederali come parte del problema, non certo la soluzione.
Il processo non ha fatto giustizia e l'agenzia Intempo al Porto continua a sfruttare i lavoratori.
Ma anche su altre questioni come l'amianto rivelano la presenza di un sistema che serve il profitto padronale: come mai a Ravenna non si celebrano i processi penali per amianto che finiscono in archiviazione? Lo stesso giudice Riverso ha affermato: "L'amianto è la causa principale per le morti sul lavoro, è superiore agli infortuni. Ravenna è una delle zone con rischi maggiori per il mesotelioma eppure si contano zero processi penali", "c'è un problema di giustizia carente sulle malattie professionali".
Cosa si va a commemorare, quindi? Che impegni potrà mai prendere il convegno che i confederali hanno organizzato con padroni e istituzioni?
Noi della Rete-nodo di Ravenna lanciamo invece l'appello a portare queste questioni che abbiamo denunciato e per cui ci siamo mobilitati a livello locale e a unirci con altre realtà all'iniziativa di carattere nazionale che si terrà a Taranto il 22 marzo, la città dove operai e popolazione stanno conducendo una dura e lunga lotta perchè sia il padrone a pagare per i suoi crimini commessi e noi vorremmo ascoltarli direttamente e portargli la nostra solidarietà Con l'obiettivo di rafforzare ed estendere questa lotta, di rafforzare la Rete che la porta avanti coerentemente.
Di seguito l'appello nazionale:
INVITO/APPELLO ALL'ADESIONE E PARTECIPAZIONE
La Rete nazionale per la sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio, come già annunciato nell'assemblea nazionale del 7 dicembre a Taranto e che ha trovato conferma negli incontri e assemblee che si sono tenute e si vanno tenendo in tutta Italia, promuove una iniziativa nazionale all'Ilva di Taranto e al quartiere Tamburi per venerdì 22 marzo, per la difesa del lavoro e della salute in fabbrica e sul territorio, all'Ilva come in tutte le fabbriche e i siti inquinanti, a Taranto come in tutte le città in lotta, contro la devastazione ambientale e territoriale, contro le morti sul lavoro, contro padron Riva, il governo dei padroni e lo Stato dei padroni.
Non si tratta di un corteo di sabato, nè di un corteo nel centro della città, perchè la RETE vuole organizzare l'iniziativa in un giorno feriale in cui la maggioranza degli operai è in fabbrica e saranno chiamati ad aderire in massa all'iniziativa; si tratta di un "assedio politico-sociale" alla direzione Ilva e di un incontro di massa con gli operai Ilva, che comincerà alle 13.30 alla Direzione Ilva e toccherà le portinerie A (alle 15) e D (alle 16).
Alle 16,30-17 l'iniziativa si trasferirà - anche qui in un pomeriggio-sera normale - ai Tamburi, nella zona più inquinata della città, il Cimitero di San Brunone, nel cui piazzale si terrà un saluto agli operai e ai cittadini morti sul lavoro, da lavoro e da inquinamento e un incontro con i lavoratori cimiteriali in lotta.
Per poi trasferirsi in una grande assemblea sempre ai Tamburi, dove potranno intervenire tutte le realtà partecipanti, operai, familiari, organismi precari e disoccupati, avvocati, ispettori, medici, Rls impegnati su questo fronte, dalla Thyssen, Eternit, a Paderno Dugnano, da Marghera a Ravenna, da Napoli a Palermo, ecc.
Alla manifestazione sono invitate delegazioni di tutte le città, di fabbriche e territori, senza discriminazione alcuna e con le loro bandiere e parole d'ordini, sia politiche che sindacali e sociali.
Tutte parleranno e potranno portare le loro proposte agli operai Ilva e negli incontri con i proletari del quartiere.
Chiamiamo tutti ad aderire in mille forme alla iniziativa promossa e organizzata dalla Rete - di tutte le adesioni sarà data comunicazione e inserite nella lista.
Sin da ora e fino al giorno della manifestazione tutti possono richiederci volantini e locandine della Rete per circolazione, diffusione, affissioni, ecc. Tutti possono chiederci dossier e documenti su Ilva e Taranto e sulle altre realtà della Rete Tutti possono realizzare loro volantini e locandine di adesione e sostegno all'iniziativa
info: bastamortesullavoro@gmail.com
mailinglist: bastamortesullavoro@domeus.it
blog: http://bastamortesullavoro.blogspot.com
tel. 3471102638
Non siamo su facebook e twitter, anche se invitiamo tutti a pubblicizzare l'iniziativa
27 febbraio 2013
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